ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni |
CENERENTOLA: la capacità di superare il destino familiare
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a cura di Lidia Fassio
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Viene considerata la fiaba più famosa e più comune, o forse, semplicemente quella che piace di più e che trova i maggiori consensi sia presso i bambini che presso gli adulti. La prima premessa importante riguarda la sua origine cinese; infatti, da noi sarebbe alquanto improbabile vedere virtù e bellezza nella piccolezza del piede, mentre questo era fondamentale per i cinesi che, addirittura, fasciavano i piedi delle bambine in modo che non potessero crescere più del dovuto. I cinesi collegavano e forse collegano tutt’oggi la piccolezza e la bellezza del piede ad una sorta di regalità e di forte attrattiva sessuale, comunque un requisito importante per attrarre l’uomo. La fiaba di Cenerentola affronta alcuni temi importanti a livello psicologico: la morte della madre, la matrigna e il secondo matrimonio del padre; la rivalità con le sorellastre, figlie della matrigna; il tema della parzialità tra figli e, infine, quello della rivalità al femminile tipico dell’adolescenza quando si ripresentano problemi non risolti nella fase edipica e vi sono temi di profonda rivalità tra la madre e la sessualità emergente della figlia. Vi sono anche temi come quello della colpa e del non sentirsi puliti (il contatto con la cenere, da cui il nome Cenerentola). E’ una fiaba che tratta del tema della TRASFORMAZIONE ovvero il passaggio dallo stato di adolescenza a quello di donna. Nelle fiabe spesso la rivalità fraterna, viene manifestata attraverso la diversità di maternità o paternità: sembrerebbe quindi che il tema dei fratellastri o sorellastre possano essere meglio accettati a livello psicologico, sottolineando in modo accentuato la non consanguineità. Questo è un tema molto comune nell’infanzia e nell’adolescenza in quanto tratta delle grandi difficoltà che si vive nei confronti dei fratelli o sorelle allorché si è assaliti dalla gelosia, dal senso di esclusione e da fantasie difficili da tollerare a livello psicologico senza vivere anche un nucleo di sentimenti molto più complessi quali sensi di colpa, vergogna e percezione di essere cattivi e disgustosi. Chiaro che i fratelli o sorelle vengono percepito come un intrusi, che “rubano” le attenzioni e l’affetto dei genitori; la gelosia nasce invece dalla paura del confronto e dell’esclusione . Chiaro che tutto ciò sta nella mente del figlio, ma a volte è innegabile che vi siano genitori che hanno delle preferenze tra i figli che, se psicologicamente possono essere comprensibili in quanto un figlio può essere più simile al genitore di un altro, sul piano del vissuto, sono intollerabili per i figli che le sperimentano. Si creano quindi problemi fortissimi: reazioni violente da parte dei ragazzi che danno adito a punizioni da parte dei genitori; in alcuni casi invece è il genitore stesso che fa delle parzialità evidenti che danno vita a esclusione da un lato e a presunzione di superiorità dall’altro. Cenerentola è apparentemente vittima di un sistema familiare trasformato in cui una matrigna preferisce le sue figlie alla figliastra e, pian piano la esclude dal sistema affettivo relegandola ad una condizione di ovvia inferiorità. Sappiamo però anche che potrebbe in realtà trattarsi di una proiezione di propri contenuti sulla matrigna stessa. Questa tematica puo’ dunque essere letta in due modi a livello psicologico: il primo è una proiezione della rabbia e delle fantasie distruttive della ragazza sulla matrigna che, per ovvi motivi, pone dei limiti e ostacola l’autonomia e l’indipendenza che non possono ancora essere complete a causa di una difficoltà ad assumersi la responsabilità sulla propria vita. Questa fase per l’adolescente è un crogiuolo di sentimenti molto complessi perché da un lato c’è una paura di staccarsi dalla madre, però dall’altro la ragazza sente che per diventare “donna” deve mettersi alla prova ribellandosi a certe regole e a certi valori che la madre ha dato; a questo punto la madre diventa “l’altra”, quella che deve essere superata per poter essere libera di fare le esperienze che vuole fare. La ragazza affronta dunque la sensazione del “tradimento” che opera nei confronti della madre, tradimento indispensabile per scoprire la sua femminilità; il secondo potrebbe essere la rappresentazione di una vera e propria gelosia della madre nei confronti della figlia che, in questa fase mostra chiaramente la sua attrattiva sessuale ed erotica ; anche questi sentimento non sono quasi mai negativi perché danno valore alla figlia, la gratificano e la confermano nella sua nascente femminilità; ovviamente ci vuole intelligenza da parte della madre a non reagire da “nemica” e a non entrare veramente in una dinamica di rivalità perché, in quel caso, si trasformerebbe veramente nella “strega” cattiva che combatte nella figlia ciò che non può vivere su di sé. Entrambe le possibilità sono quasi sempre presenti e salutari infatti, la ragazza alla fine di questa fase è donna e sin sente perfettamente in grado di conquistare e di avviarsi ad una vita affettiva piena e gratificante. Del padre non si nulla se non che è rimasto vedovo e che ha sposato in seconde nozze la matrigna di Cenerentola; è invece un componente importantissimo di questa fase perché a seconda del suo comportamento e della sua presenza nell’educazione la figlia uscirà da questa fase in modo chiaro, corretto, oppure in modo ambivalente. Cenerentola vive forti sentimenti di abbandono e si sente non meritevole d’amore, cosa che può essere molto forte in una condizione di rivalità vera in cui circolino forme di odio e di rancore e sentimenti fortemente distruttivi all’interno della famiglia senza che possano essere efficacemente affrontati. Cenerentola però si avvale di poteri magici; la fata che produce il vestito, la carrozza e che la conduce fino al palazzo del Re, indicano che i suoi poteri interni sono praticamente rimasti intatti unitamente alla sua voglia di riscatto che la porta a reagire e a non diventare succube passiva degli ostacoli. Questa fiaba pone ognuno di noi di fronte al concetto della possibile trasformazione di energie negative in energie positive; lei infatti, non si arrende alla sua condizione e continua a sperare e ad avere fiducia nel futuro¸sa che può contare su valori profondi che trova dentro. Proprio dal blocco e dai limiti che la madre (cattiva) impone e che crea molta frustrazione, fa seguito la trasformazione che la vede passare da ragazza a giovane donna pronta per una vera relazione tra le due parti di sé e successivamente con un uomo esterno (principe). La fiaba presenta grandi conflitti irrisolti nella parte erotica della madre che, in caso contrario, non si sentirebbe sfidata dalla bellezza e dalla sessualità nascente della figlia, al punto da ferirla umiliandola nel suo desiderio di conquista. Cenerentola ci parla anche di una tipica “dinamica familiare” e della possibilità che ognuno ha di poterne uscire fuori senza restare vittima del destino che qualcun altro ha scelto per noi. Tipica delle dinamiche di Luna Venere in cui la madre che non vive la sua parte venusiana finisce per sentirsi eccessivamente toccata nel momento in cui la figlia mostra i suoi bisogni erotici e la sua capacità di conquista. Non vivere uno dei due lati del femminile può essere molto difficile per una donna proprio perché rischia di essere molto arrabbiata con la figlia e di impedirle di vivere la sua crescita. In questa fiaba è implicita anche la delusione di un padre assente che obbliga la ragazza ad appoggiarsi interamente alla madre, per potersi identificare con lei e per accogliere dentro di sé la femminilità adulta. La consapevolezza che la ragazza acquisisce sta nella percezione che la madre è sia buona che cattiva e sa che non offrirà più l’amore incondizionato dell’infanzia: Cenerentola comprende che la madre chiede e pretende da lei un comportamento adulto e responsabile. C’è, infine, il tema della scarpetta: ovvio riferimento sessuale legato alla “seduzione” e alla “conquista” erotica; Cenerentola ha toccato profondamente il principe durante il ballo; è li’ che lui si innamora di lei. La scarpetta che non entrerà in nessun piede se non nel suo può essere la rappresentazione dell’esclusività dello stato di innamoramento; il principe è innamorato e non potrà accettare nessun’altra donna, solo lei sarà in grado di gratificare perché lei è l’unica che ha toccato veramente il suo cuore ed è solo lei che lui vorrà vicino. I tentativi delle sorellastre di tagliarsi l’alluce e il tallone per far entrare il piede dentro la scarpina non hanno alcun successo: lui riconosce immediatamente l’impossibilità di poter far entrare qualcun altro nel suo cuore e non può placarsi la sua ricerca finchè non trova il piede giusto per la scarpetta di vetro. Lo stato di innamoramento è una condizione di unicità e di esclusività e, quando si è innamorati si è unici e speciali per qualcuno che è unico e speciale per noi. IL TEMA DELLA MATRIGNA: come abbiamo più volte sottolineato, la fiaba tende a mostrare i personaggi come vere e proprie caricature di qualità e di comportamenti che non lasciano adito a dubbi. Quindi, il male e il bene sono sempre molto ben distinti in modo da non creare ambivalenze. Sono molte le favole che vedono matrigne e patrigni e questo è un tema molto forte sia nelle favole che nei miti, in quanto il tema della famiglia è fondamentale e rappresenta una importante fase della vita, da cui bisognerà separarsi. La matrigna in particolare si propone sempre come qualcosa di “cattivo”, qualcosa con cui bisogna fare i conti e permette, ad una lettura più profonda di vedere che la madre non è solo “buona”, ma si presenta anche con il suo lato negativo, un po’ streghesco che è però il necessario stimolo a crescere, ad abbandonare ogni fantasia di simbiosi e, nel caso di una ragazza, a superare brillantemente la fase edipica. Visto che le favole sono nate principalmente per i bambini, possiamo vedere in questi temi la possibilità di poter scaricare tensioni e sentimenti negativi contro una figura “apparentemente negativa” senza vivere troppi sensi di colpa; infatti, nella lettura della fiaba, il bambino può apertamente manifestare il suo astio e la sua rabbia contro quella figura, che, può così essere divisa dalla madre vera che, ovviamente, è buona. Praticamente in questo modo si conferma la reale scissione che il bambino sperimenta all’interno della sua psiche permettendogli al tempo stesso di odiare la “parte cattiva”, mantenendo intatti i sentimenti verso la “madre buona”. Da un punto di vista psicologico questa possibilità fornisce anche al bambino la percezione di non essere distrutto dai suoi sentimenti negativi e neppure dai giudizi che vengono espressi all’esterno. |
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