La depressione è la vera malattia del secolo. Come sempre pero' quando c'è qualcosa che riguarda un numero sempre crescente di persone, bisogna pensare che questa cosa ha una connotazione "individuale", perchè i fatti, le circostanze, le motivazioni e le specificità sono sicuramente di carattere individuale, però vi è anche un qualcosa di "collettivo" che è latente, come se vi fosse uno spirito dei tempi che, informando su quelle che dovrebbero essere le priorità e le qualità da sviluppare all'interno delle generazioni, portasse anche informazioni su scala generale a tutte le persone che, per qualche motivo non riescono a mettersi in linea con le nuove esigenze evolutive.
La depressione si può innestare solamente su alcune tipologie caratteriali, quindi c’è una sorta di “predisposizione”.
I depressi hanno come caratteristica fondamentale una "enorme potenzialità creativa" che non trova però modalità di espressione nella vita .
Jung scrisse che la "creatività" è un istinto e che come tale non può essere rimosso se non a scapito di gravi problemi nell'equilibrio personale dell'individuo.
Egli pone la creatività come una "forza motivante dell'accadere psichico" insieme a fame, sessualità, attività, riflessione. Jung definisce tutto ciò "istinto", anche se poi fa una sua riflessione in cui si chiede se è proprio un istinto o se è solamente simile ad un istinto; in ogni caso, la cosa importante di questa visione Junghiana sta nell'idea che la creatività sia una necessità assolutamente imprescindibile di ogni essere umano. Tuttavia, in alcune persone sembra non esserci traccia di creatività: in queste persone dunque, non esiste oppure è stata totalmente rimossa.
I depressi sono anche incapaci di “esprimere la propria rabbia” ed è proprio questa che finisce per scollegarli dalla vita. |