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IL FORUM DI ERIDANO SCHOOL - ASTROLOGIA E DINTORNI
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Opinioni a confronto |
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SUL (PRESUNTO) DETERMINISMO: ANCORA!
discussione inserita da Lampa |
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Premessa: Considero validissima l’astrologia psicologica, che purtroppo, non conosco bene. Se sono riuscita a capire alcune cose dell’astrologia (il valore dell’archetipo, il modo in cui certi meccanismi psicologici si rispecchino in determinate configurazioni planetarie del TN, per esempio) è proprio grazie allo svisceramento del simbolo che a me sfuggiva. E, anzi, sono veramente rimasta sbigottita di fronte alla precisone di certe analisi. Ammiro la lucidità e la razionalità dell’astrologia morpurghiana, ma la lettura dei libri della Morpurgo mi ha sempre lasciato l’impressione di un che di ‘meccanico’. Frutto, immagino, di un diverso punto di vista: lei, così almeno mi pare, pone l’accento più sull’effetto, mentre l’astrologia psicologica più sulla causa.
Fatta la premessa, arrivo alla ‘provocazione’: come si pone l’astrologia psicologica nell’analisi e, soprattutto, nella previsione di eventi che non dipendono da noi o che non implicano l’individuo come ‘centro’ di un evento/processo? Se, per esempio, nel caso di rapporti interpersonali, di malattie (la psicosomatica), del nostro modo di rapportarci al cibo, di lavorare, persino di pensare, si possono chiamare in causa gli archetipi, come si pone l’astrologia psicologica di fronte a eventi tipo: i colpi di fortuna (vincite/eredità impreviste), gli incidenti stradali (quando, ovviamente, non siano frutto di un impulso autodistruttivo: guidare ubriachi, o a 100 all’ora)? Se certi pianeti sono statisticamente spesso implicati in questi eventi (così come accade in altri: penso all’anoressia, alla dipendenza affettiva o ad altro) non esiste allora una forma (sottile, indiretta) di determinismo?
Io penso di sì, e lo penso anche nel caso degli archetipi. Certe configurazioni ‘inclinano’ verso una gamma di reazioni/relazioni psicologiche che non si devono necessariamente manifestare in tutti nella stessa forma, nello stesso momento o secondo le stesse modalità: ma se x persone con una certa configurazione manifestano certe tendenze segnalate, per così dire, nella gamma di quelle comprese dall’archetipo, allora qualcosa forse significa… Che è poi quello che ho spesso letto nei libri della Morpurgo.
Comunque, al di là della mia visione personale (e precisando che poco mi importa di essere ‘determinata’ o meno dai pianeti, visto che lo sono, lo siamo da mille altre cose in maniera analoga: dai genitori, dalla società, dalla religione, dalla pubblicità, dalle persone che incontriamo…), vorrei sentire la vostra. Il mio interesse riguarda i principi della disciplina (o della sua 'corrente' psicologica ), più che una questione morale o filosofica (che varia per ciascuna testa).
Grazie, Lampa
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RISPOSTE A QUESTA DISCUSSIONE 31 - Inserisci una risposta a questa discussione |
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A CURA DI |
inserita il 05/03/2008 13:04:47
- ...Bella provocazione...Credo si vada a toccare qualcosa che ha a che fare con il 'destino' che ci è stato - in qualche modo - assegnato. O ci siamo scelti, non importa.
Effettivamente è una domanda che mi frulla in testa da tempo. Quello che m'ha sempre raffreddato rispetto alla Morpurgo è, appunto, quella sensazione di ineluttabilità che traspare dai suoi scritti.
Il salto qualitativo di Lidia, secondo me, è quello di aver girato lo specchio. Secondo una logica razionale 1 + 1 fa 2. Ma in astrologia non necessariamente è cosi. Il determinismo non gli appartiene. Sicuramente 1 + 1 fa 2 se le forze in gioco sono vissute inconsapevolmente. Diversamente la presa di coscienza di 1 + dell'altro 1 potrebbe anche non dare 2. Non il 2 di prima, per intenderci. Si è passati a un livello evolutivo superiore. Il nostro andamento è a spirale 'ascendente'. Per cui se il destino è in qualche modo determinato all'origine, il compito è raggiungere il suo più alto grado di comprensione - perfezione. Si tratta di potenziale. Il che presuppone la capacità di fare passaggi di stato, cosi come avviene - per analogia - nella fisica. Il mondo non è a tre dimensioni. La matematica e la fisica hanno dimostrato che non è cosi...Ognuno di noi è chiamato a onorare il proprio destino, facendo uso del 'materiale' che gli è stato dato per compierlo. Trasfigurandolo. Questo è un processo che non è determinato a priori, siamo solo noi che possiamo attivarlo.
Ciao evi
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Evi |
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inserita il 05/03/2008 13:24:59
- care amiche,
sono veramente d'accordo con quanto dice Evi....siamo un potenziale in evoluzione.
Credo che noi siamo CREATORI della nostra vita ma non certo a livello egoico, anzi più ci identifichiamo col nostro ego e meno ci sentiamo padroni di noi stessi e della vita.
La nostra esperienza del mondo rispecchia ciò che abbiamo dentro, questo lo sento sempre più vero per me...e in quest'ottica, niente di ciò che ci "capita" è casuale.
un bacio
Lara
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aral |
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inserita il 05/03/2008 14:18:09
- E' vero. Ci sono varie dimensioni del reale e molte ancora ci sfuggono. Il daltonico (o il cane, la farfalla) vedono il nostro stesso mondo ma lo vedono diverso: eppure per loro non è meno reale...
Quello che dicevo io è però questo: se in un campione x di pazienti si è notata una certa correlazione fra l'assunzione di nicotina e lo sviluppo del tumore al polmone, un minimo di relazione fra la sostanza (nicotina) e il suo effetto (il tumore) ci dovrà pur essere. Il che non vuol dire che tutti quelli che fumano si ammalino di tumore, perchè: ognuno di noi ha un corredo genetico diverso dall'altro che reagisce più o meno bene; la nicotina non è l'unico fattore ma ce ne sono 1000 altri (l'alimentazione, lo stile di vita etc); qualcuno svilupperà il tumore alla gola invece che al polmone...
Vero è però che la nicotina espone maggiormente al rischio...
Perdonatemi l'argomento (e il paragone) un po' tetro, ma era per rendere l'idea del ragionamento.
Mi interesserebbe anche il parere di Lidia (soprattutto sulla questione delle previsone di eventi diciamo così fortuiti, tipo morti accidentali o regali della fortuna).
Grazie a chi risponderà.
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Lampa |
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inserita il 05/03/2008 14:27:39
- cara Lampa,
cioè tu vuoi dire se certi transiti "predispongono" a determinati eventi magari nefasti o particolarmente fortunati ?
Se è così, ti dico la mia...
Io, riprendendo il ragionamento che ho fatto prima, credo che ciò che si manifesta fuori è in relazione a ciò che abbiamo dentro e quindi ti faccio un esempio concreto.
Ipotiziamo un transito di una combinazione poco felice tra saturno marte e urano su un sole leso radx...potrebbe manifestarsi con un incidente stradale o, in una persona maggiormente consapevole di ciò che gli si agita dentro, nella presa di coscienza di dover reindirizzare le sue enegie in modo più costruttivo e più in sintonia con le esigenze attuali.
Io penso che funzioni così.
cosa ne dici ?
saluto Lara
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aral |
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inserita il 05/03/2008 14:35:24
- cara Lampa,
occorre sempre capire cosa si intende con EVENTI CHE NON DIPENDONO DA NOI. In effetti non è facile defire cosa è "effettivamente fuori di noi" perchè, se noi apparteniamo ad una totalità.. (anche se non la vediamo e non la comprendiamo), non c'è nulla, forse, totalmente al di fuori di noi.
In effetti, io non la metto su questo piano.. non certo della causa effetto o della COLPA.. ma sicuramente sul piano del fatto che noi viviamo comunque CONTENUTI che ci appartengono.
L'incidente stradale non è che non ci appartiene dal momento in cui non siamo noi a provocarlo direttamente: perchè, il contenuto è altro.. e si può esprimere attraverso varie forme.. tutte contenute in un certo simbolo.
Se qualcuno mi viene addosso con la macchina si tratta di un fatto sincronico.. infatti, io, di regola ho un transito in quel momento che mi fa capire che determinate cose si sono attivate anche dentro di me.. magari del tutto inconsapevolemente.
Quando noi abbiamo un transito di Marte..in genere attiriamo irruenza, a volte violenza, altre volte aggressività e questo è PARTE del nostro CONTENUTO interno di quel momento anche se non conoscendolo, non lo vediamo e non ci vogliamo ritenere non "colpevoli",ma "responsabili".. di ciò che ci accade dentro.. che, non fa altro che attirare l'uguale all'esterno.
So che questo discorso non è facile ed infatti regolarmente appare nella discussione del forum perchè per noi è ostico capire alcune cose.
Anche dal punto di vista psicologico oggi tutti sanno che gli incidenti sono rappresentazioni interne di schemi mentali distruttivi che prima o poi potrebbero manifestarsi, soprattutto se non ne abbiamo consapevolezza.
Spero di aver spiegato il mio pensiero..
Un saluto Lidia
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Lidia |
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inserita il 05/03/2008 14:48:31
- Può essere. Però non sempre quello che ci capita è in funzione di ciò che abbiamo dentro. Per quello chiedevo conto a Lidia di come si ponga l'astrologia psicologica nei confronti di eventi chiamiamoli esterni, cioè che non dipendono necessariamente da noi. Se io sto guidano e faccio un incidente, può essere che un transito particolare mi abbia tolto la lucidità o la prontezza di riflessi. Ma se io viaggio su un aereo e l'aereo cade, l'influsso dei pianeti interviene a prescindere dalla mia personale condizione (psichica e planetaria).
Il che non vuol dire che tutti quelli che subiscono lo stesso transito si trovino di fronte a effetti analoghi. Questo no. Un transito può scaricarsi in varie forme e vari ambiti, ma anche il solo fatto che possa rientrare in una data gamma di eventi (che è quella compresa dal simbolo o archetipo segnalati dalla casa o dal pianeta) introduce a mio avviso un minimo di correlazione.
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Lampa |
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inserita il 05/03/2008 14:48:34
- Può essere. Però non sempre quello che ci capita è in funzione di ciò che abbiamo dentro. Per quello chiedevo conto a Lidia di come si ponga l'astrologia psicologica nei confronti di eventi chiamiamoli esterni, cioè che non dipendono necessariamente da noi. Se io sto guidano e faccio un incidente, può essere che un transito particolare mi abbia tolto la lucidità o la prontezza di riflessi. Ma se io viaggio su un aereo e l'aereo cade, l'influsso dei pianeti interviene a prescindere dalla mia personale condizione (psichica e planetaria).
Il che non vuol dire che tutti quelli che subiscono lo stesso transito si trovino di fronte a effetti analoghi. Questo no. Un transito può scaricarsi in varie forme e vari ambiti, ma anche il solo fatto che possa rientrare in una data gamma di eventi (che è quella compresa dal simbolo o archetipo segnalati dalla casa o dal pianeta) introduce a mio avviso un minimo di correlazione.
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Lampa |
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inserita il 05/03/2008 14:55:56
- Scusate. Ho postato 2 volte lo stesso messaggio.
Ho capito il discorso, E, in effetti, sono cose complesse (e su cui ognuno ha un proprio modo di sentire).
Per te, Lidia, è una specie di attrazione di 'forze': qualcosa che, comunque sia, finisce per attivare nostri contenuti interni.
Io non so: ci devo pensare...
Comunque grazie a tutti per l'interessantissimo scambio.
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Lampa |
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inserita il 05/03/2008 15:00:11
- cara Lampa,
credo che il punto fondamentale è comprendere cosa sono i transiti....è chiaro che se tu consideri i transiti come CAUSA di un determinato evento significa che non senti nemmeno valido il discorso del principio unitario...
...Per me i transiti NON CAUSANO niente ma sono solo il riflesso di ciò che abbiamo dentro ...poi come noi GESTIAMO ciò che abbiamo dentro dipende da noi, dalla nostra maturità, consapevolezza, evoluzione ecc, ecc
saluto
Lara
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aral |
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inserita il 05/03/2008 16:22:33
- Ribalto la questione...Penso alla tragedia dell'Olocausto. 7.000.000 milioni di ebrei mandati a morire nei campi di concentramento. Obiettivamente risulta difficile credere che 7.000.000 di persone abbiano attirato a se una simile catastrofe...Questo è un esempio - decisamente forte lo ammetto - che ci pone di fronte alla dimensione 'macro' e 'micro' dell'esistenza. Da una parte il collettivo, dall'altra l'individuo. Anche in questo caso le 'esperienze' vissute e raccontate (per chi c'è riuscito e per chi ha lasciato traccia) hanno colorazioni differenti e danno sfumature evolutive dalle conclusioni più varie. Ho letto il bellissimo articolo di Clara Tozzi su Etty Hillesum e sulla sua capacità di accettare e trasformare il suo destino di morte (reale) in un cammino al centro della propria essenza più autentica. C'è chi come Primo Levi non ha retto il senso di morte al punto da porre fine alla propria esistenza. E' difficile capire quali energie e cosa si muova dentro a ogni individuo. E cosa possa muovere il collettivo. E' un mistero cui dobbiamo inchinarci. A chi sopravvive è consegnato il compito di elaborare la sua infinitesima parte. Almeno credo...
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Evi |
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