ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni
La coppia del futuro
a cura di Lidia Fassio
Inserito il su Eridano School - Astrologia e dintorni
 
Gli uomini oggi sono particolarmente spiazzati; non è raro sentirli parlare tra loro con voce sommessa delle difficoltà coniugali e dei problemi che si trovano ad affrontare nella relazione con le loro donne e compagne per cui cercano di scambiare le loro esperienze un po’ per condividere il loro disagio e molto per capire se quello che loro provano è un male comune o qualcosa che riguarda solo loro stessi.

Indubbiamente negli ultimi 30 anni le donne hanno fatto passi da gigante; si sono rese via via sempre più indipendenti, molte hanno compreso che non bastava più una realizzazione nel solo ambito familiare e sono diventate agguerrite nella conquista di spazi esterni professionali scoprendo risorse impensabili e, battendosi sullo stesso piano degli uomini nel campo dell’autorità, della determinazione, nel dirigere e nel farsi carico di impegni e responsabilità gravose.

Velocemente le donne si sono allontanate dallo stereotipo che le voleva romantiche e passive e che tanto piaceva agli uomini che potevano avvalersi del duplice scambio proiettivo che tanto li privilegiava poiché potevano prendere la forza dalle loro compagne che, in questo strano gioco di specchi, erano particolarmente predisposte ad incarnare qualità come sensibilità, umanità, fragilità ed emotività anche per i loro uomini.
Questo gioco di complementarietà è andato avanti incontrastato per millenni ed è ancora attivo nella fase di innamoramento ma, quando la coppia diventa stabile e strutturata, non regge più e si interrompe bruscamente perché la donna non entra più in questo ruolo e, negli sforzi che fa per sgusciare fuori, lascia l’uomo in balia delle sue sole qualità, costretto pertanto a riprendersi la fragilità e l’irrazionalità a lui sconosciuta perché sempre delegata alla sua compagna.

Oggi le donne sanno dirigere la loro vita e vogliono prendere in mano il loro destino e questo confronto con sé stesse le ha portate ad essere più vere e più determinate a pretendere relazioni autentiche, profonde senza più lasciarsi intrappolare nelle dinamiche da “bella addormentata nel bosco” in attesa che il principe salvatore la risvegli.
Oggi, la maggior parte delle donne sa che il “risveglio” è un fatto personale ed interiore e sa che nessuno mai le regalerà la tanto desiderata libertà se non è lei a conquistarsela, prima interiormente e poi all’esterno.

Migliaia di anni di sudditanza psicologica al maschile l’hanno resa cosciente della parte che si è giocata nell’essere preda di quell’incantesimo ed oggi, la donna, ha portato all’interno le qualità maschili del patriarcato e, proprio per far questo si è assunta il duro e faticoso lavoro necessario per trovare la sua identità che l’acompagna e sostiene sempre più nel rifiutare l’uomo nella sua veste di “soccorritore” poiché sa che il troppo aiuto tende più a sottomettere che a protegge; così, la donna del terzo millennio sa che non può più cadere nella trappola che ha portando le sue antenate a convincersi di una debolezza che tanto ha fatto comodo al patriarcato e alle sue leggi.

Certo, questo passaggio non è facile ed a volte alcune eroine traballano sotto il peso dello sviluppo che a volte è anche solitudine; quelli sono i momenti difficili in cui la donna sente fortissimo il richiamo a rifugiarsi sotto le ali di un uomo, ma oggi ha anche ben chiaro nella sua testa il prezzo che questo cedimento porterebbe alla stima e al valore di sé.

La costruzione dell’identità non è cosa facile e nessuno mai ha promesso alla donna un percorso su un tappeto di rose; la strada per l’autonomia e la libertà è stata ed è dura perché comporta numerose sfide a diversi livelli tuttavia la donna è anche in grado di comprendere che la “colpa” più grande è sempre quella di fronte a sé stessa.

La vera realizzazione femminile che oggi sempre essere la strada maestra riguarda raggiungere la libertà che significa essere in grado di amare senza dipendere e senza creare dipendenza e, per raggiungere questo stadio bisogna aver superato la paura della solitudine per arrivare a sperimentare l’amore vero, al di là del bisogno dell’altro.

La donna sembra avviata su questa strada e, per questo, sta gradualmente rinunciando alla sua dipendenza acquisendo la capacità di “affrontare le necessarie perdite” sapendo che è in grado di reggere perché non è debole e pertanto può assumersi la responsabilità della sua vita.

Il futuro dunque dovrebbe riservare alla coppia una dimensione completamente nuova in cui alla libertà personale si affiancherà la libertà dell’altro e, proprio in questa consapevolezza la donna del futuro sarà anche capace, in particolari momenti della sua vita, di rinunciare al lavoro per necessità particolari della sua famiglia, ma sarà lei a scegliere senza subire questo sacrificio e in quel momento saprà trovare dentro di sé risorse che giungono dalla sua eredità patriarcale senza dover far pagare a chi le sta attorno il prezzo della rinuncia.

Ancora una volta possiamo sottolineare che l’amore vero può esprimersi solo nella libertà e, pertanto, solo una donna completamente risvegliata sarà in grado di sentirlo e di esprimerlo; la donna del terzo millennio sarà dunque maggiormente in contatto con il principio femminile vero, quello che ha sempre sostenuto la vita, alimentandola in tutte le sue sfaccettare, quello che è tenero e onesto e per nulla assoggettato che sa piangere e soffrire quando è il caso, che sa fare dono di sé quando lo sente e che è in grado di accedere a quello spirito patriarcale che è la vera forza che deriva dalla sua identità.
 
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