- SCUSATE MA SONO SCONVOLTA DA QUESTA COINCIDENZA
racconto...stavo cercando l'aspetto mitico della mia luna/leone e mi imbatto in Ecate e cerco di leggere le sue origini beh...
premessa...
io dal 95 usavo uno "pseudonimo" ranocchietta,era un vezzo mio che dicevo venire dall'infanzia e quella ranocchietta dal 95 in poi ha segnato anni di enormi cambiamenti..ah ho la casa piena di ranocchie bellissime di tutto il mondo e una foto di un compleanno 98 con una torta megagalattica con un disegno e scritta "auguri alla regina delle ranocchie".........in questo anno l'astrologia...la luna/ecate e con voi tribù la farfalla...
Beh ho conferme che queste immagini di animali -totem non nascono a caso...E' IL NOSTRO SE' CHE CE LI PORTA ALLA LUCE;;;MA SONO IN NOI
allora vi posto le origini di Ecate ..la mia Luna scoperta in questi mesi con astrologia e.....i collegamenti con i miei totem precedenti-rana e di ora farfalla-
AH!!!!poi dicono che la fantasia è un vezzo.....MA E' LA VOCE DELL?ANIMA
"Dee e dei sono presenti in ogni cultura umana. Sembrano doversi far carico di tutto, dalla trasmigrazione delle anime attraverso incarnazioni multiple alla cura della nostra salute fisica, dal controllo del tempo atmosferico alla rimozione della guerra.
Curiosamente antropomorfi, sono spesso descritte/i come esseri umani molto, molto grandi: il che dovrebbe farci riflettere un po’ sulla nostra presunzione come specie. Però è probabile che le divinità ci siano servite come principio produttivo, nel corso della nostra evoluzione. Infatti, come esseri umani, ci facciamo domande sull’essenza e sull’identità.
Le divinità suonano almeno in apparenza come risposte, sebbene poi inevitabilmente creino altre domande. Com’è ovvio siamo solo noi umani ad aver bisogno di domande e risposte sul chi siamo e perché siamo qui, sulla natura del divino e dell’umano, sul potenziale effettivo delle nostre capacità: un albero, in effetti, potrebbe esistere in uno stato senza tempo, privo com’è del fardello della mente umana, e le mie gatte sono assai meglio equipaggiate di me per sperimentare un amore trascendente ed incondizionato, poiché il loro ‘corpo emotivo’ eclissa di gran lunga il loro ‘corpo mentale’.
Una cosa la sappiamo ‘scientificamente’, se volete: ognuno di noi è la genesi incarnata, poiché reca in sé le tracce della lunga processione di forme e corpi in cui si è manifestata la vita. Abbiamo danzato fuori dalle acque per entrare nelle paludi, e dalle paludi ci siamo arrampicati nelle foreste, e dalle foreste abbiamo scalato montagne, e così via. I processi biologici hanno sviluppato culture, espresse da creature che si erano ingegnate ad ampliare i propri ‘attrezzi’ funzionali e percettivi, passando dalla mera sopravvivenza a sofisticate interazioni sociali, e producendo l’astrazione e la riflessione.
Abitando forme umane, abbiamo iniziato consciamente a possedere e co-creare la nostra stessa evoluzione. Abbiamo iniziato a tratteggiare l’idea di un sé umano sulle pareti delle caverne del Paleolitico, uscendo dall’Eden dell’esperienza pura, senza qualificazioni, per muoverci in un paesaggio dove le creazioni della nostra mente avevano urgenza di essere maneggiate quanto gli eventi fenomenici del mondo esterno. La creazione di dee e dei quali ‘specchi’ in cui rifletterci, quali strumenti per entrare in relazione con noi stessi, fu probabilmente utile a questo scopo.
Gli antichi Egiziani agivano a partire da questa premessa quando invitavano dee e dei a dimorare nei loro corpi, ad attivare in essi specifici poteri. Le divinità provvedevano loro un ulteriore livello di conoscenza, che era percepito come dinamico ed attivo, ed inoltre corrispondevano a precise funzioni fisiologiche: Hapi (dio babbuino del Nilo) era il sangue; Khnumm dalla testa d’ariete, che aveva scolpito donne ed uomini sulla sua ruota da vasaio, era le mani; Osiride era la spina dorsale, Iside era il cuore, e così via. "
QUESTA LA PREMESSA INTERESSANTE DA LEGGERE ...ed ORA LA COINCIDENZA
" Heqet o Heket, che più tardi divenne ECATE, e presiedeva ai crocicchi formati da tre strade, sembra analoga al modo in cui funziona il sistema nervoso umano, per i suoi triplici incroci interni. Heket, dea levatrice tramite il suo totem, LA RANA, ed Ecate, guardiana del cancello tra la vita e la morte, parlano anche della nostra capacità di cambiare.
Questa figura ci chiama a creare una vita radicalmente nuova a partire dal corpo della vita precedente, si pone al punto di transizione fra uno stato e un altro. Gli archetipi rimandano all’umanità la comprensione di qualità come il valore, la grazia, la magnanimità, eccetera, allargate a dimensioni che la nostra immagine del sé non è abbastanza grande per contenere.
Essi esprimono anche la proiezione dei lati oscuri dell’animo umano, con la stessa modalità di allargamento, includendo tutti i comportamenti malvagi e insensibili che siamo in grado di esprimere. Ma come abbiamo pensato un’entità quale Heket/Ecate, un assoluto rarefatto, in bilico nello spazio e nel tempo? Come essa è maturata nelle nostre menti?
L’egiziana Heket, DEA RANA, si connette agli elementi primordiali della vita umana: è anfibia, umida, vulnerabile. E’ una creatrice partogenetica, che sovrintende ai misteri ed ai riti relativi alla nascita, alla morte ed alla rinascita. Dalle sue gambe aperte fluiscono perle di vita.
La compianta archeologa Marija Gimbutas descrisse, nei suoi studi, le tracce ed i manufatti che indicano una devozione alla dea rana durata circa 10.000 anni: “In lei si incarnavano i poteri della dea della morte e della rigenerazione, essendo le sue funzioni sia di portare alla morte sia di ristabilire la vita”.
Protettrice delle donne, e levatrice alla nascita di tutte le cinque grandi divinità del pantheon di Osiride, Heket sta alla soglia della trasformazione. I cicli di incarnazione e liberazione, la processione delle nascite, delle morti e delle rinascite erano di sua competenza. In numerosi siti archeologici in Grecia, a Roma e nell'Egitto ellenizzato, sono state ritrovate lampade di terracotta dipinte con il sigillo della rana, e portanti l’iscrizione ‘Io sono la resurrezione’. ....VEDI TOTEM_FARFALLA
ECATE_RANA_FARFALLA.la dea luna che presiede GLI INCROCI DELL'ANIMA e SUSSURRA A ME VIANDANTE
E’ tempo di salpare su un nuovo vascello, dice Ecate E’ tempo di uscire dalla CRISALIDE e di entrare in una nuova intimità, una nuova vulnerabilità. Aprirsi, apprendere, andare. Metamorfosi. Non c’è d’aver paura: Ecate è una levatrice, e desidera solo aiutarci a nascere.