CALCOLI ASTROLOGICI Tema Natale Tema di Coppia Transiti Transiti del giono Cielo del Giorno
MULTIMEDIA Video di Astrologia La TV di Eridanoschool
NEGOZIO ONLINE IDEE REGALO Tema natale stampato TEMA NATALE Bambino Sinastria Transiti Integrato Psicologico OROSCOPI A TEMA Lavoro Partner Ideale Famiglia CONSULTI TELEFONICI con Lidia Fassio OROSCOPO KARMICO con Tiziana Ghirardini DOMANDE/RISPOSTE Risposte Online CORSI ONLINE Propedeutico ALBATROS Rivista di Astrologia
SCUOLA ACCREDITATA COUNSELOR OLISTICO OPERATORE OLISTICO
CORSI CALENDARIO CORSI CONFERENZE SEMINARI CORSI 2024/2025 ANNO NUOVO ULTIMO MINUTO EVENTI
Caro diaro...
La solitudine, per una saturnina come me, non è mai stata un problema. Anzi la trovo spesso adorabile, in certi momenti persino magica: ad esempio nelle domeniche di fine inverno, quando mi dedico ai primi rinvasi delle mie piante; nei pomeriggi in cui il tempo libero si unisce alla coscienza a posto, ed io cucino come sempre vorrei fare; quando posso andare a letto presto con un libro bello fresco; ed anche quando, come adesso, quasi tutti sono in compagnia più o meno coatta ad aspettare più o meno allegramente il nuovo anno… ed io confido al mio diario pensieri sparsi e leggeri come zucchero a velo. Tutto tace, fuori. Solo qualche botto di prova scioglie la tensione di questa gravida e fremente attesa. Qui sta sorgendo il segno della Vergine, e poco prima dei fuochi di artificio, dei brindisi e degli abbracci augurali, sorgerà proprio il grado zodiacale del mio Sole; mentre il Sole è sul mio Ascendente natale; e la Luna è in Gemelli, a pochi gradi dalla mia, culminante in nona casa ed opposta a Giove in terza. Li onoro in questo modo, con una piccolezza che si espande, una lucina che scintilla senza pretese ma con sincero calore, un sentimento che si esprime e che comunica… Poche parole che si donano al silenzio di questo mistero del possibile che ogni anno si ripropone come una nuova occasione e con immutata speranza. Marte è in Sagittario, e apparentemente non mi riguarda… Ma in trigono a Saturno, in sestile a Nettuno, riguarda tutti. E sembra dire: pace agli uomini di buona volontà. Uniamo la voce del cuore, e che sia un buon anno davvero!
a cura di Sandra Zagatti
Spesso mi dicono che sono ingenua. E non la sentirei nemmeno tanto come una critica, se non fosse accompagnata da sorrisini di perplessa sufficienza, che sottintendono: “Ma dove vivi? Ma lo sanno tutti! Ma come hai fatto a non pensarci?”… e cose del genere. Devo aggiungere che solitamente, considerando a posteriori cosa avrei dovuto sapere-pensare-fare per non dimostrarmi ingenua, resto più orgogliosa che rammaricata di esserlo. E comunque, una Vergine a dominante saturnina ingenua… boh. E’ pur vero che cado puntualmente dalle nuvole di fronte ad un pettegolezzo che sono l’ultima a conoscere; che se la sera di San Valentino incontro in un ristorante un amico sposato con un’amica sposata, non reciprocamente, non penso subito che siano amanti (e nemmeno dopo); e che se qualcuno mi fa una telefonata dopo cent’anni che non si fa sentire, non penso che abbia qualcosa da chiedere ma solo tanta voglia di farmi un saluto… tant’è che, quando la cosa me la chiede, ricado dalle nuvole e non ho alcuna scusa pronta per dirgli di no. L’altra mattina però ho fatto tutto da sola. Vigilia di Natale, in tabaccheria, aspettando il mio turno ho ascoltato la conversazione tra la commessa e una vecchia signora, piccola e appoggiata a un bastone. La signora voleva comprare un cagnolino di peluche, ha chiesto quanto costasse e ai dieci euro di risposta è rimasta a bocca aperta dicendo “oh, è troppo!”. La commessa gentilmente le ha suggerito altri cagnolini, da sette euro, da cinque euro, mentre la signora tutta triste scuoteva la testa: “A me piaceva quello… pazienza”; e se ne è andata, curva-vecchia-piccola sul suo bastone. La commessa si è quindi rivolta a me: “Desidera?”. “Due pacchetti di sigarette, una ricarica del cellulare, quattro francobolli… e il cagnolino da dieci euro.”. Lei mi ha guardato come fossi matta e ha messo il peluche in un sacchetto, io ho lasciato la mia spesa e il portafogli (aperto) sul banco e sono corsa fuori per raggiungere la signora, che al suo passo si era nel frattempo allontanata di un buon metro e mezzo. Mi aspettavo una reazione di imbarazzo e non volevo mortificarla, quindi, con il mio sorriso più smagliante le ho detto subito: “Signora, mi scusi, lo accetta un regalo da me?”… Come sono ingenua. Non avevo previsto quello sguardo di panico. “Ma lei chi è? Perché dovrei accettare? No, no, non posso, non capisco…”. Era terrorizzata, confusa, probabilmente le sono venute in mente le stesse notizie che venivano in mente anche a me in quel momento (tardi): di anziani truffati con una scusa innocente… “Signora, stia tranquilla, non ho cattive intenzioni, voglio solo farle un regalo!”. “Ma perché?”… Già, perché? Perché di soldi ne buttiamo continuamente, perché non sopporto che lei desideri un cagnolino di peluche, magari per regalarlo a un nipotino, e non se lo possa permettere, perché gli anziani sono fragili come i bambini ma Babbo Natale non se ne cura, e lo so benissimo che con questo non risolvo i problemi della terza età, non voglio ringraziamenti ma non voglio nemmeno rubarle la pensione… Mi sentivo in colpa ma sono riuscita a risponderle solo “Perché è Natale!”. Così, oltre che malintenzionata, mi avrà creduto anche scema. Le ho dato una veloce carezza, mostrando bene la mano non armata come si fa con un cagnolino vero, ho appoggiato quello di peluche su un vicino davanzale e sono andata via di corsa, per non turbarla oltre. Rientrata nel negozio, ho pagato e preso le mie cose e la commessa mi ha chiesto se conoscevo la signora. No, mai vista prima; ma mi ha fatto tenerezza. “Lei è una persona buona, di quelle che non si vedono più”. Valle a spiegare che Marte si era opposto alla mia Luna, e che in questo periodo Saturno quadra il mio Giove… Io stessa l’ho notato solo adesso. E solo l’altra mattina ho sperimentato quanto la nostra società sia diventata una convivenza, spesso forzata, tra estranei che non si fidano gli uni degli altri. E che considerano il mio atto una rarità, forse una follia. Come siamo ridotti. La signora non c’era più quando sono uscita dalla tabaccheria. Ma non c’era più nemmeno il cagnolino sul davanzale. Sarò anche ingenua, ma non credo che l’abbia rubato qualcuno…
I miei genitori festeggeranno a giorni le nozze d’oro. Cinquant’anni, perbacco! Ammiro molto chi raggiunge un tale traguardo, soprattutto nei casi in cui i temi natali (e gli individui) sembrano due mondi diversi e incomunicabili. Ma non è solo la saggezza popolare a dire che “gli opposti si attraggono”; ricordo che Ciro Discepolo considera le quadrature tra i pianeti personali gli aspetti più durevoli, e non solo più duri, nelle sinastrie. Da questo punto di vista, i miei genitori sono un esempio eccezionale: non so chi avrebbe scommesso sulla capacità di convivere e condividere l’esistenza di un Toro e di un Acquario, eppure loro ci sono riusciti. Una quadratura precisissima, per altro: Sole della mamma a 24° in Acquario, Sole del babbo a 24° in Toro. E c’è di più: Luna della mamma a 29° Leone, Luna del babbo a 29° Acquario… altra quadratura perfetta. Già si intravede, comunque, che oltre le quadrature esistono anche delle sovrapposizioni, e se la Luna di lui è congiunta al Sole di lei si comincia a far sul serio. E si continua, direi, visto che la Venere di lui, a 29° Toro, è sul Medio Cielo di lei… oltre che quadrata, seppur meno perfettamente, alla sua Venere a 26° Acquario. Già, entrambi hanno il Sole congiunto a Venere, il che non aiuta di certo nella definizione (o accettazione) di ruoli gerarchici ma forse li ha aiutati a sentirsi più simili, almeno nel desiderio di esprimere la propria personalità. Senza competere, però, perché Marte non forma aspetti sinastrici, e se quello di lei in Acquario sa difendere i diritti non solo personali, quello di lui in Cancro sa abbozzare… aggiungendo la pigrizia cancerina a quella taurina, senza però diminuirne la resistenza nel mantenere le proprie posizioni. Sorrido pensando a quante volte li ho sentiti affrontare un argomento da punti di vista letteralmente opposti, mentre la componente acquariana di entrambi li obbligava ad ascoltarsi reciprocamente e sinceramente, per poi spesso scambiarsi le opinioni o arrivare per vie diverse a pareri altrettanto diversi da quello iniziale, sia reciproco che rispettivo. Ma lo scambio intellettuale è sempre stato intenso tra loro… E già, dimenticavo Mercurio, semmai fossimo a corto di quadrature: 29° Ariete quello di lui, 29° Capricorno quello di lei. Non voglio analizzare ulteriormente la loro sinastria, ma noto un dettaglio non trascurabile, per cui nella loro vita hanno di fatto, inevitabilmente, condiviso ogni transito: e questo unisce per forza, anche quando non sancisce naturalmente un’unione che già esiste. E accenno solo fuggevolmente, quasi per rispetto sacrale verso le risonanze destiniche che genera, al Nodo Nord che mia madre ha in Toro, nel segno solare di mio padre, e che lui ha in Leone, nel segno lunare di lei. La Grande Croce nei segni fissi dell’anno passato li ha coinvolti solo marginalmente, visti i gradi finali coinvolti. Ma hanno sentito lo stesso i singoli passaggi di un allarmante Marte e di frustrante Giove… Per il momento, Nettuno è ancora un lontano – non troppo lontano – spauracchio: un richiamo di sirene verso il sublime distacco, tanto inquietante quanto attraente per loro. Solo Saturno transita in modo incisivo: ed è severo, almeno sul piano fisico e pratico, ma anche incredibilmente lucido nel bilancio che propone. Ciò che hanno costruito insieme è tanto, oggettivamente; soggettivamente, cioè per me, tantissimo. Se il prossimo anno, quando arriverà agli ultimi gradi del Leone, Saturno il giardiniere taglierà i rami secchi di questa loro e mia realtà, in qualche modo che non voglio ipotizzare, so comunque che risparmierà i rami ancora vivi e vitali; in qualche modo. In fondo il loro esempio conferma l’ipotesi sulla durata che le quadrature sinastriche sembrano assicurare ad un rapporto: e chissà, forse il loro durerà oltre i confini di Saturno, con il consenso di Urano nel segno di Nettuno. Lunga vita a questo amore che mi ha dato la vita!
La Luna Piena di ieri era anche una Rivoluzione Lunare per me: in pratica la mia Luna gemellina se la vedeva con il Sole sagittariano, ed entrambi con la quadratura di Urano, in una Croce a T tra terza, nona e sesta casa. L’ideale per i viaggi di lavoro, non c’è dubbio. Caro diario, non è bello che un’astrologa faccia preferenze ma a te posso dirlo e rimanga tra noi (si fa per dire): questa quadratura di Urano mi sta snervando. Non sono abituata ai suoi ritmi, ai suoi modi, alle sue stravaganze: nel tema natale è il mio unico pianeta isolato e si svegliò quando la sua controparte celeste gli si parò davanti, nell’opposizione della “mezza età”. Insomma fece tutto in casa, solo che la casa era la settima e, probabilmente a corto di idee in quanto appena sveglio, prese alla lettera il proprio incarico e ruppe il mio matrimonio, come un bambino annoiato fa con un giocattolo che non gli piace più. Poco importa che piacesse a me: aveva ragione lui e devo riconoscerglielo. Attualmente, però, sembra che sia indeciso sul da farsi, ma per restare in allenamento rompe le scatole, spezza la routine, sbriciola la pazienza e gioca con la mia capacità di improvvisazione divertendosi un mondo. Per dirla tutta, sembra un gatto col topo. Ma io, topescamente, insisto nel tentativo di mantenere il controllo della situazione. Non è presunzione né mancanza di consapevolezza: anzi, immagino cosa Urano vuole da me e rimando solo per strategie opportunistiche, nell’attesa del momento più giusto per dargli ragione anche questa volta. Ammesso che nel frattempo non lo scelga lui per me, quel momento… Ma tant’è: lui tende l’elastico ed io lo riporto alla condizione precedente. E’ un rischio di impresa, come si dice, perché sappiamo entrambi che un elastico non sostiene a lungo le tensioni e prima o poi si spezza. Nel frattempo manteniamo le rispettive posizioni, azzardando occasionalmente un affondo nei reciproci territori. Verrà il giorno che ci avvicineremo fino a ritrovarci faccia a faccia, come la Luna e il Sole ieri sera; e io so già che non sarà scontro ma incontro. Ci osserveremo, ci riconosceremo, forse ci stringeremo la mano, come avversari che si stimano ma che sono stanchi di combattersi e temersi. Lui mi dirà “beh, allora che ne facciamo di questi giocattoli?”, ed io gli risponderò, fiera e spavalda, “li buttiamo, tanto sono già rotti!”. Fidati, caro diario: nemmeno se ne accorgerà dei miei occhi lucidi.
Da ieri Giove è nuovamente in Sagittario, suo domicilio; ci è entrato dopo un anno in Scorpione, ci è tornato dopo dodici anni in giro per lo Zodiaco. Tutti festeggiano, e nonostante l’idea della sua quadratura al mio Sole ed opposizione alla mia Luna non riesca ad esaltarmi, devo ammettere che, almeno indirettamente, questa “rentrée” mi torna comodo: il mio telefono infatti comincia a squillare per richieste di consultanti che vogliono sapere se per loro ‘sta cosa è anche una buona cosa. Peccato che il prezzo di un consulto del genere sia raramente compensato dalla parcella, visto che solitamente perdo un’ora solo di premessa, per spiegare che Giove, di per sé, non “porta” nulla. Oddio, a dirla tutta qualche chiletto di troppo a me l’ha sempre portato con i suoi transiti: in qualsiasi aspetto e su qualsiasi pianeta o angolo. Il che mi porta a confermare l’idea che Giove semplicemente dilati ciò che trova… nonché ad ammettere che nel mio caso trova sempre, evidentemente, una mangiona. In effetti non ho mai perduto l’appetito (e il sonno), nemmeno nei momenti più dolorosi o faticosi della mia vita. In certi settori ho la costanza di una cremagliera, che mantiene il moto lineare continuo adattandosi alle condizioni: se sono triste ingoio il magone assieme al cibo, ma mangio; se sono agitata sogno male, ma dormo. Alla faccia dei transiti, almeno su certe cose un tema natale resta sostanzialmente imperturbabile, e nel mio c’è una splendida Luna-pappa-nanna. Caro Diario, hai ragione: ho aperto troppe parentesi e dovrei cominciare a chiudere almeno quella tonda. Parlavo di Giove, appunto. Come saturnina mi ha sempre disturbato la tronfiaggine con cui ancora si atteggia a sovrano dispensatore di fortuna, come un vecchio che ricorda i bei tempi in cui fu fondatore, presidente ed amministratore unico di un qualche Olimpo. Un nostalgico, retorico, pallone gonfiato: che parla troppo, fa battutone grossolane, elargisce ottimistiche pacche sulla schiena e poi se ne va, per altro anche abbastanza in fretta, lasciando tutti alle prese con il confronto impari di una realtà inadeguata a corrispondere sogni di gloria e il fegato grasso come quello di una povera oca pronta per il patè. Sì, sì, lo so… Lo so che Giove non è solo questo, e lungi da me l’idea di sottovalutare i suoi incoraggiamenti ad andare “oltre” noi stessi: ma è anche questo, e spesso soprattutto. Colpa nostra, s’intende, che gli offriamo poche cose da accrescere, così che lui si deve arrangiare come può. Tant’è che in astrologia mondiale gli eventi segnati da un Giove afflitto, oppure isolato ma angolare, non sono quasi mai eventi da festeggiare. E con questo, chiudo anche la parentesi quadra. Per quanto riguarda la graffa… beh, credo che basti una nota conclusiva, a mo’ di perla di saggezza: può capitare che “tanto” sia sinonimo di “bene-bello-buono”; ma è raro che “troppo” significhi anche “meglio”.