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Astrologia
   
  ANORESSIA E BULIMIA
discussione inserita da Chiara Inesia
 
Cara Lidia, cari voi tutti del forum,

per deviazione professionale mi spingo sempre verso problemi e patologie, perdonatemi...
Mi farebbe piacere avere il vostro parere riguardo alle dinaniche natali che avete riscontrato più frequentemente in persone che soffrono o hanno sofferto di questa problematica.
Immagino il problema riguardi la Luna e suoi difficili rapporti con Saturno per la deprivazione affettiva e la conseguente difficoltà ad autonutrirsi, a questo proposito penso dunque che forse un asse IV-X possa essere coinvolto, oltre che quello II-VIII, voi che ne dite?
Inoltre il nutrimento è e dovrebbe essere un piacere, può centrare dunque anche una tematica problematica di Leone o di V casa, visto che il Leone per lo meno in certi contesti è considerato lussurioso?
Grazie dei preziosi contributi che inserirete.
Cari saluti!

Chiara Inesia

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 RISPOSTE A QUESTA DISCUSSIONE 27 - Inserisci una risposta a questa discussione
 
A CURA DI
inserita il 11/01/2008 10:34:10

- Cara Ale,
ogni cosa ha il suo tempo.
Mi sembra che già stai facendo tanto e che i risultati tu li riesca proprio a toccare con mano, dunque procedi su questa strada che sembra sia giusta.
Il fondo si tocca quando si è deviato molto dal proprio cammino, a mio avviso, e per le ombre, nel momento in cui ci interroghiamo di noi e accettiamo anche i lati meno belli di noi e cerchiamo di renderci responsabili di ciò che ci accade e di ciò che ci attiriamo, già si illuminano un pò e sono mlto più facilmente gestibili.
Un caro saluto!

Chiara Inesia

Chiara Inesia
 
inserita il 11/01/2008 12:13:29

- Cara Chiara Inesia,
(quant'è lungo sto nome...ma i tuoi amici come ti chiamano? dai che scherzo...)

Grazie per ciò che dici e qui chiudo il discorso per aprirne un'altro...

Ti volevo fare i complimenti per il tuo articolo "Medicina,fisica quantistica,psicologia e astrologia" in Astrologia e Dintorni.

Ti volevo scrivere un post ma visto che siamo qui...

sono riuscita a leggerlo tutto (era veramente lungo!) ma era interessantissimo e ce l'ho fatta.
La frase "Felicità è fare quello x cui siamo stati programmati di fare" è vera un gran bel pò...il problema sta nel trovare proprio ciò per cui siamo stati concepiti.

Ultimamente mi salta sempre im mente quest'altra frase credo di Seneca ma non ne sono sicura, la frase però è certa: "E' felice chi è contento della propria condizione, qualsiasi essa sia e gode di quello che ha!"

Un caro saluto Ale!

PS. Sei stata brava ieri? Sei andata in bicicletta visto il blocco totale delle auto?

Ale70
 
inserita il 11/01/2008 14:05:49

- Cara Ale,

nessuno mi chiama Chiara Inesia, ma quando entrai qui la prima volta vidi che c'era già qualcuno che si chiamava Chiara e allora visto che ho due nomi, e non sai che fatica che ho fatto ad accettare questo secondo nome così particolare, ho deciso di scriverli tutti e due.
Grazie per i complimenti per l'articolo e complimenti a te per averlo letto tutto!!!

Penso anche io che la difficoltà nostra più grande sia proprio scoprire ciò per cui siamo stati "programmati", ma questo significa essere se stessi e mettendoci a confronto ogni giorno con la vita lo capiamo se abbiamo l'attenzione di osservarci, di guardarci ed eventualmente di metterci in discussione in ciò che viviamo quotidianamente, ma certo non è semplice.

Per quanto riguarda la frase di Seneca, mi spiace, ma non condivido e ti spiego perchè e intanto me la riscrivo così mi confronto meglio.

"E' felice chi è contento della propria condizione, qualsiasi essa sia e gode di quello che ha".

Per molto tempo ho sostenuto anche io questa tesi, poi mi sono resa conto che per me, e ci tengo a sottolineare PER ME, non vale.

Forse ci sono persone nella vita che si accontentano, vedono solo il lato bello delle cose, godono di quello che hanno e sono felici così; io credo sinceramente che questa felicità non sia vera, ma concretamente non lo so, non posso saperlo, ma so appunto sicuramente che questo per me non vale, per lo meno fin'ora.

Per come sono fatta io, non esiste che mi vada bene tutto di quello che vivo, se mi facessi andare bene tutto, vorrebbe dire che negherei ciò che non mi va bene, negherei le mie sofferenze, le mie frustrazioni, vorrei mettere e allontanare chissà quanto ciò che è doloroso e brutto per me.
Siccome non sapevo cosa stavo negando, ma pensavo che vederla come dice Seneca e come diceva qualcun altro a cui mi ispiravo fosse la cosa giusta per me, allora l'ho fatto, ma dopo qualche tempo, tutto mi si è riversato contro e mi è scoppiato dentro e fuori.

Godere di quello che si ha credo sia giusto, cercare di vedere sempre il lato positivo di quello che si vive è giustissimo, perchè tutto è giusto ne sono convinta, anche le cose più terribili servono e hanno la loro giustizia, ma non si può negare ciò che non ci va bene.

Ciò che non ci va bene è la spinta, il motore che ci porta a migliorarci, a cercare quello che ci manca, quello che ci può fare stare meglio; lo sbaglio che facciamo è che molto spesso lo cerchiamo fuori da noi, ma poi ad un certo punto quando si capisce che è dentro di noi, allora tutto cambia e piano piano si può davvero arrivare ad essere veramente felici.

La felicità non è priva di sofferenza, nella felicità è insita la sofferenza, non potremmo essere noi stessi senza la sofferenza, io credo, e quando si è consapevoli di ciò a cui serve la sofferenza allora siamo felici anche della sofferenza!
Non so se è chiaro ciò che intendo.

La sofferenza è il mio motore a cambiarmi ad evolvermi, se io annullo la sofferenza e sono felice di tutto ciò che ho ....come faccio ad evolvermi?
Innanzitutto mento in una maniera spudorata a me stessa, perchè sicuramente c'è nella mia vita qualcosa che non mi va bene, ma se io accetto e godo di tutto quello che ho significa davvero che mi metto le bende sugli occhi, i tappi nelle orecchie, ecc.

Dal mio punto di vista è la consapevolezza che ci permette di essere felici nonostante la sofferenza, comprenderla, accettarla e valorizzarla ci dà la felicità.
Ma negarla ci porta nel baratro perchè prima o poi scoppierà in maniera deflagrante proporzionalmente a quanto l'abbiamo negata o meno.

Io ho sperimentato questo nella mia vita, dunque la penso così.
Però se ci sono davvero persone per cui il principio che hai citato, va bene, sono felice per loro.

Ognuno di noi ha la propria verità, ognuno di noi ha la propria strada per essere felici.

Non c'è una strada uguale per tutti, tutte le vie portano a Roma!!!!

Per questo penso che sia importante fare la propria esperienza, sperimentare le teorie e le credenze che sentiamo affini a noi e poi farci la nostra idea, così piano piano scopriamo la nostra verità e potremo essere felici anche nella sofferenza.

Un caro saluto!!!

Chiara Inesia



Chiara Inesia x Ale
 
inserita il 11/01/2008 14:12:58

- ...Ma se Seneca intendeva dire essere felici anche della propria sofferenza allora in un certo senso sono d'accordo con lui!!!!

Ma per mia esperienza ....quando si soffre si soffre e non si è felici, lo si può essere dopo pensandoci e riflettendo su cosa ci dà la sofferenza, su come fare per migliorarci, per cambiare in modo da non soffrire più per quelle cose, perchè essere felici anche nel momento esatto della sofferenza credo che non sia possibile e neppure utile, come dicevo prima, perchè non ci sarebbe la spinta a migliorare.

La felicità è essere consapevoli che c'è gioia e che c'è sofferenza e che la sofferenza è un grandissimo motore che ci spinge a noi stessi a tirare fuori la nostra verità, la nostra unicità e a brillare nel mondo per quello che dobbiamo brillare ....cioè fare quello per cui siamo stati programmati.

Questo è il mio pensiero!

Ciaooo!!!!

Chiara Inesia

Chiara Inesia x Ale
 
inserita il 11/01/2008 16:59:01

- Care amiche, grazie per questo scambio!

"Il grande dolore soltanto è l'estremo liberatore dello spirito, in quanto esso è il maestro del grande sospetto... Il grande dolore soltanto, quel lungo, lento dolore che vuole tempo, in cui, per così dire, veniamo bruciati come una legna verde, costringe a discendere nelle nostre ultime profondità e a sbarazzarci di ogni fiducia, d'ogni bontà d'animo, d'ogni camuffamento, d'ogni mansuetudine, d'ogni via di mezzo, di tutto ciò in cui forse una volta riponemmo la nostra umanità. Dubito che un tale dolore renda migliori - eppure so che esso ci scava a fondo" Nietzsche

Ancora sull'anoressia qualche spunto:
controllo del cibo - immenso potere sul proprio corpo - potere;
scissione corpo-mente (la mente crede di poter controllare il corpo e che quindi i due siano scissi ma non è così...);
corpo - madre - mondo:
corpo reale rifiutato - corpo ideale desiderato;
madre reale rifiutata - madre ideale desiderata;
mondo reale rifiutato - mondo ideale desiderato

Il corpo è una nostra risorsa perchè "quello che un buon corpo dovrebbe fare è servire la vita"; "il dolore non condanna la vita, la riscatta" (Il cuscino di Viola - dal corpo nemico al corpo consapevole - Paola Bianchini e Laura Dalla Ragione)".


Malaika
 
inserita il 11/01/2008 18:45:15

- Cara Chiara Inesia,

rifletterò su ciò che hai scritto.

Io comunque l'avevo intesa un pò differentemente, nel senso che quando una persona vuole vuole vuole e non si rende conto che ciò che ha (ma non solo materialmente, anche affetti ecc..)può essere già tanto...è lì che non va bene...

Certo, per migliorarci,è ovvio che uno cerca sempre il massimo ma tenendo conto a volte che la vita è fatta anche di piccole cose...comunque questo è un discorso che al limite mi sento di fare io perchè sono sposata (non ho detto realizzata,ho detto sposata...)con due figlie che desideravo e un lavoro...è logico che una persona a cui mancano queste cose come può accontentarsi della vita di tutti i giorni, qualcosa in mano dobbiamo avere per essere felici...ma forse a volte basta poco, e come disse qualcuno...il mondo è bello perchè è vario!!!Così la penso...

Un caro saluto Ale

Ale70
 
inserita il 11/01/2008 19:26:41

- Cara Ale,

sono d'accordo con te nell'apprezzare le piccole cose, questa è una dote che quanto più si sviluppa quanto più la nostra gioia può crescere e amplificarsi sempre più.

C'è chi si lamenta sempre e non vede la meraviglia di ciò che ha già, chi non riesce a stare in quello che ha perchè costantemente insoddisfatto, ecc., ecc.,
chi invece è realizzato con la propria famiglia e i propri figli, o con il proprio lavoro.
Proprio perchè siamo diversi ognuno ha i propri strumenti e mezzi per realizzarsi.

Però non credo tanto che per essere felici dobbiamo avere per forza qualcosa in mano, io credo più nell'essere che nell'avere, perchè se poi ci viene tolta quella cosa o persona allora non siamo più felici. Invece sviluppando l'essere, riscoprendo l'essere che siamo e nutrendolo e valorizzandolo allora le cose che sono nostre arriveranno naturali e da sole perchè frutto diretto della nostra più vera essenza e non dovremo neppure preoccuparci di trattenerle, non avremo neppure più paura di perderle, perchè inquanto generate dall'essere, l'essere permane e anche se si trasforma e muta quelle cose, quelle situazioni le potrà sempre ricreare a loro volta modificate, ma comunque sempre riproponibili e, dunque, anche se potranno esserci momenti difficili potrà sempre realizzarsi e essere felice.
Perchè l'essere sempre persisterà, io credo questo!
Ciao!

Chiara Inesia

Chiara Inesia
 
 
 
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