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IL FORUM DI ERIDANO SCHOOL - ASTROLOGIA E DINTORNI
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Opinioni a confronto |
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IL TEMA NATALE DI CHI NON SI FA DOMANDE
discussione inserita da sonia |
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Apro questa discussione perchè oggi sono concentrata sul pensiero che vivere ponendosi sempre tante domande a volte sia pesante, oggi ho questa sensazione.
Spostando la riflessione in campo astrologico...ci sono aspetti, pianeti particolari che in un tema e quindi nella vita di una persona fanno vivere in modo più "leggero" e "spensierato"?
So che potrebbe sembrare stupida come discussione, e forse in realtà lo è...però ho conosciuto spesso persone che non si sono mai fatte problemi di alcun tipo o interrogati più di tanto...semplicemente loro vanno, non domandandosi neanche se nella giusta direzione oppure no, vanno e basta.
Altri invece, e nel gruppo purtroppo mi ci metto anch'io, a farsi domande anche per una minima cosa.
Insomma...non so se si è capito...a voi la parola, se vi va.
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RISPOSTE A QUESTA DISCUSSIONE 19 - Inserisci una risposta a questa discussione |
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A CURA DI |
inserita il 20/10/2007 14:34:28
- cara Sonia, care amiche e amici, non posso restare indietro in queste riflessioni.
Cara Sonia, mi sono domandata spesse volte anche io da che cosa dipende e cosa differenzia le persone che si pongono mille riflessioni, vogliono sapere il perchè di tutto ciò che succede intimamente ed esternamente, dare un significato alle cose...che spesso non trovano risposte.
Astrologicamente ci sono segni più introspettivi e altri meno, ho visto che le persone che hanno maggioranza di pianeti nell'emisfero Nord spesso sono un pò più portati ad interrogarsi, per il resto credo che dipenda anche dalle "insoddisfazioni" che possono corollare la nostra vita e che ci portano a voler capire cosa funziona e cosa no...
Non ricordo più chi era quel grande uomo che citava il pensiero che diceva così :"l'uomo passa tutta la vita a pensare, per capire che non c'era niente da pensare", ma io amo pensare e capire il mondo interiore che muove le persone e finchè potrò lo farò...
Buon fine settimana lilli
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lilli |
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inserita il 20/10/2007 19:47:50
- Ciao a tutte.
Pensandoci credo che l'essere umano per definizione si interroga e fa domande, perchè cerca una consapevolezza. Lui cerca Dio ma attraverso le vie tortuose della ragione (una pianta, un animale vi sono già, in Dio).
E' vero che a volte complichiamo, ma perchè ci sono istanze che devono uscire (ad es. possono uscire con i sintomi nevrotici, e di quelli a volte sono pieni anche coloro che evitano accuratamente le domande).
L'uomo ha un vasto mondo psichico di cui riappropriarsi e quindi deve porsi domande.
Soprattutto deve guardare a se stesso, ed evitare di giudicare gli altri (=proiettare). Conoscendo se stesso (ed è un processo che non ha, credo, fine) conoscerà il mondo, acquisirà saggezza (e pace interiore) e penso proprio, leggerezza.
Tagliare via gli interrogativi non è leggerezza. E' non saper ascoltare se stessi e quindi gli altri. L'uomo saggio secondo me è anche leggero come un bambino, innocente e sereno.
Magari per arrivarci a volte, all'inizio, tocca fare qualche giro complicato. E respirare pesantezza (il gravame del complesso dei complessi psicologici e degli schemi mentali, gran parte derivanti da cultura ed eduazione).
(Conosco persone che biasimavano la mia complicatezza, e per carità, avranno anche avuto le loro ragioni, ma poi ho appurato anche in loro baratri di depressione rimossa).
Un bacio leggero
Bruna
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Bruna |
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inserita il 21/10/2007 10:32:49
- cara Bruna,
sono completamente d'accordo con te...
Il nostro porci domande è un cercare di comprendere con la testa il senso profondo della vita...il tormento mentale o materializzato nel corpo con disagi psicosomatici è la conseguenza dello sforzo di conciliare conflitti profondi dentro di noi e la serenità e la leggerezza sono la conquista di un nuovo equilibrio la senszione di aver intravisto uno scorcio di "verità" che ci conforta un pò l'amima.
E' certo che chi si dibatte ancora in bisogni primari fondamentali di sicurezza è ancora alle sprese con esigenze profondamente diverse e eluderà per forza di cose richiami di natura più spirituale.
saluto
lara
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aral |
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inserita il 22/10/2007 09:36:29
- Care amiche,
proprio in questi giorni, in seguito alla lettura dell'analisi del T.N. di Bruna, riscontrando parecchie similitudini, mi ponevo la stessa domanda...
io sono nata così: fin da piccola avevo una reale passione per tutto quanto comporta analisi profonda,
studio, ricerca, comprensione
e mal sopportavo la superficialità.
Se da un lato ciò mi ha avvantaggiato in certi campi (negli studi, nel lavoro..), spesso, nella vita privata, nelle relazioni interpersonali, mi è stato deleterio.
Per un verso mi ha portato a scansare stupidamente persone e situazioni che, ad una prima occhiata, mi parevano "misere nei contenuti"
per altro ad ostinarmi pesantemente nel voler capire e dar un senso ad ogni cosa, ad ogni comportamento. Praticamente convinta che, adoperandomi, sarei stata in grado di gestire e di ribaltare le cose.
Dopo una bella grossa tosta delusione,
con molta fatica e per bisogno (lo riconosco) di evasione,
mi son avvicinata anche a quelle persone e quelle situazioni che in precedenza avevo svalutato.
Mi sono confrontata con personalità più "leggere"?
meno pesanti? meno introspettive???
beh, il risultato è stato che ora sto decisamente meglio. Ho capito che tante persone, queste persone, evitano di pensarci su troppo e accettano le cose come vengono perchè credono nel destino o vogliono crederci, talvolta, anche per evitarsi ulteriori dolori.
Io credo molto nei proverbi, realmente perle di saggezza popolare : "il giusto sta sempre nel mezzo" ...perciò un giusta introspezione fa bene
ma l'eccessiva...fa male. Ci trovo un po' di autolesionismo.
Concordo comunque con Lilli quando dice che il porsi troppi interrogativi su di sè avviene quando abbiamo delle insoddisfazioni.
Forse il segreto sta nel non avere troppe aspettative, nel non voler sentirsi speciali e diversi dagli altri, pretendendo quindi di godere di un trattamento di favore.
Che ne dite?
Un caro saluto a tutte,
Costanza
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Costanza |
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inserita il 22/10/2007 16:47:31
- cara Mirella,
per certe cose sono convinta che tuo marito abbia delle ragioni.
Mi spiego. Sono anch'io convinta vedendo tante persone con i loro problemi che molte di esse non "abbiamo veri problemi" ma che se li vadano cercando con una visione assurda e pessimistica della vita che non può portare a nulla di positivo ma solo a complicazioni. Persone che non riescono a distaccarsi un attimo dal loro "vissuto" e che si sentono martoriate e sfortunate quando in realtà hanno una vita normale, come tantissime altre.
Con questo non intendo dire che non bisogna però interrogarsi, cercare di capire il perchè delle cose e soprattutto smettere di spostare tutto fuori. Però, ci vuole la giusta via di mezzo ed è vero che spesso la vita è più semplice di come noi la vediamo.
Infatti siamo noi i veri complicati che facciamo tragedie di piccoli problemi e non riusciamo a vedere le meraviglie che ci circondano perchè indossiamo spesso le lenti scure.
Un abbraccio Lidia
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Lidia |
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inserita il 22/10/2007 17:08:15
- ciao a tutte
mentre leggevo tutti i vostri pensieri ,alcunicondividendoli e altri un pò meno. mi è venuto in mente un ragazzo africano con problemi di sopravvivenza. La causa la mancanza d' acqua.Quel ragazzo nn riesce a farsi domande gli interrogativi i dubbi sui grandi temi appena lo sfiorano quando, si ha a che fare con la fame quella vera, la sete ,e la mancanza di ogni altra cosa , credo propio che nn ci sia tempoper niente altro. Ecco lì la vita diventa semplice soddisfare i bisogni primari.Noi ci siamo dimenticati ,della condivisione (che rende il prolema leggero)dell'aiuto disinteressato del tuo vicino del tuo amico (che ti fa sentire sempre protetto mai solo) potrei continuare ma ripeterei pensieri già espressi.Chissà forse e solo questo sentirsi separati dalle cose semplici quelle che ci permettono di sentirci parte di un tutto viviamo scissi da noi e sopratutto con la pancia piena.Un saluto a tutti kikòb
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kikòb |
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inserita il 22/10/2007 22:12:31
- Io ho ampliato la mia riflessione di partenza, non ero sparita ma sono solo rimasta in ascolto per un attimo.
Potrebbe c'entrare anche l'egoismo secondo voi?
Io con 'non farsi domande' intendevo anche il discorso più ampio di quando qualcuno agisce per se stesso e basta non fermandosi neanche un attimo a riflettere sulle eventuali ripercussioni delle sue decisioni/scelte sugli altri.
E qui io ci metterei anche il rispetto.
Poi che un ragazzo africano abbia altro a cui pensare su questo non ho dubbi, però non ne ho neanche sul fatto che di domande, e proprio per la sua condizione, potrebbe farsene invece molte.
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sonia |
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inserita il 23/10/2007 09:39:05
- Mia cara Sonia
la risposta al ragazzo africano è propio nella domanda che ti sei posta. L'altra matà del mondo nn pensa che c'è altra gente che ha gli stessi diritti di bere, mangiare, ecc...secondo te c'è rispetto in questo? mi sà che c'è anche un pò di egoismo.nn trovi? Sicuramente lui continua a farsi... un' unica domanda....Quanti sono quelli che hanno rispetto di me?e condividono le risorse.?Credo che ci voglia ancora un migliaio di anni prima che l'uomo impari il nn egoismo la vera condivisione ed il rispetto verso ilpensiero dell'altro ed ogni altro sacrosanto diritto ciaoo a tutti kikòb
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kikòb |
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inserita il 24/10/2007 10:06:45
- Cara Sonia,
leggendo tutti gli interventi mi convinco sempre di più che a volte abbiamo bisogno di chiederci dei "perchè", perchè non sappiamo vedere i perchè più semplici e che sono quelle risposte che cerchiamo negli altri e non in noi stessi.
Ovvio che ognuno ha dei perchè diversi da chiedersi ( come il ragazzo africano ha quello della sopravvivenza e non quelli interiori, anche se ho qualche dubbio in questo, i suoi perchè interiori li ha comunque, solo che sono secondari..) io ho capito il senso della tua domanda, è altrettanto ovvio che ognuno esprima qual'è il suo perchè ( scusa il ripetere, ma non mi viene meglio), comunque ho fattoun'ulteriore riflessione su quello che dice Lidia, condivido che ci vuole una giusta misura, ma perchè si perde la misura?
Allora ne ho dedotto che ognuno ha dei problemi interiori molto profondi legati ad insicurezze, egoismi, vanità, invidia, pregiudizi, cattiveria, indegnità...potrei continuare ma mi fermo.
Io le considero le parti in "ombra" di ognuno di noi, parti che non vogliamo accettare, che, anzi, rifiutiamo con tutte le nostre forze finchè possiamo, ma che sono li, sempre presenti a tormentarci appena se ne presenta l'occasione e...l'occasione ci viene presentata dagli altri.
Così è più facile pensare che il mondo esterno non ci permette di darci risposte che sono dentro di noi e che non vogliamo ascoltare, non si può dire a noi stessi che siamo egoisti, cattivi, invidiosi, prepotenti, str...i..., e mi fermo di nuovo.
E' molto più facile pensare che lo sono gli altri, non che gli altri si comportano con noi in base ai nostri comportamenti con loro..., non so se ho reso l'idea.
Tornando al tema natale, mi permetterei di aggiungere che non ci sono segni chiari di chi ha la predisposizione a vivere in modo più "leggero" e "spensierato", ma tutto dipende dai conflitti che ci sono in quel tema, le parti in ombra che non si riconoscono, i problemi interiori che restano irrisolti...
ciao lilli
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lilli |
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