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presso le tribù Sioux al vestito per le occasioni di festa veniva abbinato il copricapo di penne.
Su una fascia abbastanza solida - in questa figura con motivi di colore rosso-blu - , venivano fissate piccole fodere di materiale osseo e in queste inserite 28 penne.
Questo numero veniva considerato sacro, poiché il ciclo della luna è di 28 giorni e anche le costole del bisonte sono 28.
Oltre a questo tipo di copricapo vi erano anche versioni allungate di corone con le penne che penzolavano arrivando fino a terra.
Presso tutte le tribù Sioux si può constatare, in occasione delle cerimonie di venerazione di Wakan Tanka, come le alture o l'altitudine svolgessero sempre un ruolo piuttosto importante.
Per esempio le preghiere venivano spesso recitate su rocce scoscese o in cima a montagne che fungevano anche da luoghi di digiuno, poiché si ritenevano luoghi piú vicini al cielo.
Poiché l'aquila di tutte le creature viventi era quella che volava più in alto, veniva a volte considerata come una incarnazione di Wakan Tanka o comunque almeno come intermediaria tra Dio e gli uomini.
Secondo il mito, fu proprio l'aquila d'oro che portò gli uomini dal regno delle stelle alla loro dimora terrestre.
Alla cattura di un'aquila d'oro, che era un vero e proprio atto sacro, si cercava di preservare le dodici penne della coda, che rappresentavano i raggi del sole e corrispondevano al numero dei mesi. Le tribù Sioux infatti osservavano un calendario di dodici mesi annuali
Le penne della corona di penne d'aquila corrispondevano in certo qual modo alla corona solare e donano al capo di chi la indossa una specie di intensa aura solare.