Fra tutte le divinità, che prendono parte al concilio degli dei, Ares è il dio che occupa sempre una posizione subordinata e poco apprezzata dagli altri numi: è colui che si distingue per la sua indole aggressiva, indomita, ribelle, a tratti feroce. E' l'unico che riesce a fare realmente adirare il grande Zeus Cronide che lo ritiene odioso perché si diletta in modo smodato di conflitti e rivalità.
Nella versione più conclamata del mito, Ares è figlio della sola Era che, invidiosa del marito per avere generato da sé Athena, concepisce “il bellicoso” senza l'intervento del padre degli dei. In questa dinamica generativa si nota già la rabbia e la gelosia della dea che ricorre ad un concepimento “autonomo” privando così il figlio della figura maschile-paterna, rendendo in tal modo Ares un puer aeternus che non conosce evoluzione psicologica proprio perché privo del confronto evolutivo col padre. Risulta chiaro allora come Ares debba necessariamente incarnare agli occhi della madre il ruolo del dio vincente, per meglio dire apparentemente vincente, e farsi carico di tutta la rabbia della dea nei confronti del suo compagno.
Non è un caso allora che l'alter ego del dio della guerra sia sempre Athena, che nasce armata dalla testa del padre Zeus, colei che rappresenta nella cosmogonia olimpica la saggezza, lo scontro razionale che diventa incontro, la forza dell'intelletto e della ragione al servizio delle insane passioni umane e divine.
L'infanzia del nostro dio è caratterizzata da due educatori: uno è Priapo, figlio di Afrodite, che gli insegna la danza e l'altra è Enio, anche lei figlia di Afrodite, che lo inizia alla tecniche della guerra cruenta e violenta. Fra i due insegnanti prevale Enio, che rappresenta la guerra devastatrice e non a caso è una divinità femminile.
Ricevuta una tale educazione bellica, il palcoscenico delle performance di Ares è sempre quello dello scontro aperto, del campo di battaglia, in cui può saziare la sua natura aggressiva e impulsiva, quella del dio è proprio una “fame”, una fame di sangue e di virilità cieca che non conosce ostacoli.
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