- UN RACCONTO DA LEGGERE....COME RITO PROPIZIATORIO ALL'ECLISSI DI LUNA----STASERA
Dea Luna
......... Lenta… Enorme… Rotonda… Luminosa… Sorge la Luna dietro la montagna irta di fitte ed aspre cime, guglie di pietra che la bianca luce risalta nella notte limpida.
Un vento leggero agita le fronde di lecci, mortelle e corbezzoli, mentre comincia a prendere forma la lunga ombra notturna del megalite che svetta tra le antiche pietre della “Tomba dei giganti” sul Monte Canu che fronteggia le non lontane isole dell’arcipelago della Maddalena.
Nel cuore della notte scelta per celebrare l'eclissi di Agosto, sulla spianata leggera s’avanza la sacerdotessa per iniziare il rito - quasi religioso, quasi pagano, sicuramente senza tempo – che si rivolge a colei che agita le maree, a colei che regola la fertilità femminile, a colei che come una divina regina regala un’estasi ed un sogno a coloro che amano l’amore ed a coloro che notturnamente sogliono distaccarsi dalla grigia materialità.
“Nuur…Siin…Aagh… Nuur…Siin…Aagh… Nuur…Siin…Aagh…” ripete lentamente con voce suadente e melodiosa la sacerdotessa bianco vestita che sembra puntare sull’ipnosi nei confronti delle quattro decine di adepti disposti a semicerchio, seduti sulle pietre che delimitano la “Tomba dei giganti”, anch’essi, per la maggior parte, di bianco vestiti.
“Nuur…Siin…Aagh… Nuur…Siin…Aagh… Nuur…Siin…Aagh…” ripete la bionda notturna Arianna melodiosamente cullante prima di dettare le movenze delle mani, della fronte e degli occhi per instaurare il rapporto d’intesa con la divinità che, indifferente, continua la sua ascesa verso il centro del cielo.
Gli abiti bianchi riflettono la luce dell’Astro d’argento che, lontanamente, regala al mare la sua vasta fascia brillante senza inizio e senza fine e generosa irrora di sé i fedeli senza tempo che mostrano le palme delle mani desiderose di ricevere il beneficio.
Arianna, paziente pastora, guida il suo gregge con musicali accenti e con lento e spaziato ritmo indica i gesti per ottenere beneficio dall’altera ellenica Selene-Artemide. Libera dalla schiavitù della Celeste Maria, Madre di Gesù, che iconograficamente la calpesta come emblema degli islamici Turchi sconfitti, per le poche ore di questa notte estiva la sorella, la sposa del Sole viene, per una volta, onorata qui, dai vivi sulla Terra, invece che dai morti nell’Oltretomba.
Venerata nell’antica Grecia come sposa del titano Iperione, figlio di Urano e di Gaia, Selene fu travolta dalla passione per il bellissimo pastore Endimione al quale, come narra la tradizione, diede ben cinquanta figlie.
Cinzia è celebrata nel segno zodiacale del Toro per via delle corna del poderoso maschio che ricordano le sue fasi; sorella di Apollo ed entrambi nativi sul monte Cinto, nell’isola greca di Delo, era colei alla quale si rivolgevano le antiche madri per ottenere la sua benigna influenza sulle figlie in affanno d’amore.
Cinzia, Artemide, Kuan-yin, Mani, Sunna, Kwannon, Ixchel. Tutti i nomi di lei che sempre per tutti gli umani ha rappresentato l’altra divinità, la concorrente e la compagna del Sole.
Nel cuore della notte estiva, sulla piana sommità del Monte Canu– come già un’altra Arianna, perdutamente innamorata dell’inesperto Teseo, guidò con il filo l’eroe nei meandri dell’inospitale Labirinto dell’isola di Creta dove egli uccise l’orrendo Minotauro che ogni nove anni esigeva quattordici giovani donne e uomini da divorare - la sacerdotessa dei nostri giorni guida il viaggio nella parentesi aperta nel tempo e nella storia. Dimentica la nuova monopolizzante religione e recupera un ancestrale rito che per milioni d’anni è stato celebrato dai nostri antenati d’ogni plaga del mondo. Una celebrazione pagana, libera, spontanea, che riduce al minimo l’intermediazione sacerdotale e pone in relazione diretta la divina Luna con i suoi adoratori, antichi e moderni.
“Nuur…Siin…Aagh… Nuur…Siin…Aagh… Nuur…Siin…Aagh…” lentamente la cerimonia avanza e la magia del rito rimane intatta. I discepoli della Luna, silenziosi e attenti, bevono ogni istante del dilatato tempo notturno consapevoli che la benigna sorte ha dato loro l’occasione di iscriversi in una nicchia perduta e ritrovata del tempo.
Mentre la Luminosa conquista la parte più alta del buio cielo, la magica Arianna cede la guida ad un sardo che, trasferitosi sul Continente, ha appreso discipline esoteriche e in quest’ora notturna distribuisce briciole della sua scienza a beneficio dei presenti ai quali suggerisce posture che favoriscono il benessere e la concentrazione.
Arianna, con la sua fulgente veste irrorata dalla bianca luce, ritorna al centro dell’emiciclo per l’ultima azione della notte: l’ascolto di una arabescatissima musica jazz suonata da un artista di New York virtuoso di Sax tenore che vaga tra le piante del bosco quasi alla ricerca delle ragioni della sua presenza.
Il cielo stellato e limpido osserva benigno il movimento delle umane formicuzze che hanno partecipato e si accingono ad abbandonare il sacro monte che è stato “Ara” dell’antico rito. Liberato ormai dagli uomini, il Monte Canu riposa carezzato dai candidi raggi della ridente Luna.
LETTOOOOOOO...e ora che TUTTI I NOSTRI DESIDERI SI AVVERINO...in onore alla LUNA