La guarigione non è rimettersi in piedi, ritornare a casa da un ospedale, oppure non sentire piu’ i sintomi, ma è un processo lento nel quale bisogna integrare le nostre quattro funzioni: mentale, fisico, psichico, emotivo. Ovvero, per dirla astrologicamente, i quattro segni mobili o quattro case mobili.
Significa che noi dobbiamo essere in rapporto con il mondo. Benedit, lo psichiatra americano ha detto che la guarigione è un andare dal disordine e dal caos verso un ordine e una nuova organizzazione.
Bisogna quindi riordinare il modo in cui noi ci rapportiamo con il nostro corpo, come ci gestiamo con le altre persone, che tipo di processi mentali abbiamo e infine, come gestiamo le emozioni e gli istinti che spesso sono in lotta con i processi mentali. Bisogna inoltre recuperare quelle parti che l’Io non conosce, o meglio non ri-conosce.
Spesso quindi, il termine guarigione ha molto piu’ a che fare con “completezza” o meglio con la parola “sano”, che comunque, significa intero. Ecco perche’ non può essere considerato un processo facile, anzi, il piu’ delle volte è scomodo.
Per guarire occorre affrontare le vecchie cicatrici, allontanarci da vecchi schemi di pensiero e, soprattutto lasciare scorrere le emozioni che sono rimaste bloccate a lungo e quindi, pietrificate nel corpo, impedendo all’energia di scorrere.
La salute è una questione di ritmi: la nostra vita viene interamente scandita da ritmi: noi iniziamo la vita con un respiro e la terminiamo con l’ultimo respiero: il respiro è un ritmo di prendere e rilasciare. |