IL FORUM DI ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni |
FORUM DI Opinioni a confronto |
Inserito il su Eridano School - Astrologia e dintorni |
DISCUSSIONE: Sul (presunto) determinismo: ancora! |
Premessa: Considero validissima l’astrologia psicologica, che purtroppo, non conosco bene. Se sono riuscita a capire alcune cose dell’astrologia (il valore dell’archetipo, il modo in cui certi meccanismi psicologici si rispecchino in determinate configurazioni planetarie del TN, per esempio) è proprio grazie allo svisceramento del simbolo che a me sfuggiva. E, anzi, sono veramente rimasta sbigottita di fronte alla precisone di certe analisi. Ammiro la lucidità e la razionalità dell’astrologia morpurghiana, ma la lettura dei libri della Morpurgo mi ha sempre lasciato l’impressione di un che di ‘meccanico’. Frutto, immagino, di un diverso punto di vista: lei, così almeno mi pare, pone l’accento più sull’effetto, mentre l’astrologia psicologica più sulla causa.
Fatta la premessa, arrivo alla ‘provocazione’: come si pone l’astrologia psicologica nell’analisi e, soprattutto, nella previsione di eventi che non dipendono da noi o che non implicano l’individuo come ‘centro’ di un evento/processo? Se, per esempio, nel caso di rapporti interpersonali, di malattie (la psicosomatica), del nostro modo di rapportarci al cibo, di lavorare, persino di pensare, si possono chiamare in causa gli archetipi, come si pone l’astrologia psicologica di fronte a eventi tipo: i colpi di fortuna (vincite/eredità impreviste), gli incidenti stradali (quando, ovviamente, non siano frutto di un impulso autodistruttivo: guidare ubriachi, o a 100 all’ora)? Se certi pianeti sono statisticamente spesso implicati in questi eventi (così come accade in altri: penso all’anoressia, alla dipendenza affettiva o ad altro) non esiste allora una forma (sottile, indiretta) di determinismo? Io penso di sì, e lo penso anche nel caso degli archetipi. Certe configurazioni ‘inclinano’ verso una gamma di reazioni/relazioni psicologiche che non si devono necessariamente manifestare in tutti nella stessa forma, nello stesso momento o secondo le stesse modalità: ma se x persone con una certa configurazione manifestano certe tendenze segnalate, per così dire, nella gamma di quelle comprese dall’archetipo, allora qualcosa forse significa… Che è poi quello che ho spesso letto nei libri della Morpurgo. Comunque, al di là della mia visione personale (e precisando che poco mi importa di essere ‘determinata’ o meno dai pianeti, visto che lo sono, lo siamo da mille altre cose in maniera analoga: dai genitori, dalla società, dalla religione, dalla pubblicità, dalle persone che incontriamo…), vorrei sentire la vostra. Il mio interesse riguarda i principi della disciplina (o della sua 'corrente' psicologica ), più che una questione morale o filosofica (che varia per ciascuna testa). Grazie, Lampa |
a cura di Lampa |
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RISPOSTE |
del 05/03/2008 13:04:47 |
...Bella provocazione...Credo si vada a toccare qualcosa che ha a che fare con il 'destino' che ci è stato - in qualche modo - assegnato. O ci siamo scelti, non importa.
Effettivamente è una domanda che mi frulla in testa da tempo. Quello che m'ha sempre raffreddato rispetto alla Morpurgo è, appunto, quella sensazione di ineluttabilità che traspare dai suoi scritti. Il salto qualitativo di Lidia, secondo me, è quello di aver girato lo specchio. Secondo una logica razionale 1 + 1 fa 2. Ma in astrologia non necessariamente è cosi. Il determinismo non gli appartiene. Sicuramente 1 + 1 fa 2 se le forze in gioco sono vissute inconsapevolmente. Diversamente la presa di coscienza di 1 + dell'altro 1 potrebbe anche non dare 2. Non il 2 di prima, per intenderci. Si è passati a un livello evolutivo superiore. Il nostro andamento è a spirale 'ascendente'. Per cui se il destino è in qualche modo determinato all'origine, il compito è raggiungere il suo più alto grado di comprensione - perfezione. Si tratta di potenziale. Il che presuppone la capacità di fare passaggi di stato, cosi come avviene - per analogia - nella fisica. Il mondo non è a tre dimensioni. La matematica e la fisica hanno dimostrato che non è cosi...Ognuno di noi è chiamato a onorare il proprio destino, facendo uso del 'materiale' che gli è stato dato per compierlo. Trasfigurandolo. Questo è un processo che non è determinato a priori, siamo solo noi che possiamo attivarlo. Ciao evi |
a cura di EVI |
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del 05/03/2008 13:24:59 |
care amiche,
sono veramente d'accordo con quanto dice Evi....siamo un potenziale in evoluzione. Credo che noi siamo CREATORI della nostra vita ma non certo a livello egoico, anzi più ci identifichiamo col nostro ego e meno ci sentiamo padroni di noi stessi e della vita. La nostra esperienza del mondo rispecchia ciò che abbiamo dentro, questo lo sento sempre più vero per me...e in quest'ottica, niente di ciò che ci "capita" è casuale. un bacio Lara |
a cura di ARAL |
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del 05/03/2008 14:18:09 |
E' vero. Ci sono varie dimensioni del reale e molte ancora ci sfuggono. Il daltonico (o il cane, la farfalla) vedono il nostro stesso mondo ma lo vedono diverso: eppure per loro non è meno reale...
Quello che dicevo io è però questo: se in un campione x di pazienti si è notata una certa correlazione fra l'assunzione di nicotina e lo sviluppo del tumore al polmone, un minimo di relazione fra la sostanza (nicotina) e il suo effetto (il tumore) ci dovrà pur essere. Il che non vuol dire che tutti quelli che fumano si ammalino di tumore, perchè: ognuno di noi ha un corredo genetico diverso dall'altro che reagisce più o meno bene; la nicotina non è l'unico fattore ma ce ne sono 1000 altri (l'alimentazione, lo stile di vita etc); qualcuno svilupperà il tumore alla gola invece che al polmone... Vero è però che la nicotina espone maggiormente al rischio... Perdonatemi l'argomento (e il paragone) un po' tetro, ma era per rendere l'idea del ragionamento. Mi interesserebbe anche il parere di Lidia (soprattutto sulla questione delle previsone di eventi diciamo così fortuiti, tipo morti accidentali o regali della fortuna). Grazie a chi risponderà. |
a cura di LAMPA |
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del 05/03/2008 14:27:39 |
cara Lampa,
cioè tu vuoi dire se certi transiti "predispongono" a determinati eventi magari nefasti o particolarmente fortunati ? Se è così, ti dico la mia... Io, riprendendo il ragionamento che ho fatto prima, credo che ciò che si manifesta fuori è in relazione a ciò che abbiamo dentro e quindi ti faccio un esempio concreto. Ipotiziamo un transito di una combinazione poco felice tra saturno marte e urano su un sole leso radx...potrebbe manifestarsi con un incidente stradale o, in una persona maggiormente consapevole di ciò che gli si agita dentro, nella presa di coscienza di dover reindirizzare le sue enegie in modo più costruttivo e più in sintonia con le esigenze attuali. Io penso che funzioni così. cosa ne dici ? saluto Lara |
a cura di ARAL |
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del 05/03/2008 14:35:24 |
cara Lampa,
occorre sempre capire cosa si intende con EVENTI CHE NON DIPENDONO DA NOI. In effetti non è facile defire cosa è "effettivamente fuori di noi" perchè, se noi apparteniamo ad una totalità.. (anche se non la vediamo e non la comprendiamo), non c'è nulla, forse, totalmente al di fuori di noi. In effetti, io non la metto su questo piano.. non certo della causa effetto o della COLPA.. ma sicuramente sul piano del fatto che noi viviamo comunque CONTENUTI che ci appartengono. L'incidente stradale non è che non ci appartiene dal momento in cui non siamo noi a provocarlo direttamente: perchè, il contenuto è altro.. e si può esprimere attraverso varie forme.. tutte contenute in un certo simbolo. Se qualcuno mi viene addosso con la macchina si tratta di un fatto sincronico.. infatti, io, di regola ho un transito in quel momento che mi fa capire che determinate cose si sono attivate anche dentro di me.. magari del tutto inconsapevolemente. Quando noi abbiamo un transito di Marte..in genere attiriamo irruenza, a volte violenza, altre volte aggressività e questo è PARTE del nostro CONTENUTO interno di quel momento anche se non conoscendolo, non lo vediamo e non ci vogliamo ritenere non "colpevoli",ma "responsabili".. di ciò che ci accade dentro.. che, non fa altro che attirare l'uguale all'esterno. So che questo discorso non è facile ed infatti regolarmente appare nella discussione del forum perchè per noi è ostico capire alcune cose. Anche dal punto di vista psicologico oggi tutti sanno che gli incidenti sono rappresentazioni interne di schemi mentali distruttivi che prima o poi potrebbero manifestarsi, soprattutto se non ne abbiamo consapevolezza. Spero di aver spiegato il mio pensiero.. Un saluto Lidia |
a cura di LIDIA |
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del 05/03/2008 14:48:31 |
Può essere. Però non sempre quello che ci capita è in funzione di ciò che abbiamo dentro. Per quello chiedevo conto a Lidia di come si ponga l'astrologia psicologica nei confronti di eventi chiamiamoli esterni, cioè che non dipendono necessariamente da noi. Se io sto guidano e faccio un incidente, può essere che un transito particolare mi abbia tolto la lucidità o la prontezza di riflessi. Ma se io viaggio su un aereo e l'aereo cade, l'influsso dei pianeti interviene a prescindere dalla mia personale condizione (psichica e planetaria).
Il che non vuol dire che tutti quelli che subiscono lo stesso transito si trovino di fronte a effetti analoghi. Questo no. Un transito può scaricarsi in varie forme e vari ambiti, ma anche il solo fatto che possa rientrare in una data gamma di eventi (che è quella compresa dal simbolo o archetipo segnalati dalla casa o dal pianeta) introduce a mio avviso un minimo di correlazione. |
a cura di LAMPA |
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del 05/03/2008 14:48:34 |
Può essere. Però non sempre quello che ci capita è in funzione di ciò che abbiamo dentro. Per quello chiedevo conto a Lidia di come si ponga l'astrologia psicologica nei confronti di eventi chiamiamoli esterni, cioè che non dipendono necessariamente da noi. Se io sto guidano e faccio un incidente, può essere che un transito particolare mi abbia tolto la lucidità o la prontezza di riflessi. Ma se io viaggio su un aereo e l'aereo cade, l'influsso dei pianeti interviene a prescindere dalla mia personale condizione (psichica e planetaria).
Il che non vuol dire che tutti quelli che subiscono lo stesso transito si trovino di fronte a effetti analoghi. Questo no. Un transito può scaricarsi in varie forme e vari ambiti, ma anche il solo fatto che possa rientrare in una data gamma di eventi (che è quella compresa dal simbolo o archetipo segnalati dalla casa o dal pianeta) introduce a mio avviso un minimo di correlazione. |
a cura di LAMPA |
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del 05/03/2008 14:55:56 |
Scusate. Ho postato 2 volte lo stesso messaggio.
Ho capito il discorso, E, in effetti, sono cose complesse (e su cui ognuno ha un proprio modo di sentire). Per te, Lidia, è una specie di attrazione di 'forze': qualcosa che, comunque sia, finisce per attivare nostri contenuti interni. Io non so: ci devo pensare... Comunque grazie a tutti per l'interessantissimo scambio. |
a cura di LAMPA |
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del 05/03/2008 15:00:11 |
cara Lampa,
credo che il punto fondamentale è comprendere cosa sono i transiti....è chiaro che se tu consideri i transiti come CAUSA di un determinato evento significa che non senti nemmeno valido il discorso del principio unitario... ...Per me i transiti NON CAUSANO niente ma sono solo il riflesso di ciò che abbiamo dentro ...poi come noi GESTIAMO ciò che abbiamo dentro dipende da noi, dalla nostra maturità, consapevolezza, evoluzione ecc, ecc saluto Lara |
a cura di ARAL |
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del 05/03/2008 16:22:33 |
Ribalto la questione...Penso alla tragedia dell'Olocausto. 7.000.000 milioni di ebrei mandati a morire nei campi di concentramento. Obiettivamente risulta difficile credere che 7.000.000 di persone abbiano attirato a se una simile catastrofe...Questo è un esempio - decisamente forte lo ammetto - che ci pone di fronte alla dimensione 'macro' e 'micro' dell'esistenza. Da una parte il collettivo, dall'altra l'individuo. Anche in questo caso le 'esperienze' vissute e raccontate (per chi c'è riuscito e per chi ha lasciato traccia) hanno colorazioni differenti e danno sfumature evolutive dalle conclusioni più varie. Ho letto il bellissimo articolo di Clara Tozzi su Etty Hillesum e sulla sua capacità di accettare e trasformare il suo destino di morte (reale) in un cammino al centro della propria essenza più autentica. C'è chi come Primo Levi non ha retto il senso di morte al punto da porre fine alla propria esistenza. E' difficile capire quali energie e cosa si muova dentro a ogni individuo. E cosa possa muovere il collettivo. E' un mistero cui dobbiamo inchinarci. A chi sopravvive è consegnato il compito di elaborare la sua infinitesima parte. Almeno credo...
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a cura di EVI |
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del 05/03/2008 18:46:00 |
"Non dalle stelle io colgo il mio giudizio,eppure mi sembra di sapere d'astrologia;ma non per predire buoina o male sorte ,pestilenze,carestie,o tipo di stagione ;ne' so' ai brevi minuti raccontare la fortuna ,assegnando a ciascuno tuono e piaggia e vento,ne' so' dire dire se ai principi le cose andranno bene per frequenti predizioni che nel cielo trovo.
Ma dai tuoi occhi io traggo la mia conoscenza,stelle fisse,in cui leggo questo segreto ,che verita' e bellezza prospereranno insieme ,se ti rivolgerai a te stesso " Shakespeare - Sonetto 14- |
a cura di ARABELLO |
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del 05/03/2008 19:43:11 |
cara Evi,
indubbiamente se andiamo al macrocosmo le cose sono molto più difficili da comprendere proprio perchè noi abbiamo solo una visione parziale. In ogni caso, esistono anche il karma individuale e quello collettivo.. e non possiamo non pensare che in quel clima di violenza.. in cui sono morte 50 milioni di persone.. non ci fosse qualcosa di collettivo potente.. Chiaro, le singole ombre individuali vanno a finire sulle ombre collettive che, a loro volta, cercano capri espiatori.. per attivare la violenza.. A loro volta però anche i capri espiatori hanno all'interno contenuti complessi.. è un circolo strano.. in cui tutti sono responsabili. Esattamente come la vittima che apparentemente sembra innocente.. ma noi, psicologicamente, sappiamo che le cose non sono proprio così. Un saluto Lidia |
a cura di LIDIA |
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del 05/03/2008 21:00:20 |
Ciao Lampa, l'argomento interessa molto anche me. Non posso risponderti in maniera esauriente, del resto qui possono farlo in tanti meglio di me, perché sono all'inizio e anch'io comincio a impadronirmi ora di certi archetipi di cui l'astrologia ci parla. Anch'io ho iniziato dai libri della Morpurgo e ho avuto subito la tua stessa impressione ma non perché vediamo noi le cose in un certo modo ma perché era proprio lei a dire chiaramente come la pensava. Per quanto li trovi preziosissimi dal punto di vista tecnico-interpretativo non posso condividere la sua concezione improntata a un rigido determinismo causalistico. Per lei un pianeta, ancor prima di essere un simbolo, era un agente che irradiava energia, che a sua volta provocava conseguenze su piccola come su grande scala. Anche se non ho terminato la lettura - direi meglio lo studio - dei suoi libri, non ho finora trovato alcun accenno al libero arbitrio, al contrario, se ne trovano piuttosto, in modo piú o meno implicito, alla sua inevitabile - per come vedeva lei le cose - confutazione. A me pare che l'ineluttabilità che caratterizzava la sua concezione astrologica rendesse un tema natale una vera e propria impronta "genetica" non passibile di modifiche, e non, come invece sostiene la visione umanistico-psicologica dell'astrologia, una semplice "fotografia" dell'interiorità di una persona al momento della nascita su cui poi ognuno di noi dovrà lavorare, una volta acquisita la necessaria consapevolezza, per utilizzarne i pregi e rafforzarne i punti deboli. In questa visione, per come l'ho recepita io finora, il libero arbitrio, la capacità di scegliere, per quanto possano essere condizionati dallo stato iniziale - che non dipendono dalla disposizione planetaria ma di cui quest'ultima è semplicemente il riflesso - possiedono un'autonomia che gli permette di modificarsi, di evolvere ma, ne sono convinto, anche di involvere se non ci si mostrerà capaci di correggere le tendenze deteriori e le si asseconderà poiché è di gran lunga piú facile abbandonarsi all'inerzia di una pista già tracciata piuttosto che lasciare la via vecchia per una nuova e incognita in cerca della propria autenticità piú profonda. La visione morpurghiana sembrava voler replicare in àmbito astrologico gli analoghi meccanismi delle scienze esatte: a un dato evento corrisponde un certo effetto, e le uniche variabili concesse sono strettamente dipendenti dalla struttura "genetica" di ogni tema natale. Forse la Morpurgo avrebbe dovuto cambiare il celebre motto "astra inclinant, non determinant" capovolgendolo... a me pare che questa concezione sia di poca o nulla utilità per chi voglia intraprendere un cammino di ricerca interiore volto al miglioramento di sé stessi e a una piú completa comprensione delle proprie pulsioni e dei propri limiti, comprensione che dovrebbe essere finalizzata a un superamento degli stessi. Mi sembra piuttosto che fornisca un perfetto alibi a tutti quelli che si rivolgono all'astrologia cercando risposte rigidamente univoche e "binarie", quasi come se si trattasse di interrogare un computer potendo solo ricevere in risposta un "1/0" o "on/off". Paragone cui, non per niente, la stessa Morpurgo non seppe sottrarsi quando, nella sua "Introduzione all'astrologia", afferma che "agli occhi di un tecnico che degnasse occuparsi di questo problema lo Zodiaco apparirebbe come la favolosa "memoria" di un computer già predisposto per un sistema binario". Date tali premesse, le conseguenze erano immaginabili. Inoltre credo che una simile concezione non aiuti ad affrancarsi da uno sterile fatalismo per cui tutto sarebbe già deciso, "predisposto", appunto, e contro cui sarebbe inutile ogni tentativo di remare "controcorrente". Diventa facile, allora, trovare il pretesto per rimanere ancorati al punto di partenza, senza tentare di evolvere aggrappandosi al pretesto che si è come si è perché si hanno i pianeti disposti in un certo modo nel tema natale, e non ci si può far nulla... Io non credo affatto che sia cosí. È vero che anch'io spesso mi sono posto domande riguardo a certi accadimenti di cui apparentemente noi non abbiamo responsabilità né diretta né indiretta (il caso di un'eredità di cui parli, per esempio, ma non l'anoressia o la dipendenza affettiva: lí mi pare che l'autodeterminazione del singolo sia fondamentale) e che trovare una risposta che non sia fatalistica è difficile. Per questo, ma è una concezione personale, credo che alla fine si sia costretti a "trascendere" i limiti della mera esistenza materiale, ammettendo che forse questa vita che noi riteniamo cosí unica e sola, da cui dipende la nostra salvezza o dannazione (nel caso di una concezione religiosa) oppure che rimane fine a sé stessa non preceduta né seguita da alcunché (nel caso, invece, di una concezione materialistica e nichilista, cui certamente aderiva la stessa Morpurgo, sia pure dal versante opposto ma speculare a quello delle scienze esatte) non sia un accidente isolato di cui sarebbe costellata la storia dell'Universo ma che faccia parte di un continuum spazio-temporale di cui ancora ci sfuggono - a livello collettivo - l'essenza e il senso profondo ma che è possibile intuire se pensiamo alle insospettate convergenze tra l'àmbito delle scienze esatte e la parte piú avanzata delle discipline umane di cui certamente l'astrologia umanistica è una componente basilare e che si stanno palesando negli ultimi anni dischiudendo orizzonti interpretativi del tutto nuovi, incogniti e affascinanti: penso alla teoria della pluralità dimensionale in cui coesisterebbero innumerevoli universi, ciascuno con la propria struttura e le proprie regole spazio-temporali. In quest'ottica, io credo, diventa necessario prendere in considerazione la possibilità che ogni esistenza sia strettamente interconnessa con altre che ci hanno portato allo stadio attuale, sia come individui che come specie nel suo complesso. Anch'io credo che esista un karma da cui deriva ciò che siamo e ciò che saremo. Com'è già stato detto in questa discussione cui avrei voluto intervenire prima senza averne modo, penso che si debba capovolgere il rapporto causa-effetto. Non è il transito, o la configurazione di nascita che "causa" ineluttabilmente un evento, un comportamento o un carattere come pensava la Morpurgo ma quel transito o quella configurazione sono lo specchio di ciò che è già presente dentro di noi, avvengono in sincronia con ciò che si modifica dentro di noi lungo la strada evolutiva sia del singolo che della collettività. Penso sia importante capire, quindi - come del resto insegnano le religioni orientali molto piú centrate sull'Uomo e del tutto slegate dall'idea di un Dio onnipotente cui affidare ogni possibilità di salvezza abdicando quasi totalmente al nostro libero arbitrio, una soluzione molto "comoda" - che il nostro karma e quindi il nostro Destino lo decidiamo noi con le nostre azioni, momento dopo momento, non i Pianeti con i loro moti, né i capricci di un Dio distante e imperscrutabile. Saluti.
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a cura di ASTRO |
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del 06/03/2008 09:58:27 |
cara Astro,
confermo ciò che dici. Io sono stata un'allieva diretta di Lisa e devo dire che ho sempre affrontato, anche con lei, questo tema. Avendo una formazione di tipo psicologico io mi sono allontanata subito da questa visione in quanto, se credessi che una persona è determinata dalla nascita non avrebbe alcun senso lavorare e stimolarla a cambiare e a scoprire cosa il suo Se' ha in serbo per lei. Torno a ripetere che gli astri non fanno niente.. nel senso che rappresentano energie.. che ognuno di noi possiede all'interno e che dovrà nel tempo (per tempo non intendo solamente una vita.. potrebbero essere molte di più) imparare a gestire. Ciò che a noi accade come ineluttabile fuori, è semplicemente qualcosa che noi abbiamo dentro schematizzato in un certo modo.. I nostri schemi, quelli che ereditiamo dai nostri genitori e dalla nostra razza e specie sono codificati all'interno, ma non è detto che siano inamovibili.. possono chiaramente essere cambiati ma per questo, è richiesto quel processo che Jung chiamava "individuazione", processo che inizia con la chiamata che il Se' fa all'IO cominciando a spingerlo in una certa direzione e cominciando a sollecitare la sua attenzione in modo da riconoscere ciò che è. La Morpurgo in un certo senso apparteneva ancora alla generazione di astrologi che vedevano qualcosa di fisso e di rigido nel codice.. in realtà, anche il codice genetico, pur con lunghezze e difficoltà, cambia. I nostri geni possono essere scritti.. ci vogliono 7 generazioni,ma un gene può scriversi ex novo.. oppure può cambiare e trasformarsi.. e questo lo dice la scienza.. e non solo l'astrologia che, a mio avviso, è un codice di lettura universale.. Io ho visto nella mia vita accadere dei veri e propri MIRACOLI.. ho visto persone distruttive dopo aver compreso delle cose di sè.. cambiare completamente registro ed imparare ad utilizzare un certo tipo di energia in modo creativo, facendo di essa un alleato e non un nemico che cerca di distruggerla. Ho visto comprendere e trasformaare cose terribili.. ho visto anche in me.. mutare atteggiamento e smettere di ritenermi in un certo modo.. Come dicono gli orientali: bisogna cominciare a vedere che NOI ABBIAMO degli SCHEMI MENTALI e che non siamo quello schema mentale.. Se non facciamo questo passo, non è possibile il cambiamento. AVERE EMOZIONI, AVERE ISTINTI E AVERE SCHEMI MENTALI... indica la possibilità di poterli cambiare attraverso L'ESSERE. ESSERE EMOTIVI, ESSERE ISTINTIVI, ESSERE PERFEZIONISTI.. implica una fissità perchè ci imprigiona in una sola visione di noi stessi che, nel caso, può diventare un vero e proprio destino. Un saluto Lidia |
a cura di LIDIA |
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del 06/03/2008 10:16:44 |
In realtà le mie idee sull'argomento, così come su molti altri che chiamano in causa il trascendente (religione compresa), non sono così chiare nè definite.
Diciamo che, a livello del tutto teorico (ripeto, non so nemmeno io se ci credo), penso che se certi eventi si possono 'prevedere' (e le previsioni posso arrivare dall'astrologia, così come da persone dotate della capacità di vedere oltre), allora è perchè gli eventi sono in qualche modo dati. Che l'astrologia psicologica in particolare si occupi meno della previsione e più della conoscenza di sè è un dato collaterale che non esaurisce il problema. L'esperienza (e il buon senso) mi suggeriscono ovviamente che se i pianeti alla nascita determinassero l'uomo in maniera così ineludibile, allora i gemelli nati alla stessa ora dovrebbero avere un identico destino, il che non è. Così come non accade sempre che, in presenza di transiti analoghi, si verifichino per la stessa persona sempre le stesse cose... La mia questione era più di principio, di metodo. Ci sono così tante cose che non conosciamo del nostro mondo sia a livello macro (la nascita della Terra, l'Universo) sia a livello micro (il funzionamento del cervello, la psiche)... Anche il semplice 'caso' (penso, per esempio, alla origine delle specie come frutto di mutazioni casuali che poi si tramandano perchè più utili e funzionali) per me può essere una spiegazione sufficientemente valida, anche se mi obbliga a pensare tutto in funzione del 'qui e ora'. Anche se non spiega il 'perchè' ma solo il 'come'. |
a cura di LAMPA |
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del 06/03/2008 11:49:12 |
cara/o Lampa,
credo che in merito a questi argomenti non si tratti tanto di capire razionalmente, è necessario andare oltre...solo SENTENDO VERI certi principi si possono considerare nostri...con la testa si arriva fino ad un certo poi non basta più. saluto Lara |
a cura di ARAL |
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del 06/03/2008 12:08:29 |
...Niente male, Astro...
Collettivo e individuale...Cara Lidia comprendo benissimo quello che scrivi. E infatti attendo con ansia quell'opposizione di Saturno a Plutone affinchè emerga dalle 'fogne dell'umanità' quanto è stato negato e seppellito. La questione è che molta parte di questa umanità si sentirà vittima...Su cosa ci attende è difficile fare pronostici, direi... Anche se per come la vedo, di positivo si prospetta ben poco all'orizzonte. Salvo miracoli...alias sussulti di coscienza. Un saluto ottimista, nonostante tutto |
a cura di EVI |
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del 06/03/2008 18:43:35 |
cara Lampa,
non credo che le cose siano così.. alcune persone tendono a prevedere.. non in quanto sono già scritte, ma in quanto simbolicametne si possono cercare di leggere certi fatti.. soprattutto quando una persona la si conosce.. Io non sono d'accordo con questo tipo di astrologia.. però.. è chiaro che se io conosco bene una persona e so che ha una relazione fortemente in crisi.. e passa magari un Urano in VIIa.. posso anche azzardare la previsione che si lasceranno.. ma faccio un sacco di danno a dire questo.. perchè in realtà... io non lo so.. e non sono corretta quando lo dico.. perchè la persona vuole e desidera un cambiamento e io solo questo dovrei dire..e il cambiamento è nei suoi schemi relazionali.. ed io dovrei lasciarle il libero arbitrio di decidere come lo vorrà vivere quell'Urano. Quello che invece non conosciamo possiamo vederlo sempre come FATO. Un saluto Lidia |
a cura di LIDIA |
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del 07/03/2008 12:09:32 |
Capisco, il tuo punto di vista. E lo condivido.
Del resto, te l’ho spesso sentito esprimere da questo forum come forma di deontologia professionale: così come lo psicologo non ti dice cosa fare perché sei tu a dover scegliere e decidere, lo stesso dovrebbe fare il buon astrologo. Anzi, penso sia quello che dovrebbe fare chiunque, di fronte alla tendenza imperante a dispensare consigli non richiesti… Però questo (intendo dire il tuo codice deontologico o quello di qualcun altro) non è direttamente implicato con la natura della disciplina astrologica. La disciplina dovrebbe ‘funzionare’ a prescindere dall’uso che ne si fa. Tornando al tuo esempio: di fronte al transito di urano in 7° casa l’astrologo x potrebbe parlare di rottura (magari, come tu dici, facendo la somma arbitraria di tutta una serie di informazioni captate da chi ha di fronte) e l’astrologo y potrebbe limitarsi a parlare di desiderio di cambiamento. Ma il denominatore comune dovrebbe essere: la sollecitazione di una spinta al cambiamento (perché il cambiamento è l’archetipo di Urano). Quello è il dato di fatto da cui la mia riflessione partiva. Poi che chi interpreta il transito, ossia l’astrologo, lo esprima in un modo (rottura) piuttosto che in un altro (spinta a cambiare) poco importa perché attiene alla correttezza del singolo e al suo modo di fare astrologia. Quello che importa è il modo in cui un transito influenza (ossia ‘determina’) il soggetto, se questo accada o meno secondo una concatenazione (passatemi il termine) causa-effetto. Tornando al discorso iniziale. Forse si tratta soprattutto di mettersi d’accordo sulla terminologia. Io parlo di ‘determinare’ significando con questo solo un rapporto causa-effetto: date certe condizioni planetarie, si attivano in noi determinate forze che producono alcuni effetti, secondo il modo in cui l’archetipo risuona in noi. L’archetipo Luna può risuonare in varie forme che sono diverse per ciascuno: perché ciascuno è ‘uno’ e diverso da tutti gli altri. A seconda dell’età, del momento della vita in cui ci troviamo, delle esperienze che abbiamo maturato, delle persone che hanno incrociato il nostro cammino, questo archetipo risuonerà diversamente. Per alcuni andrà a toccare la simbologia di madre, per altri quella di sonno, per altri ancora quella di casa e via dicendo… E a seconda di quello che siamo e di come siamo, reagiremo allo stimolo diversamente. In questo senso dico che ANCHE gli astri ci ‘determinano’, ci influenzano. Ed è vero anche per me (come tu dicevi in un post precedente) che ‘tutto’ ci influenza, essendo noi inseriti in una gamma di relazioni continue: ci influenza il cibo e ci influenza la società, ci influenzano i libri che leggiamo e le persone che incontriamo. Tutti, più o meno, passiamo attraverso analoghe esperienze esistenziali (l’interrogazione a scuola e l’incidente stradale, il problema di salute e l’incontro con il sesso) ma questi eventi non producono in tutti le stesse reazioni, e questo perché ognuno è diverso dall’altro. Un libro, poniamo, è lo stesso libro sia che lo legga io sia che lo legga tu: ma a me (per quello che sono, per la mia sensibilità) potrà non lasciare nulla e a te toccare invece profondamente. Questo accade universalmente e per qualunque esperienza. Detto ciò, (ecco il nocciolo della mia questione), penso che se un dato transito ci tocca producendo delle trasformazioni (che possono essere diverse per ciascuno ma rientrare tutte nella gamma proposta dall’archetipo), questo per me significa qualcosa. E non è importante che tizio, poniamo, reagisca allo stimolo di marte sfasciando la macchina o litigando con il vicino di casa, perché questo riguarda l’effetto. Che, si diceva, è diverso per ciascuno. Ma se il contenuto (violenza) è in qualche modo attivato (‘determinato’, fra virgolette) dal transito, questo, secondo me, è una forma (sottile, impalpabile, infinitesima) di determinismo (sempre fra mille virgolette). O, chiamiamolo come volete, di effetto prodotto da una causa. Il che, peraltro, non è affatto sconvolgente, né mette in crisi il cosiddetto libero arbitrio, visto che tutto il ‘mondo’ agisce su di noi secondo le stesse modalità. Noi possiamo decidere ma non siamo mai davvero ‘liberi’. |
a cura di LAMPA |
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del 07/03/2008 13:36:43 |
Caro/a Lampa
io però non credo che si tratti di terminologia, credo che in realtà stiamo dicendo cose diverse.... ....tu parli di un fuori e di un dentro...parli di un pianeta che nel suo ciclico movimento quando si trova in aspetto ad un pianeta rdx "determina" degli effetti (certo, ribadisci che ognuno reagisce a modo suo).... ....ma io NON LA VEDO COSI' ....io credo che ciò che sta avvenendo dentro di me (durante un transito) è semplicemnte RIFLESSO nel cielo.... ...ma la vediamo in modo diverso semplicemente perchè partiamo da presupposti diversi..... Per me esiste un unità e le parti riflettono l'unità di cui fanno parte. un caro saluto Lara |
a cura di ARAL |
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del 07/03/2008 13:50:56 |
E' vero, partiamo da due punti di vista opposti: per te dal 'micro' (uomo) si arriva al macro (pianeta che ci riflette), per me è il contrario.
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a cura di LAMPA |
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del 07/03/2008 14:38:10 |
no, Lampa...per me micro e macro fanno parte della stessa unità....tu semplicemente non contempli la possibilità di un PRINCIPIO UNITARIO (non saprei come definirlo)....
....in un sistema unitario il fuori, il dentro, il sopra e il sotto, ecc sono concetti arbitrari e relativi. Nel tuo modo di vedere le cose sono concetti assoluti...per questo la vediamo in modo diverso. saluto Lara |
a cura di ARAL |
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del 07/03/2008 16:31:24 |
...Credo che Lara abbia centrato il punto...
Un saluto Evi |
a cura di EVI |
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del 07/03/2008 16:59:44 |
Può essere sia come tu dici. Ma il macro e il micro sono solo due punti di osservazione, come l'interno e l'esterno. E ciascuno può raccontare il 'tutto' da un'angolazione differente. L'uno non esclude l'altro e, soprattutto, non esclude un 'tutto' che li comprenda.
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a cura di LAMPA |
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del 07/03/2008 17:04:13 |
come ti dicevo, su questi argomenti con la testa si arriva fino ad un certo punto poi .....
.....ci si perde..... .....o si va oltre....!!! lara |
a cura di ARAL |
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del 08/03/2008 13:13:16 |
Magari è un po' tardi ma volevo rispondere a Lidia: in effetti, quando ho letto nelle tue note biografiche che eri stata allieva della Morpurgo ho potuto avere la misura di quanto importanti siano stati i passi avanti da te mossi partendo da una concezione così "angusta" e riduttiva. Nella tua concezione psicologica dell'astrologia mi ritrovo in pieno e mi è possibile "guardare in faccia" gli archetipi che mi appartengono piú da vicino. Tra l'altro, avendo avuto anche esperienze - come fruitore - con la psicologia prima, con la grafologia poi, ho anche potuto constatare quanti rimandi, quante affinità vi siano tra queste e l'astrologia psicologica, con la differenza, a mio parere, che quest'ultima consente una visione d'insieme che sfugge alle prime due, cosí come a ogni altra disciplina umanistica di ricerca interiore. Inoltre, trovo che tale visione d'insieme, che potrebbe peccare di superficialità, si riveli invece proprio la piú adatta ad analizzare dettagliatamente i singoli aspetti di un'individualità proprio perché in essa tali aspetti hanno un "nome e cognome" e possono essere richiamati a piacimento ed esaminati da diverse angolazioni, sviscerandone le diverse implicazione e meglio consentendo il confronto con i propri blocchi, i propri nodi da sciogliere. Quando parlavo di un tema natale che, nella concezione morpurghiana, è assimilabile a un'impronta genetica non passibile di modifiche, intendevo nell'arco di un'esistenza terrena, poiché è vero che i geni cambiano, altrimenti non si sarebbe avuta evoluzione delle specie ma è anche vero che possono cambiare quelli di una specie nell'arco di migliaia di anni e non quelli di una persona che è nata con quei geni e morirà con gli stessi. In questo senso, sul piano individuale, i geni sono immutabili, per questo non condivido tale assimilazione con l'impronta astrale, perché sono come te convinto che un tema di nascita possa cambiare interiormente, lungo il corso della vita, attraverso le esperienze e la presa di coscienza di sé. Credo nell'evoluzione e non nella stasi. Sono sempre gli orientali, infatti, che ci insegnano che tutto ciò che esiste è in continuo divenire. Poi, anch'io credo in una pluralità delle esistenze, per questo trovo come sbocco naturale anche una lettura karmica dell'astrologia. Ma so che quello è un terreno ancora in larga parte inesplorato, ed è meglio procedere un passo alla volta.
Un saluto. |
a cura di ASTRO |
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del 08/03/2008 18:47:30 |
caro Astro
mi ritrovo molto in ciò che hai detto....io prima di incontrare QUESTA astrologia ero comunque molto introspettiva, mi è sempre interessato sondare il mondo interiore ma la grande difficoltà che trovavo era proprio quella di definire ciò che percepivo dentro di me...era una consapevolezza a cui non potevo dare "forma". ...con l'astrologia ho potuto FINALMENTE dare dei nomi a certe dinamiche e il fatto di poter dare dei nomi, di circoscrivere ciò che percepivo, mi ha permesso di scorgere in quello che fino a prima era un grande CAOS ...un ORDINE, un SENSO e un SIGNIFICATO. Credo che chi ha modo di conoscere questo linguaggio non possa fare a meno di riconoscerne la GRANDEZZA. saluto Lara |
a cura di ARAL |
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del 10/03/2008 11:12:15 |
cara lampa. anch'io mi sono posta le tue stesse domande ed è difficile uscirne se non si pensa in modo più ampio ..
.in effetti noi non siamo mai veramente e del tutto liberi.. cos mi sono detta che ci deve essere qualcosa al si sopra di noi ...i transiti io li paragono alle istruzioni dettate da una volonta divina che vuole e desidera per noi il cambiamento affinche ognuno di noi impari ad essere cio che è, diversi, autentici e soprattutto che impariamo ad agire nel modo giusto per noi...per realizzare quello che è il nostro progetto per il quale siamo nati. non so se hai letto la parabola dei talenti nel vangelo..ecco dice qualcosa di simile. ciao! |
a cura di PAOLA |
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del 11/03/2008 13:54:41 |
Ciao Lara, sì, anch'io condivido la tua stessa impressione, perché come sai bene, visto che quando mi sono affacciato su questo forum la mia "guida" sei stata proprio tu ::smile::, sono rimasto profondamente colpito dalla potenza del linguaggio simbolico usato dall'astrologia psicologica. Come già ti dissi nella nostra prima discussione, anch'io come te sono sempre stato molto introspettivo, auto-analitico - del resto, Sole e Mercurio in Scorpione entrambi in 8ª casa, no? - ma prima pure per me era tutto molto piú confuso, indefinito. L'astrologia psicologica mi ha aiutato a diradare le nebbie, a comprendermi ancora meglio... e non dimentico che il primo fascio di luce l'hai gettato tu. Il mio percorso continua, continua nella sempre maggior convinzione di aver imboccato una strada ancora tutta da esplorare e che può riservare tante sorprese, e tante lezioni di cui far tesoro. Non per niente in questo periodo ho diversi transiti che mi parlano di ricerca interiore: Mercurio e Nettuno in XIIª casa, Urano in Iª... il viaggio continua.
Un caro saluto. |
a cura di ASTRO X ARAL |
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del 11/03/2008 17:30:58 |
caro Astro,
.....credo che chi ha bisogno di guardare oltre le apparenze...come noi....possa trovare nell'astrologia uno strumento INCREDIBILE..... ......poi non so, sarà il transito di nettuno su marte appena iniziato..... ...ma a me la vita sembra sempre più un meraviglioso SOGNO dove siamo contemporaneamente attori e registi....!!! baci Lara |
a cura di ARAL |
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del 12/03/2008 00:32:11 |
caro Astro,
condivido pienamente ciò che dici anche se credo che se da un lato è vero che i geni non si possono cambiare nell'arco di una generazione: ce ne vogliono 7 per scriverne uno o per modificarne uno... e questo è un numero molto interessante per noi che ci occupiamo di astrologia. Tuttavia, possiamo dire come dicevano gli antichi che i GENI inclinano ma non determinano.. infatti, non è che perchè abbiamo un gene di un assassino siamo necessariamente assassini. Per me i geni sono potenzialità che ognuno poi utilizza a modo suo. Jung paragonava gli ARCHETIPI all'istinto.. sostenendo che tutti e due possono essere molto coercitivi ma che, per contro, possono diventare assolutamente malleabili mettendosi al servizio della persona e dell'Io che, quando comprende bene il progetto può portare tutti gli altri archetipi a lavorare per una crescita ed un miglioramento continuo che consiste nel disvelare piano piano ciò che c'era già prima, ma che era nascosto. Anche per me l'astrologia psicologica è stata magica.. ha fatto ciò che 7 anni di terapia non era riuscita a fare. UN saluto Lidia |
a cura di LIDIA |
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