ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni |
RITRATTO DI UN ARIETE - Joseph Campbell
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a cura di Clara Tozzi
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Joseph Campbell è stato uno dei maggiori studiosi di mitologia, conoscitore di miti e religioni di tutti i tempi e di moltissime culture occidentali ed orientali; si dedicò con passione alla ricerca dei punti di contatto che poteva rintracciare, utilizzando una sua grande abilità comparativa oltre che narrativa, come testimonia la sua vasta bibliografia, tra cui spiccano testi come “L’eroe dai mille volti” ed il monumentale lavoro “Le Maschere di Dio”, in quattro volumi. La sua fama nei tempi moderni ha raggiunto il grande pubblico probabilmente anche grazie alla collaborazione con il cinema, e tra gli altri il suo lavoro ha ispirato profondamente Gorge Lucas nella fase di ideazione della saga di Guerre stellari. La sua nascita avvenne il 26 marzo 1904 a New York, alle 19.25 (dall’archivio di Grazia Bordoni). Nel suo tema è presente una fortissima componente fuoco, tra cui spiccano oltre al Sole anche Giove e Marte in Ariete e la Luna in Leone, testimoni di quanto fosse potente in lui il mito del viaggio dell’eroe, a cui dedicò tanta parte delle sue ricerche e della sua vita. La sua biografia narra di un suo grande interesse per la mitologia degli Indiani pellerossa nato prestissimo, fin da bambino, quando rimase affascinato dalla storia dei nativi americani: non facciamo fatica a comprendere come la sua fantasia potesse accendersi immediatamente nell’ascolto di storie eroiche, in cui la magia aveva un ruolo importante, dove forse venivano sollecitati anche il suo senso di giustizia (ascendente Bilancia) e la compassione (Nettuno legato al Sole ed a Venere). Il Sole esaltato in Ariete ci parla di una persona che al suo interno viveva grandi passioni, potenti slanci, con una enorme energia in circolo che doveva essere incanalata in una causa per non diventare distruttiva. Il bisogno di trovare un equilibrio al proprio interno così come in rapporto al mondo esterno viene confermato dall’ascendente ed anche dalla VI casa, dove tutto lo straordinario deve essere portato giù nella realtà, deve trovare una forma e un adattamento, deve trovare un ordine rapportandosi con i limiti che incontra l’uomo. Indubbiamente nel tema di Campbell la ricerca essenziale è quella dell’identità (Sole in Ariete; Sole/Luna, Sole/Nettuno), anche perché il suo bisogno di piacere, di essere accettato, di conquistare gli altri inizialmente l’ha allontanato dalla sensazione di forza – sensazione che doveva riconquistare nel tempo. Il suo personale viaggio eroico doveva portarlo ad integrare la potenza e l’individualismo del fuoco con un lato più romantico e sensibile (Venere Pesci in V casa) che lo spingeva a cercare l’unione piuttosto che la separazione e l’affermazione di sé. Il Sole è inserito in una configurazione molto stimolante: è strettamente unito a Mercurio ed a Giove in VI casa, mentre il trio fa da punto focale ad una croce a T che vede in opposizione Urano e Nettuno, posti tra la III e la IX casa. In modo particolare, l’opposizione preme con due quadrature su quelli che sono i governatori sia simbolici che effettivi (poiché cadono in Sagittario e in Gemelli) delle case III e IX, Mercurio e Giove: la fame di Giove spinge la curiosità mercuriale a portare dentro una grandissima quantità di informazioni, come se non bastassero mai, mentre Mercurio nella VI casa riesce ad utilizzare queste informazioni con la sua capacità di passare dal regno dei dati a quello gioviale del significato simbolico, arrivando poi a confrontare via via le nuove informazioni con le elaborazioni a cui sta lavorando. Il risultato fantastico lo possiamo vedere nelle dimensioni del lavoro di comparazione tra i miti che l’umanità ha prodotto, che Joseph Campbell è riuscito a sviluppare nei suoi testi. Campbell inizialmente si dedicò a studi scientifici, ma poi prevalsero i suoi interessi umanistici che lo spinsero a laurearsi in letteratura inglese e medievale, fino a ricevere una borsa di studio per l’Europa nel 1927. Urano stava entrando in Ariete, seguito da Giove, fino a congiungersi a Sole, Mercurio e Giove radicali, scandendo un tempo di eccezionale apertura a nuove idee ed a nuovi incontri, in cui prendere contatto con la propria anima anticonformista e desiderosa di trovare la propria personalissima strada. In Europa imparò facilmente il francese ed il tedesco, oltre che il sanscrito, studiando a Parigi ed a Monaco di Baviera. Furono due anni davvero straordinari per Campbell, l’influenza di questo viaggio fu enorme e diede il via a grandi trasformazioni, alimentate dalla conoscenza del lavoro di scrittori come James Joyce, di pittori come Pablo Picasso e Paul Klee, ma anche dei testi di Freud e soprattutto di Jung, che arricchirono di una particolare visione e profondità il suo pensiero. Divenne anche amico di Krishnamurti, a testimonianza dell’apertura filosofica e spirituale che rappresentò quella fase della sua vita. Il Sole progresso di Campbell aveva raggiunto gli ultimi gradi dell’Ariete, formando un trigono con Urano che andava a confermare perfettamente il senso dei transiti, dando in qualche modo inizio al viaggio di Campbell alla conquista di un nuovo pezzetto di comprensione, ad un vero risveglio di quelli che erano i suoi potenziali ed il suo spirito indipendente. Nel 1929, terminata la borsa di studio, Campbell tornò a casa, ma non riuscì più a reinserirsi nel mondo accademico che aveva lasciato, che era ormai troppo lontano dalla mentalità che aveva acquisito, e proseguì quindi i suoi studi da autodidatta. La fase successiva merita un piccolo approfondimento, perché a mio avviso fu emblematica nella vita del nostro grande mitologo. Dal 1929 al 1934 dedicò cinque anni della sua vita a leggere forsennatamente quanto metodicamente. Di quegli anni scrisse: "dividevo la giornata in quattro periodi di quattro ore, poi leggevo in tre dei quattro periodi, ed uno rimaneva libero ... Io volevo avere almeno nove ore di pura lettura al giorno. E questo proseguì per cinque anni consecutivi”. In qualche modo sentiva che doveva dare una nuova direzione alla sua vita, ma aveva bisogno di tempo…e soprattutto di maggiori informazioni. Saturno nel 1929 si era congiunto al suo Urano in III casa, formando la quadratura ai pianeti in Ariete, mentre Plutone in IX casa cominciava la lunga quadratura a Marte: alla grande apertura europea è come se facesse seguito il bisogno di dare un ordine a tutto quello che aveva toccato e risvegliato, come se fosse in perfetto contatto con il bisogno di limiti che la sua sesta casa gli suggeriva come soluzione. Lui, così immerso nell’elemento fuoco, scelse di darsi un confine, ma non era nella direzione dell’adeguamento che avrebbe significato l’uccisione della sua individualità. Piuttosto è come se avesse sentito il bisogno di lavorare sul punto vuoto della croce a T, su quella XII casa che (guarda caso…) conteneva anche il Nodo nord, lasciando andare le facili sicurezze che un certo tipo di lavoro accademico avrebbero rappresentato, al prezzo però della sua libertà di espressione. Fu un periodo in qualche modo di isolamento e di emarginazione, in cui lavorò saltuariamente come insegnante, e che dedicò quasi misticamente al perfezionamento delle sue conoscenze. E qui dobbiamo vedere al lavoro anche tutti i 5 pianeti coinvolti nella croce a T, che spingevano Campbell dentro ad uno schema ma anche verso il suo superamento: infatti la sua casa III ed Urano, la sua casa IX, Giove e Nettuno volevano proprio andare oltre ogni schema per permettere l’ingresso in un altro territorio, in un’altra dimensione, alla ricerca di un pensiero filosofico che rappresentasse una sintesi delle conoscenze più antiche e più moderne dell’uomo, trascendendo il pensiero ordinario per dare alla luce qualcosa di nuovo. Ovviamente il transito di Plutone a Marte avrà anche fatto affiorare un altro pezzo del viaggio dell’Ariete, quello che prevede il conflitto con l’Autorità (probabilmente impersonata dal mondo accademico) per arrivare al riconoscimento da parte dell’autorità stessa, dopo aver imparato ad agire la propria capacità di affermarsi in modo diverso e personale. Al termine di questa lunga fase, nel 1934, Campbell ottenne – quasi come premio per la sua determinazione - una cattedra al Sarah Lawrence College di New York, dove rimase ad insegnare per quasi quarant’anni. Un importantissimo transito di Urano (l’opposizione a se stesso e la conseguente quadratura a Sole, Mercurio e Giove radicali avvenuta nel giugno 1948) lo vediamo corrispondere all’uscita di “L’eroe dai mille volti”, quello che rimane uno dei libri maggiormente letti di Campbell. Questo passaggio corrisponde, dal punto di vista simbolico, alla possibilità di riunire parti di sé divise, poiché Urano si trova in IX casa e si appresta a formare la congiunzione con il Nettuno radicale. In qualche modo è come se questa pubblicazione concorresse alla nascita di un nuovo Campbell, in grado di dare una forma ed un senso unitario ai suoi studi ed alla sua passione, riuscendo a condividere con gli altri esseri umani quelle che erano state le sue conquiste, le cose che aveva conosciuto e compreso, la visione della vita a cui l’avevano portato gli studi che aveva fatto sui simboli. Urano è come se permettesse una nuova possibilità di manifestare al mondo quello che fino a quel momento aveva rappresentato una vocazione alla conoscenza mitologica. Nello stesso tempo è come se Urano su Nettuno avesse finalmente consentito di rompere uno schema secondo cui Campbell doveva cercare continuamente informazioni da portare dentro, invertendo la direzione e trovando la via per esprimere tutto il lato immensamente creativo che il suo tema ci rivelava molto chiaramente. Nel 1957 iniziò a scrivere “Le maschere di Dio”, un’altra opera estremamente impegnativa in cui riversò la maggior parte delle conoscenze che aveva accumulato: Urano era all’inizio del Leone, congiunto alla Luna in X casa, mentre Giove si trovava in sestile in Bilancia, opposto al Sole di Campbell. L’opera venne completata in 12 anni, nello spazio esatto di un ciclo di Giove, e l’ultimo volume venne pubblicato mentre Giove ed Urano erano congiunti ai primi gradi della Bilancia, in perfetta opposizione al Sole ed in trigono alla Luna radicale. Qui ormai diventa inequivocabile la potenza di Giove ed Urano collegati insieme ai luminari di Campbell, così che i loro passaggi aprono la possibilità di portare al mondo il frutto delle sue ricerche, offrendo loro una dimensione accessibile agli altri uomini, aprendo le menti ad un pensiero nuovo - pur basato su conoscenze antiche - rivelandolo prometeicamente alla coscienza collettiva. Nettuno lo spingeva a diventare un canale attraverso cui poteva ispirare anche il risveglio di altre persone, mentre la Luna in Leone (sicuramente fondamentale per la sua popolarità) lo portava ad incarnare facilmente il ruolo dell’insegnante, capace di aiutare gli altri a vedere quello che lui aveva visto. La sua morte avvenne a 83 anni, il 30 ottobre 1987, direi quasi ovviamente con una grande segnatura che conferma il “respiro uraniano” del ciclo vitale di Campbell. Nel tema progresso l’ascendente era arrivato a congiungersi ad Urano, mentre il Sole si era posto in perfetta opposizione, con Giove che formava un punto di Talete, rispettivamente in trigono ed in sestile. I transiti suggerivano un passaggio analogo: infatti Urano stava tornando su se stesso completando il suo ciclo, mentre Nettuno era da poco passato oltre e stava riformando un quadrato al grado del Sole. Tra le molte sue parole sul senso del commiato dalla vita sulla terra ho scelto queste: “Il potente eroe dotato di straordinari poteri (…) è ognuno di noi: non la persona fisica visibile allo specchio, ma il re interiore. Krishna dichiara: << Io sono l’Essere, che risiede nel cuore di ogni creatura. Io sono il principio, la metà e la fine di ogni essere>>. Il significato delle preghiere per i morti, al momento della dissoluzione fisica, è precisamente questo: l’individuo dovrebbe ritornare ora alla sua primitiva conoscenza della divinità creatrice del mondo, che durante la vita era riflessa nel suo cuore” (da: L’eroe dai mille volti”). |
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