Il simbolo è un qualcosa che può definirsi “Universale” in quanto non risponde a tempo, spazio e non si lascia in alcun modo ne’ definire ne’ collocare in una precisa epoca storica.
La maggior parte degli studiosi di simbolismo sono concordi nel collocare il simbolo o meglio il pensiero simbolico in un’epoca che precede la storia; ovvio che si può parlare di storia dal momento in cui vi è un preciso ordine mentale che colloca e conteggia cronologicamente.
La natura, gli animali, le pietre, le piante, le costellazioni, ecc, sono servite come simboli e, pertanto, sono state anche Maestre dell’uomo.
Il simbolo si organizza nella sua amplia funzione esplicativa e creatrice come un sistema di connessioni molto complesse ma nelle quali il fattore dominante è sempre che serve a collegare il mondo fisico con quello metafisico.
Ovviamente, la funzione del simbolo consiste nel richiamare alla mente qualcosa di diverso da ciò che appare. Questo significa anche che il simbolo possiede una sua precisa energia poiché ha il potere di evocare sentimenti, intuizioni e concetti, partendo da una immagine.
Jung dice del simbolo: “ ciò che noi chiamiamo simbolo è un termine, un nome, o anche una rappresentazione che può essere familiare nella vita di tutti i giorni e che tuttavia possiede connotati specifici oltre al suo significato ovvio e convenzionale. Implica qualcosa di vago, di sconosciuto o di inaccessibile per noi. Perciò una parole o un’immagine è simbolica quando implica qualcosa che va al di là del significato immediato. Possiede quindi un aspetto più ampio ed “inconscio” - che non è mai definito con precisione o compiutamente spiegato. Ne’ si può definirlo o spiegarlo. Quando la mente esplora il simbolo, viene portata a contatto con qualcosa che va e sta al di là delle capacità razionali. Vedere l’immagine di una ruota infatti, può farci pensare ad un carro, ma può farci pensare anche al disco del Sole, oppure all’immagine della vita con la sua ciclicità e continuità. Ed è a questo punto che la ragione deve ammettere la sua totale incompetenza nei confronti del simbolo.
Vi sono poi molte parole che sono “simboliche”: se noi parliamo di “divino”, dobbiamo ammettere che la mente razionale ha delle difficoltà a spiegare o a inquadrare che cos’è precisamente qualcosa di divino.
Per questo le religioni devono usare molto il Simbolo o le Immagini, per spiegare qualcosa che la ragione non può spiegare.
Potremo dire, per parlare in termini astrologici che Giove e Nettuno spesso vanno conducono ben oltre le barriere della realtà di Mercuio e Y. Ed è qui che inizia il regno simbolico, proprio dove i sensi trovano il loro limite: il simbolo ci permette di vedere anche quello che non c’è, di comprendere qualcosa che la mente non può percepire, di sentire qualcosa che le orecchie non odono.
Questo è il modo attraverso cui parlano i sogni: essi non tengono conto delle esperienze della mente razionale e non parlano il linguaggio che noi conosciamo fatto di significati chiari: parlano una lingua che va interpretata e tendono anche a portarci a conoscere l’aspetto inconscio di qualcosa che si è manifestato alla coscienza.
|