ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni |
2008: UNA PORTA PER LA LUCE
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a cura di Lidia Fassio
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Eccoci di nuovo qui, a scambiarci auguri per il nuovo anno: ogni volta con le stesse frasi, gli stessi brindisi, gli stessi rituali… ed anche la stessa speranza. Dal punto di vista astrologico, la mezzanotte del 31 dicembre, o meglio l’ora zero del primo gennaio, non corrisponde ad alcun evento particolare, a nessun inizio o svolta ciclica come sono invece il solstizio invernale o l’equinozio di primavera. E’ solo una ricorrenza civile. Eppure, io sono una sostenitrice dell’importanza che il tema di Capodanno riveste per l’umanità, proprio per l’importanza che gli uomini riconoscono a questo momento, per la potenza emotiva e il valore sociale che esprime. Ricordate il “Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere” di Giacomo Leopardi? In questo testo, non a caso inserito tra le Operette morali, c’è un brano che non ha bisogno di commenti e che esprime l’irrazionale, immotivata ma irrinunciabile fiducia che l’animo umano consegna al nuovo anno, come viatico dei propri desideri: Passeggere. Credete che sarà felice quest’anno nuovo? Venditore. Oh illustrissimo si, certo. Passeggere. Come quest’anno passato? Venditore. Più più assai. Passeggere. Come quello di là? Venditore. Più più, illustrissimo. Già. A dispetto dei problemi, a prescindere dalle circostante, nonostante i contesti oggettivi e persino soggettivi… noi speriamo. Speriamo nonostante noi. Ed è con tale atteggiamento che io stessa osservo il tema del Capodanno 2008, con l’opposizione tra Saturno e Urano in avvicinamento e soprattutto quella precisissima e durissima tra Marte e la coppia Giove-Plutone. Plutone a fine Sagittario, Giove a inizio Capricorno… e Marte cuspidale tra Cancro e Gemelli, come a volerli guardare in faccia entrambi, attraverso un medesimo ed unico specchio. Sia nel tema universale di Greenwich che in quello particolare per l’Italia, l’opposizione si forma sull’asse terza-nona casa: ancora un volta, quindi, case e segni coinvolti parlano di un confronto tra il simile e il diverso, tra il vicino e il lontano, tra la coscienza di sé e l’esperienza dell’”altro da sé”… Sul piano sociale (e politico) un’opposizione del genere sfida severamente ogni banale ottimismo e giudica direttamente, esige, addita e condanna; ammonisce. Il suo messaggio per l’umanità è chiaro, per quanto impietoso: se non siete capaci di convivere ma solo di competere, allora non siete migliori dei vostri progenitori delle savane, né più “sapiens” – consapevoli o saggi – degli animali della giungla; se pensate di cavarvela con principi idealistici di malinteso buonismo, di fronte all’evidenza e alla gravità delle contraddizioni che voi stessi avete creato e alimentato, allora non avete nemmeno il pragmatico buonsenso degli animali, che sanno ritirarsi quando è il caso, attaccano solo se è inevitabile o necessario, riconoscono le gerarchie territoriali e le priorità vitali per l’ambiente e la collettività, accettano con umiltà i segnali del tempo e ad essi reagiscono – cioè agiscono di conseguenza. Perché loro non hanno la parola, e quindi non si perdono in chiacchiere. Marte stringe i tempi e le visuali, elimina il superfluo e rimanda allo specchio un’immagine stringata di Giove e Plutone: privata di decorazioni, depurata di ampollosità, mortificata nell’essenzialità realistica con cui il segno del Capricorno spoglia la ridondanza sagittariana. Il volto del potere senza trucco e senza inganno. Costretto a comunicare nella propria lingua da terza casa, ammettendo di non conoscerne altre o, viceversa, accettandone l’esistenza ed imparandole, di fronte all’emergenza che Marte in nona potrebbe rappresentare. Se lo straniero – extra nos – bussa alla porta, le scelte possono essere solo due: o Giove la apre con slancio fiducioso ma giusto, permettendo a Plutone di trasferire all’esterno ciò che è dentro, di tradurre la verità coscienziale in realtà comportamentale; oppure Marte la sfonda con impeto arietino, attaccando Plutone nella sua veste invisibile, inconfessabile, innominabile, là dove nascondiamo menzogne e ipocrisie. Sì, è la solita scelta tra vecchio e nuovo, tra forza e resistenza, tra volontà e adattamento, tra il coraggio di osare e conquistare e quello di mantenere e difendere, tra la necessità di non essere rigidi e quella altrettanto urgente di essere rigorosi. Saturno e Urano saranno opposti a lungo, nel corso dell’anno… Ma una cosa è certa: non sembra esserci più molto tempo per rimandare questo confronto tra conoscenza e azione; Marte non è un pianeta che attende pazientemente fuori della porta. Dunque, se la conoscenza esiste va trasformata in fatti, in decisioni, in opere: conseguenti, appunto, e non alternative alla conoscenza stessa. Se non esiste, allora lo “straniero”, cioè tutto ciò che è sconosciuto e/o rimosso, reclamerà i suoi diritti di riconoscimento senza mediazioni diplomatiche, chiedendo accesso alla consapevolezza per vie coatte e, in quanto tali, aggressive. E non è affatto chiaro, in questa dinamica, il ruolo di Marte. Retrogrado e cuspidale, potrebbe mostrare a sua volta un’immagine distorta, uno specchio aberrante, come un nemico che sembra tale solo perché è scomodo mentre è invece pericoloso: in tal caso, aprirgli la porta significherebbe far rientrare dalla finestra l’ombra sagittariana del buonismo e del bravismo… senza essere per questo né più buoni né più bravi; tanto meno più consapevoli e giusti. In fondo anche i migliori prestigiatori affermano che non c’è trucco e non c’è inganno: ma il mistero resta, e la verità (oggettiva e soggettiva) è sempre un po’ più in là, un po’ più avanti o un po’ più sotto ciò che crediamo. Oltre la corazza cancerina, oltre la superficialità gemellina; oltre l’Acqua e l’Aria, forse anche oltre la Terra. Il solo elemento condiviso, in questa opposizione che li coinvolge tutti, è il Fuoco del Sagittario che ancora ospita Plutone, il Fuoco del suo governatore Giove, il Fuoco dello stesso Marte. C’è, per altro, un dettaglio non secondario da considerare, che riguarda l’umanità prima ancora che la società, e che parla anch’esso di speranza, di bisogno di rinnovamento, di un tempo adatto per modificare i nostri stili di vita ed ancor più bisognoso di un sostanziale cambiamento di valori. Mi riferisco all’ingresso del Nodo Nord in Acquario, anch’esso quindi cuspidale e in ottimo aspetto a Marte, Giove e Plutone. Nel tema universale di Capodanno, non solo nella domificazione italiana, il Nodo è in quinta casa: una casa di Fuoco, la casa del Sole e della sua primaria forza vitale e creativa. In fondo, come avviene in matematica, quando i rapporti sembrano inconciliabili ed impossibile una reciproca comunicazione, si ricorre al denominatore comune per ripristinare una sinergia attiva, feconda, in grado di generare risultati. E allora, sembra proprio che l’unico possibile interprete in questo confronto, l’unica chiave per aprire la porta verso la luce senza che ci sia bisogno di scardinarla e forse nemmeno di chiuderla… sia il Fuoco dell’amore, il Fuoco della vita; dell’amore per la vita. Passeggere. Quella vita ch'è una cosa bella non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero? Venditore. Speriamo. |
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