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  INDIVIDUAZIONE-IDENTIFICAZIONE ...ARCANI E SAMAHIN....
discussione inserita da .cilli
 



“La vita mette in atto solo potenzialmente ciò che potrebbe essere, è lasciata ad ogni singolo uomo la possibilità di realizzare oppure no la propria progettualità”


In un altro contesto riprendo ancora in senso allargato “il tema destino”cercando a livello astrologico ciò che Jung evidenziava nella funzione INDIVIDUAZIONE forse la nostra autorealizzazione scevra da condizionamenti che nell’IDENTIFICAZIONE trova l’opposto e un possibile conflitto

Ancora due forze tra loro opposte in due tendenze che sono presenti nell’uomo: la prima è comune a tutti gli esseri viventi ed è quella di "dover essere ciò che si è", tendenza questa che scritta in modo indelebile: il bisogno di individuazione e quindi del nostro progetto in rx si porta il fardello degli irrisolti famigliari
La seconda, che gioca il ruolo opposto è la tendenza ad identificarsi, che significa ripetere in modo identico un modello, o detto con altre parole, la tendenza ad uniformarsi ad un ruolo proposto dall’ambiente sociale.
Di qui spesso il vissuto di “schiavitù” se l’individuo rimane legato ad una modalità che non riesce ad interrompere.
La coazione a ripetere si presenta in situazioni tipiche in cui l’individuo si trova a ripetere una modalità sulla quale sembra che egli non abbia alcun potere ma nella quale si ritrova costantemente e fatalmente.
Rientrano quelle situazioni in cui alcuni si lamentano del proprio "destino" che sembra ripetersi nella sua negatività: rapporti di coppia che finiscono inesorabilmente con l’abbandono da parte del partner; oppure persone che trovano sempre sulla propria strada qualcuno a cui dover riversare tutta la loro attenzione finendo però con il dover rinunciare alla propria vita; altre ancora che passano la loro vita a mettere su un piedistallo qualcuno che inevitabilmente non può reggere a quel ruolo.,altri ancora con lavoro sempre precario ,e ancora chi inceppa in problemi burocratici .e di un certo rapporto col denaro …;. solo per citare alcune delle innumerevoli forme in cui la coazione a ripetere si manifesta.
La caratteristica che hanno in comune queste situazioni è che nonostante il soggetto ripeta continuamente quell’identica modalità, egli non sembra ricavarne, sul piano cosciente, alcunchè….se non quando un DISAGIO AMICO si sveglia e per quanto doloroso comincia con qualche sintomo a far emergere i conflitti per conoscerli,affrontarli e in parte superarli
Il quadro che si delinea è piuttosto quello di un individuo che subisce passivamente un "meccanismo" che non riesce ad interrompere; tanto che il vissuto di chi sperimenta la coazione a ripetere è quello dell’essere posseduto da qualcosa che opera ben al di là della propria volontà e che sembra avere al punto da far pronunciare la fatidica frase “devo interrompere un karma”tanto di moda …quanto l’essere intrappolati in una tela di ragno che nel vivere il quotidiano ci vede sempre divisi tra materiale e spirituale..come se il primo escludesse il secondo..ancora un dualismo..quegli opposti che devono essere intergrati perché ci sia vera individuazione …- inserimento nell’ambiente e non più identificazione –
Domani si festeggia “ samahin “..tra l’altro lo ricordo perché la luna piena è pronta e per i celti non sarà da anticipare ..tutto ciò che ho scritto per un nostro potenziale migliore lo vedo nel parlare di tarocchi nell’arcano 13 ..la morte….tra l’altro in pieno sole scorpione è l’arcano cosignificante alla casa 8 dello zodiaco …al periodo dell’anno che viviamo che per noi cattolici il 31 dicembre ha lo stesso significato:riprendere la giostra della vita …che nella ruota della fortuna incide il nuovo ciclo ..dove i tempi si mescolano …kronos e kairos ..un maschile e femminile nelle figure aggrappate alla ruota e un giudice supremo in alto….Da tempo mi interesso di opposti in tarologia e astrologia come presupposti per AMALGAMARE ciò che è diviso ma è evidente che ripropongo una conversazione che dovrebbe essere più dettagliata e calata nelle nostre ripetizioni…di azioni e problemi che all’esterno poi incontriamo..(dentro e fuori)..
Sorridente nello scoprire una tradizione Wicca che consiste nello scrivere un biglietto magico su cui scrivere tutto ciò che in questo momento dell’anno importante per il raccordo_vita-morte noi riteniamo di doverci liberare ..Non esistono confini per alcune leggi universali e il cambiamento deve comunque far eliminare qualcosa di noi ….per far crescere il nuovo….
Sì mi rendo conto di essere stata prolissa …ma dico sempre che la carta è paziente …

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 RISPOSTE A QUESTA DISCUSSIONE 191 - Inserisci una risposta a questa discussione
 
A CURA DI
inserita il 01/11/2009 14:49:54

-
Amica cara.(non ha importanza l’anonima).
Non posso nascondere il morso che mi prende quando leggo brutalità che tocca vivere da bimbi e che da adulti trascina il peso di una ferita .. ..
Sì concordo per giusta causa che le ferite sono in rx leggibili e come Aral credo che ACCETTARE ..è riprendere in mano la propria vita e viverla ..
Accettare gli eventi… non è semplice
Ma mi fa piacere che tu cara abbia condiviso con noi questo dramma ..non è poco..è forse il primo passo,non l’unico ..perchè tu non possa rassegnarti a vivere nella casa del cuore la tua solitudine…
Tante volte ho pronunciato “perché ?” e mi incazzavo quando ..mi sono imbattuta nel “doveva andare così “ ..che si mescola a quei principi dogmatici della nostra religione ..secondo la quale chi ha subito qualcosa è eletto per insegnare ad altri …..
Il tempo passa ..e ciò che invece vorrei tu capissi della tua esperienza è che ..non puoi torturarti con quella stessa …
Quando parlo di coazione a ripetere mi riferisco proprio a dinamiche …che ci inducono ad arginare con la fuga ciò che invece risveglia l’antica ferita e la fa rivivere sanguinante…
………..ma se esistono ferite in rx leggibile ….esiste anche un potenziale ….forse ancora più ricco ?...
Ti abbraccio cilli


.cilli
 
inserita il 02/11/2009 01:02:21

- Ciao aral…
Non so se ho ben capito ciò che mi chiedi anche se mi ha rincuorato la tua spiegazione che hai dato all’amica anonima dopo l’intervento di kla che ha toccato comunque ciò che io intendo per identificazione ..
Parto dal presupposto come ho già scritto che la nostra nascita registra un patto con gli astri dove ci portiamo dietro tutti gli irrisolti dei nostri genitori e dei loro …ma proprio per questo ..credo che sia poi necessario adempiere a un nostro modello che può essere solo nostro …l percorso di individuazione caratterizzato dalle sue tappe rappresenta quindi una possibilità per l'individuo di non sentirsi bloccato nel suo percorso personale, scavalcare i suoi blocchi e andare avanti…
Se ho capito bene ciò che Lidia ci ha suggerito nel primo post è che il processo di individuazione è una Meta della nostra evoluzione ..
Da bimbi ci identifichiamo con i genitori dai quali dipendiamo..poi ci conformiamo a regole di gruppo dove saturno ha un grande ruolo e infine Ci individiamo come artefici del fine della nostra vita ..liberi ma aderenti a un sociale ..ma altrettanto sgombri per essere unici..
Io mi rendo conto di aver toccato troppi argomenti con questo post che tra destino…coazione a ripetere individuazione ..non vanno che a toccare un unico tema che è alla base quello che l’astrologia vuole dirci(credo) ..il come rendere al massimo le nostre potenzialità e cioè come L’individuazione rappresenta un processo di elevazione spirituale, porta infatti ad un “ampliamento della sfera della coscienza’. Individuarsi" significa "divenire un essere singolo" e, se intendiamo per individualità la nostra ultima, incomparabile, peculiarità, individuarsi allora significa "divenire il proprio Sé integrale : ossia ritengo opportuno specificare l'insieme conscio e inconscio, ovvero quella Totalità che esprime la nostra autenticità .
Ma il processo d'individuazione non è un percorso che sottrae dal confronto con il mondo esterno, esso ha due aspetti fondamentali : da un lato è un processo d'integrazione interiore, soggettivo e dall'altro è un processo oggettivo di relazione e il senso della propria identità implica la relazione con l'altro come diverso da sé, esso cioè si struttura confrontandosi, scontrandosi e misurandosi ..

La totalità quindi appare per certi aspetti come un "a priori", un "preesistente" e ciò farebbe supporre l'esistenza già data del Sé e credo che alla nascita esista quella "totalità potenziale", di una predisposizione al raggiungimento della finalità ultima. L'uomo sarebbe spinto dalla presenza inconscia del Sé a percorrere un cammino individuativo che gli permette di rendere manifesto ciò che già esisterebbe in lui….e credo sia ciò che l’astrologia può fornirci se ..non ci fossilizziamo su predefinito …ma sulla creatività che può operare su quel modello ..predefinito ..
Non posso pensare che il mio quadrato a T non abbia pur se espresso in conflitto una valvola di potenzialità
se predefinita è la ferita ...lo è anche un potenziale ? ....

N.b ho indirizzato ad aral ..ma è per tutti...(troppo forte il tuo accenno a marito tenuto)
un sorriso
cilli


.cilli..aral e tutti
 
inserita il 02/11/2009 07:03:12

- cara Cilli

..non so...come ti dicevo ...mi tiro un attimo fuori dagli schematismi psicologici...

Tu dici che il nostro tema rispecchia gli irrisolti dei nostri genitori (vero)...e quindi poi dobbiamo farlo nostro...

Ma io credo che sia comunque sempre stato NOSTRO il tema.....quei conflitti irrisolti sono i NOSTRI conflitti nel momento in cui nasciamo...ci appartengono.

Ma prima di essere conflitti sono MODELLI energetici che dobbiamo rielaborare ...certo in modo nuovo....in modo creativo...

Cilli...credo che alla fine noi dobbiamo dare un NUOVO SIGNIFICATO a quel modello (parlo di aspetti tesi)

...è come se i nostri genitori ci trasmettessero un certo pensiero ERRATO sulla vita (pensiero a cui noi evidentemente aderiamo totalmente) ....

...e sta a noi ...poi....trovare risposte nuove...un significato più autentico...


ciao lara

aral
 
inserita il 02/11/2009 11:00:34

- Ho preso un po’ di fiato. Ho letto i vostri interventi e un grazie ad ognuna di voi. Non amo gli schieramenti, si è persone prima che donne o uomini, ma la “comprensione” su certe ferite, può essere solo al femminile. “Grazie”, è solo una stupida parola. Ma c’è tanto altro dentro.
Ho letto stamattina ogni riga, più di una volta. Timore- sciocco, stupido ingiustificato, solo mio- timore ambivalente : liberatorio, catartico. E poi due righe da aggiungere. C’è una parte di me,vitale nonostante tutto – forse la bambina ferita- che per scrivere, qui in questo forum, ha bisogno di pensare che ci sia nella rete qualche anonima lettrice che passando di qui, troverà una storia con cui specchiarsi. Non riesco ancora ad accettare in toto un certo passato, mio, come il mio nome e la mia storia.
E’ stata una brutta giornata quella di ieri, ne ero consapevole. Sapevo cosa mi aspettava al varco, dopo l’invio di uno stupido post. Le emozioni che avrei provato. Duro, durissimo, scriverlo, per assurdo persino più che parlarne. Ho impiegato vent’anni e più per “confessarlo” a mia madre. Vent’anni per sfuggire al confronto con una “femminilità” sana. L’ho detto, bruscamente, a chi ho amato. Dovevo, sarei stata incomprensibile, indecifrabile.
Ma consegnare le parole alla “carta” significa di più: prendere per mano, cara Aral, una bambina in soffitta e provare da sola, finalmente DA SOLA, a farla uscire da una soffitta dell’infanzia, tra rimozioni e timor panico. Sono stata malissimo ieri. Ero sola a casa, ma finalmente libera di chiudere la porta e lasciar fluire ogni emozione, senza dover giustificare “il malumore”, sufficientemente raffreddata per liquidare il tutto con un malanno di stagione. Non ho acceso il pc, ovvio anche questo. Fuga.
Hai ragione Aral, pezzi di noi, dentro ai fatti più drammatici. Riconoscersi persino nell’incomprensibile, nell’orrore. Cosa ne ha fatto di me, quella ferita antica? Lì, piazzata in dodicesima, venere lesa da plutone , urano, saturno…su tutti il sigillo di marte? L’empatia , per assurdo! Non per merito, non per presunta sensibilità. Forse nemmeno l’avrei sviluppato,, l’”immedesimarsi”, se non avessi avuto l’esperienza del “dolore”. Quella soffitta, in qualche modo, mi fa “fiutare” le ferite. Le “sento”, perché le ho stampate dentro. E ho sempre- destino stampato in un tn, Cara Cilli- per professione bambini feriti da consolare, uno due per classe, gli altri posti lì solo per imparare. Li riconosco, li sento “dentro”. Per assurdo, sempre maschietti. Mi riconosco nel la loro timidezza, nello sguardo assente e malinconico, nella loro gestualità impacciata. Uguale a quella che era e ancora è a tratti tutta mia. Sempre, ogni anno a settembre. Hai ragione ancora Cilli, sole e luna in decima, il lavoro, per guarire e lenire anche le proprie ferite. Ogni anno, in un sorriso, mi chiedo, per “chi” sarò in questa classe? E sempre lì tra i banchi, a naso, li fiuto come l’ Orco delle favole. E mi batto come la peggiore delle iene, per il loro sorriso! Mi basta anche solo un abbozzo, ma da lontano, senza avvicinarmi troppo. Senza, mai far capire loro, che li ho “riconosciuti”. Quest’anno ho un ragazzino che ha perso la madre, altra ferita, l’ho perso anch’io , da bambina. Sono in prima B, per Francesco-non è il suo nome, naturalmente- quest’anno.
Chissà, cara Kla, se non significhi questo, essere incappata in certe esperienze, non scelte, non volute, ma che comunque, ancora ritrovo, all’esterno, attraverso altri volti, altre storie, altre ferite. Altri “specchi” interiori.
Ho anch’io una quadratura a T, non poteva che essere così, in qualche modo. Dentro, stampata da un passato non scelto, non voluto, ma col quale devo “scegliere” che cosa farne.
Ripenso ad un vecchio post di Sandra, scritto su questo sito tempo fa. Valori dodicesima. Il suo intervento e l’invito al lasciare andare, senza battersi, senza trattenere, senza “attaccarsi” , senza “mettere” radici. In qualche modo è la storia della mia vita affettiva e sentimentale, in parte scelta tra le aule, in parte messa in atto con le “fuge” o scegliendo chi non può che fuggire.
Ma sento di aver una responsabilità soprattutto con le mie fughe interiori, e forse, plutone sestile al sole, mi sta proprio chiedendo di lavorare per far uscire da una soffitta una bambina, senza che nessuno la tenga per mano. Nemmeno sperando che sia una amata amata quella da stringere.
Sola , finalmente. Sola per sentire, più che sapere- individuarsi e individuarsi - ove e con chi sia giusto fermarsi. La sosta stavolta la regalo solo a me. Imparando ad amarmi, finalmente.

Vi abbraccio, forte e vi ascolto, ho parlato troppo. Tornerò su altri post….col mio nick, che non è nemmeno il mio nome…. E visto che siete meravigliose, se qualcuna mi ha riconosciuta persino nell’anonimato, continui a far finta che…..anche se è puerile!
Ma mi vergogno, come un verme!
Un bacio.


anonima per necessità
 
inserita il 02/11/2009 12:48:36

- Cara anonima per necessità,
se c'è qualcuno che deve vergognarsi "come un verme" è quella persona che ha abusato di te quando eri bambina, non tu, ne allora ne adesso.
A volte mi viene il dubbio se tutto ciò che è scritto nel tema di nascita sia un percorso che dobbiamo imparare a vivere ed a subire, come nei casi come il tuo, se è così allora cerco una ragione valida per dare significato a tutto ciò ma spesso non mi viene, credimi non ci riesco proprio,
perciò vorrà dire che quando raggiungiamo la consapevolezza di ciò che ci è toccato bisogna tirare fuori tutta la forza che ci permette di sanare le ferite sperando che le cicatrici non siano così grandi e dure da non permetterci di vivere con più serenità le esperienze che ci riportano indietro nel tunnel della sofferenza.

Hai fatto bene a prendere quella bimba rimasta sola in soffitta per abbracciarla e farle capire che "l'orco" se ne è andato via per sempre e che non deve avere paura, perchè adesso, se si ripresentasse, troverebbe una bimba armata di tanta forza che saprà fronteggiarlo e che lo farà scappare via.
Scrivo questo per dirti che, se ho capito bene, dalla tua esperienza così dolorosa hai saputo coltivare una sensibilità che ti permette di capire ed aiutare bambini che vivono altrettante esperienze dolorose..., e questa è una gran cosa, perchè ti permette di sanare quelle ferite e dar loro un senso, non credi?
ciao con un affettuoso saluto ed abbraccio

x cilli
la "coazione a ripetere"?....bel discorso finchè avviene inconsciamente, ma è anche vero che quando si "prende coscienza" delle problematiche che limitano o condizionano le nostre scelte, i nostri affetti, i nostri stessi valori..., può essere anche difficile modificarli credo proprio per quel problema di individuazione con i modelli introiettati.
Poi tutto dipende dal modello a cui ci si conforma come individuazione, non è detto che con quel modello ci si viva male, la cosa cambia se è il contrario, allora qui l'astrologia può aiutarci veramente a capire qualcosa..
mah, magari non ti ho detto niente di nuovo.
ciao un caro abbraccio

lilli1
 
inserita il 02/11/2009 16:41:49

- forse sì, l'empatia, forse proprio un'empatia la cui intensità sarebbe stata difficilmente raggiungibile altrimenti ti ha portato questa ferita. ma non toglierti il MERITO di averla sviluppata, solo perché gli eventi ti hanno spinto a farlo.
PRIMO perché, anche se sei stata "spinta nella direzione dell'empatia", avresti comunque potuto ignorarla e seguirne o seguirne solo altre.
SECONDO perché, se c'è chi l'ha sviluppata senza simili "spinte", non è detto che non ne abbia invece avute altre, meno drammatiche e magari addirittura positive, come per esempio, tra le altre, un'insegnante particolarmente sensibile e attenta alle esigenze di ognuno dei suoi alunni. in effetti il tuo lavoro ti ha dato l'opportunità di 'mettere al servizio' la tua empatia e allo stesso tempo di renderti conto che la tua non è l'unica storia in cui poterti specchiare/rispecchiare.
hai accennato al tuo sole in scorpione in decima: quale valore può meglio esprimere il progetto di risorgere dalle proprie ceneri acquisendo il proprio potere INTERNO attraverso l'emancipazione dal bisogno di aggrapparsi a strutture esterne, costruendone di proprie e interne? nel tuo caso hai anche la possibilità di EDUCARE A FARLO TRASMETTENDO L'INTIMA CONVINZIONE DI QUESTA POTENZIALITA'!
anch'io lavoro in ambito educativo e ritrovo nella mia storia personale le motivazioni di ciò di cui nello specifico mi occupo. le differenze sono al centro del mio lavoro e non a caso da bambina ero fisicamente diversa per un busto che mi arrivava al collo (anche se non ho mai sperimentato né manifestato sensazioni di disagio), ma soprattutto poi mi sono ritrovata ad affrontare scelte "divergenti" rispetto a quelle della maggioranza delle persone e quindi difficilmente comprensibili attraverso "griglie di valutazione standardizzate". alla fine... tutto torna.

ti abbraccio con affetto,
kla


p.s. 1: mi auguro che idealmente, alla comprensione al femminile di certe ferite si possa aggiungere quella al maschile, forse più rara e di natura diversa, ma che può completare l'abbraccio materno con una stretta forte e protettiva.

p.s. 2: hai mai sperimentato attività di educazione ai diritti umani con i tuoi alunni?

kla per anonima per necessità
 
inserita il 02/11/2009 18:41:43

- Altre due parole. Una per te Lilli1, non potrei non farlo. Sinceramente non sono abituata ad abbracci così calorosi, mi imbarazzano persino. Ma ne “sento” tutta la profondità.
Ho dovuto “lavorare” sull’orco e quanto. Per vent’anni e più non l’ho salutato. Abbassavo lo sguardo se lo incrociavo. Abita vicino casa mia. Poi non so cosa mi è scattato dentro, ma di colpo, ho preso a non far più finta che mi cadesse qualcosa dalle mani, pur di non alzare gli occhi da terra e guardarlo in faccia.
Ho impiegato decenni e sono riuscita ad infilare persino, qualche scostante e farfugliato, gelido, ostile “ciao”.
E’ stato un passo importante, forse per entrambi. Se io avevo 7 anni, lui ne aveva 15. Forse un “bambino” anche lui, con un “gioco pericoloso” tra le mani. Credo, dall’interazione minima, che è seguita da quel momento in poi, che aveva “bisogno” del mio perdono. Bisogno, per non sentirsi, un verme.
Credo- senza desponsabilizzare nessuno, la tendenza è forte quando si subisce violenza nell’infanzia di addossarsi ogni colpa, e io ne sono “campione”, seppur consapevole- che sia stato difficile persino per lui, accettarsi in primis come uomo e poi come padre di due bambine. L’orco, aveva bisogno di essere perdonato e da me, per “ricomporsi”, per “accettare” quella sua parte “maschile” impazzita, deviata.

Avevo bisogno anch’io di quel “perdono”, ma non è stato facile , per niente. Persino l’estate scorsa al mare, come una pazza, mi sono rivestita senza sapere cosa stessi davvero facendo, perché proprio quell’uomo, stava guardando, non me, ma nella mia direzione.
E mi capita ancora, se lo incrocio, senza averlo visto prima in lontananza, di guardare a terra. Ma è stato importante, se non perdonarlo fino in fondo, non tenerlo lontano. Pronunciare anche un “ciao” ostile. Forse non mi sarei liberata dal silenzio, dal segreto. Forse questo post non sarebbe mai arrivato. Non è nemmeno perdono, è accettare, di vivere quell’uomo anche fuori da una soffitta. Facendo uscire lui, esco anch’io. Dicendo “ciao”, si è fuori da altri ricordi.
Non lo so cara Kla, se ho il merito del sentiero dell’empatia. In certi contesti, mi viene “naturale”, istintivo, quasi da animale. Persino con gli uomini, se sono solo miei amici. Diverso, se è l’uomo che amo. Lì si va in battaglia. E a morire- lo dico con distacco e consapevolezza, senza vittimismi- è comunque una parte di me.
L’ultima storia è finita, tra le pagine di un saggio di psicologia “Donne che si fanno male”. Si parlava di stupro infantile. Non ho retto.
C’ero io in quelle pagine. Non ho retto , la prova.
Devo riuscirci da sola stavolta, a tirarmi fuori da quella soffitta. Devo immaginarmi, dentro una classe, alunna di me stessa, come faccio con ogni parte di me, senza risparmiarmi, coi miei ragazzetti.
E’ ora di tornare tra i banchi.
Sai , è vera, anche un’altra cosa che scrivevi, parlando di te, Kla, e di certi percorsi professionali, in qualche modo “indotti”. Ho un debito con la mia maestra elementare e se ho scelto questa professione, è perché una meravigliosa maestra, seppe “guardare” me. Chissà forse nella vita, esiste anche una filosofia dei “vasi comunicanti” e quello che si è avuto gratuitamente, va, prima o poi restituito.

Un bacio. Non scrivo più….
Sto sorridendo, per “necessità”! Grazie!



anonima per necessità
 
inserita il 02/11/2009 18:53:31

- per lilli ..
sempre un piacere leggerti ...
e hai centrato... ...meccanismi che ci inducono a fare sempre gli stessi passi ma che non ritengo comunque al confine con il nevrotico....(non volevo infatti toccare il patologico ) ,,credo che il film "qualcosa è cambiato" con Jack_Nicholson..è un esempio di coazione a ripetere patologica ...fino a che un fatto oggettivo cambia le propspettive con il problema che diventa coscient:le diversità che non tollera sono le sue||

parlando invece di ripetizioni ..io appunto mi riferivo a modo di porsi che può scaturire da" eredità" ricevute che vede donne alle prese (o viceversa) con amori imoossibili .
qui la disistima si è instaurata e i fatti oggettivi potrebbero far esclamare :" mi va sempre male"
vera l'esclamazione ma non sufficiente forse a far prendere coscienza del problema dentro..
con ciò penso anche che un individuo invece possa avere 3 strorie contemporaneamente e star bene ..perchè come dici tu si è identificato in un modello che compiace..
tuto ciò che non piace è la valvola di interrogativi profondi..e di cambiamento ..realtivo ..
un abbraccio cili


Per l'amica anonima ...torno da te ...ho altro da dirti...su casa 12....
un sorriso per ora

cilli
 
inserita il 03/11/2009 00:34:56

- Non è un caso che tu sia qui ..cara amica (anonima)e concediti invece scrivere …Quel “non scrivo più” sai quante volte l’ho detto a me stessa?
Eppure il potere terapeutico di lasciar andare comincia proprio da quel coraggio ..Non sentirti un verme ,non lo sei e concedimi il piacere che sento nell’averti permesso questo incontro terribile con il tuo brutale segreto…
Ieri sera eravamo tristi entrambe e a distanza…Non ho mai motivi particolari che mi portano a quello stato d’animo eppure piombano con immagini sbiadite ..ricordi ..e se devo essere sincera come lo sono sempre …eri nei miei pensieri ….tra la ruota della vita e la morte …gli arcani nominati in questo post …giungi tu …con densi particolari che fanno parlare non solo i valori in casa 12 ma ciò che lo scorpione archetipo insegna …
Sai quando insegnavo attribuivo la mia empatia al fatto che non dimenticavo di essere stata alunna ..e mi sono sempre presa cura dei più deboli..li individuavo con il mio sguardo..e poi scoprivo vissuti ..da inferno ..proprio in quell’età che i bambini dovrebbero essere tali …
Io ho vissuto un’infanzia tranquilla ..e ho conosciuto l’astrologia molto presto…quando ho scoperto di avere una luna capricorno in casa 12 e l’asc capricorno …ho deciso di costruirmi io un tema dove quella luna scomparisse da lì…(spero tu sorrida perché in quegli anni io ero spensierata e davo libero sfogo a quella creatività che mi distingue e quella ilarità tipica dei gemelli …)Ho ripreso a interessarmi di astrologia a fasi alterne ..ma si tratta di passione ormai ..e di intensità ..nello sviscerare .e non dare mai nulla per scontato..e quella luna ..lì ..mi rigenera ora quando decido di chiudere la porta della mia alcova personale …dove io mi prendo per mano e so con certezza che mia madre mi ha fatto un dono immenso .
I nostri vissuti sono diversi lo sai anche tu ..ci accomuna un dolore ..che in qualche modo ha nutrito quell’empatia… …e il dono che siamo qui a poter raccontare ..di individuazione
So quanto sia difficile …lo è stato anche per me … da sempre metto all’ultimo posto i miei di problemi come se a me non fosse stato concesso averne …Ma se scopri che è un bisogno comunicare ..il problema comincia a sbiadire e forse mi concederai un vero sorriso…invitando anche me a non soffocare più bisogni…..
Ti abbraccio cilli


.cilli
 
inserita il 03/11/2009 07:06:17

- ciao Anonima per necessità

...mi ha colpito la tua frase..."aveva bisogno del mio perdono"...

Credo che tu debba soffermarti su questa frase....non parlo del fatto in sè...se fosse giusto o meno perdonarlo...

...mi riferisco al tuo bisogno di farlo...e alla tua venere lesa da plutone...

...non so Anonima...magari non mi è del tutto chiara la dinamica, ma credo che in questa tua frase ci sia un nodo importante da riconoscere...e ti chiedo di provare a rifletterci...(magari l'hai già fatto tante volte)

...con venere plutone l'amore non è più una libera manifestazione ma è mischiato a manipolazione ....tu ti sei sentita impotente, violata...pensando di perdonarlo tu sei diventata potente...

...credo che questa dinamica di potere ..subito e agito...potere che diventa una sorta di maschera, scudo per difendersi....per essere ciò che non sei perchè ti è stato negato ciò che sei ...perchè è troppo doloroso essere te stessa....LIBERA DI AMARE....LIBERA DI ESSERE....hai bisogno di sentirti "potente"....per non sentirti più annientata e vulnerabile come è già accaduto...

Cara anonima...spero che tu comprenda che queste parole vogliono essere solo spunti di riflessione.... ...

un bacio


aral
 
 
 
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