CAINO E ABELE

Rappresentano due archetipi primordiali della nostra mitologia.
Nella Bibbia Caino è l'uccisore di Abele; primo fratricidio della storia dell'umanità: in questo caso possiamo rintracciare l'odio fraterno, acceso dalla rivalità e dall'invidia che porta al gesto estremo.
Ovviamente la chiave di lettura simbolica di questi due personaggi ha a che fare con le contaminazioni che possono maturare dentro ad una scarsa coscienza, ambivalente e dominata dall'ombra.
Caino e Abele rappresentano le difficoltà che possono possedere la coscienza quando non vi è elaborazione dei contenuti distruttivi.
L'odio nel caso, appare allorchè Jahweh accetta il regalo di Abele e rifiuta quello di Caino in quanto figlio ribelle, poco avvezzo all'obbedienza.
In questo mito si prende in considerazione l'ambivalenza del Dio Jahweh che, come in altri miti, non accetta l'individuazione del figlio (tema fortemente patriarcale).
E' un mito che ricorda tante "saghe familiari" in cui il padre preferisce il figlio che si sottomette e che non gli crea il problema del suo superamento.
Caino sarà costretto a sopportare il marchio che lo tabuizzerà: in un certo senso è come se Caino fosse segnato come il primo personaggio che inizia un "percorso di individuazione" che non è accettato dal patriarcato e dal collettivo.