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Opinioni a confronto
   
  CAMBIARE GLI ALTRI
discussione inserita da Chiara Inesia
 
Frequentemente riscontro in molte persone, e anche in me stessa sicuramente, la tendenza a volere cambiare gli altri, ad avvicinarsi magari persone che infondo non piacciono più di tanto e poi allora cercare di farle cambiare in quel qualcosa che non ci piace.
Mi viene da pensare che ciò possa riflettere una nostra non accettazione di noi, che piuttosto che impegnarci ad essere noi stessi, ci impegnamo più a plasmare gli altri a nostro piacere ...ma se il "plasmare" gli altri fosse un nostro modo di essere?
Certo ciò non è funzionale per interagire serenamente con gli altri, come trasformarlo allora in qualcosa di produttivo?
Mi viene in mente .....facendo lo scultore, plasmando qualcosa materialmente ....potrebbe venire placata così questa tendenza?
Oppure no? E allora se fosse diciamo così una dote della persona la capacità di cambiare gli altri, in che modo si potrebbe fare questo producendo un risultato positivo per la persona?
Ad esempio gli allenatori, i preparatori atletici, così come l'attività del coaching che va così di moda ora, aiutano la persona a cambiarsi, a trasformarsi per raggiungere l'obiettivo, si potrebbe consigliare questo tipo di professione a coloro che dimostrano questa tendenza?
Ma poi come fanno, queste persone, a scindere l'ambiente lavorativo da quello familiare?
Cioè mi viene in mente che inevitabilmente queste persone eserciteranno il loro potere di trasformazione in maniera più o meno attiva in tutti i settori della loro vita...
E astrologicamente parlando a cosa vi fa pensare questo atteggiamento?
Ho trovato nel tema di una persona di questo tipo un bel Plutone, congiunto ad Urano e Giove, in II trigono alla Luna in VI..... Plutone sicuramente in questo campo docet! (immagino!)
Ciao a tutti!

Chiara Inesia

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 RISPOSTE A QUESTA DISCUSSIONE 76 - Inserisci una risposta a questa discussione
 
A CURA DI
inserita il 13/02/2009 09:31:23

- care amiche,
diciamo che tutti noi cambiamo praticamente ogni giorno, tuttavia, nelle relazioni le cose cambiano un po' e, perchè ci siano veramente delle possibilità di trasformazione e di maturazione del rapporto bisogna necessariamente essere in due.. e questo cambia radicalmente le cose in quanto, se uno parte dal presupposto che sia l'altro il problema allora tutto diventa difficile.. inoltre spesso ho visto che le persone sono convinte di dover fare dei cambiamenti per far un favore all'altro.. e qui c'è un grandissimo errore di fondo. In una relazione le cose dovrebbero essere NEGOZIATE (VIIa casa) e non certo imposte o subite.. Negoziare vuol semplicemente dire riconoscere la diversità dell'altro, ma nello stesso tempo cercare di mediare con chi si è scelto di stare.. mediare.. vuol dire incontrarsi a metà... e non fare ciò che vuole l'altro.

Infatti, se cominciassimo a pensare che ciò che facciamo, oltre che per noi lo facciamo anche per LA RELAZIONE invece che per l'altro.. allora ci sarebbe maggiore disponibilità.
Ho visto per troppo tempo che ciò che si fa per l'altro, soprattutto se si ha l'idea di sacrificare qualcosa di sè.. richiederà un risarcimento.
In terapia familiare si parla moltissimo del computo dei "debiti e crediti".. sembra una cosa terrificante, ma vi assicuro che è così.. farlo per l'altro significa prima di tutto non riconoscere che la relazione l'abbiamo scelta, è un nostro preciso intento e quindi devo cercare di farla funzionare.. trovando attraverso la mediazione le cose che possono migliorare il rapporto.

Non a caso la relazione viene posta nella stessa casa delle società.. in una società tutti devono mettere qualcosa in comune e tutti devono fare la loro parte e nessuno si sogna di dire "io sono così", perchè viene immediatamente messo alla porta..
Nelle relazioni invece spesso si dice "io sono così" il che automaticamente vuol dire "non chiedermi niente.. perchè io non farò nessuno sforzo per migliorare la relazione"... e questo prevede una oligarchia con un capo e dei sudditi.

Un saluto Lidia


Lidia
 
inserita il 13/02/2009 10:01:35

- Cara Chiara Inesia,
nel tuo ultimo post mi sembra di capire, che per te ci sia molta energia del psicoterapeuta, ed essendo medico forse il quesito che ti sei posta all'inizio era riferito proprio a questo tipo di attività?

Quello che emerge da tutti i discorsi comunque c'è una verità di fondo, cioè che le persone cambiano se vogliono cambiare, se prendono coscienza delle loro difficoltà, dei loro difetti, se raggiungono la consapevolezza che i loro comportamenti non permette di vivere una vita affettiva, familiare, sociale o lavorativa accettabile PER SE' STESSI e poi per chi sta loro vicino.

A questo punto direi che ci sono persone che hanno insito in loro "energie" molto forti e potenti di Plutone o Nettuno, a seconda di quello di cui si vuole parlare, che sentono un altrettanto "forte" bisogno di impegnarle nei confronti degli altri, ma è molto importante saperle utilizzare queste energie, e si presume che chi le usa le sappia conoscere bene, diciamo che abbia imparato a conoscere bene sè stesso come ad esempio uno psicoterapeuta.

La forza di molte persone comunque consiste proprio nell' aver imparato ad utilizzare le sue energie in maniera positiva, mettendole al servizio di chi "soffre", ho conosciuto molti psicologi che hanno forti valenze plutoniane, forse perchè il piacere di "scavare", permette loro di capire cosa esiste nel profondo dell'animo umano,

se parliamo di persone che lo fanno per professione allora penso che riescano ad aiutare le persone a "migliorarsi" , nella gente comune invece si assiste con facilità al "voler cambiare l'altro" che rende i rapporti difficili e conflittuali.

Sono quei rapporti che si trascinano in liti, rabbia, rancore e sofferenze proprio perchè "ci si concentra a volere che l'altro raggiunga il nostro grado di consapevolezza", quando magari la sua consapevolezza è diversa dalla nostra.

Molte volte si è così ostinati che ci si ferma sulle proprie posizioni, non parlo solo di rapporti intimi e di relazioni a due, ma, ad esempio, in un rapporto di lavoro con più persone, chi lo dice chi e quale persona DEVE CAMBIARE?

Posso assicurarvi che con questo ragionamento se si lavora in gruppo e non si accettano gli altri per quello che sono, il lavoro "diventa un inferno", sarà per questo che ho imparato ad accettare il mio prossimo per quello che è, pur facendo prevalere la mia identità, pur conservando il mio modo di essere,

non c'è come quando si ha a che fare con più persone tutti i giorni in un rapporto di collaborazione continua che si capisce come siano difficili i rapporti, ma non mi ha mai sfiorato l'idea che qualcuno all'interno del gruppo "DOVESSE CAMBIARE" è come se pensassi che qualcuno volesse CAMBIARE ME perchè non gli piacciono alcuni lati del mio carattere o del mio modo di fare....
per me non è un segno di debolezza " accettare i difetti degli altri" perchè ho imparato ad accettare I MIEI DIFETTI


se rovesciamo la frittata quanti di noi sono disposti a cambiare se una o più persone vicino a noi ci "martellasse" tutti i giorni per convincerci della loro verità? quanti di noi sono disposti ad accettare le critiche di qualcuno che "per lui" siamo noi a "sbagliare"?

Il mio è sempre un discorso generico
ciao

x Paola

Cara capisco quanto sia difficile per te vivere la situazione che descrivi, Lidia ha espresso bene il pensiero su tuo marito, vedo che per te è "accettare un marito un pò bambino" perchè hai una profonda comprensione delle sue fragilità vissute da piccolo, sai che non ha avuto l'affetto ed il supporto che gli avrebbe permesso di diventare "forte" intimamente, e quanta paura ha di dimostrare quella fragilità che non gli permette di valorizzare la sua "supremazia maschile".

E' questo tuo "comprendere" che ti permette di stargli vicino, noi donne abbiamo un istinto materno infinito che ci permette di prenderci cura di quelle parti "bambine" di chi ormai bambino non lo è più, ti auguro di riuscire a farlo crescere un pò e ti mando un caro abbraccio

ersilia x Chiara Inesia
 
inserita il 13/02/2009 10:02:52

- Ciao Paola, scusa se intervengo probabilmente creandoti un ulteriore sofferenza, ma da madre, il primo pensiero che ho avuto leggendo la tua testimonianza è stato: ma che esempio stai dando alle tue figlie? Che modello di donna prepari per loro?
Credo che la tua principale responsabilità, se vuoi preoccuparti di qualcuno, dovrebbero essere loro due, non il bambino che c'è ancora in tuo marito ... o comunque , non prima delle due vere bambine che hai...

Scusami per questo intervento, ma davvero vorrei capire come hai stabilito le priorità che vivi in questo momento...

Stefania



Ste per Paola
 
inserita il 13/02/2009 10:12:59

- Cara Lara,
sono d'accordo con te, la strada migliore sarebbe portarlo verso la consapevolezza, ma mettiamo il caso che questo non ne voglia proprio sentire parlare di queste cose e tutte le volte che magari si accenna a qualcosa del genere scappa, si nasconde perchè non vuole vedere ....allora capisci che proprio non si può fare nulla neppure in questo senso e forse appunto è giusto così, non so, e comunque l'unica cosa che rimarrebbe, secondo me, è accettarlo e, se non ha ancora trovato la sua vera strada, indirizzarlo verso qualcosa in cui possa mettere a "servizio" questo suo modo di essere ....ad esempio, molti insegnanti sono così ...magari sbagliano perchè non educano, cioè non tirano fuori dall'alunno quello che c'è, ma impongono la loro visione cambiando magari anche la persona, ma a volte anche con questi metodi si posso ottenere dei buoni risultati non credi?
Non so ....sinceramente penso che l'imposizione sia sempre una metodica educativa sbagliata in qualunque contesto si svolga ma ....non c'è modo allora di "salvare" queste persone?
Possiamo solo "condannarle" (nel senso di riconoscere le modalità tanto diverse dalle nostre e quindi troppo difficili da integrare) e allontanarle???
Ciao!

Chiara Inesia

Chiara Inesia
 
inserita il 13/02/2009 10:22:34

- ...ma Chiara, ma perchè dovremmo salvarle...??...se le vogliamo SALVARE le vogliamo CAMBIARE....siamo sempre lì...

Ma perchè non le possiamo lasciare andare per la loro strada e che facciano le loro esperienze....che imparino ciò che devono imparare....?

...o anche limitarci ad accetterle per quello che sono...se ce la facciamo..

Ma, Chiara, qual'è il punto...?? ognuno è quello che è....possiamo accettarlo o meno....se vorrà cambiare dipende solo da lui...

ciao lara

aral
 
inserita il 13/02/2009 10:38:36

- Cara Lidia,

ciò che scrivi riguardo alla relazione mi colpisce sempre molto.
La maggior parte delle mie relazioni si sono realizzate per innamoramento forse più ad un ideale che alla vera persona ....non so se le mie elevate esigenze mi portassero a cercare di non vedere i difetti degli altri perchè sennò non avrei avuto nessuno vicino, o invece era solo un modo per potere stare con qualcuno da cui forse sarei sempre e solo fuggita, perchè magari è quella la mia tendenza di base, non so ...comunque questo negoziare, questo fare qualcosa insieme per la relazione mi incuriosisce molto.
Ho sempre pensato che le cose giuste venissero facili, mi rendo conto invece che per fare le cose giuste ci vuole molto impegno, molta umiltà ma anche molta forza, cioè andare incontro all'altro senza negarsi, capire il limite oltre il quale si dà troppo ....perchè poi si pretenderebbe troppo indietro, oppure capire che si pretende troppo dall'altro senza dare niente.
Comprendiamo ora come il dialogo sia così importante, come è importante scambiare i propri punti di vista e non per portare l'altro al nostro, ma per creare quella nuova linea, che non è nè nostra, nè del partner ma che si pone a metà strada tra le due.
Certo questo è molto difficile, personalmente ciò che ho trovato più frequentemente all'esterno (forse perchè ho quel modello di maschile) sono uomini che difficilmente parlano, difficilmente sanno chi sono e soprattutto cosa sentono e quali sono i loro bisogni, dunque ....in questi casi è davvero molto difficile potere instaurare qualcosa di paritario ....o ci si mette sotto o ci si mette sopra ....e così si crea solo una relazione impari e frustrante.
Sono anche consapevole che se ho incontrato determinati modelli di maschile forse anche io ero molto lontana dai miei veri bisogni, dal mio vero sentire ....certo, infondo la vita non ci dà altro che lo specchio di noi stessi, lo so perfettamente.
Ci sono anche molti uomini intelligenti capaci di sentirsi e di esprimere le proprie esigenze, anche se io non li ho incontrati, fin'ora per lo meno .....basta esserlo noi così e la controparte che incontreremo sarà sicuramente così.

Per questo sinceramente non condivido molto il fatto di prendersi cura del marito come di un bambino, certo che se per Paola il suo valore primario è tenere unita la famiglia allora la sua scelta è quella giusta ....ma, mi chiedo ....quanto veleno deve ingoiare per quell'obiettivo ....sicuro che ne vale davvero la pena?
Non lo so, non ho una famiglia, non ho dei figli e non posso saperlo ....e comunque ognuno ha i proprio bisogni e i propri tempi che vanno sicuramente rispettati.
Ma spesso prendersi cura degli altri comed ei bambini, non rivela nient'altro che la nostra necessità di curarci della nostra parte bambina, delle nostre vere esigenze, dei nostri veri bisogni ....che magari vengono mascherati da un ideale, da un progetto magari molto lontano da ciò che siamo veramente.
Cari saluti!

Chiara Inesia

Chiara Inesia
 
inserita il 13/02/2009 10:46:33

- Brava Lara,
BINGO!!!!!!!
"Se le vogliamo salvare le vogliamo cambiare"
"perchè non le possiamo lasciare andare per la loro strada?"
....perchè a volte ci leghiamo a certe persone perchè ci danno qualcosa di cui abbiamo molto bisogno, o per lo meno di cui crediamo di avere molto bisogno e poichè non siamo capaci di lasciarli andare, non possiamo lasciarli andare perchè ciò ci farebbe troppo male, ci toglierebbe qualcosa di quasi indispensabile per noi, allora ecco che ....vogliamo cambiarle ...per potere rimanere noi nella relazione ...per la nostra incapacità di "crescere" e di distaccarci da modelli disfunzionali!!!!!

Dunque .....alla fine ....il trasformatore trova il trasformatore opposto che da vero Nettuniano infondo è un dipendente e che poichè non può, non riesce lui a cambiare e a togliersi dalla sua dipendenza, vuole cambiare, trasformare, salvare l'altro per potere rimanere nella relazione!!!!!!
Chiaro è??!!!!!
Un bacio!

Chiara Inesia

Chiara Inesia x Aral
 
inserita il 13/02/2009 10:52:03

- A questo punto mi sorge spontanea una domanda ......allora ....
COME TOGLIERSI DALLA DIPENDENZA AFFETTIVA???

Chiara Inesia

Chiara Inesia
 
inserita il 13/02/2009 10:53:52

- Ma per questo inserirò un altro post così potremo approfondire un tema sicuramente molto interessante per tutti ....peccato che non posso assistere alla lezione su Nettuno che Lidia dovrebbe tenere questo we, o forse l'ha tenuta quello scorso .... beh ....speriamo ci voglia dare il suo illuminante contributo.
Ciao!

Chiara Inesia
 
inserita il 13/02/2009 10:57:22

- ....wow....ce l'abbiamo fatta... !!!

Certo...alla fine tutti, chi più, chi meno VORREMMO cambiare gli altri...perchè è MOOOOOOOLTO più difficile cambiare se stessi...(come per esempio rinunciare ad una relazione insoddisfacente ma che ci garantisce comunque delle sicurezze).

ciao lara

aral
 
 
 
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