La fata, a livello simbolico è la rappresentazione di lati idealizzati del femminile e del materno. Infatti, nelle favole, le fate sono quelle che aiutano, che regalano talismani o che intervengono durante il viaggio del protagonista.
In genere sono anche quelle che danno buoni consigli.. “pensate alla fata turchina di Pinocchio”, consigli che fanno crescere e maturare.
Si contrappone, nell’immagine collettiva alla strega che, invece, è la visione maligna della madre.
Chiaro che la Fata ha qualcosa di magico, quando lei interviene, non basterebbe una persona normale.. occorre qualche “potere straordinario” e lei li ha, o meglio, ne ha accesso.
Da un punto di vista psicologico la fata può rappresentare proprio il “passaggio evolutivo” che è richiesto in certi momenti della vita, senza il quale non vi sarebbe accesso a potenziali superiori. Infatti, nelle fiabe, la fata interviene quando è accaduto qualcosa di drammatico che potrebbe arrestare il processo di crescita…. In quel momento lei rimette in gioco le cose.. e reindirizza verso l’evoluzione e la crescita.
In questo è presente il lato positivo della “grande madre”, di colei che vuole vedere crescere le sue creature e quindi interviene in ciò che le fermerebbe condannandole ad una vita di blocco e di paure.
La fata può intervenire anche nei confronti di protagonisti maschili, nel qual caso fornisce attrezzi o talismani che consentono il ritrovamento della principessa.. come a dire che la fata consente l’accesso al mondo femminile, ovvero a quelle risorse che il maschile deve trovare dentro di sé per poi poterle utilizzare.
Un caratteristica molto sana della fata è la sua indipendenza.. e la sua capacità di non creare dipendenza.
Essa infatti appare quando vi è necessità, e poi scompare senza obbligare nessuno alla relazione con lei.
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