ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni
Ho sposato Peter Pan
a cura di Lidia Fassio
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Una delle critiche più frequenti che le donne muovono ai mariti e ai compagni è quella di “non voler crescere mai” e di restare degli eterni adolescenti, attaccati alla loro mamma, desiderosi di giocare… dal football, alla play station, alle automobili, al poker… purchè si tratti di evasione e di gioco; gli uomini sembrano in grado di parlare in modo competente ed interessato solo di lavoro, di sport, di vacanze o di…. divertimenti. Questo stato delle cose crea un grande problema all’interno della coppia perché la donna ad un certo punto pensa di essersi incastrata dentro ad una dinamica che la vuole unica responsabile ed unica a farsi carico dell’intero andamento familiare, bilancio economico compreso.

Questo per non parlare degli uomini che si trovano ormai al guado dei 30 anni e che sono ancora totalmente integrati dentro alla famiglia di origine, senza alcun obbligo o impegno in quanto anche i genitori – di questi tempi – tendono a farsi carico di figli ormai molto più che adulti, senza dare segni di insofferenza.

Se andiamo avanti di questo passo finirà che la più lunga convivenza di un uomo sarà quella con la famiglia di origine.. e con la mamma, con la quale si festeggiano le “nozze d’argento”.

Quando però un uomo che è vissuto trenta o più anni con la mamma si avventura in una relazione di coppia, anziché essere pronto e maturo, finisce per comportarsi esattamente come un adolescente in quanto per anni ed anni non è stato chiamato a nessun tipo di responsabilità e a nessun tipo di collaborazione per cui, inconsciamente, si preparerà ad un prolungamento della situazione.

Le radici del problema sono prettamente legate alla nostra cultura.. che, a differenza di quelle europee o nordamericane, non prevede un distacco in età appropriata.. e non prevede neppure quell’andare a vivere da soli che sarebbe auspicabile se non altro terminati gli studi.

I modelli europei, soprattutto quelli anglosassoni prevedono invece un precoce distacco per motivi di studio.. a cui fa seguito una fase in cui il giovane neolaureato vive da solo ed affronta quindi la sua vita senza più dipendere dai genitori, che, solo in casi del tutto eccezionali, intervengono sul piano economico con piccoli aiuti fino a che i figli non hanno un lavoro stabile.

Questa prassi fa sì che i giovani, prima di andare a formare una convivenza, si siano resi autonomi ed abbiano vissuto da soli durante il lungo periodo di precarietà che traghetta il ragazzo dalla fine degli studi fino alla stabilità lavorativa.

Certo, no in Italia i ci troviamo con una difficoltà che è aumentata con le ultime generazioni: un tempo infatti tutto era molto più chiaro e sicuro; i giovani studiavano, trovava un lavoro e si formavano una famiglia.. se non studiavano la formavano ancor prima.. per cui, molti giovani nati degli anni 50 si trovavano ad essere padri ancor giovanissimi, cosa impensabile oggi, se non in casi eccezionali.

Qui da noi i giovani sanno di poter contare sulla loro famiglia a lungo e proprio questa certezza produce un effetto tipo “forever young” che spinge a non affrontare la vita con strumenti propri e a non mettersi mai in gioco veramente né economicamente né affettivamente.

Certo, a questo fa eco un mondo di adulti che sembra non voler uscire mai dal ruolo e restare genitori a “vita”; questa deformazione ricade inesorabile sulle coppie che si formano alla fine di questo lunghissimo preludio e che vanno incontro quasi sempre a fallimenti proprio perché nell’immagine dell’uomo c’è l’idea di una donna che si “occupa” di tutto.. che, in fondo, non è altro che il prolungamento della situazione vissuta con la madre; nell’immagine della donna invece c’è l’idea che prima o poi lui crescerà e che la vita di relazione gli darà stabilità e che lui si trasformerà da Peter Pan a uomo maturo e responsabile.

L’amore e la relazione a questo punto, vengono visti come una sorta di “transizione”: viene quindi fatta all’interno di una coppia quella fase che, invece, dovrebbe riguardare un vivere da soli in modo da sperimentarsi come single, prima di prendersi qualsiasi responsabilità a due. ..

La relazione che nasce su queste basi finisce per mancare clamorosamente di “progettualità”.. per cui i due individui si uniscono o si sposano senza però aver fatto delle reali scelte.. motivate da un forte desiderio di vivere insieme e di formare una famiglia; spesso, proprio il fatto che si vive tanto a lungo in casa dei genitori, fa sì che ci si cominci a frequentare..senza una vera intenzionalità relazionale, il che porta poi ad andare a vivere.. insieme.. magari per maggior comodità oppure perché la donna ha già una casa propri, ma il tutto accade senza che vi sia stata una vera programmazione ed scelta di tipo affettivo.

In questo modo, non vi sarà neppure un’assunzione di impegno e così le due persone finiscono per vivere insieme come due “single” ed è in questa situazione che la donna si sente usata e si ritrova in un ruolo che sembra “materno” più che relazionale, senza che però sia in grado di comprendere ciò che anche lei ha contribuito a creare.

Il rapporto così nato rimane “indefinito” e, a lungo andare, crea inquietudine e voglia di evadere, per sottrarsi alla noia e all’ impegno che, in fondo, non ci si è mai assunti totalmente e mai consciamente.

Le donne spesso accusano gli uomini di questa “mancanza di impegno” e vedono in essa la sindrome di Peter Pan.. senza però vedere il ruolo che anche loro si sono giocate dentro a questa dinamiche che le vede entrare via via in un ruolo materno che, non potrà far altro che portare la relazione alla nemesi.

In questa situazione l’amore è come se “cadesse in prescrizione” e i due, pur stando magari insieme.. tornano ad essere i due single di prima.. senza alcun progetto e senza trovare neppure un vero senso nel loro vivere insieme.

La relazione, sappiamo che astrologicamente è legata al pianeta Venere e al segno della Bilancia, nonché alla casa settima dell’oroscopo personale; sappiamo però che nella composizione di una coppia, un ruolo importante lo gioca anche la Luna che, da parte sua, stimola un uomo “emotivamente immaturo” a cercare in una donna quella protezione e quel tipo di accudimento.. tipico di una relazione “madre figlio” in cui i bisogni prevalgono sulla capacità di condivisione e di cooperazione; lentamente ma inesorabilmente, la loro compagna – spinta da loro - entra sempre più dentro ai panni della madre, fino a confondersi con essa.. e così fino a che la relazione perde..di valore, di importanza e di intensità ed anche di sessualità in quanto lui chiede a lei qualcosa che se da un lato lo rassicura su un piano emotivo, lo rende anche totalmente insoddisfatto sul piano di una vera relazione di coppia in cui due soggetti possano crescere e farsi carico della propria vita e di quella insieme.

D’altra parte, anche la donna che entra in questa situazione si trova in una condizione di immaturità rispetto alla femminilità, all’ autostima e alle scelte che fa per sé stessa e per la sua autonomia, e così, del tutto inconsciamente finisce per “scegliere” uomini che sono “eterni ragazzi” e che vivono come se non fossero parte integrante di una coppia.. ma come single che quando tornano a casa vogliono essere “lasciati in pace”; tutto questo perché, a livello profondo, questi uomini inizialmente danno l’illusione di non creare grandi problemi perché non richiedono quel confronto vero che metterebbe a nudo la loro immaturità; con queste reciproche aspettative però nessuno dei due si fa veramente carico di sé stesso e della coppia e tutto pian piano scivola nell’indifferenza e nella noia.

Ogni singolo individuo ha bisogno – e ce lo dice proprio la casa VIIa – di scegliere ciò che vuole veramente da sé stesso e dalla relazione; tutto ciò che riguarda un vero rapporto di coppia deve perciò essere consapevolmente “valutato e legittimato” e questo non davanti ad un prete o ad un sindaco, ma davanti a sé stessi e all’altro; questo significa scegliere di stare in coppia.

Senza scelta non ci sarà responsabilità e neppure impegno.. e nessuna coppia può sopravvivere senza questi ingredienti.
 
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