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  PROVO A CONDIVIDERE
discussione inserita da Miriam
 
Sono 7 o 8 volte che inizio a scrivere, qui, ma poi cancello tutto perchè mi rendo conto che c'è gente che ha problemi ben più gravi dei miei, magari di salute, che sta veramente male.
Ma oggi forse riesco a non cancellare, buttando così fuori una piccola parte della mia preoccupazione che in questi ultimi 15 giorni è aumentata tantissimo.

I miei genitori stanno purtroppo vivendo gli anni più brutti della loro vita. Mio padre, che 5 anni fa era entrato in uno stato di "nevrosi-depressiva", ora sta peggiorando giorno per giorno e si stanno presentando ed aggravando con velocità impressionante vari disturbi cognitivi.
A giorni lo porterò a fare una serie di test per vedere se i suoi problemi sono dovuti all'Alzheimer o ad altra malattia senile. Forse verrà inserito nel Progetto Cronos e curato con nuovi farmaci (ora ha 88 anni ma, vi assicuro, che sino a pochissimo tempo fa è stato sempre una persona impegnata intellettualmente e attivamente, lucido, intelligente anche se con un carattere abbastanza impositivo.)

L'ho sempre seguito io in tutti questi anni (sono quella che ha più disponibilità per farlo): ho girato come una trottola tra Ospedali, Pronto soccorso, di sera, di domenica, in settimana, ogni volta insomma che mi chiamava piangendo perchè "lui sentiva dolori" che, invece, non c'erano ma che il suo cervello gli faceva ugualmente sentire. Non so quante visite, esami, cure, da specialisti e non. Ma sin'ora le nostre battaglie, aiutati moltissimo anche dal suo medico, erano servite a qualcosa perchè il tutto si era abbastanza calmato.
Ma ora... non c'è più via d'uscita.
La situazione peggiora così velocemente.
Mia madre comincia, ovviamente, a non farcela più a sopportare la pesantezza della situazione ma entrambi rifiutano, ognuno per i loro motivi, un aiuto esterno, una donna che segua lui e, magari, aiuti anche lei, che vedo già in uno stato di pre-depressione.
Io non posso essere lì 24 ore al giorno e quella sarebbe la soluzione che, secondo me, andrebbe bene per loro ma anche per la mia famiglia.
Ma non accettano, neanche se noi figli contribuiamo alla spesa.
Io mi sento così impotente.. e sono l'unica che possa farli ragionare ma, almeno per ora, non ci riesco. E così continuano a farsi sempre più del male.
Devo riuscirci, lo so che devo, ma hanno entrambi un carattere duro (non cattivo, no)ma poco portato per i cambiamenti, poco malleabile, sono così rigidi nelle loro idee. Ci vorrà più tempo per convincerli...

Scusate questo sfogo ma forse mi farà bene aver condiviso un po'.

Ciao a tutti
miriam

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 RISPOSTE A QUESTA DISCUSSIONE 27 - Inserisci una risposta a questa discussione
 
A CURA DI
inserita il 18/03/2008 18:32:33

- Qui accogliamo la tua condivisione, e certo sfogarsi e parlare dei problemi fa bene e a volte aiuta a vederli in modo più chiaro.

Comunque sono dell'idea che non può esistere che per la loro rigidità loro finiscano per far sì che tutto si rovesci su di te...rischiando di esaurire pure te...
Dovrai trovare equilibrio tra forza di imporre dolcemente ma fermamente e presenza tua per loro...credo però che tu abbia la capacità per farlo...
Tanti in bocca al lupo

Un bacio
Bruna

Bruna
 
inserita il 18/03/2008 19:15:13

- Ciao Bruna

Grazie davvero per la tua risposta. Sei sempre così sollecita e acuta nel rispondere ai vari post.

Come dici tu è proprio quel giusto equilibrio che è difficile da raggiungere.. per paura di far male, di farsi fraintendere, di farli sentire soli ma anche, sai, credo che alla base ci sia proprio "un certo senso di colpa" che magari, come tanti, mi porto dietro proprio dall'infanzia. Mah, non so.

Mi ha fatto molto piacere leggerti.

Grazie ancora
Ricambio il bacio. Miriam

Miriam
 
inserita il 18/03/2008 22:12:45

- Cara Miriam,

ti posso riportare la mia esperienza con i miei nonni, lui 88 anni, lei 87.

Sono ormai 2 anni che hanno una signora rumena a casa propria, solo la mattina, mia nonna è più che autosufficente, gli sta ancora sopra per vedere se fa tutto bene...non vuole che cucini perchè non lo fa bene come lei ecc...

inizialmente non la volevano, un pò per la spesa, un pò perchè le abitudini come dicevi tu sono a volte difficili per noi figurati per gli anziani...ma poi piano piano ci hanno fatto l'abitudine e quando manca è una presenza ormai talmente utile che si sente.

Certo, loro preferirebbero sempre noi (nipoti e figli) sempre al fianco e chi tra più e chi meno ci siamo, ma il fatto che ci sia una presenza così attiva e disponibile in tutto, li ha convinti ad accettare la cosa...ma la cosa è venuta per gradi...magari fargli conoscere una persona inizialmente per qualche oretta e poi vedete.

Ho voluto dirti questo perchè ti sono vicina,ognuno ha i suoi problemi, è vero...c'è chi sta peggio ma non mi sembra che tutto ciò sia una passeggiata lo sò perchè vedo quanto ugualmente corrono mia mamma e i miei zii.

Quindi non ti devi scusare per lo sfogo...sfogarsi fa bene e io ne so qualcosina...

Un caro abbraccio Aletta

Ps. Mi sono riportata su di un foglio l'idea che hai avuto su di me per quella cosa di scrivere poesie o racconti per bambini e ragazzi...non si sa mai...ogni tanto ci penso!

Buonanotte...

Ale70
 
inserita il 19/03/2008 13:57:06

- Cara Aletta

grazie davvero per il tuo consiglio che senz'altro terrò presente. Infatti l'idea di partire adagio, con qualche ora di supporto, dovrebbe essere la migliore per far accettare ad entrambi un aiuto esterno.

Grazie anche per quanto mi dici dopo: sei veramente dolce e gentile quando ti poni così, arrivi... dentro.

Ho letto molto di fretta ieri alcuni post (non ho avuto molta possibilità di farlo in questi giorni) ed ho visto che parlavi di quel tuo problema. Ti faccio tanti, tantissimi auguri affinchè tutto si risolva al più presto.

Con affetto e simpatia
miriam



miriam
 
inserita il 19/03/2008 15:34:05

- Cara Miriam,
ho la mamma che pur essendo aiutosufficiente negli ultimi tempi fa fatica a fare tutte le cose di casa, mio fratello abita con lei e c'è tanto da fare.

Per lei era impossibile farle avere un aiuto, sostiene che ce la fà da sola.

Sono riuscita a farle accettare una persona dicendole che era per un paio d'ore ogni tanto, poi vediamo, se non va bene non la facciamo più venire...

Prova anche tu a fare "l'inserimento" come i bambini all'asilo..., prova a portare l'aiuto stando anche tu vicina, magari poi si abituano alla presenza della persona estranea, aiutali ad acquisire fiducia...a volte è solo diffidenza che non permette i cambiamenti.

un caro saluto

lilli
 
inserita il 19/03/2008 20:07:21

- Cara Miriam,

io credo che ad un certo punto i figli diventano genitori e i genitori figli.
Ho vissuto una situazione molto simile alla tua con mio padre malato di Alzheimer dall' età di 70 anni, ora ne ha 84.
Spero che tuo padre non abbia l'Alzheimer, ma in quel caso ci sono delle scelte da fare che devono andare al di la del carattere di tuo padre e di di quello di tua madre e che sono assolutamente nel loro unico interesse e per la loro unica tutela.
Scelte difficili, molto difficili che possono arrivare a quella del ricovero in strutture specializzate. E' una malattia terribile che devasta non solo il malato ma anche e soprattutto chi gli deve stare vicino. Non potresti mai farcela da sola e non sarebbe giusto che tu ti annullassi.
Mi rendo conto della durezza di quello che dico, ma se te lo dico è perchè ci sono passata.
Ti auguro col cuore che non si tratti di Alzheimer, ma nel caso prendi molte informazioni e interpella un'associazione di familiari di malati che potrà darti molte indicazioni.
Scusa per la franchezza, ma altri tipi di atteggiamento più morbidi servono a ben poco con una malattia del genere, perchè è una malattia che va guardata bene in faccia fin dall'inizio.



anonima
 
inserita il 19/03/2008 21:44:28

- Grazie cara Miriam,

un grosso bacione Aletta.

Ale70
 
inserita il 20/03/2008 10:48:33

- cara Miriam,
comprendo perfettamente la tua difficoltà; quando si hanno genitori anziani le cose cominciano a complicarsi perchè.. proprio per sua natura, la vecchiaia porta un po' alla resa dei conti di tutto ciò che non si è compreso e cambiato durante la vita.
Ognuno di noi combatte durante la vita con qualcosa in particolare.. forse con ciò che ha scelto di risolvere in questo breve (anche se per noi lungo) percorso che è la vita.

Purtroppo quando si diventa anziani è come se si dovessero vivere - sul nostro corpo - tutte le cose che non siamo riusciti a cambiare e a comprendere... e così, in un modo o nell'altro si devono vivere..
E' una delle leggi inequivocabili della nostra esistenza.

In genere, i pazienti che vanno gradualmente verso le malattie degenerative del sistema cognitivo.. tipo atero sclerosi o alzheimer... si caratterizzano proprio per essere stati molto molto attivi.. e per essersi sempre fatti carico di tutto.. magari senza risparmiarsi mai un attimo.. e questo.. "potrebbe - dico potrebbe" rivelare alcuni piccoli problemi di incapacità di "ascoltarsi" e di provvedere ai loro bisogni.
Chi è super attivo in genere attenua le voci interiori con il movimento.. e così non si occupa dell'altra parte.. che è quella emozionale.. istintiva.. quella legata al "senso della vita e del sè".. che, ad un certo punto.. inizia a farsi sentire fortemente.

Inoltre, pare che queste persone.. da un punto di vista psicologico.. abbiano puntato tantissimo sull'efficienza arrivando ad un punto in cui non possono più farcela.... a mantenere il ritmo...ma non hanno assolutamente la consapevolezza di dover accettare di mollare..
Così... ad un certo punto, la malattia fa tutto per loro (ovvio che sto parlando di qualcosa di assolutamente inconscio)... in effetti.. il loro sembra per lo più un "potersi ritirare da tutti questi impegni, obblighi ed efficienza"... senza però doverlo mai ammettere ed accettare con sè stessi..

Sono in genere persone con un Saturno iper strutturato nel tema.. che resistono, resistono, resistono..ecc. perchè non ce la fanno ad accettare debolezze e fragilità.
Queste malattie soddisfano molto bene questa esigenza... nel senso che psicologicamente "non sono loro a ritirarsi.. ma la malattia che li costringe a lasciar andare.. via via sempre di più.. e lo fanno proprio lasciando andare ... mentalmente.. in pratica, la mente si congeda."

In questo caso però.. è chiaro che loro hanno un grande bisogno.. e proprio la dipendenza che la malattia richiede è il contraltare di una indipendenza forse non totalmente reale, ma esasperatamente affermata nella vita.

Si apre però per i familiari una vita estremametne difficile..che nessuno è in grado di sostenere da solo.. senza l'aiuto di qualcuno.
Credo dunque, cara Miriam, che sarà opportuno che tu "imponga.. uso questo verbo.. perchè è l'unico possibile" una persona... non potrai farcela neppure tu.. e forse, quel tipo di problema potrebbe essere proprio "familaire".. qualcosa che anche tu hai dentro al tuo DNA...
Dare affetto è assolutamente importante, dare la piena disponibilità a supportare un anziano
con queste difficoltà è assolutamente improbabile e ti costringerebbe ad uno stress.. che finirebbe per farti sentire un peso che ottenebrerebbe anche l'affetto e l'amore che hai per lui e per loro.

E' un consiglio.. ovviamente... e tu lo devi prendere come tale.. tuttavia (so per aver avuto una madre inferma per 7 anni in casa) che loro non accetteranno mai.. una persona.. perchè questo per loro interiormente vuol dire "accettare di non essere più autosufficienti", ma so anche, per esperienza.. che poi ne sono contenti..perchè possono rilassarsi e perchè poi possono finalmente lasciarsi un po' andare e vivere con meno affanno e meno tensione.
Loro diventano come i bambini.. che in fondo vorrebbero proprio ciò a cui dicono di no.

Non puoi più farli ragionare.. sarebbe bello e significherebbe che loro sono ancora in grado di comprendere realisticamente le effettive possibilità... ma spesso non lo sono più e quindi, la cosa che tu dovrai fare.. è "prenderti la responsabilità" di decidere cosa è meglio per loro.. esattamente come un giorno loro lo hanno fatto con te e per te.
Questo è il vero passaggio generazionale.. due braccia forti (le tue) che accolgono e sostengono quelle che un tempo hanno accolto e sostenuto te.. e loro ti saranno grati per questo.. anche se non sempre sono in grado di mostrare apertamente questa gratitudine.
Coraggio.. è una fase difficile a cui sei chiamata.. ma tu sei l'unica persona che può valutare le loro effettive possibilità.. e, sarà un bene per tutti... per loro che saranno affiancati da una persona che si occupa effettivamente e materialmente di loro.. e per te.. che potrai amarli senza farti portare la vita.. tua e della tua famiglia.
Ti abbraccio con tanto affetto... e abbraccio virtualmente i tuoi genitori che, come tutti quelli di quella generazione, sono stati "roccia" che ancora non accetta di stare diventando "friabile".
Lidia

Lidia
 
inserita il 20/03/2008 13:40:15

- Cara Lidia,

la descrizione che fai del potenziale malato di Alzheimer è assolutamente calzante a ciò che mio padre è stato.
Mi è capitato di riflettere sulle stesse cose che tu hai detto così bene ed ho pensato che un uomo che ha voluto tenere sotto controllo tutto e tutti per tutta le sua vita non poteva che concedersi questo tipo di malattia, dove tutto poi gli è sfuggito dal controllo.

Era un uomo che non accettava imprevisti o fuori programma, che viveva secondo regole rigide e che imponeva regole rigide.

Saturno docet, vero.

Poi ho dovuto mettersi nelle mani dei suoi famigliari ed è comunque stato fortunato, perchè ci siamo presi cura di lui.

E' come se ad un certo punto della sua vita, quando doveva accogliere grandi cambiamenti e rovesciamento di ruoli lui sia andato altrove per non vivere il cambiamento.

In questi lunghi 15 anni ho pensato molto a tutto questo.

Fa bene leggere quello che tante volte ho pensato e che mi ha aiutato ad accettare la sua malattia.

ciao

anonima
 
inserita il 20/03/2008 14:59:46

- cara Anonima,
da sempre osservo e cerco di comprendere a che cosa può riferirsi - sul piano della personalità - un certo tipo di malattia..
Sono contenta di questa conferma.
Grazie per la tua condivisione.
Un abbraccio Lidia

Lidia
 
 
 
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