CALCOLI ASTROLOGICI Tema Natale Tema di Coppia Transiti Transiti del giono Cielo del Giorno
MULTIMEDIA Video di Astrologia La TV di Eridanoschool
NEGOZIO ONLINE IDEE REGALO Tema natale stampato TEMA NATALE Bambino Sinastria Transiti Integrato Psicologico OROSCOPI A TEMA Lavoro Partner Ideale Famiglia CONSULTI TELEFONICI con Lidia Fassio OROSCOPO KARMICO con Tiziana Ghirardini DOMANDE/RISPOSTE Risposte Online CORSI ONLINE Propedeutico ALBATROS Rivista di Astrologia
SCUOLA ACCREDITATA COUNSELOR OLISTICO OPERATORE OLISTICO
CORSI CALENDARIO CORSI CONFERENZE SEMINARI CORSI 2024/2025 ANNO NUOVO ULTIMO MINUTO EVENTI
Caro diaro...
Si può anche non credere in Dio, o credere a un “altro” Dio, ma non si può negare che le ricorrenze religiose facciano parte della cultura o almeno delle consuetudini umane e sociali. E quindi tutto ciò che avviene in concomitanza con queste ricorrenze viene amplificato per risonanza sincronica… Penso allo tsunami del Natale 2004. E penso a questo terremoto, a questa Pasqua così triste e dolorosa per gli abruzzesi, per tutti gli italiani e non solo per gli italiani. Quando accadono eventi del genere, vediamo in televisione e intorno a noi che la reazione emotiva, collettiva, procede quasi sempre su analoghi schemi. Innanzitutto parte la polemica: grossolano e primitivo istinto che spinge subito a cercare non le cause ma le colpe, anzi i colpevoli con cui prendersela… Poi parte lo sciacallaggio: non solo quello di chi profana le case o i negozi sventrati dal sisma, forse solo (o anche) per miseria e disperazione personale, ma soprattutto quello più subdolo e volgare dei giornalisti, che sostano come avvoltoi nei luoghi del dolore in parte per il nobile e doveroso intento di “fornire un servizio di informazione a rischio personale”, e in parte anche per scavare nelle ferite, cercare tra le macerie l’immagine più straziante, la situazione più drammatica. Fotografare la scarpina di un bimbo su un cumulo di mattoni, senza pensare che davanti alla televisione potrebbe esserci anche un genitore che la riconosce, quella scarpina; riprendere un vecchietto in lacrime che davanti alla sua casa distrutta cerca la sua gatta, senza pensare che i vecchi sono fatti di passato e potrebbero non sopravvivere anche se sopravvissuti; intervistare un ferito in ospedale che ha perso tutto e tutti, e chiedergli “come sta”… attendendo poi che balbetti qualche risposta drammatica a quel microfono insistentemente ed impietosamente incollato alla sua bocca. Poi, anzi già da subito ma conquistando via via il giusto e primario ruolo, parte anche la solidarietà, la generosità, l’empatia: si attivano i valori più importanti ed evoluti, che per fortuna – per vera Grazia di Dio! – non crollano mai, nemmeno con i peggiori terremoti. Nonostante tutto, la risposta dei soccorsi, sia sul piano fattivo che su quello affettivo e psicologico, è stata immediata e globale; nonostante tutto mi sono commossa nel notare che gli italiani riescono ad essere uniti non soltanto per i mondiali di calcio. Nonostante tutto, questa Pasqua sta dimostrando in modo più autentico e reale che, come scrive Giovanni l’Evangelista, “la luce brilla nelle tenebre”… ed è compito delle tenebre riconoscerla. Mentre il nostro compito è quello di onorarla, difenderla, alimentarla e trasmetterla. Tutto il mondo astrologico ragiona ormai da mesi sui duri appuntamenti celesti che ci aspettano nei prossimi anni, con previsioni spesso catastrofiche o comunque allarmanti. E’ triste osservare che solo quando veniamo scossi fin nelle viscere riusciamo a rinascere alla dignità umana, morale e spirituale, ed è doloroso ammettere che, se ci sarà “la fine del mondo”, una qualche fine necessaria del nostro mondo consumistico di sciacalli ed avvoltoi, sarà anche benedetta come unica possibilità di rinascita. Forse c’è ancora un po’ di tempo per evitarlo, per capire senza bisogno di ulteriori insegnamenti che in ognuno di quei poveretti sopravvissuti o deceduti, in ognuno di quei cuori spezzati, in ogni individuo, vecchio o bimbo, che sta piangendo, come in ogni cumulo di mattoni, in ogni scarpina e in ogni gatta dispersa… c’è l’immagine simbolica più evocativa e potente della sofferenza di Cristo, della sua incarnazione salvifica. Forse c’è ancora tempo per nutrire la terra con le lacrime, rinascere senza bisogno di morire… e così fare in modo che questa povera gente, almeno, non sia morta invano.
a cura di Sandra Zagatti
Esattamente trent’anni fa, il 6 marzo 1979, mi trovavo a Firenze, matricola al primo anno di architettura. Uscivo da un periodo difficile, avevo rotto con il moroso e trovarmi da sola in una città sconosciuta, senza i miei familiari, senza gli amici di sempre (tutti i miei compagni di liceo avevano scelto facoltà a Bologna) né, ancora, amici nuovi, mi aveva fatto sentire sola e impaurita per tutto l’inverno. In quella tarda mattina, dopo le lezioni, uscii in Piazza San Marco e mi diressi verso Piazza del Duomo a piedi, per prendere l’autobus. C’era un bel sole… Ricordo che già si notavano tante mimose in giro, con l’imminenza della festa delle donne; ricordo che ne acquistai alcuni mazzetti per le mie compagne del Collegio di Sanfrediano dove alloggiavo; ricordo che faceva caldo… tanto che tolsi il cappotto e lo appoggiai sulla tracolla della cartella per disegni, rimanendo con il mio maglione: lungo, largo e acquistato al mercatino delle Cascine, ma giallo come le mimose. Intorno a me c’erano tanti studenti, passanti, turisti, ed io avevo voglia di sorridere a tutti. Firenze era bellissima e anch’io ero bella, giovane, con un futuro davanti tutto da creare… E, perbacco, ero felice! Improvvisamente sentii che era arrivata la primavera; anche per me. Quel semplice gesto di togliermi il cappotto fu come un atto sciamanico, con cui mi liberavo di tante passate zavorre, volgendo fiduciosamente lo sguardo al divenire. Ovviamente non me ne resi conto in quel momento, eppure la mia anima l’ha registrato come una potente immagine di rigenerazione che ancora oggi è impressa nella mia memoria. Da allora, considero la data del 6 marzo come quella del mio compleanno spirituale. Strano, per una Vergine, considerare così importante un Sole in Pesci… ma in fondo è proprio quello il Sole che può illuminare il volto: un Sole opposto, anzi un Sole davanti, di fronte! Quel Sole che mi faceva spuntare le lentiggini e strizzare gli occhi, quasi ammiccando alla vita…
I compleanni, gli anniversari, le ricorrenze, sono sempre importanti in astrologia; non soltanto in astrologia, ovviamente. Sono i momenti in cui ricordiamo, consacriamo, facciamo bilanci e progetti, raccogliamo e seminiamo. Momenti in cui l’Essere onora il Divenire, o forse viceversa…Mi rendo conto solo ora di non aver mai guardato il cielo di quel lontano 6 marzo, e pure adesso che lo osservo, noto solo i transiti pesanti del periodo difficile da cui stavo uscendo. Ma noto anche che la Luna era in Gemelli, ed era la stessa MIA Luna in Gemelli che si alleggeriva della quadratura di Saturno, e che riconosceva al Sole in Pesci il significato più profondo dell’opposizione di Nettuno da poco terminata. Proprio mentre iniziava la mia metamorfosi e diventavo nuova, altra, diversa.
Anche oggi, forse, devo diventare diversa. Lo sono già, e tanto, da quella ragazza di trent’anni fa; e nonostante il peso di questo periodo, non rimpiango quella sua (mia?) giovinezza, quel maglione giallo, quel corpo magro e carino, quell’ingenua spensieratezza. Oggi, in più, ho la maturità e la consapevolezza; al posto della speranza ho la responsabilità, al posto dell’ottimismo la volontà. Oggi non sono felice, questo è vero. La mia Rivoluzione Lunare è stata due giorni fa, e in quell’occasione ho saputo del peggioramento delle condizioni di salute di mo padre. Non c’era la tiepida ed affollata primavera fiorentina intorno a me, ma la pioggia e la nebbia e la solitudine di una fredda giornata trascorsa in ospedale. Ma non potevo, non volevo, dimenticare questo mio… compleanno, perché la mia fiducia nel futuro è sempre la stessa di allora, e perché oggi come allora si alimenta della fede. E Nettuno, dal mio Medio Cielo, mi parla mediante i transiti che sta formando non al mio Sole, ma a quello dei miei genitori. Fidarsi, affidarsi, lasciare andare.
Questa mattina, mentre cucinavo con la radio accesa, ho riascoltato una vecchia canzone dei Rokes, della fine degli anni ’60: “E’ la pioggia che va”… Una canzonetta, si direbbe oggi; nonostante tra il 1967 e il 1970-71 anche le canzonette avessero un contenuto particolare. Il fatto che le cantassero ragazzi dai capelli lunghi, con l’accento inglese anche se italiani e le chitarrine elettriche dai ritmi beat, poteva forse trarre in inganno. Ma era un giovane Mogol l’autore di quel testo, e questa mattina – riascoltandolo e cantandolo ancora a memoria – mi è sembrato di capirlo per la prima volta.
Sotto una montagna di paure e di ambizioni c’è nascosto qualche cosa che non muore…
Penso spesso alle paure di questi tempi. Le vedo diffondersi e amplificarsi, le noto intorno a me e le avverto, pure, dentro di me. La crisi economica, la perdita di riferimenti, i valori allo sbando. L’opposizione Saturno-Urano sta destabilizzando profondamente la nostra società, tanto da rendere ancor più minacciosa l’ombra lunga di Plutone in Capricorno, che avanza lentamente oscurando persino il futuro. Eppure…
Il mondo ormai sta cambiando e cambierà di più…
Eppure avverto anche – forse voglio solo sentirlo, ma è una sensazione diffusa e insistente – che siamo ancora in tempo, che anzi proprio questo tempo di smarrimento e timore sta agendo da ponte tra il passato e il futuro, costringendoci ad attraversarlo… che ne faremmo a meno volentieri, e volentieri fuggiremmo, altrimenti, dalla metamorfosi.
Ma non vedete nel cielo quelle macchie di azzurro e di blu?
Sarà Giove in Acquario che fa questo effetto; saranno i tanti pianeti che in questo periodo si sono dati appuntamento in Acquario, intorno a Giove… Sarà che gli appuntamenti celesti non sono casuali ma avvengono, sempre, nel momento giusto… Ma credo che sia proprio questo il tempo giusto per la speranza. Spes, ultima Dea: qualcosa che non muore, nascosto sotto la montagna di paure e di ambizioni. Nascosto come Plutone nel segno del Capricorno.
Non importa se qualcuno sul cammino della vita sarà preda dei fantasmi del passato Il denaro ed il potere sono trappole mortali che per tanto e tanto tempo han funzionato
Già. Hanno funzionato ma è evidente che non funzionano più; e che, volenti o nolenti, dovremmo cambiare andazzo. Se diciamo continuamente che il potere è corrotto e che il denaro scarseggia, per quale motivo, a quale scopo dovremmo continuare a dirigerci verso una morte annunciata? Perché dovremmo cedere alla rassegnazione, all’inerzia, alla pigrizia morale? Perso per perso, non sarebbe meglio provarci? Perché ci siamo tanto emozionati per un motto elettorale tutto sommato retorico e banale come quello di Obama? “Yes, we can!” Abituati come siamo alle facili promesse, agli slogan d’effetto, tutto fumo e niente arrosto… perché questo slogan ci è arrivato dritto al cuore?
Quante volte ci hanno detto sorridendo tristemente le speranze dei ragazzi sono fumo Sono stanchi di lottare e non credono più a niente proprio adesso che la meta è qui vicina
E’ davvero vicina la resa dei conti: che sia fine o nuovo inizio dipende da noi. Ma se non crediamo più a niente, allora perché Giove e Nettuno si sono dati appuntamento in Acquario? I pianeti non causano, non si sostituiscono a noi, né in bene né in male: i pianeti rispecchiano solo una realtà, segnalano in cielo ciò che sta accadendo sulla terra, appunto nel bene e nel male. Anzi, affinché sia bene e non male ciò che accade. E non c’è più molto tempo per decidere ciò che è bene e ciò che è male. E’ adesso il tempo di scegliere.
Ma noi che stiamo correndo avanzeremo di più Ma non vedete che il cielo ogni giorno diventa più blu?
Quando la canzone è finita, la radio ha trasmesso una pubblicità. Una delle tante pubblicità che vediamo anche in televisione, in questi tempi di vacche magre per il mercato automobilistico. Per rilanciarlo, per non soccombere, stanno puntando sull’alimentazione pulita, sugli “ecoincentivi”, sulle auto del futuro. E lo fanno adesso, nel presente, spinti da un passato che ormai, di positivo, ha solo l’evidenza di non poter essere più perpetuato; e che per questo – almeno per questo – può non essere stato solo negativo e distruttivo. Perbacco, mi sono detta: sta accadendo! Volenti o nolenti, “we can”!
Noi non vogliamo cadere non possiamo cadere più giù Ma non vedete nel cielo quelle macchie di azzurro e di blu
E’ adesso il tempo di scegliere: non tra Saturno e Urano, ma grazie a entrambi. E’ adesso il tempo di scegliere se avere un futuro, se imparare dall’esperienza del passato, se ritrovare la dignità umana: quella stessa dignità che ha portato l’uomo erectus ad alzarsi e il sapiens ad elevarsi, ricreandosi da dentro, come solo Plutone sa fare; e risalendo dai propri abissi, resi più potenti dalle ricchezze nascoste così ritrovate.
E’ la pioggia che va… e ritorna il sereno.
Certe configurazioni, grandi congiunzioni o aspetti celesti importanti che si prolungano per diverso tempo, si notano in modo più o meno evidente anche sugli individui che non le vivono come transiti: si notano nella collettività, negli umori, negli eventi ricorrenti. Ultimamente, ad esempio, si parla fin troppo spesso di violenza sulle donne, il che porta inevitabilmente a valutazioni preoccupate sull’opposizione di Plutone al segno del Cancro: opposizione che è stata senz’altro intensificata dal passaggio di Marte in Capricorno degli ultimi due mesi… e che per questo si spera riduca il proprio impatto su tali drammatici eventi, quando Marte entrerà in Acquario (il 5 febbraio)… Ciò che ancora una volta salta agli occhi è la reattività dei “segni vuoti”, in una configurazione celeste. Una reattività che si esprime in senso collettivo e che pare non avere alcun bisogno di un pianeta ricevente: il fatto che Plutone in Capricorno si opponga al “segno” del Cancro, insomma, è purtroppo più che sufficiente per analizzare il tema della violenza sulle donne (ma anche sui bambini, gli anziani e in generale le persone più fragili), così come quello, su un piano fisico, dei dissesti idrogeologici, delle mareggiate e dei nubifragi che stanno affliggendo il nostro Paese e non solo. Qualcosa di analogo accade per l’opposizione tra Saturno in Vergine e Urano in Pesci che, oltre alle dinamiche proprie (tra le quali considero protagonista la risposta collettiva alla crisi economica, non la crisi in sé), sembra farsi notare per quadratura sull’asse Gemelli-Sagittario. Penso ai “problemi di comunicazione” che, anche a prescindere dalla nostra Alitalia o dai trasporti in genere, a mio parere stanno coinvolgendo le persone in modo subdolo, inconsapevole e quindi istintivo: la paura del “diverso” (extracomunitario, oppositore politico o vicino di casa poco importa) si insinua nel dialogo quotidiano anche tra persone conosciute, e se da un lato aumenta la “curiosità” verso le nuove amicizie e il confronto più ampio (il successo di Facebook ne è prova lampante), da un altro tale scambio diventa sempre meno disponibile e proficuo, sempre più polemico, dogmatico, arrogante. Le risse virtuali, su Internet, sono ormai all’ordine del giorno, tanto che nelle cosiddette “sedi di discussioni” prevale la provocazione di chi contesta la materia a cui tali sedi sono dedicate, rispetto all’approfondimento tra coloro che, di tale materia, sono esperti o appassionati (e non parlo, ovviamente, solo di astrologia…). La dialettica tra il vicino e il lontano si sta estendendo in modo preoccupante dal campo geografico e sociale a quello culturale e ideologico, ed anche a livello di partiti o associazioni aumenta il bisogno di appartenenza pescino, perché paradossalmente amplificato dal bisogno di conformità vergineo: la forza sta nella convergenza di opinioni, la ragione sta dalla parte della quantità di “opinionisti uniformati” ed autorizza a ritenere sbagliate, destabilizzanti e pericolose tutte le opinioni differenti e le persone stesse che le esprimono… Nel mese di febbraio ci sarà una bella concentrazione di pianeti in Acquario: Sole, Giove, Nettuno, Mercurio, Marte… ed anche Chirone e il Nodo. Una tale enfasi nel segno della “Nuova Era” dovrebbe far sperare che finalmente, almeno qualcuno si accorga che la vera forza e la vera ricchezza sta proprio nelle diverse opinioni, nello scambio culturale, nel confronto politico; altrimenti tanto varrebbe che smettessimo di considerarci persone (o società) civili e democratiche. Non posso trascurare, però, il fatto che quello stellium in Acquario andrà ad opporsi al segno del Leone. E allora penso in generale ad un benefico ridimensionamento dell’Ego (di tutti e di ognuno, forse in particolare di qualcuno); ma in particolare a chi “riempie” il segno vuoto del Leone con i propri pianeti personali. Ad esempio un nuovo Presidente americano, con un forte “ascendente” Acquario sulle folle (“sei tutti noi…”) ma anche con Sole, Mercurio e Urano in Leone (“… finché dici o fai quello che vogliamo o che ci aspettiamo da te”).
E’ ormai una tradizione, sedermi al computer mentre fuori il silenzio si fa più fitto e parla di attesa. Attesa del veglione, dei brindisi, dei fuochi d’artificio; del nuovo anno. Mi piace questo momento. Anche quest’anno, ho praticamente trascorso tutto il pomeriggio a scambiare auguri al telefono, via mail o sms: alcuni più formali, altri – tanti! – caldi e sinceri. Anche quest’anno ho ringraziato Dio per avermi circondato di persone che mi vogliono bene, ricambiate. Troppe per dedicare ad ognuna il tempo che merita, ma non per essere abbracciate tutte dal mio cuore. Come ogni anno, adesso i beep beep del cellulare rallentano la frequenza, il telefono tace, ed anche il traffico, fuori, si ferma. Immagino le persone in cucina, mentre preparano lenticchie; o sotto la doccia, davanti allo specchio a farsi belle. Biancheria rossa, che porta fortuna… e il vischio, per un bacio di mezzanotte! Immagino i ragazzi emozionati per le feste intriganti che li attendono, ma anche gli anziani più soli che guardano fuori dalla finestra le luci dei balconi vicini, e vorrei che sentissero vicina anche me… Penso alla fame di cibo e a quella di gioia, di carezze, di sorrisi. Penso agli angeli che ci guardano dall’alto, e vedono una terra illuminata a metà… e non solo in quantità. Un silenzio del genere, un momento così solitario e intimo, è una magia che non tutti possono gustare. In questi momenti ciò che penso e che provo è traducibile solo con la parola amore. Auguro al mondo di provare più spesso quanto sia facile amare. Una ricchezza sempre a disposizione, e che non costa nulla. Auguro alla luce di arrivare ovunque, da fiammella a fiammella, senza mai spegnersi ma anzi aumentando. E auguro a Giove in Acquario di riuscire a dilatare i cuori, assieme alle menti. Buon anno anche a te, caro Diario; buon anno a tutti. Sarà migliore, se lo saremo anche noi.