- LA FARFALLA-SCINTILLA DI VENTO-NAJA-
è ancora al lavoro....e in attesa di accendere insieme fuoco vi posta....qui tocca studiare
Come si manifesta l’animale in noi? (furioso come una tigre, timido come un coniglio, sensuale come una gatta, stupido come un asino…) Che animale vorresti essere? La risposta rappresenta l’identità animale.
Si manifesta come un impulso, un istinto con vita propria, che la coscienza deve controllare, elaborare. Se non lo fa è distruttivo per la psiche e invade la coscienza stessa. E’ l’Ombra di Jung abitata dagli dei e dai demoni, sintesi ambivalente del patrimonio archetipico universale. L’altro da me.
Nella psicosomatica possiamo avere una chiave di lettura dell’animale che soffre con il corpo una malattia dell’anima, perché noi abbiamo nella mente uno schema corporeo che si sovrappone a uno schema psicologico: il mal di cuore, senza avere niente al cuore, o prima che intervenga una malattia, rappresenta un mal d’amore, un mal di testa rappresenta una difficoltà di pensare, un mal di gola un rospo da inghiottire, una difficoltà a digerire “qualcosa che è rimasto sullo stomaco”. C’è pure una linea immaginaria di demarcazione tra i sentimenti e i pensieri, è il collo, ce n’è una che divide la sessualità dalle altre funzioni. Molti dolori alla schiena hanno questa origine, c’è una parte sinistra attribuita al passato, agli istinti, all’inconscio e una destra attribuita alla coscienza, al futuro, all’azione...
Animali nel sogno.
Compaiono nei nostri sogni, anche se continuiamo a sterminarli nella realtà. Essi formano il massimo sistema simbolico della coscienza umana, anche se abbiamo costruito la scissione tra il loro mondo e la nostra animalità, ad eccezione dei cuccioli, con i quali instauriamo un rapporto non verbale.
Quando appaiono nei nostri sogni, rappresentano una parte della nostra psiche e vogliono sempre dirci qualcosa, anche se nascosto sotto l’immagine simbolica che rappresentano.
Chiediamo loro:”Chi sei?”
Essi non sono racchiusi nelle nostre teste come rappresentazioni delle nostre brame, della nostra bestialità in senso negativo,o come rappresentazione della bellezza istintuale. Essi sono noi, sia nella loro fisicità corporea, tanto assomigliamo loro, sia nella loro capacità intellettiva, sia nella loro potenza emozionale. Noi siamo loro nella loro valenza simbolica di archetipo. Hanno pervaso il nostro modo di dire nel nostro linguaggio, nei proverbi, si presentano nelle nostre fantasie, nei nostri sogni, nella nostra forza, nella tenerezza, nella paura, nella pietà.
Dobbiamo salvare gli animali come Noè nella nostra ecologia psichica, far loro posto nella nostra intelligenza perché hanno trovato la via dei sogni che porta all’anima.
L’animale è sempre entrato in terapia, con un significato ancestrale, emotivo, simbolico che non può sottrarsi all’analisi.
In terapia l’animale onirico va amplificato con la ricerca storica, filologica, iconologia (interpretazione dei simboli allegorici) e personale.
Dobbiamo commuovere l’anima, parlando simbolicamente con la sua immagine. Animale deriva da anima, l’animale è la nostra anima più genuina.
Per Jung la conoscenza dell’immaginazione archetipica è il deposito tradizionale del simbolo e del rito nell’arte, nella cultura, nella religione. Amplificare è fare terapia: far fluire il cosmico nel personale e liberare il personale nel cosmico.
Non ridurre il sogno al simbolo, ma ridurre piuttosto noi stessi, la visione che ci è propria, a quella dell’animale, vedere l’animale con occhio animale: da anima animale a immagine animale. Ogni evento che si mostra ai sensi è anche una forma immaginativa. Tutte le cose sono manifestazioni, mentre immaginazione e percezione, invisibile e visibile, intuizione e sensazione non sono più separati a guardarli con occhio animale. Il film: Il popolo migratore ci mostra questa possibilità.
La paura dell’animale nei sogni sottende la svalutazione dell’animale e del suo significato, il desiderio di evitarlo (privi di ragione, privi di anima, come le donne un tempo).
Più bassa è la posizione dell’animale nella scala evolutiva, più la persona deve evolversi (es: prima serpenti, poi uccelli, poi bambini piccoli). I simboli animali possono esprimere una gerarchia degli istinti, più è primitivo l’animale, più esprime la profondità della psiche.
Gli animali del sogno sono immagine riflessa di noi stessi. Ci conosciamo riflettendoci in essi (sogno da svegli guidato).
L’animale che era dentro l’anima è stato espulso dalla nostra natura razionale: fuori da noi le iene, i gorilla, gli agnelli…
Feriti, irati, diabolici ci assalgono nei sogni perché li ascoltiamo.
Per Mario Jacoby “il significato dei sogni di animali è quello di compensare il pericolo della perdita istintuale, inerente all’umano, che assomiglia a uno zoo interiore, nel quale bisogna badare a tutte le specie perché non diventino rabbiose per la fame o muoiano.” Quando l’animale nel sogno diventa troppo vorace, rappresenta l’impulso di cui l’uomo è diventato vittima.
L’immagine nel sogno rappresenta un comportamento istintuale, ce abbiamo negato o represso o di cui siamo rimasti vittime: Chi sei? Cosa vuoi?
Ogni specie animale è la conferma della continuità delle forme viventi: gli animali sono forme eterne che si aggirano tra noi, il loro “istinto” è un comportamento di certezza nelle realtà ripetitive, statiche, che seguono il sentiero (Jung) con grande regolarità, non soggetti a evoluzione o cambiamento, come invece riteniamo erroneamente faccia solo l’umanità. Es. canarino)
L’animale per altri è una manifestazione estetica, una fantasia in mostra di colori, di modi di incedere, di fughe, come una forza primordiale.
Perché ci vengono in sogno?
Per un bisogno ecologico di salvare l’Arca in noi e ritornare all’Eden dove uomo e animale convivono nello stesso regno, senza entrare in conflitto e senza annientarsi.
Il corpo è la condizione animale originaria, siamo tutti animali nel corpo. Vivere il corpo in antitesi all’anima, o alle mente è la lacerazione prima che ha portato noi a odiare la carne, il peccato e a vivere la nostra parte animale come inferiore, irrazionale, temibile e quindi da odiare e distruggere.
Quale animale non vorresti essere?
Rinnegandola dentro noi stessi, la uccidiamo fuori, odiando, massacrando, torturando l’animale che la rappresenta, in un processo di proiezione psichica: Chi odia l’animale, odia una parte di sé. Chi fa del male all’animale, può far del male ad altri esseri umani che simbolicamente quell’animale rappresentano. A chi spara il cacciatore?
Lo stupratore, il pedofilo, il mercante di sesso, l’omicida, il sadico e tutta la violenza generalizzata a cui assistiamo, guerra compresa, sono la manifestazione di istinti giudicati negativi, non elaborati, non compresi dalla coscienza, ma proiettati fuori contro il nemico designato che temiamo dentro di noi. Attuiamo una lotta esterna, al posto della lotta interna che ci dilania da secoli.
Eppure Animale deriva da anima.
L’amore di sé nella dimensione di amore per l’animale in noi e quindi l’amore per gli altri, dove amore significa comprensione e rispetto, dovrebbe salvarci.
Jung:
Anima, Amore e Animali giungono alla mia psiche insieme, indistinguibili, un nodo che lega anima e bestia, desiderio e divinità, anima e animale
PIACIUTO