- Bel post cara Cilli!!!
Personalmente credo che l'emotività sia strettamente collegata alla sensibilità, cioè se io sono emotivo è perchè sono molto sensibile, altrimenti se non fossi sensibile non sentirei e non potrei provare e quindi esternare emozioni.
Dunque per essere emotivi bisogna prima essere sensibili, le persone ipersensibili potrebbero essere iperemotive, e cercare dunque di "dominare" questa emotività con la ragione, commettendo secondo me un grande sbaglio.
Così la sensibilità è fragilità e debolezza solo quando non è riconosciuta o ancor peggio mascherata.
Ma la stessa sensbilità, anche ipersensibilità in un soggeto che si conosce, che conosce la propria porosità e le proprie emozioni diventa una forza straordinaria!!!!
Solo quando c'è inconsapevolezza e ignoranza, nel senso di non conoscenza ci può essere debolezza e si può rimanere ad uno stadio emotivo, ma quando si fa il passo successivo, che indubbiamente è faticoso, e superato soprattutto il pregiudizio secondo il quale sensibilità ed emotività sono uguali a debolezza, allora il soggetto sa chi è e sa come muoversi nel mondo, non avrà più paura di mostrare la propria sensibilità e ciò sarà appunto un suo punto di forza.
Il problema è la vergogna, ci hanno insegnato che non dobbiamo piangere, che ci dobbiamo controllare, ecc. ecc e soprattutto non ci hanno mai insegnato a "sentire" , perchè il nostro mondo è soprattutto razionale e maschile, dunque non siamo abituati ad avere a che fare con la parte più profonda di noi, che non può essere nascosta e di cui abbiamo molta paura, perchè ovviamente siamo i primi a giudicarci e a non ritenere valide certe qualità ....che certo se rimangono inconsapevoli e grezze non sono molto efficaci per la persona, ma quando abbiamo il coraggio di conoscerle e non negarle più, neppure agli altri ...allora avremo ottenuto dei punti di forza meravigliosi!!!!
Se accettiamo e nutriamo la nostra sensibilità, poi troveremo anche il modo di farla fruttare al meglio ....ma questi sono discorsi che abbiamo già fatto un sacco di volte.
Piuttosto volevo soffermarmi sul dire che io non sono d'accordo che l'essere ricettivo sia la massima espressione dell'amore incondizionato.
Perchè essere ricettivi è una cosa, ma poi sapere amare senza condizioni è tutta un'altra storia!!!!!
E poi cos'è l'amore incondizionato????
Siamo sicuri che un umano sia in grado di provarlo???
Se è sì, allora tuo marito può andare con un'altra donna perchè questo lo fa felice e tu sei contenta, allora se uno mi ferisce io porgo l'altra guancia e non proverò mai rancore quando lo rivedrò ....non mi viene l'ulcera, i calcoli alla cistifellea e tutto il resto!!!!
Per amare senza condizioni, secondo me, bisogna essere senza "peccato", cioè bisogna conoscersi così bene ma così bene da non riflettere nulla di negativo, ovvero non conosciuto, di sè sull'altro e avere una tale fede in Dio o nel destino o nel piano da potere accettare, senza sviluppare rabbia inconscia, davvero TUTTO .....questo credo sia molto molto difficile da trovare in un essere umano!!!!
Perchè siamo tutti buoni a dire che proviamo amore incondizionato quando non siamo a contatto con il nostro sentire e con le nostre emozioni ....andiamo incontro all'altro, facciamo tutto per il bene dell'altro senza sentire la rabbia che ci monta ogni volta che il nostro Io non è rispettato ....perchè ci insegnano che non dobbiamo avere rabbia, ci insegnano che non dobbiamo pensare a noi stessi ....ma se noi effettivamente sentiamo quelle cose, proviamo quelle emozioni negative o poco belle, perchè non dovremmo sentirle??????
Se sentiamo rabbia o prevaricazione o ingiustizia o umiliazione vuol dire che ancora non siamo "pronti" per amare senza condizioni, o meglio che davvero ne siamo ancora molto molto lontani ....è così semplice .....invece no ....dobbiamo essere tutti bravi e buoni!!!!!!! E dobbiamo sempre mettere a tacere le nostre sensazioni, le nostre emozioni ....senza capire che le sensazioni non sono da negare, ma solo da EDUCARE, da fare crescere, perchè anche le nostre emozioni sono primitive come quando non sapevamo nè leggere, nè scrivere, ma per imparare a leggere c'è la scuola, per imparare a conoscere e riconoscere le nostre emozioni invece non c'è la scuola e così rimangono sempre selvagge con il rischio che irrompano fragorosamente come un vulcano e brucino noi stessi e tutto ciò che ci circonda.
Le passioni, le emozioni "educate" fanno sì che da una forza e da un'energia grezza e selvaggia si passi ad una preziosa forza costruttiva e cosciente, davvero utile ed efficace per il nostro bene e per quello degli altri!!!!
Io per lo meno la vedo così.
Cari saluti!!!!
Chiara Inesia