Parola straordinaria che viene quasi sempre compresa in modo diverso dal suo significato originario.
Religione non vuol dire “ unione con Dio” come spesso si sente dire; vuole invece dire “ri-unire , ri-collegare “ questa è la traduzione della parola “re-ligere”; e questo tradotto in parole semplici ci riporta al concetto che un tempo eravano “UNO”, tutto era unito, Dio, gli uomini, gli animali, le piante, tutte le creature facevano parte di un TUTTO: poi è accaduto qualcosa: si è rotta questa unità, si è sentito il bisogno di conoscere, di capire ogni singola individualità e, a seguito di questo, ci si è separati dall’unità: si è sviluppata la coscienza individuale, quella che usiamo ogni giorno, però si è avvertito anche il senso tremendo di frammentazione, di separazione, non siamo più Uno, siamo tanti, frammentati e spesso ci sperimentiamo piccoli e soli.
Il concetto di religione è legato al “ri-tornare” all’unità e questo è un concetto altamente psicologico in quanto la psicologia ci parla di un UNO che diventa DUE e che, nel tempo dovrà ridiventare UNO; la coscienza infatti si frammenta, si passa dall’unità alla divisione Conscio e Inconscio che produce il senso di polarizzazione, il bianco e il nero, il sotto e il sopra, il me e il non me, il Sé e l’IO; ma un giorno, proprio per via della “trascendenza”, l’Io tornerà a unirsi al Sé e in quel momento ritornerà all’Uno, al Tutto, alla spiritualità.
Noi però siamo anche divisi all’interno, non solo all’esterno: anche dentro noi siamo tanti o meglio, abbiamo tantissime parti e quindi, dovremo tornare all’unità, Per cui, la parola “religione” non ha affatto il significato che tantissimi credono, anche sacerdoti e uomini di chiesa a volte travisano questo concetto e così… “religione” sembra essere diventata una parola di scarso significato, a volte addirittura con un significato negativo. |