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IL FORUM DI ERIDANO SCHOOL - ASTROLOGIA E DINTORNI
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Laboratorio di Tarologia |
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INDIVIDUAZIONE-IDENTIFICAZIONE ...ARCANI E SAMAHIN....
discussione inserita da .cilli |
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“La vita mette in atto solo potenzialmente ciò che potrebbe essere, è lasciata ad ogni singolo uomo la possibilità di realizzare oppure no la propria progettualità”
In un altro contesto riprendo ancora in senso allargato “il tema destino”cercando a livello astrologico ciò che Jung evidenziava nella funzione INDIVIDUAZIONE forse la nostra autorealizzazione scevra da condizionamenti che nell’IDENTIFICAZIONE trova l’opposto e un possibile conflitto
Ancora due forze tra loro opposte in due tendenze che sono presenti nell’uomo: la prima è comune a tutti gli esseri viventi ed è quella di "dover essere ciò che si è", tendenza questa che scritta in modo indelebile: il bisogno di individuazione e quindi del nostro progetto in rx si porta il fardello degli irrisolti famigliari
La seconda, che gioca il ruolo opposto è la tendenza ad identificarsi, che significa ripetere in modo identico un modello, o detto con altre parole, la tendenza ad uniformarsi ad un ruolo proposto dall’ambiente sociale.
Di qui spesso il vissuto di “schiavitù” se l’individuo rimane legato ad una modalità che non riesce ad interrompere.
La coazione a ripetere si presenta in situazioni tipiche in cui l’individuo si trova a ripetere una modalità sulla quale sembra che egli non abbia alcun potere ma nella quale si ritrova costantemente e fatalmente.
Rientrano quelle situazioni in cui alcuni si lamentano del proprio "destino" che sembra ripetersi nella sua negatività: rapporti di coppia che finiscono inesorabilmente con l’abbandono da parte del partner; oppure persone che trovano sempre sulla propria strada qualcuno a cui dover riversare tutta la loro attenzione finendo però con il dover rinunciare alla propria vita; altre ancora che passano la loro vita a mettere su un piedistallo qualcuno che inevitabilmente non può reggere a quel ruolo.,altri ancora con lavoro sempre precario ,e ancora chi inceppa in problemi burocratici .e di un certo rapporto col denaro …;. solo per citare alcune delle innumerevoli forme in cui la coazione a ripetere si manifesta.
La caratteristica che hanno in comune queste situazioni è che nonostante il soggetto ripeta continuamente quell’identica modalità, egli non sembra ricavarne, sul piano cosciente, alcunchè….se non quando un DISAGIO AMICO si sveglia e per quanto doloroso comincia con qualche sintomo a far emergere i conflitti per conoscerli,affrontarli e in parte superarli
Il quadro che si delinea è piuttosto quello di un individuo che subisce passivamente un "meccanismo" che non riesce ad interrompere; tanto che il vissuto di chi sperimenta la coazione a ripetere è quello dell’essere posseduto da qualcosa che opera ben al di là della propria volontà e che sembra avere al punto da far pronunciare la fatidica frase “devo interrompere un karma”tanto di moda …quanto l’essere intrappolati in una tela di ragno che nel vivere il quotidiano ci vede sempre divisi tra materiale e spirituale..come se il primo escludesse il secondo..ancora un dualismo..quegli opposti che devono essere intergrati perché ci sia vera individuazione …- inserimento nell’ambiente e non più identificazione –
Domani si festeggia “ samahin “..tra l’altro lo ricordo perché la luna piena è pronta e per i celti non sarà da anticipare ..tutto ciò che ho scritto per un nostro potenziale migliore lo vedo nel parlare di tarocchi nell’arcano 13 ..la morte….tra l’altro in pieno sole scorpione è l’arcano cosignificante alla casa 8 dello zodiaco …al periodo dell’anno che viviamo che per noi cattolici il 31 dicembre ha lo stesso significato:riprendere la giostra della vita …che nella ruota della fortuna incide il nuovo ciclo ..dove i tempi si mescolano …kronos e kairos ..un maschile e femminile nelle figure aggrappate alla ruota e un giudice supremo in alto….Da tempo mi interesso di opposti in tarologia e astrologia come presupposti per AMALGAMARE ciò che è diviso ma è evidente che ripropongo una conversazione che dovrebbe essere più dettagliata e calata nelle nostre ripetizioni…di azioni e problemi che all’esterno poi incontriamo..(dentro e fuori)..
Sorridente nello scoprire una tradizione Wicca che consiste nello scrivere un biglietto magico su cui scrivere tutto ciò che in questo momento dell’anno importante per il raccordo_vita-morte noi riteniamo di doverci liberare ..Non esistono confini per alcune leggi universali e il cambiamento deve comunque far eliminare qualcosa di noi ….per far crescere il nuovo….
Sì mi rendo conto di essere stata prolissa …ma dico sempre che la carta è paziente …
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RISPOSTE A QUESTA DISCUSSIONE 191 - Inserisci una risposta a questa discussione |
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A CURA DI |
inserita il 08/11/2009 16:55:23
- rossella, non credo che si debba escludere la possibilità che il viaggio di plutone possa essere di piacere...
quindi... care rossella e luana e chiunque abbia plutone che transita in prima casa o in posizioni significative... avete mai pensato di frequentare corsi di teatro o simili in questo periodo? so che questa è anche una mia proiezione, visto che da un anno sono uscita dal gruppo di cui facevo parte per "incompatibilità di vedute" e desidero riprendere anche se con un percorso differente... ...ma al di là di questo, premettendo comunque che ogni caso è a sé, credo che la drammatizzazione teatrale (non parlo di psicodramma, giochi di ruolo o simili, che non conosco) sia veramente, veramente utile a tutti e soprattutto liberatoria.
io ho iniziato durante il transito di plutone in quinta casa. ...se avete tempo e voglia fateci un pensierino!
luana... è davvero difficile capire quanto si faccia per gli altri o piuttosto per sé... ma non credo sia questo il punto. l'importante è sforzarsi di non mettere al centro i propri bisogni (ma neanche solo quelli degli altri!). piuttosto è meglio perseguire un obiettivo, che può anche essere mosso da spinte personali, ma poco importa se ci permette di creare "il giusto equilibrio tra le parti". ...comunque credo anche che un po' di "visceralità" nelle relazioni ci voglia ... e talvolta superare il limite può rivelare quella vitale autenticità plutoniana che altrimenti difficilmente si manifesterebbe.
ciao,
kla
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kla |
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inserita il 08/11/2009 18:53:22
- Di nuovo un saluto a tutte; avrei voluto essere più continuo ma i momenti che trovo per scrivere qui sul forum sono meno frequenti rispetto a prima.
Per Aral: ciao Lara, anche a me fa sempre piacere leggerti, apprezzo veramente molto la tua capacità di sintesi esauriente, in grado di dire tutto l'essenziale senza sprecare parole, e poi in ogni concetto che esprimi, come già ti dissi in passato, trovo sempre qualcosa che stimola la mia riflessione. Riguardo alle nostre posizioni qui, non credo che siano molto distanti, stavolta, anche se cosí potrebbe sembrare. Comprendo quello che vuoi dire quando parli di "limiti che dobbiamo sperimentare qui", e lo condivido. Anch'io penso che siamo qui proprio per imparare a confrontarci con i limiti che l'esistenza in questa "declinazione dell'Essere" ci pone di fronte. L'unico punto che nel mio intervento volevo mettere in rilievo è che bisogna fare attenzione a non adagiarci su questi limiti, per non perdere il nostro anelito - che credo insito in ogni essere umano - a voler comunque rompere gli schemi comportamentali - senz'altro dopo averli esperiti a fondo, inevitabilmente - a cercare di essere quanto piú possibile in condizione di "libertà energetica", e ora cerco di spiegare cosa intendo con questa espressione. Se consideriamo ogni schema di comportamento come una configurazione energetica - e in questo può venirci in aiuto anche "visivo" l'Astrologia: che cos'è infatti un "aspetto" se non una configurazione energetica? - in cui l'energia scorre entro un circuito "obbligato", ossia che non richiede elaborazione cosciente da parte nostra - sia che lo vogliamo considerare positivamente o meno - potremo piú facilmente comprendere che questa parte di energia sia quantomeno non sfruttata appieno, poiché "ingabbiata" in un percorso rigido e immodificabile - almeno fino a che non subentri una presa di coscienza che può fornire lo spunto per tentarne una rielaborazione, mirando magari a una modifica dello schema stesso in senso piú consapevole e meno automatico - e che di conseguenza vi è in noi, a livello psichico, inteso come "energia interiore", una porzione energetica già predefinitamente, per cosí dire "riservata", deputata all'alimentazione di uno schema cristallizzato cui non sarà possibile attingere per altre "esigenze". Ci priviamo quindi - a mio parere - di una parte della nostra psiche - e uso questo termine nel senso di "essenza vitale" - che non avrà altra occupazione se non quella di mantenere fisso lo schema. Senza considerare, inoltre, come spesso ad uno schema di comportamento se ne aggiunga un altro, e poi un altro ancora, e cosí via, fino a che gran parte dei nostri comportamenti quotidiani, della dinamica azione-reazione, delle nostre rassicuranti abitudini, non sono determinati da "configurazioni energetiche cristallizzate", che lasciano ben poco spazio alla possibilità di essere "presenti nel qui e ora", perché la mente - non la psiche - è troppo ingombra di pensieri, ragionamenti, preoccupazioni, rimpianti per il passato, timori per il futuro, creando quello che è un vero e proprio "rumore di fondo" mentale che ottunde la nostra pura e semplice capacità di essere "presenti", e questo perché se l'energia psichica viene "costretta" a scorrere in un circuito già tracciato non è piú libera di fluire. Comunque per me è importante il discorso che fai sull'accettazione, ed è utile anche a me per chiarire il mio pensiero su questo punto. Per me accettazione non è uguale a rassegnazione, e nel precedente post si poteva avere quest'impressione. Anche per me esiste un'accettazione positiva che consiste nella capacità di "entrare" in una situazione per viverla ma senza rinunciare alla possibilità di cambiarla. Ho visto - solo sommariamente - il tuo post in cui, prendendo spunto anche da questa discussione, ti chiedi se "cambiare è possibile". La mia personale risposta è che è "inevitabile", anche quando non ce ne si rende conto. Come ho già avuto modo di esprimere in passato, credo che la Vita si identifichi con il Divenire, cui penso come la facoltà dell'Essere di esprimersi nell'Esistere. Lo stesso spazio-tempo credo sia indissolubilmente legato al movimento, e di conseguenza al cambiamento. Se non ci fosse il Moto non ci sarebbe neanche il Tempo che lo misura. Ma ora non voglio uscire dall'àmbito della discussione. Meglio rimanere negli schemi. Come ben sappiamo qui l'unico fattore che può rendere piú o meno faticoso cambiare, è quanta resistenza ognuno oppone al cambiamento. Ma per quanta gliene si possa opporre, ogni resistenza, per quanto strenua e ostinata, è destinata a crollare. Se ho ben capito il tuo pensiero, è che noi cambiamo pur mantenendo intatti dentro di noi gli stessi schemi o modelli. Sí, sono d'accordo che questo succeda; dove cerco di porre l'accento io è sul fatto che si possa anche tentare, una volta raggiunta una sufficiente "carica interiore", il superamento definitivo del modello, cosicché il proprio comportamento non sia piú dettato da schemi prefissati ma possa essere il piú possibile "libero", fluendo con l'energia di cui è espressione. Utopistico? Sí, per il 99% dell'Umanità attualmente credo sia cosí. Ciò non toglie che qualcuno ci sia davvero riuscito, e che dunque sia alla portata della natura umana. Ho cercato di essere meno "nettuniano" e piú "virgineo", stavolta, cioè piú pragmatico del solito. Cosí, in attesa di uscire dagli schemi, esprimo tutto lo schema del mio quadrato a T Nettuno-Luna-Ascendente... In ogni caso non direi che la concezione di cui parlavo nel post sia cosí nettuniana; in realtà si tratta di un pensiero molto pragmatico e concreto, senza fronzoli, e senza compiacimenti mistici. La definirei una via "asciutta", perfino "scarna", verso l'autoconsapevolezza.
Per Luana: intanto vorrei ringraziarti per aver usato il tuo vero nome, in quanto è comunque una manifestazione di fiducia verso questo spazio e le persone con cui ti confronti; sono poi convinto che per te possa essere molto piú che un atto simbolico. O meglio, ti auguro che sarà DAVVERO un atto simbolico, cui si legherà un significato profondo e concreto, poiché è in questo che consiste il vero senso del Simbolo. Interiore oltre che esteriore. Mi pare che tu abbia già iniziato a farlo, poiché ritengo fondamentale "accettare" - e in questo caso l'accettazione di cui parlavo con Aral è sicuramente una dimostrazione di grande intento e di nessuna passività - da parte tua che il dolore possa aver costituito una parte della tua identità fino ad ora. Accettare una cosa del genere senza opporre resistenza a difesa dell'Io vuol dire essere già forti, molto forti. Giustamente tu dici che ripudi la violenza in tutte le sue forme, inclusa quella verbale, perciò immagino non possa averti che stupita l'essere stata vittima di una dinamica reiterata di amore-sofferenza, probabilmente anche di amore-odio. Eppure sembra che questo divenga inevitabile nel momento in cui, pur decidendo di non esprimere in prima persona contenuti che ci appartengono totalmente - in questo caso la violenza - tuttavia non ne siamo ancora sufficientemente consapevoli da saper evitare di imbatterci in persone e situazioni che ci restituiscono tali contenuti come il riflesso di uno specchio, finendo quindi per subirli. In questo senso, la consapevolezza è comunque indispensabile per riuscire a rifuggire tali schemi distruttivi, e quanto piú essa sarà interiorizzata e resa coscientemente "nostra", tanto piú saremo in grado di rompere ogni "coercizione". Ho guardato il tuo tema, che trovo interessantissimo, ed esprimente una grandissima energia che puoi solo conquistare, altro che "non è un bel vedere"! Quella triplice quadratura Saturno-Urano-Plutone alla tua congiunzione Venere-Marte è emblematica tanto della paura e della sofferenza legata ai sentimenti di cui hai parlato, di quel controllo ora subíto, ora fors'anche esercitato, e probabilmente anche di una dinamica di attrazione-repulsione che ipotizzo possa essersi spinta spesso oltre il confine della morbosità, quanto di quel maschile di cui dici esserti mancata qualunque accezione positiva. E per ognuna delle quattro interazioni tra questi cinque pianeti si è generato un quadrato a T! Sono i tuoi schemi, le tue modalità espressive per gran parte inconsce, che ti hanno guidato nella prima parte della vita, quelle "configurazioni energetiche cristallizzate" di cui dicevo prima. Non sottovaluterei nemmeno la quarta quadratura alla tua congiunzione Venere-Marte, quella di Chirone - e con esso i quadrati a T raddoppiano... - la cui "soluzione" potrebbe stare - è solo una mia impressione - nel diventare in primo luogo Maestra di te stessa, insegnandoti, insegnando a quella bambina interiore provata dalla sofferenza subita, che si può smettere di essere dipendenti dal dolore, che si può affermare sé stessi senza soverchiare gli altri o che non c'è bisogno di rinunciare a farlo per compiacerli. Insegnando a noi stessi, diventiamo anche in grado di insegnare agli altri, e insegnando agli altri, impariamo di piú a nostra volta, e penso che questa sia la lezione piú "alta" del simbolo incarnato da Chirone, cosí come viene attualmente interpretato. Ma su questo Cilli saprà senz'altro dirti di piú, e meglio. Ho voluto solo esprimerti una mia impressione sul tuo tema in riferimento a quanto tu hai detto di te. Mi sembra comunque altamente significativo quel sestile che Plutone sta ora facendo al tuo Sole, e non posso non vederlo in relazione al tuo proposito di affrontare un percorso che "senti di voler fare". Mi piace pensare, ed augurarti, che questo Plutone reso piú "spoglio" ed "essenziale" dal suo transito nel saturniano Capricorno, saprà aiutarti a far emergere alla coscienza le parti ancora in ombra della tua identità profonda, "depurate" e "trasmutate" in nuova consapevolezza pronta per essere integrata nella tua personalità rinnovata. Sono convinto che tu stia, con la tua stessa presenza su questo forum, e nell'affrontare i fantasmi piú bui del tuo passato, assecondando ottimamente il transito del pianeta "infernale". Ho trovato particolarmente interessante un accenno che hai fatto all'Astrologia Karmica, dal momento che anch'io tendo ad allargare la visuale e a non tenerla solo legata a ciò che è dato quasi per scontato, e non diversamente da te non trovo contraddizioni tra differenti accezioni di una disciplina cosí vasta come l'Astrologia, ma ne vedo solo l'enorme potenziale arricchente in funzione interpretativa ma soprattutto in chiave di autoconsapevolezza. Tuttavia, constato che abbiamo tratto due impressioni totalmente opposte - ma la cosa mi "tranquillizza", perché so quanto gli opposti possano essere conciliati... - della legge di Causa-Effetto, o del Karma. A quanto hai detto, tu vedi nel Karma una sorta di totale negazione del libero arbitrio umano, io invece vi vedo proprio la manifestazione piú alta e autentica dello stesso. Perché prima di tutto vi vedo la "concretizzazione" - se si può dir cosí di una Realtà che, come giustamente fai notare riguardo a ogni disciplina non "esatta", non può essere indagata con i sensi ma solo "intuita", o "sentita" intimamente - della responsabilità individuale. E se è indubbiamente vero che la responsabilità è anche una "costrizione" - Saturno ce lo insegna - perché agisce come un limite interiore che ognuno si dà o che, se proiettato all'esterno, è portato a subire nelle situazioni piú disparate, è anche vero che tale responsabilità è in grado di esaltare la capacità di scelta di ogni individuo, che sarà in tal modo il principale artefice - non voglio spingermi a dire l'Unico, perché esistono anche le interazioni con gli Altri che non possono essere negate - del proprio destino. Per come recepisco io questo concetto, la legge del Karma ci aiuta, una volta che ne diventiamo coscienti, a operare la scelta migliore per noi stessi e per gli altri, permettendoci anzi di espandere la "sfera d'influenza" del nostro libero arbitrio, che secondo me può essere mortificato e annichilito solo dall'ignoranza e dall'inconsapevolezza. E tutto questo mi sembra anche molto in linea con il discorso del progressivo affrancarsi dagli schemi comportamentali da cui siamo partiti. Nella legge del Karma possiamo trovare sia ciò che ci àncora agli schemi - fintanto che li reiteriamo inconsapevolmente - sia ciò che è in grado di liberarcene, una volta compresi. Si tratta forse solo di vedere anche l'altro "polo" dell'opposizione, le potenzialità insite in esso. Posso ipotizzare che questa tua visione "negativista" dell'accezione karmica dell'Astrologia si possa ascrivere alla doppia opposizione che Urano e Plutone fanno al tuo Saturno? Forse a tutta prima, perlomeno in maniera istintiva, interpreti qualunque possibile limitazione come una minaccia da "rifiutare", come dici della concezione karmica. È come se vi fosse in te una fortissima volontà di esprimerti e al contempo un forte freno interiore, che poi quando vedi riflesso all'esterno, proietti interpretandolo come una minaccia. Che ne pensi? Quanto alla tua fin troppo spiccata capacità di immedesimarti nella sofferenza altrui fino a farla tua, ci vedo l'azione di quel Nettuno congiunto a Luna e Mercurio che "scioglie" i confini della tua emotività fino a confonderli con quelli degli altri. Indubbiamente è una caratteristica che va gestita per non soggiacere a emozioni troppo violente e paralizzanti, ma quella dell'empatia è anche una grande dote che non va affatto negata o repressa, ma vissuta e valorizzata. Penso di averla fatta abbastanza lunga, mi auguro di non averti annoiata.
Per Solerossella: anch'io penso che lo sfumare della tua opportunità commerciale significhi solo che nonostante le apparenze - o le proiezioni, che poi sono la stessa cosa, direi - non era in realtà un'occasione "solida". Con Saturno al MC, il vaglio è severo, se qualcosa non si concretizza, proababilmente è perché non aveva la "struttura" sufficientemente solida per poterlo fare. Inoltre sta terminando o è da poco terminata la congiunzione al tuo Plutone rx, indice comunque di un periodo di "sacrificio" delle proprie potenzialità, quindi penso che dovresti essere fiduciosa che nell'immediato futuro possa concretizzarsi qualcos'altro che abbia piú fondate possibilità di riuscita, non credi? Riguardo al tuo intervento, ho colto un particolare interessante nella tua disamina di ciò da cui lo Scorpione deve distaccarsi; mi ha colpito il fatto che tu interpreti la quadratura zodiacale Leone-Scorpione come una "messa in ombra" dell'Ottavo Segno. Questa lettura però mi pare univoca, mentre sappiamo che il fondamento dello Zodiaco è la reciprocità. Io nella quadratura del Leone vi vedo la riluttanza dello Scorpione ad apparire, ad essere "illuminato", al ricercare la riservatezza, al dire poco di sé, volendo per contro "illuminare" i recessi oscuri degli altri, scoprirne i segreti - per poi magari volgerli a proprio vantaggio... - e vedendo la quadratura dal punto di vista leonino, invece, potremmo interpretarla come l'antitetica riluttanza a essere relegato nell'oscurità, a non poter brillare, a non essere in vista... direi che la vedo un po' all'opposto, ossia, semmai lo Scorpione tende a evitare la troppa luce che "viene" dal Leone - perché deve imparare ad accettare la propria luce illuminando l'Infero plutoniano - e al contrario è proprio il Leone che vuole evitare l'oscurità che percepisce come una minaccia alla sua facoltà di risplendere. Magari potrà sembrarti una puntualizzazione di poco conto, ma il tuo esempio mi ha ispirato questa riflessione.
Per Cilli: Cilli, devi aver pazienza... non ho potuto seguire costantemente la discussione, e avete tenuto un ritmo alquanto sostenuto... ho fatto una bella fatica a cercare di starvi dietro! Ma anche quando sparisco da una discussione, continuo a ruminarci sopra... per poi "inondare" il post con il risultato...
Un saluto a tutte, a presto.
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Astro |
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inserita il 09/11/2009 07:09:20
- caro Astro
dunque...tu poni l'accento sulla libertà dallo schema ...come "meta" potenzialmente possibile.
Sai cosa penso...che il TUO pensiero ...il MIO pensiero ...rappresentano PERFETTAMENTE ...il nostro schema zodiacale.
E' incredibile come alla fine non possiamo prescindere dai nostri modelli...io ho un sole sagittario in II...ho un giove in XII che oppone saturno in VI....e parlo di ..esseza e ..contenuto... parlo di FORMA che deve assumere l'esperienza.
Tu con i tuoi valori nettuniani ...parli di LIBERTA' DAI MODELLI.
...ho l'impressione che CI SIAMO DENTRO in pieno...
Ma ...appunto...io non posso che dire che è così che deve essere...è l'unico modo per fare esperienza...la libertà assoluta la sperimenteremo in un altro luogo e/o in un altro momento...
...e tu non potrai che dire che...però....questa libertà E' POSSIBILE QUI....rara, ma possibile...magari proprio per te, visto che è "contemplato" dal TUO schema...
baci lara
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aral |
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inserita il 09/11/2009 12:53:10
- Cara Lara, sono d'accordo che ci siamo dentro in pieno, non può che essere cosí; non si potrebbe neanche pensare di poter uscire da uno schema se non si acquisisse almeno la consapevolezza di esserci dentro. Poi, come ho detto a Luana, "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare". Dici che non potrò fare a meno di dire che la libertà dai modelli è possibile qui, anche se rara? Ma se è per questo l'ho già detto. E l'ho detto perché a mio parere ci sono individui che ci riescono, e lo dimostrano semplicemente con nei fatti. In ogni caso io non ho parlato di "libertà assoluta" ma di "liberarsi dagli schemi comportamentali", dagli automatismi. L'espressione che hai usato tu mi fa venire in mente piú che altro la libertà dai vincoli del mondo fisico, ma per quella sí, si deve aspettare per forza un altro (non-)tempo e un altro (non-)luogo. In verità non so se nel mio tema è contemplata la possibilità di riuscirci; sicuramente vi è quella di prendere in considerazione l'ipotesi. Considerandola, applico lo schema. Ma se un giorno lontano dovessi riuscirci sarei uscito anche dal mio tema. ::razz::
Un caro saluto
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Astro |
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inserita il 09/11/2009 13:13:23
- caro Astro
però non capisco in che modo potremmo liberarci dagli "schemi comportamentali"....nel senso...come, concretamente, potremmo esprimerci ??
Il modo "nuovo" di espressione, non dovrà, di per sè essere DEFINITO da uno schema....?
Nel mondo delle FORME, nel quale siamo...ogni espressione è di per se classificabile in termini relativi...quindi "schematizzabile".
di conseguenza....liberati da uno schema ...ne incarneremo uno nuovo ??
No so...sono PER ME considerazioni un pò troppo astratte...preferisco dedicarmi all'attuale schema....ce nè di lavoro da fare...
ciao lara
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aral |
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inserita il 09/11/2009 13:48:24
- Capisco la tua obiezione, e il discorso è complesso. Per me il punto fondamentale è che noi ci identifichiamo con la nostra mente, con la nostra parte logico-razionale. Siamo intimamente convinti che se non pensassimo non esisteremmo, quindi ci identifichiamo con il pensiero, con la mente, la quale governa il nostro comportamento, ed è proprio questa ad agire secondo schemi predefiniti. Non per niente quando ci si avvicina alla meditazione, una delle prime regole è quella di fare il vuoto nella mente. Ma questa è una prospettiva che "spaventa" l'occidentale medio perché smettere di pensare - oltre a trovarlo di una difficoltà estrema, e all'inizio praticamente impossibilie - lo precipita in uno stato fondamentalmente "non-mentale", che mina alla base ciò in cui esso si è sempre identificato. Quando la Mente si ritira subentra la vera Presenza di Sé, che non è uno stato di torpore come saremmo portati a pensare, ma al contrario di massima vigilanza e prontezza. Ricordo che in passato dicesti di esserti avvicinata alla meditazione perciò dovresti capire cosa intendo. Poiché gli schemi appartengono alla mente, una volta "tacitata" questa, ci si troverebbe anche fuori dalle configurazioni energetiche che la possiedono, e che determinano il nostro comportamento ordinario. Nel concreto, potrebbe significare riuscire a non reagire meccanicamente a ogni accadimento della vita quotidiana, frapponendo una distanza tra la propria essenza profonda e la mente egoica in cui ci identifichiamo inconsapevolmente. La maggior parte delle volte noi ci arrabbiamo, ci preoccupiamo, ci disperiamo, perché siamo convinti di dover difendere dalle piú svariate minacce una costruzione artificiosa che scambiamo erroneamente per la nostra autentica identità. La maggior parte dei problemi della società odierna deriva da questo. Se qualcuno ci insulta, ad esempio, chi è che si sente insultato? Il nostro Essere? Quello non può essere toccato da nulla. Chi si sente insultato e offeso è solo il nostro Ego, provvisorio e destinato alla dissoluzione. E secondo gli schemi dell'Ego noi rispondiamo agli insulti con altri insulti, alla violenza con altra violenza, perché ci siamo "costretti", da qualcosa che si "spaccia" per noi, ma che non lo è... mi rendo conto che è un tema alquanto indigesto, e che può provocare molta resistenza... da parte dell'Ego.
A presto
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Astro |
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inserita il 09/11/2009 13:48:54
- caro Astro
forse ho capito cosa intendi...
Quando parli di "liberarsi dagli schemi comportamentali" forse mi hai portato fuori strada, perchè per schemi io intendo gli aspetti del tema.
Tu ti riferisci , probabilmente, al riuscire a riconoscere e superare quegli AUTOMATISMI a cui nel corso degli anni, ci siamo portati dentro e che rischiano di BLOCCARE l'evoluzione del modello (aspetto del tema) stesso....???
....si....questo è interessante...
Cioè...il modello in sè...non potrà che essere sempre quello...ma ...finchè non riconosciamo quelle cristallizazioni, cioè quelle risposte automatiche, che si sono accumulate nel corso degli anni...rimaniamo arenati e ci limitiamo a RIPETERE sempre le stesse cose...
certo...certo...
interessante...bello spunto di riflessione
ciao lara
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aral |
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inserita il 09/11/2009 14:03:10
- caro Astro
abbiamo scritto contemporaneamente.
Si, capisco cosa vuoi dire...mi sono avvicinata in passato a questo "mondo"...ma devo dire che, attualmente, non lo condivo più molto.
Per esempio non credo proprio che i modelli siano solo nella mente....questo secondo me non è vero...i modelli sono sicuramente REALTA' sperimentabili in questo mondo...poi magari non avranno valore assoluto....e in ESSENZA saranno un illusione..come è un illusione la separazione tra te e me....ma visto che è QUI che facciamo esperienza....e che siamo qui, credo PROPRIO per fare esperienza... credo che sia inutile negarne l'importanza.
ciao lara
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aral |
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inserita il 09/11/2009 14:07:24
- Ehi, hai visto, abbiamo postato alla stessa ora, a distanza di 30 secondi...
Sí, sono convinto che gli automatismi non possano che bloccare qualsiasi evoluzione, anche quella di un modello, volendo considerare solo quello. Un modello potrebbe venir bloccato nel "salto" verso un'accezione piú consapevole di sé stesso, e rimanere davvero sempre uguale. Poi magari io vado un po' troppo in là, nettunianamente, ma credo che nell'essere umano vi sia quantomeno un'aspirazione a contattare la parte piú autentica di sé, che è ben oltre la superficie dell'Ego.
Bel confronto, comunque!
Ciao
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Astro |
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inserita il 09/11/2009 14:18:18
- Capisco, però per me non si tratta di "negare" l'importanza dei modelli, che sono comunque funzionali al nostro percorso qui, in questo contesto. Ma mi sembra inevitabile che nel momento in cui si arrivi a "intuire" che nei modelli che ci guidano non vi è "essenza", come hai detto tu, si cerchi allora di avvicinarsi alla Fonte dell'Essenza stessa. Il che non vuol dire rinunciare al Mondo ma semplicemente cercare di viverlo con la consapevolezza che in esso e nei suoi aspetti piú tangibili non si esaurisce il senso di tutto. In ogni caso, per quanto riguarda i modelli, io sono invece convinto che essi vivano solo nel nostro mentale; mi chiedo infatti, dove altro potrebbero sussistere dal momento che noi stessi ci siamo definiti "animali razionali".
Ciao
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Astro |
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