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  LA LUNA-UN PIGIAMA DI ORTICA..
discussione inserita da naja
 
Cara Lidia e carissimo Forum
maschile e femminile..sto in cucina a farmi una "minestrina che sa di mamma"-non a caso-e penso all" "accoglimento".
Spontaneamente cerchiamo quello materno..poi inoltrandoci nella vita agognamo pure le grotte segrete dove il maschile si è rintanto e può "accoglierci"
..a volte è vero che DAVANTI A TUTTO stava un autorità -pietra
e siamo rimaste fuori..
alcune a bussare ancora..
altre a guardare quella pietra arrabbiate
o girate di spalle,
o fare graffiti sopra per imbrattarla o ..o ..ooooo

immense fantasie che hanno il sapore di un dolore per un " SENSO DEL MASCHILE" non conquistato-amato-conosciuto

Questa premessa per descrivere l'amarezza di "un amore finito"...un maschile incontrato e MALE CAPITO....
non mi addoloro-quello lo metto nel mio sacchetto-zaino di vita da sopportare-per la fine di un amore
mi addoloro -invece-di una sconfitta più GRANDE PER ME e provo a dire;

io volevo REGALARE LA MIA LUNA a UN UOMO e SCAMBIARE LA SUA.....
Ma non ci sono riuscita

tralascio i dettagli della storia...ma,convinta della mia buona fede e della sua....mi chiedo:

PERCHé LA LUNA INDOSSA PIGIAMI DI ORTICA QUANDO TENTA DI ACCUCCIARSI DENTRO AL LETTO DELLA RELAZIONE D'AMORE????

e parlo di luna...perchè la vedo nel percorso dopo Venere..dopo la sana seduzione che ci fa chiudere gli occhi per SENTIRCI..SCEGLIERCI... dopo sento la necessità reciproca di tentare di scambiarci LA LUNA.....il sentire non ha sesso..ha il dovere di far parlare maschile e femminile

MI INTRIGAVA quel "MOMENTO_-IMMENSO in cui,spogliati di seduzione....ci ABBANDONIAMO PER ESSERE ACCOLTI E ACCOGLIERE....un momento meno roboante..più intimo e intensissimo ma che SPESSO...segna il PASSO DI UN FALLIMENTO DI UNA RELAZIONE..
PERCHE'?????
In quell'abbraccio MASCHILE E FEMMIILE cosa non SANNO DIRSI?????
e.per parasdosso LA LUNA...perchè FATICA A dialogare con il maschile e il femminile????

A letto CON IL PIGIAMA D'ORTICA.....soffriamo secondo me IN TANTI....
DOVE..cercare per....

naja


____________________________________________________________________________________________________

 RISPOSTE A QUESTA DISCUSSIONE 12 - Inserisci una risposta a questa discussione
 
A CURA DI
inserita il 25/04/2008 12:52:13

- cara Naja,
indubbiamente suggestiva l'immagine del "pigiama di ortica", in effetti, in alcuni casi è ben più di un'ortica e la Luna si trasforma in cactus.. pronta non solo ad irritare ma a ferire e pungere.. più del dovuto.

Credo che noi tutti siamo alla ricerca di un luogo accogliente in cui rincantucciarci e in cui lasciar andare le emozioni e i sentimenti, in modo tale da conoscere, conoscerci e vivere quel senso di intimità profondo che è il solo a regalarci l'approdo all'altra metà di noi.. Solo che noi ci portiamo dietro memorie antiche, vecchi files che avremmo dovuto riaprire, rielaborare e poi resettare quando non cancellare definitivamente in quanto ci erano serviti un tempo, ma oggi non ci servono più perchè abbiamo ben altre frecce al nostro arco..
Eppure, noi teniamo tutti i files e, in genere, quelli che contengono le informazioni più dolorose sono i primi che vengono richiamati alla memoria quando iniziamo qualcosa di nuovo.
Quello di cui abbiamo parlato a lezione sabato:: quegli schemi mentali che sono così profondamente segnati con tracce chimiche fortissime che diventano per noi la nostra profezia.. quello che in fondo, cerchiamo... perchè in grado di evocarci qualcosa di "famigliare" e per famigliare intendo nei due significati possibili.. ovvero appartenenti alla nostra famiglia, ma anche conosciuti, e quindi avvicinabili, anche se nella difficoltà.
Un mio insegnante diceva che la psiche preferisce mille volte quello che conosce e che le è famigliare anche se negativo e triste.. perchè in fondo con quello sa rapportarsi, mentre con le cose nuove.. occorre apprendere, tornare sui banchi di scuola e creare nuove tracce neuronali che siano più desiderose di armonia e di luce..
A volte è difficile, ci si abbruttisce dentro a cosa stagnanti e si percorrono sempre gli stessi sentieri.. certi che ci condurranno nello stesso identico posto.

In pratica, occorre avere il coraggio di ripercorrere per capire.. non solo per soffrire.. ed occorre stare molto allerti in quanto spesso.. si ricade inconsciamente dentro alle stesse cose senza però elaborarle e quindi, senza trasformarle.
Tutti vogliamo relazioni autentiche, interssanti, profonde ed emozionanti, però abbiamo paura.. paura di coinvolgerci.. come se, ad un certo punto, inconsciametne preferissimo una vita mediocre.. ma senza grandi scossoni, piuttosto che una vita fatta di grandi picchi fantastici.. e magari anche di qualche dolore..
Così la luna più che altro.. si anestetizza... rimane rincantucciata nei suoi antri.. non si fa vedere.. e finisce per sparire.. per essere sempre "nera" e poco luminosa.
La Luna ha bisogno di vivere, di emozionarsi.. di provare tutta la gamma di emozioni buone e cattive.. in modo da poter ogni volta fare esperienza.. e vivere... "sentendo" odorando tutto ciò che le capita attorno e sperimentando..
Credo che dobbiamo tenere insieme Luna e Venere.. perchè dobbiamo continuare a mantenere viva anche la parte elettiva altrimenti tutto si appiattisce.. è in fondo il desiderio di migliorarci sempre e di conoscere noi stessi e l'altro che ci seduce giorno dopo giorno. Quante coppie non sanno più sedursi.. non lasciano nulla di "sconosciuto" e così tutto diventa noto, ma anche non intrigante..
Venere è quel lato di noi che alimenta il desiderio.. e questo porta a vivere più intensamente la Luna..
Questi due archetipi.. non possono stare troppo separati, altrimenti la relazione si appanna, si anestetizza oppure si carica di sostanze urticanti che giungono a penetrare come coltelli nella Luna dell'altro.
Un bacio Lidia

Lidia
 
inserita il 26/04/2008 19:48:47

- cara lidia
che bella risposta e..quanta carne al fuoco..
Provo,nonostante la mia oppposizione di questi giorni di giove a mercurietto che mi affatica nello scrivere...provo
Condivido un atteggiamento che sottolinei,molto significativo
- IL CORAGGIO DEI SENTIMENTI,e in questo vedo simbolicamente Afrodite e Marte che non si combattono anzi sono Amanti...e questo loro Amore dovrebbe suggerirci molte cose..il CORAGGIO in particolare.

Condivido pure che
-Afrodite deve stare vicina alla Luna...devono a modo loro intrigarsi e sarebbe bello diventassero LE BARMAN dei nostri" banchetti d'amore" e imparassero a preparare cocktails che inebriano ma non ubriacano e soprattutto che ci regalassero queste loro performance non solo in eventi speciali ma "nella quotidianità "

Condivido pure che la nostra Luna,tendenzialmente è quella più ostinata a "gettare i files accumulati inutili" e crea sentieri strani nel "percorso del rapporto d'amore" dove più spesso sono i sassi dei nostri risentimenti che non le chiare fresche e dolci acque del nostro sentire a farla da padrone....
Difetti e difficoltà di un sentire comune .in una società che certo non ha dedicato molto tempo ed attenzione alla nostra affettività...come se le parole più utili siano proprio quelle più "evitate"

Ma una cosa,ho trovato e ritrovato,nei miei percorsi amorosi che
QUEL CORAGGIO DEI SENTIMENTI-forse la mia venere trigono marte-io l'ho sempre cercato come INDISPENSABILE e con empatia-sono sempre un cancretto-ho cercato di tradurlo in "territori comuni....rispettando la libertà e il "sano mistero" che è sempre e comunque l'Altro-venere congiunta a Urano ho cercato di onorarla-
ma è sempre stato ad un certo punto di "quel percorso" di cui sopra....
dove mano nella mano a scavalcare anche i sassi-grumi emotivi..cercando di conservare la grazia e la bellezza di Venere,la sua capacità di desiderare anche la bellezza dell'altro...il suo modo di correre diverso..di...magari appoggiarsi su un sasso...e senza fare tragedie trasformare quelle soste in...momenti di intesa...
Quindi per tradurre ho cercato o meglio provato-credendoci-di
CONIUGARE LE DIVERSITA'..cercando di trarne fonte-sorgente di piacere e di possibili scelte nuove e di maggiore mia autostima e sua...
SOLO CHE
proprio lì,su quel bellissimo e imponente sasso della DIVERSITA' ,galleggiante sulle acque delle nostre LUNE-MASCHILE E FEMMINILE.....
lì ho trovato molte difficoltà....ma più nel maschile che in me....
quasi che quella Luna a cui Leopardi sussurrava i suoi quesiti più profondi e inquieti..
quella luna OGGI PER IL MASCHILE sia "una faccenda molto complicata da.."
e nonostante gli sforzi che ho sentito in tanti-maschili.nonostante la cultura e intelligenza con cui questi maschili si interrogavano.....lì sento che "IL GRUMO" non è solo personale ma della società

Quella LUNA lassù in cielo ....è troppo SILENZIOSA per sussurrare anche al maschile le parole giuste che ce la facciano INSIEME-NELLA RELAZIONE onorare...
magari ballando quando LEI è splendidamente PIENA-Selene e cecando i passi nuovi alle nostre danze man mano che LEI cambia e incuriosirsi di vederla Afrodite,poi Atena poi ECATE.....

Io queste "danze" le ho spesso sentite "spaventevoli" più per il maschile che per me.....
come se QUELLA LUNA avesse parole da dire che oggi non è "conveniente" sentire....o almeno l'orecchio interiore maschile ne sente più lo stridore che non la grazia potente...perchè nelle parole della Luna c'è sì tantissimo fragore ma è quello che ci permette di pulire i condotti del NOSTRO ORECCHIO INTERIORE e ci aiuta a sentirCi più....a cavalcioni sul nostro arcobaleno fra cielo e terra...a costo di vertigini e...conti emotivi da pagare

ovvio che un pò di pena e di dolore c'è.....forse il femminile ha una "soglia del dolore" maggiore?????

ovvio che il maschile ....e spesso con queste caratteristiche....è anche nelle donne....e ormai molto spesso....

bacio
naja




naja
 
inserita il 26/04/2008 20:38:59

- domanda
" ma il maschile teme" l'intelligenza "della LUNA"????

non per "generi" ma per "archetipi."..quindi indifferentemente per uomo e donna...

naja
 
inserita il 26/04/2008 23:02:06

- Secondo me sì. Ha ancora in testa il matriarcato, volente o nolente. E cerca ancora di distaccarsene, misconoscendo spesso il potere della donna, perchè potrebbe distruggerlo, così come lo ha fatto.
Si sente un pò un outsider; lotta con i suoi simili, ma davanti a una donna è impreparato: soprattutto se gli piace


Light
 
inserita il 27/04/2008 14:31:44

- carissima amica mia,
da tempo indago su un maschile fuggente ..da un maschile che sbandiera bisogni-interazione col femminile ..e al primo impatto : un idillio-simbiotico che in realtà potrebbe poi durare per l'intera vita ma con il rischio che la luna-femminile si adagi e amlplifichi un sentire che se non appoggiato da venere-più realistico rischia di isolarsi in un viaggio dell"io ti salverò"straziando se stesse...e trovando dall'altra parte invece "orecchio attento"per sostituzione e non identificazione nalla donna da amare e non mistificata quale figura ..materna?..oserei dire di sì..o di transfer --perchè generalmente quando si inceppa in questo genere di storia finita-o mai finita ..è proprio lo specchio di contraddizioni che fannno leva a non far mollare-a offendere magari-a provocare etcc
perchè?
tante storie possono finire e lo sappiamo...
altre hanno un'etichetta di storia finita ma solo la comunicazione-il prioettare-l'attaccare e i MA sono urla di chi è invisibile ai suoi occhi e vuole che tu come luna-percezione-emotività la renda visibile..o per lo meno meno intricata in una rete che ahimè lo incaglia ...
dove cercare?in te naja ..e nell'avere il coragggio di utilizzare la leggenda personale ..
cohelo la insegna..
la fine o
un nuovo inizio...
ma fine è mettere a tacere ogni pretesto anche lavorativo che dà anche a te la luce di una speranza...
il nuovo inizio
la morte e la rinascita di un rapporto sgombra da equivoci..
Alla fine questi non sono incontri importanti nati da un equivoco e un pò ambigui?
cosa è fallita ? la realzione o il presupposto perchè ci fosse?
un bacio grande...cilli

cilli-naja
 
inserita il 27/04/2008 16:36:12

- Cara Cilli ...era anche in generale...TI /VI posto questo dialogo...Che ne pensi/TE ???

Da “Vai pure”, Carla Lonzi, 1980

Si tratta di un lungo colloquio tra Carla Lonzi, critica d’arte, e il suo compagno- Paolo, registrati, trascritti e infine pubblicati.

CARLA - tu avevi sempre un po’ colpevolizzato il mio rapporto con te come un rapporto che ti dava problemi che non erano tuoi, che ti appesantiva con la mia coscienza di donna, però in fondo stavi al dunque e questo mi faceva pensare che fosse una cosa che ti riguardava più profondamente di quanto tu volessi ammettere e che si stessero facendo dei passi nella stessa direzione, anche se tu dalla tua condizione di uomo, io dalla mia condizione di donna
- tutto questo capire per me è un’esigenza di vita per andare avanti e non un capire scisso dalle soluzioni che trovo. Per me va tutto insieme. Il giorno che uno capisce qualcosa di sé e dell’altro deve agire di conseguenza. Se capisco una cosa e poi ne faccio un’altra mi sento proprio massacrata da me stessa. L’inganno in cui sono caduta è questo: capire da un lato e dall’altro andare sulle piste di sempre.
- ora io non ho intenzione di cedere, naturalmente, e mi rendo conto del perché poi una donna deve cedere.
Perché il bisogno di autonomia entra in totale contrasto con il bisogno d’amore, e il bisogno d’amore è sentito così forte che prende il sopravvento sui bisogni di autonomia. Però questa è la fine…io desidero un amore che sia amore della mia autonomia, che non sia amore della mia dipendenza e del mio servizio.
- quello che proprio mi scandalizza e che mi fa sentire estranea e ferita da questo mondo è la priorità che viene data al potenziamento della condizione individuale in vista della produzione di un’opera a scapito dell’autenticità dei rapporti…

io per rapporto intendo una coscienza della realtà che scorre TRA le persone, e che per me è indispensabile per rimuovere i punti morti di una cultura che viaggia solo sulla coscienza maschile. Per me rapporto significa conoscenza reciproca e modificazione cosciente di sé all’interno di questo. L’amore dovrebbe essere un’uscita dalla solitudine, una partecipazione a qualcosa di comune…un rapporto svela delle verità, fa conoscere non solo se stessi, ma anche l’altro, dà una visione delle due parti.
- il piano della relazione persona a persona funziona nell’ambito privato e basta. Sul piano sociale è stato negato, la società si è costituita su un tipo contratto che non è quello della verità reciproca.

(L’artista) in fondo vive proprio della mancanza di rapporti e vive di climi, legami, suggestioni che gestisce e in cui non devono entrare fattori di autonomia perché lo disturbano. Oppure non lo disturbano se hanno un carattere provvisorio, per cui non si pongono come stati di coscienza che creano un altro punto di vista, ma come materiale, come stimolo, che gli permette di arricchire le sue visioni sulla realtà, e anche di avere più vibrazioni.

- io considero che la donna non esprime quell’amore e quella cura delle relazioni con tutta la problematicità con cui lei la vive…quando una donna inizia ad esprimere la sua problematicità, il suo chiedersi chi è, il suo chiedersi cosa c’è dietro una situazione o un certo tipo di rapporto, l’uomo si sdegna, si insospettisce, la comincia ad evitare. Finchè a lei non è passata quell’inquietudine, allora l’uomo è soddisfatto e dice: “ecco, ora sei veramente serena, matura”.
Invece lei si è semplicemente adattata al ruolo….avvengono tante reazioni: delle reazioni a metà, dei tentativi di vita diversa, delle rivolte subito sedate, delle manifestazioni di pazzia, dei progetti utopistici….il giorno che divento un elemento che tu senti negativo o in dissidenza, allora dici “è meglio che stia da solo, che cerchi altri tipi di contatto”, perché sono contatti, non rapporti.
- questa attività che svolgo io si basa sul rapporto umano, sulla conoscenza reciproca, sulla demolizione del " mito culturale del protagonista". Sul far vedere chele cose si svolgono sempre attraverso un dialogo, che le verità sono sempre in un rapporto. Nel lavorio sul piano umano che fa una donna insieme a un uomo. Nello scambio di due senza di che le cose non si verificano. Poi c’è questo passaggio, nella nostra cultura, che assomma tutte le prerogative a un individuo e all’opera che ha prodotto.
Io trovo astratto, cioè non vero, irreale, tutto questo costituirsi della personalità maschile come un produrre da sé. Esiste sempre un rapporto, un dialogo.
Il mio compito culturale è arrivare ad essere riconosciuta come coscienza. E quindi come parte in causa di un processo comune. È il processo non prestigioso che porta a uno scatto di coscienza che viene sempre nascosto, ed è quello in cui la donna è presente…..La donna manda avanti scatti di coscienza, senza che però cambi il sistema.

- quando io ti ho incontrato, tu eri un uomo in crisi e io ti prendevo per la mano e ti portavo dentro la tua crisi, trovando le parole, le indagini, la localizzazione dei problemi, ti portavo in questa zona che era una specie di boscaglia tutta intricata dove non c’erano sentieri, dove non c’era stata un’esplorazione.

Una donna inizia l’altro ad affrontare la vita interiore nel dialogo. Invece l’uomo ha spesso un modo solipsistico di affrontare se stesso che non lo porta molto lontano. Mentre la donna lo ha condotto agli Inferi per la mano, lui la abbandona sulla porta di casa e quando è nel mondo non crea nessun collegamento con quella che è stata la sua esperienza con la donna.
- siccome la donna è dialogo, il Paradiso per lei significa poter esercitare questo dialogo con un altro; una donna vive se stessa nel rapporto, mentre l’immagine che l’uomo ha di sé è al di fuori del rapporto. quindi la donna è abbastanza cosciente del suo bisogno dell’altro, mentre l’uomo non lo è.

CARLA- io simbolizzo questa esigenza però sono anche una figura reale, perché sono una coscienza reale di quello che rappresento. Io mi sono chiesta: “ma perché Dante ha scritto tutto quello che ha scritto con Beatrice in testa? Perché Cervantes si è rivolto a Dulcinea? Perché Petrarca si è rivolto a Laura?……l’”ispiratrice”: perché la donna simbolizza quell’esigenza di libertà in se stessi, di verità dell’anima.
PAOLO- no, simbolizza dove non c’è conflitto.
CARLA- no, io non simbolizzo dove non c’è conflitto
PAOLO- la cosa nuova con te è questa qui, che tu sei anche il conflitto
CARLA- perché la donna come Beatrice non implica il conflitto? Eppure è un simbolo dell’autenticità. Ma appunto, una cosa è viverla come simbolo, una cosa è viverla nella realtà l’autenticità di un altro: diventa conflitto.
L’uomo tende invece a vivere l’autenticità come simbolo unitario e quindi a richiamarsi a questo punto di verità come a un sereno, un approdo di benessere. Però io non posso accogliere la tua verità in modo pacifico perché devo tener conto della mia, sennò non è una verità.
Allora quando tu la metti a confronto con me si crea un conflitto. E questa è la situazione nuova.
Io non posso accettare di essere usata come creatura simbolica. Non lo sono, ma ho fatto mille sforzi di non esserlo. Mi sono assunta tutta la fatica di non esserlo.


naja
 
inserita il 27/04/2008 17:10:26

- Datato o ancora VERO nei percorsi dei nostri vissuti.....???
o come vorremmo meglio spiegarlo..oggi..il maschile e il femminile quando si incontrano"???'
e anche.....astrologicamente...come possiamo trovare spunti....quali miti-archetipi possono aiuarci a scoprire NUOVE ZONE-INTRECCI nel dispiegarsi del racconto mitico e che -forse finora inascoltato-può oggi aiutarci a disvelare grida e dolori repressi e poi spunti di rinascita.. nel fondo del nostro "corpo d'amore"?

Rileggevo proprio oggi il mito di PERSEFONE....sento che lì sono nascosti significati ancora poco coscienti nella relazione...studio meglio le mie intuizioni e torno a "dialogarle "con voi
naja

naja
 
inserita il 27/04/2008 19:54:33

- vi accenno..
mi piacerebbe leggere il mito di PERSEFONE dal punto di vista-in soggettiva,si dice nei nacconti.-di PLUTONE

uno spunto

Negli inferi Plutone è furioso contro Giove
“tu hai preso tutto il bello del mondo”, mentre a ME-PLUTONE “non canti, non donne, non l’amore, non l’abbraccio del figlio”.
Invoca una compagna, una sposa.
Giove lo invita a realistica riflessione, sulla base dell’esperienza con Giunone “insopportabile dea con le sue vendette e gelosie”, sui limiti di una compagnia banale e sempre uguale, sui “mille fastidi della vita coniugale”.
Ma Plutone contrappone “la sofferenza della solitudine”.

Giove a Venere che dice
“Chi mai vorrà sposare il Dio della morte?” risponde “Vi sono destini sconosciuti ai molti... dalle lacrime di una madre e dal dolore di mia figlia nasceranno il grano e l’aratro”.

A Persefone rapita e piangente Plutone confessa emozioni e promesse “Il mio cuore è in armonia con il tuo cuore... Non piangere. Tu sarai testimone della vita e della morte. Tu sarai il sole che scompare, risorge ogni giorno. Tu sarai il seme che muore nel buio della terra, per rinascere rigogliosa spiga alla luce del sole. Tu sarai la resurrezione della morte, la definitiva vittoria, la vita non è che un breve sogno”.

Persefone confessa “nell’abbraccio delle ombre... nei fuochi dell’inferno tutto ho percorso il corridoio delle lacrime”, ma ritornando alla luce “mi abbandono al soffio leggero dei venti, alla carezza dell’alba, al desiderio di vivere, ai sussurri dei nidi”.

E alla madre Demetra “Ritornerò, stanne certa. In primavera, con i rami del pesco della valle girgentea e con i loro fiori rosa, valicherò l’inferno per tornare al tuo abbraccio... Ci ritroveremo nello splendore dei cieli. Ogni primavera brilleremo agli uomini, tu stella con la spiga fulgente, io luna, cuore dei poeti”.

e poi IL MISTERO..MISTERO..
di quello che si sono detti PLUTONE E PERSEFONE...

mistero..... Persefone non lo racconta neppure a DEMETRA

eppure PERSEFONE fra le labbra si conserva il sapore rubicondo del melograno.... sapore.....

c'è dunque mistero nell'amore e nel dolore,c'è un non detto o un INDICIBILE che corre lungo la vita e dove la parola deve tacere ,il pensiero si svuota....
e lì....che altro protagonista appare???

spunti.....per noi

naja romantica
 
inserita il 29/04/2008 17:56:36

- una domanda a Lidia
nonostante sia sola a proseguire questo "delirio-fantastico"ma per me molto emozionante emotivamente ed anche intelettualmente...
ho una domanda importante:

quando tu parli di X-proserpina intendi "simbolicamente" persefone DOPO CHE HA GUSTATO IL MELOGRANO??' cioè quando oltre a KORE comincia a vivere anche PROSERPINA-PERSEFONE ????

se puoi darmi qualche spunto su x-proserpina...poi io continuo il mio......voglio strappare "le parole d'amore di plutone"....se fallisco ...comunque un pò l'avrò conosciuto meglio e per me luna congiunta a plutone è comunque una tappa importante

grazie...e spero tu lo legga....
bacietti
naja-luna-spettinata da plutone

naja x LIDIA
 
inserita il 30/04/2008 10:14:50

- cara Naja,
indubbiamente Persefone è il mito che simboleggia la possibilità di trasformazione e di passaggio da una passività.. tipica del femminile (patriarcale) in cui la donna non ha un suo "spazio attivo" ma deve lavorare solamente a livello inconscio e quindi attraverso un potere non chiaro, non diretto che non aiuta ad incontrare l'uomo ma a possederlo e a travolgerlo con la sua superiorità sessuale e la sua capacità di comprendere i suoi punti deboli... per passare ad una vera coscienza che giunge solamente dopo aver affrontato la propria ambivalenza e l'incapacità di farsi carico anche dei propri desideri (le donne sono sempre state convinte di andare incontro al desiderio degli uomini ed anzi, di imparare a comprenderlo per poi governarlo e manipolarlo) non assumendosi in prima persona il rischio della propria sessualità che, non dimentichiamoci, socialmente è stata sempre vista come negativa e peccaminosa.
Persefone è costretta a "vedre" dentro la sua oscurità.. e poi a diventare signora di tutto ciò,, compresi i suoi sentimenti, emozioni ed istinti..
E' dunque un mito che noi dovremmo studiare più in profondità perchè ha molto della sfera del passaggio tra un femminile intriso di patriarcato ed una possibilità di riscatto che non passa però attraverso l'annientemento del maschile e neppure attraverso il diventare maschili.

Ci sono però altri miti che io amo per quanto riguarda il femminile moderno.. e che devono essere riesplorati e poi intrerpretati.. uno di questi è PANDORA.. sempre interpretata in chiave maschile e vista quindi come colei che aprendo il suo vaso.. ha immesso dolore e morte.. e sofferenza.
Ma in realtà.. non è così..vi sono interpetazioni che le attribuiscono invece la totalità delle cose.. quindi la capacità di possedere il tutto.. ciò che è buono e cià che è cattivo da trasformare.. in effetti, Pandora è un mito che può collegarsi alla creatività femminile.. mentre è stato un maschile ad aprire il vaso e a far emergere solamente il lato ombra.. e negativo..

Questo mito lo vorrei esplorare in profondità.. per rivalutarlo alla luce di una psiche non più contaminata da un eccesso di maschilismo (intendo anche per le donne).

Poi vi è il mito della SOPHIA che è un femminile oltre che unificante anche saggio; un mito di un femminile che nutre a livelli diversi.. e che è in grado di portare unità e condivisione.. senza più dover vedere i due lati come disgiunti o, ancor peggio, a combattere.

Potremmo lavorare su questi due miti.. per iniziare.. in attesa di trovare miti della nostra epoca, magari nuovi..
Un bacio Lidia

Lidia
 
 
 
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