|
IL FORUM DI ERIDANO SCHOOL - ASTROLOGIA E DINTORNI
FORUM - Torna indietro - Torna al Forum - Inserisci una risposta |
|
|
|
Laboratorio di Tarologia |
|
|
|
INDIVIDUAZIONE-IDENTIFICAZIONE ...ARCANI E SAMAHIN....
discussione inserita da .cilli |
|
“La vita mette in atto solo potenzialmente ciò che potrebbe essere, è lasciata ad ogni singolo uomo la possibilità di realizzare oppure no la propria progettualità”
In un altro contesto riprendo ancora in senso allargato “il tema destino”cercando a livello astrologico ciò che Jung evidenziava nella funzione INDIVIDUAZIONE forse la nostra autorealizzazione scevra da condizionamenti che nell’IDENTIFICAZIONE trova l’opposto e un possibile conflitto
Ancora due forze tra loro opposte in due tendenze che sono presenti nell’uomo: la prima è comune a tutti gli esseri viventi ed è quella di "dover essere ciò che si è", tendenza questa che scritta in modo indelebile: il bisogno di individuazione e quindi del nostro progetto in rx si porta il fardello degli irrisolti famigliari
La seconda, che gioca il ruolo opposto è la tendenza ad identificarsi, che significa ripetere in modo identico un modello, o detto con altre parole, la tendenza ad uniformarsi ad un ruolo proposto dall’ambiente sociale.
Di qui spesso il vissuto di “schiavitù” se l’individuo rimane legato ad una modalità che non riesce ad interrompere.
La coazione a ripetere si presenta in situazioni tipiche in cui l’individuo si trova a ripetere una modalità sulla quale sembra che egli non abbia alcun potere ma nella quale si ritrova costantemente e fatalmente.
Rientrano quelle situazioni in cui alcuni si lamentano del proprio "destino" che sembra ripetersi nella sua negatività: rapporti di coppia che finiscono inesorabilmente con l’abbandono da parte del partner; oppure persone che trovano sempre sulla propria strada qualcuno a cui dover riversare tutta la loro attenzione finendo però con il dover rinunciare alla propria vita; altre ancora che passano la loro vita a mettere su un piedistallo qualcuno che inevitabilmente non può reggere a quel ruolo.,altri ancora con lavoro sempre precario ,e ancora chi inceppa in problemi burocratici .e di un certo rapporto col denaro …;. solo per citare alcune delle innumerevoli forme in cui la coazione a ripetere si manifesta.
La caratteristica che hanno in comune queste situazioni è che nonostante il soggetto ripeta continuamente quell’identica modalità, egli non sembra ricavarne, sul piano cosciente, alcunchè….se non quando un DISAGIO AMICO si sveglia e per quanto doloroso comincia con qualche sintomo a far emergere i conflitti per conoscerli,affrontarli e in parte superarli
Il quadro che si delinea è piuttosto quello di un individuo che subisce passivamente un "meccanismo" che non riesce ad interrompere; tanto che il vissuto di chi sperimenta la coazione a ripetere è quello dell’essere posseduto da qualcosa che opera ben al di là della propria volontà e che sembra avere al punto da far pronunciare la fatidica frase “devo interrompere un karma”tanto di moda …quanto l’essere intrappolati in una tela di ragno che nel vivere il quotidiano ci vede sempre divisi tra materiale e spirituale..come se il primo escludesse il secondo..ancora un dualismo..quegli opposti che devono essere intergrati perché ci sia vera individuazione …- inserimento nell’ambiente e non più identificazione –
Domani si festeggia “ samahin “..tra l’altro lo ricordo perché la luna piena è pronta e per i celti non sarà da anticipare ..tutto ciò che ho scritto per un nostro potenziale migliore lo vedo nel parlare di tarocchi nell’arcano 13 ..la morte….tra l’altro in pieno sole scorpione è l’arcano cosignificante alla casa 8 dello zodiaco …al periodo dell’anno che viviamo che per noi cattolici il 31 dicembre ha lo stesso significato:riprendere la giostra della vita …che nella ruota della fortuna incide il nuovo ciclo ..dove i tempi si mescolano …kronos e kairos ..un maschile e femminile nelle figure aggrappate alla ruota e un giudice supremo in alto….Da tempo mi interesso di opposti in tarologia e astrologia come presupposti per AMALGAMARE ciò che è diviso ma è evidente che ripropongo una conversazione che dovrebbe essere più dettagliata e calata nelle nostre ripetizioni…di azioni e problemi che all’esterno poi incontriamo..(dentro e fuori)..
Sorridente nello scoprire una tradizione Wicca che consiste nello scrivere un biglietto magico su cui scrivere tutto ciò che in questo momento dell’anno importante per il raccordo_vita-morte noi riteniamo di doverci liberare ..Non esistono confini per alcune leggi universali e il cambiamento deve comunque far eliminare qualcosa di noi ….per far crescere il nuovo….
Sì mi rendo conto di essere stata prolissa …ma dico sempre che la carta è paziente …
|
|
____________________________________________________________________________________________________
RISPOSTE A QUESTA DISCUSSIONE 191 - Inserisci una risposta a questa discussione |
|
A CURA DI |
inserita il 03/11/2009 18:20:13
- cara Ross
alla tua domanda rispondo con un NI...
...perchè credo che in realtà noi siamo comunque...umanamente limitati...nel senso che credo sia molto importante ricordarsi che ci sono dei TEMPI di maturazione da cui non si può prescindere...
...tornando al mio aspetto mercurio plutone ....è un aspetto che doveva maturare necessariamente in tempi lunghi (40 anni) ...solo adesso ho la congiunzione di scioglimento....
...ed è proprio stata la continua elaborazione quotidiana, nel lavoro e in tutte le altre sue manifestazioni (sicuramente anche qui sul forum dove sono arrivata all'inizio della transito alla cong.luna mercurio)...che ha reso possibile una certa evoluzione trasformativa.
CRedo che l'auto-analisi sia importante e positiva , ma mai determinante se i tempi non sono maturi.
Sicuramente rende più consapevoli di tante cose....ma non ha un potere "trasformativo" o evolutivo in sè, a mio parere.
ciao lara
|
aral |
|
|
inserita il 03/11/2009 18:35:46
- ...sì sono d'accordo che dai tempi non possiamo prescindere..non tanto per un concetto empirico...perchè io posso anche essere consapevole (in teoria) di un determinato aspetto del mio tema...
ma...ciò che realmente comporterà e scaturirà nel mio quotidiano posso solo vivermelo nel memento in cui quell'aspetto è chiamato in causa da un transito che lo metterà in primo piano...
grazie Lara è sempre un piacere confrontarsi con te...
Rossella
|
solerossella |
|
|
inserita il 03/11/2009 19:10:19
- Ora capisco le piccole divergenze di fondo su questa sfacettatura ..
Intanto parlando di latente mi riferivo a un aspetto del rx che rimane ma che secondo me proprio attraverso i transiti che attivano le energie dei pianeti per sciogliere nodi …è impossibile che ciò avvenga se non si usa introspezione,contatto con se stessi e consapevolezza di disagio e di voler essere ciò che si è ….Vale anche la legge al contrario ,aral e essere impermeabile ai transiti proprio per mancanza di contatto..
Secondo viaggiano di pari passo….per chi si interessa di astrologia
Per ciò che riguarda i tempi certo sono d’accordo che quelli devono essere maturi per…modificare qualcosa ..”non è il momento” ma questo arriva in un tempo proporzionale a nulla se non a noi stessi liberi di mettere in atto qualcosa che va assimilato come nostro.e qui interviene …il “siamo liberi di costruirci il nostro destino” cioè sono libera se convivere con una scelta o un’altra ….
Ritorno a plutone-venere ….Utilizzo questa energia per “sedurre”? perfetto….ma senza condizionamenti …che inconsciamente ho registrato..,cioè mi sono liberata di un qualcosa che per me era un modello(invito a cena così mi amano mi riporta a se faccio le moine il mio papà mi abbraccia…) ….ma il modello è basato su percezioni e queste possono anche essere diverse…
Non dimentichiamo che il ns rx è una fotografia …del momento della nascita e che quanto percepito da me non è uguale a ciò che hanno registrato i miei fratelli..eppure la madre e il padre identici….come se andassimo al cinema insieme e le percezioni rispetto a una scena sono diverse e la scena invece è la stessa.....
ma mi son fatta capire???
|
.cilli,,rossella e aral |
|
|
inserita il 03/11/2009 19:49:32
- cara Cilli
si ...certo infatti ho detto anche io che l'introspezione è un valido strumento ...ma non è attraverso l'introspezione che si CAMBIANO le cose....
...se no, io adesso avrei già raggiunto l'illuminazione..::grin:: vista la mia attitudine introspettiva piuttosto intensa...
...le dinamiche si cambiano VIVENDO...facendo esperienze di quella dinamica...ancora...e ancora...e ancora...rielaborandola sempre di più e sempre meglio finchè ...i tempi sono maturi per il cambiamento....(segnati dai transiti, non prima, secondo me).
Poi ...ricordiamoci che se si può crescere ed evolvere...ma si può anche involvere...
Questo, secondo me, è il libero arbitrio...scegliere di crescere o di non crescere.
baci lara
|
aral |
|
|
inserita il 03/11/2009 21:41:12
-
ok aral..beh sai l'illuminazione l'avrei raggiunta ....se esistesse solo contatto con me stessa.........
però ...una cosa ....anche i transiti da soli ..non servono a nulla..
e ..se qualcuno non fa astrologia ...al posto di quegli stimoli ne avrà altri....
ah...concordo pienamente ...con tutto....crescere o non crescere ....
senza dimenticare che si può evolvere o regredire...anche se la regressione può essere il primo ...pizzico di un transito ahi ..ahi...... .....
un abbraccio cilli
|
.cilli |
|
|
inserita il 03/11/2009 21:45:29
- cara Cilli...
ho compreso benissimo ciò che intendi e sono perfettamente daccordo su quanto dici a proposito di stessi modelli introiettati in modo diverso...
ti faccio un esempio banale..ma che trovo calzante...tu sai ho ho luna-venere opposte...
mia sorella invece ha una congiunzione luna-venere(oltre al sole sempre congiunto)...lei aquario come mia madre...
io rispetto a lei mi sono sempre sentita la pecora nera...
stesso modello ma percepito in modo " opposto...
ti abbraccio...
Rossella
|
solerossella |
|
|
inserita il 04/11/2009 01:18:53
- Beh rossella..
Tu hai una figlia sola …quindi non puoi “verificare” differenziazioni….
Guardando i temi dei figli (tu sai con quale difficoltà) ..le considerazioni per me sono tante ..perchè nati in momenti diversi della mia vita e del padre .. A Giacomo non potevo trasmettere paura perché non la conoscevo ..ma che l’ansia potesse, dopo cause scatenanti insorgere ,c’è traccia sufficiente nel mio rx e quindi farle percepire a cecilia ..
Tra l’altro …Cecilia ha uno stellium in casa 1 ..ed è ciò che Lidia chiama “autismo primario” cioè i bimbi che sono tranquilli …(pappa ....cacca…
nanna) .e lei era proprio così …mentre io avrei voluto che stesse sveglia …..
le funzioni al femminile dei due sono parecchio divergenti….la mamma ..la stessa …..e l’amore immenso…
a presto e smack cilli
|
.cilli |
|
|
inserita il 04/11/2009 06:55:31
- cara Cilli
ma perchè dici che anche " i transiti da soli non servono a nulla "...?
e .." se qualcuno non fa astrologia al posto di quegli stimoli ne avrà altri"..??
Non ti seguo...non credi che i transiti segnino COMUNQUE un momento di "presa di coscienza" ...(o di stimolo...o di rottura...o di blocco...o di insofferenza)....che poi sta all'individuo gestire in un modo o nell'altro,certo.
...e che questo momento "cruciale" sia COMUNQUE sentito anche da chi non si interessa di astrologia, che chiaramente non conosce la corrispondenza di quello che sta vivendo con la posizione degli astri....ma pur sempre ....LA STA VIVENDO.....??
ciao lara
|
aral |
|
|
inserita il 04/11/2009 14:36:09
- aral ..infatti mentre scrivevo dopo aver dato accenni ai miei figli ...ho riflettuto proprio sulle mie due frasi..
i transiti sono importanti eccome .ma li veo erroneamente collegati alla mia scelta di indagine astro-tato-psicologica perpotenziare il contatto con me stessa e l'autoanalisi....
ciò non esclude che le funzioni psicologiche vengano sentite anche da chi non fa astrologia e sempre che si tratti di individui che "si vogliono conoscere"per evolversi eanche se non associate ad astri..potrebbero esserlo per altre discipline in cui uno è libero di credere ...o nulla ..parliamo comunque di intenzionalità e voglia di individuazione...
Cecila ha transito di plutone su luna a 2° del cancro ...più altri aspetti ...:sembra un'assemblea generale ..al cospetto di saturno ..urano ..nettuno
a livello di energie ...le vive tutte e con una introspezione e contatto con sè ...poi per curiosità mi chiede notizie ..su alcuni simboli...ma ciò appunto per convalidare ciò che dicevamo..
contatto e lasciar fluire energie innovatrici...
un sorriso...e grazie sempre per questi preziosi ..scambi...
cilli
|
.cilli |
|
|
inserita il 04/11/2009 19:06:23
- Un saluto a tutte quante. Manco dal forum da un bel po' e vi ritorno stimolato da questo bel post di Cilli, che affronta temi su cui in questo periodo mi trovo a riflettere anch'io da vicino. Non ho letto tutti gli interventi, ma ho provato a trarne le questioni salienti. Volevo soffermarmi sul concetto di "coazione a ripetere", che mi pare costituire il cardine della discussione, connesso com'è all'identificazione con quelle che potremmo definire "istanze fittizie" dell'Ego il cui effetto si traduce nella sterile reiterazione di schemi comportamentali irriflessi, che ci impediscono la presa di coscienza e il successivo inizio di quell'enorme impresa che consisterebbe nel realizzare il processo di individuazione del proprio Sé. In uno dei primi interventi, Aral esprimeva la convinzione che in modo patologico o meno noi si ripeta comunque lo stesso copione, quindi, di conseguenza, che non vi è modo di sottrarsi all'ineluttabilità dei propri schemi comportamentali, i quali, anche qualora venissero sviscerati, compresi e integrati fin nelle loro parti piú "indigeste" grazie a un laborioso processo di autoanalisi da cui scaturirebbe una lucida consapevolezza, non sarebbe in ogni modo possibile affrancarsi totalmente da detti schemi in quanto costituenti la nostra stessa essenza, la quale può tutt'al piú venir compresa ed integrata, infine "accettata" ma giammai "superata". Prima di tutto, a mio parere la distinzione tra ciò che è "patologico" e ciò che non lo è, rischia essa stessa di diventare il primo schema di pensiero fittizio e fuorviante nel tentativo di raggiungere l'autocomprensione. Personalmente mi ritrovo molto in alcune concezioni sciamaniche - che recentemente mi sto dando modo di approfondire - secondo le quali ogni abitudine, a prescindere dal giudizio - ecco un altro nemico da cui guardarsi: il pensiero giudicante ed autogiudicante - che se ne può dare, costituisce già di per sé un ostacolo verso la "liberazione" della propria essenza profonda dai lacci e dalle angustie della personalità terrena, che è come dire il Sé confinato nella prigione dell'Ego. In quest'ottica - in cui, ripeto, io mi ritrovo molto, ma è un "sentire" personale che può essere condiviso o meno - ogni schema fisso, ogni azione meccanica e dunque "inconsapevole" di cui sono piene le nostre giornate, giocano contro la realizzazione di ciò che viene definito il conseguimento della "presenza", cioè l'essere presenti a sé stessi nel "qui e ora", nell'istante presente che costituisce l'unico e solo "campo di battaglia" in cui si "gioca" la nostra sorte. Dall'incapacità degli esseri umani di non proiettarsi indietro nel tempo rivivendo ciò che ormai si è esaurito - una relazione, un lavoro, una stagione della vita, ecc. - o nel futuro, riversando in qualcosa di ancora inesistente tutte le aspettative riguardo a sé - al piccolo sé egoico - sulle "magnifiche sorti e progressive" che si sarà - immancabilmente... - in grado di conseguire per la soddisfazione dei propri bisogni (o desideri egoici, il che è lo stesso), deriva ogni insoddisfazione, sofferenza, disagio interiore di cui la società occidentale "tecnologicamente avanzata" (nonché "spiritualmente sconnessa"...) - ma ormai purtroppo il mondo tutto con solo sparute quanto mirabili eccezioni - è fin troppo pieno. Ne consegue che in una simile concezione - "spietata" ma a mio modo di vedere realmente "impeccabile" (e virgoletto questi due termini perché costituenti altrettante parole-chiave di questo pensiero "semplice" ma "difficilissimo"...) - viene a cadere qualsivoglia distinzione tra ciò che in uno schema comportamentale ripetitivo può essere giudicato "patologico" o "sano", per essere semplicemente ciò che è: uno schema, per la cui stessa intrinseca natura, dev'essere superato perché si possa parlare di un reale progresso interiore. A questo proposito, voglio riallacciarmi a una frase di Francesco Battiato cui proprio su questo forum venne tempo fa opportunamente dedicato un post di cui non rammento il titolo. Alla domanda su quale fosse il proprio Segno Zodiacale, Battiato rispose: "ERO dell'Ariete". Ora, lungi da me tanto l'intenzione quanto la facoltà di "certificare" se tale affermazione corrisponda o meno ad un effettivo raggiungimento da parte sua di uno stato "illuminato"; rimane però una risposta che considero "geniale" nella sua semplicità - la genialità infatti è sempre semplice... - e che allude indirettamente proprio alla questione centrale del "superamento" di sé nel conseguimento del Sé... e qui, per utilizzare una metafora informatica, il "case-sensitive" è fondamentale. Come a dire che lui sente di aver "frullato" quel meraviglioso "mandala" che è il Cerchio Zodiacale espresso dal tema natale di ognuno, fino a che ogni parte non si è compenetrata con l'altra, vale a dire ogni elemento si è congiunto con il proprio opposto, cosicché l'essenza di ciascuno si è fusa in qualcosa di completamente diverso, avente in sé la sostanza di entrambi gli opposti - e quindi di tutti gli elementi - ma esprimendone una integralmente nuova, vero "Oro Alchemico" scaturito dal processo interiore grazie alla "Pietra Filosofale" del proprio incrollabile Intento, allo stesso modo in cui un cerchio suddiviso con tutti i colori dello spettro visibile diventa uniformemente bianco se fatto vorticare a gran velocità. In fondo la simbologia zodiacale dice già tutto di per sé; nella successione dei Segni e degli Elementi ci indica le sostanze che siamo chiamati a gestire, la nostra personale "tavolozza del pittore", da cui dovremmo cercare di realizzare il nostro "dipinto" dosando con attenzione i colori e scegliendo il pennello di volta in volta piú adatto, o il nostro personale "laboratorio alchemico", da cui ricavare ciò che piú si avvicina all'Oro, la sostanza nobile in cui dovremmo sforzarci di trasmutare noi stessi a partire dai materiali grezzi a nostra disposizione. Perciò per quanto riguarda l'accettazione, personalmente la vedo come un gradino su cui è necessario salire per poter vedere le cose con maggior distacco, e il meno "autoreferenzialmente" possibile, ossia riducendo al minimo la propria "importanza personale", altro enorme ostacolo posto sul cammino di ognuno, ma non come una meta da raggiungere in quella che rischia altrimenti di diventare una visione "atarassica" dell'esistenza, rassegnati ad essere ciò che si è autoprivandosi in tal modo della possibilità di trascendere i propri limiti personali, e quindi di "spezzare" lo schema ripetitivo. Quindi, per rimanere nella questione della "coazione a ripetere", che lo si giudichi o meno un comportamento "patologico" o "nevrotico" - le quali, a mio parere, non sono che etichette mentali funzionali a classificare la realtà, e valide solo se inserite in un contesto che, lungi dal risultarne esaurientemente descritto, costituisce invece proprio ciò che le genera, in un processo cortocircuitale di inversione dell'apparente dualismo causa-effetto - rimane in ogni caso un ostacolo da rimuovere, in quanto l'espressione della nostra autenticità non può rimanere ingabbiata in alcuno schema comportamentale; di fatto, essere dipendenti da qualsivoglia schema, ci allontana dalla nostra umanità per avvicinarci agli automi... e la cosa peggiore quanto ovvia è che finché saremo "convinti" che siamo destinati a ripetere lo stesso copione, ripeteremo davvero lo stesso copione...
Secondo me può arrivare un momento in cui - forse dopo innumerevoli vite di esperienza, chissà... - diventa possibile raggiungere quel "punto critico" che può consentire di uscire letteralmente dagli schemi che sono strettamente ancorati alla percezione dello spazio-tempo lineare e consequenziale per vivere nel presente senza condizionamenti. O, "traducendo" in linguaggio astrologico, può arrivare il momento in cui un aspetto può rivelarsi nella sua accezione piú "alta", cessando paradossalmente di costituire un condizionamento, consapevole o meno che sia. Infatti nessuno può dire come una persona vivrà quel determinato aspetto, fin quanto saprà spingersi nella continua ed inevitabile rielaborazione di esso. I transiti indicheranno sicuramente momenti salienti dell'esistenza, ma chi può dire quanta consapevolezza l'individuo saprà ricavarne e come riuscirà ad utilizzarla? Potrebbe anche farlo per uscire dal Cerchio Zodiacale... per poter rispondere alla fatidica domanda "di che Segno sei?": "ERO del..."
Volevo rivolgermi infine all'anonima per necessità. Se mi permetti di agganciare per un istante il filo di questo mio discorso, finora fin troppo astratto, alla tua dolorosa esperienza personale, tu dici che "ti vergogni" sebbene, immagino, tu sia pienamente consapevole di non avere alcun motivo di vergognarti. Quindi tu sai benissimo, purtroppo, sulla tua pelle, di quanta distanza vi sia nella maggior parte dei casi, tra l'essere consapevoli di qualcosa e l'applicazione di questa consapevolezza nella vita pratica quotidiana. È verissimo che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, e nel tuo caso si tratta di un mare di dolore in cui tu ti senti sprofondare ogni volta... questo, per riprendere l'incipit del post, succede perché tu ti identifichi nel tuo dolore e nella tua immotivata vergogna, e questo ti impedisce di distaccartene. Quel dolore, quella vergogna, sono parte di te, della tua identità, anche e tanto piú perché ti causano sofferenza. È difficilissimo liberarsi della propria "dipendenza" dalla sofferenza, e lo è forse ancor di piú ammettere di esserne dipendenti. Succede a tutti, anche se per alcuni, come nel tuo caso, il dolore va al di là dell'immaginazione di chi non è passato per la stessa esperienza. Rinunciare al dolore significa comunque rinunciare a una parte di sé, una parte su cui abbiamo inevitabilmente, necessariamente, "costruito" degli schemi di comportamento, ed è piú che comprensibile che nessuno possa liberarsi di una parte di sé senza provare timore. Finché ci sarà identificazione con il dolore, ci sarà il timore di liberarsi da esso. Se l'Ego, la nostra parte illusoria che comanda le azioni della quasi totalità degli esseri umani, si identifica con il dolore, non vorrà mai liberarsene, perché per esso equivarrebbe a morire. E l'Ego ha una gran paura della morte. Se solo capissimo, se "comprendessimo" davvero, interiormente, e non semplicemente a livello intellettuale, che noi non siamo il nostro Ego, ma qualcosa di infinitamente piú grande, allora sarebbe tutto piú facile. Ma in questa fase dell'esistenza umana l'Ego è ancora una realtà con cui dover fare i conti, anche se è auspicabile che il suo "regno" si avvii finalmente a conclusione. Ma questo è un altro discorso. In ogni caso il dolore può anche essere un motivo molto efficace per lavorare su di sé, come sicuramente tu hai fatto e continui a fare. Vorrei proporti - se già non lo conosci - la lettura di un libro che ho trovato pieno di saggezza "illuminante", e non è un modo di dire. Si intitola "Il potere di Adesso", di Eckhart Tolle. Ti assicuro che è lontano da tutti quei libri banalotti e semplicistici in odore di "new age" di cui sono pieni gli scaffali delle librerie, anche se a prima vista lo si potrebbe confondere con uno di essi. Io stesso mi sono forzato a prenderlo in mano perché la cornice in cui veniva presentato non era per me delle piú incoraggianti. Ma poi mi sono accorto che la sostanza è molto diversa, ed esprime concetti enormi con una semplicità davvero illuminante, che può possedere solo chi ha davvero "ucciso" il suo Ego, insieme al suo Segno Zodiacale, qualunque fosse... In particolare, potresti trovare utile meditare sulla parte in cui l'autore si sofferma sulla trattazione di quello che definisce il "corpo di dolore" femminile, e la conseguente identificazione della donna con esso. Naturalmente un libro è solamente un libro. La sua comprensione intellettuale può essere di aiuto ma da sola non cambia le cose. E questa è una difficoltà con cui dobbiamo confrontarci tutti. Può essere però un punto di partenza per nuovi spunti di riflessione su di sé e sui propri schemi di comportamento, nonché sul proprio modo di considerare sé stessi. Spero che, nel caso non lo conoscessi e decidessi di leggerlo, tu possa trovarlo utile al tuo percorso personale.
Cilli: avevo il proposito di rispondere alla tua ultima, ormai datata, e-mail, ma poi tu mi fai trovare un post del genere... e chiaramente la mail va a farsi benedire... cercherò di rimediare presto, dài. Riguardo a questo tuo posto potremmo anche parlare di... "fascino della schiavitú"... dico bene, Cilli?
Un saluto a tutte quante, e scusate la prolissità.
|
Astro |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Per informazioni e prenotazioni:
Scrivi a info@eridanoschool.it
Telefona al numero 338/5217099 - P.IVA: 10220350010
|
|
|
|