ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni
GIOVE IN CAPRICORNO: IL SOSTENIBILE SVILUPPO DELL’ESSERE
a cura di Sandra Zagatti
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Il 2008 è l’anno del Capricorno! Questa sarà la lieta novella che rimbalzerà spesso e volentieri dai tanti oroscopi su radio, tv, siti internet o quotidiani, come un titolone a quattro colonne “strillato” a conferma di un’edizione straordinaria.
In effetti è vero che Giove, il tradizionale “Grande Benefico”, il 18 dicembre entrerà in Capricorno, ed è vero che vi rimarrà sino al gennaio 2009: il suo passo è alquanto regolare e copre un segno all’anno, appunto. E’ vero, dicevo, ma non è tutto; non basta, tanto meno chiarisce i significati – individuali o collettivi – di questo transito, esagerandone gli onori e sorvolando sugli oneri.
Non ho mai sopportato questa sorta di astro-lotteria che ogni anno dovrebbe estrarre un segno fortunato; tuttavia, se si trattasse solo di un gioco, non me scandalizzerei più di quanto faccio con chi crede che acquistare un gratta-e-vinci stando su una gamba sola sia un modo per richiamare l’attenzione della Dea Bendata. Il punto è che, a volte, la prospettiva di un anno da vincente induce l’ignorante ma “credente” in astrologia a rilassarsi, abbassando il senso di responsabilità sulla propria vita, a dispetto di altri transiti su pianeti diversi dal Sole ma altrettanto importanti, o peggio alimentando l’aspettativa di un qualche premio assegnato dalla sorte, ancorché non meritato, e quindi esponendosi a delusione e disincanto.
Ricordo in particolare il 2006, che doveva essere “l’anno dello Scorpione” e che per i nativi di quel segno fu invece un annus horribilis… con la Croce Celeste sui segni Fissi, con Nettuno in Acquario, Saturno in Leone e Marte in eccezionale anello di sosta in Toro. Quella configurazione concomitante non li aiutò di certo a godersi la manna della congiunzione di Giove e li obbligò anzi a confrontarsi con l’aspetto dilatante del pianeta, che risultò essere un antipatico e borioso amplificatore delle dissonanze in corso o delle reazioni individuali alle stesse; altro che gratta-e-vinci.
In fondo lo ripetiamo spesso: Giove è un pianeta espansivo, accrescitivo, gonfiante, e in questo può essere stupendo ma non lo è sempre e comunque. Può trasformare il poco in tanto e il molto in troppo, questo sì: e di per sé non è una garanzia di risultato. Nel suo compito c’è anche la possibilità di aumentare la nostra consapevolezza, la nostra cultura, la conoscenza di noi stessi, degli altri e della vita, ma per farlo utilizza gli strumenti che trova e, soprattutto, le modalità espressive del segno che occupa. Come ogni pianeta, d’altra parte.
Nel 2008, Giove parlerà il linguaggio del Capricorno; anzi, con la complicità di Saturno in Vergine, direi che parlerà più specificatamente una lingua “di Terra” con accento saturnino. Può sembrare contraddittorio questo connubio tra dilatazione e contrazione, tra ampliamento degli orizzonti e confini più stretti: questo solve et coagula contemporaneo e non semplicemente ciclico. Ma è sufficiente un’interpretazione letterale per capire che può non essere un paradosso: se Giove è ciò che ci permette di crescere (e maturare), in Capricorno lo farà infatti mediante un… ridimensionamento; cioè recuperando il senso della misura e la responsabilità di autolimitazione, in un mondo che ultimamente, ammettiamolo, si è “allargato” un po’ troppo.
Lo chiamano “sviluppo sostenibile”: per quanto abusata, credo che sia un’ottima e sintetica traduzione del passaggio di Giove in Capricorno.
Come prima cosa, infatti, l’enfasi sull’elemento Terra indica i problemi ecologici ed economici planetari, e dunque la necessità – anzi, il dovere – di intervenire legalmente a favore della salvaguardia del patrimonio naturale, moralmente a favore di una migliore distribuzione delle risorse, culturalmente a favore della tutela delle tradizioni locali. Non sarà un caso che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2008 “anno internazionale del pianeta Terra”, con iniziative che coprono il triennio 2007-2009 (proprio mentre Saturno è in Vergine).
In fondo, con il suo passaggio in Sagittario, Giove avrebbe dovuto già farci capire che la “biodiversità” va rispettata non tout-court, ma relativamente alle esigenze specifiche e ai necessari confini dei corrispondenti “ecosistemi”: il trasferimento coatto, seppur su nave da crociera, di un’alga tropicale nel Mediterraneo, non dimostra né promuove la fraterna convivenza dei popoli marini e rischia semmai di alterare fatalmente equilibri già compromessi; così come la migrazione “libera e gratuita per tutti” che l’ottimistico Giove in Sagittario ha accompagnato a livello politico-geografico, non è stata sempre e solo pacifica e bonaria, ed è costata cara in molti casi. Ecco dunque che un’altra faccenda delicata, su cui potrà e dovrà intervenire Giove in Capricorno, sarà appunto la regolamentazione dei flussi migratori… umani, superando le demagogie buonistiche e definendo una volta per tutte regole, limiti, conditio sine qua non; così da favorire davvero la fraterna convivenza di popoli diversi, proprio evitandone o controllandone gli effetti collaterali separanti e conflittuali.
Tornando ai problemi “terrestri”, e ammesso che ce ne fossimo allontanati, noto che il trigono più incisivo tra Giove e Saturno si formerà in autunno; proprio mentre Saturno formerà anche un’opposizione ad Urano in Pesci. Non escludo che in quel periodo vengano finalmente apportate misure di contenimento (anche in questo caso etiche, culturali e normative) sulla sperimentazione scientifica che, tra delirio di onnipotenza e delirio salvifico, ha raggiunto ormai livelli di estremismo ed ossessione tali da farci rimangiare le speranze di Nuova Era che la mutua ricezione con Nettuno in Acquario aveva alimentato. Se la Nuova Era deve essere quella degli Organismi Geneticamente Modificati, delle nascite programmate, assistite, ospitate da uteri in affitto o ordinate su catalogo, delle clonazioni animali o persino umane… perbacco, anzi per Giove: era meglio quella vecchia.
E in verità, un minimo di restaurazione me l’aspetto, da questi appuntamenti celesti. Se si tratterà di una mera dilatazione della rigidità burocratica, degli abusi di potere o dei soprusi su donne e bambini (c’è pur sempre il segno del Cancro, opposto al Capricorno), allora non avremo capito niente ma non dovremo dare la colpa al cielo se la terra comincerà ad essere meno ospitale e tollerante con i suoi inquilini morosi. Se invece riusciremo a vivere questo passaggio come un vero ampliamento di coscienza, e quindi un invito a trasformare i nostri comportamenti, adottando stili di vita più sobri, contenuti, rispettosi e “parsimoniosi”… allora ci saremo portati un passo più vicini alla Nuova Era: quella che progredisce non solo sull’onda dell’entropia e al prezzo dell’inflazione.
 
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