Da qualche decennio si è diffusa negli ambienti medici e scientifici la notizia che ridere fa bene, non solo “fa buon sangue” come dicevano gli antichi, ma sembra che sia una modalità efficace per rinnovare e rinvigorire il nostro sistema immunitario e per agire sulla possibilità di rendere più attive e vitali le nostre cellule.
Indubbiamente, è molto interessante il fatto che la medicina psicosomatica riconosca oggi in modo chiaro quello che da sempre si credeva appartenere unicamente alla credenza popolare. In ogni caso, bisogna comunque dire che non era solo il popolino a pensare che l’ottimismo, il ridere e una vita serena fossero positivi per la salute, poiché anche autorevoli medici dell’antichità ritenevano che il riso fosse molto benefico per la salute.
Ci sono ricerche molto accreditate che sostengono che un’ora al giorno di riso, che può essere stimolato guardando un film comico o una commedia brillante, può aiutare un soggetto che ha forti dolori a diminuire la dose di antidolorifici poiché il riso cambia la percezione del dolore.
Sembrerebbe dunque esatto dire che ridere aumenta la resistenza e la tolleranza al dolore, però i dati sembrano anche evidenziare che ridere potenzia anche gli effetti cognitivi.
Ridere è strettamente connesso ad emozioni quali serenità e felicità, quelle per intenderci considerate positive e superiori, quelle che Assagioli considera tra le “esperienze di vetta”; le emozioni hanno la peculiarità di produrre subito cambiamenti fisici ed hanno un impatto molto forte sul sistema immunitario oltre che su quello nervoso: ci sono teorie che sostengono che mentre il pessimismo conduce con facilità alla depressione che, a sua volta, interferisce proprio sulla resistenza del sistema immunitario alle malattie e alle infezioni, l’ottimismo e la speranza conducono invece ad una maggior forza nella lotta dell’organismo contro le malattie.
Ci sono studi che sostengono che il riso fa aumentare velocemente il numero dei linfociti ed è per questo che bisognerebbe lasciare andare la cattiva abitudine di essere sempre arrabbiati e di “farsi sangue amaro”, come dicevano gli antichi.
A volte basterebbe pensare che si è entrati dentro a schemi che conducono a vivere molto male e che, con un po’ di sforzo potrebbero essere modificati.
Le emozioni hanno sicuramente una grande funzione adattiva per la nostra psiche, tuttavia, quando diventano schemi rigidi “pattern” che attivano reazioni negative, sarebbe opportuno riuscire a fare mente locale cercando di vederle in azione in modo da poterle correggere. In questo caso sarebbe opportuno lasciar andare emozioni negative quali risentimento, rancori, stati di malinconia e depressione, avventurandosi gradualmente verso quelli che possono migliorare di molto il nostro approccio alla vita.
Passare una serata a ridere di gusto può dunque essere positivo per la nostra salute: Peter Berger nel suo libro “homo ridens” oltre a sostenere che il riso fa bene, afferma che la comicità ha una funzione “trascendente” perché propone una dimensione diversa, fuori dal normale e, dunque, un forte momento di creatività. La dimensione umoristica consente per un attimo di vedere un mondo senza sofferenza e proprio per questo è in grado di attivare un forte senso di consolazione.
Tra le altre cose è provato che il riso è contagioso e produce una sorta di reazione a catena in cui tutti ridono e lo fanno involontariamente: a volte è addirittura irrefrenabile; purtroppo pero’ quando si diventa adulti, si tende a pensare che ridere non sia serio e quindi si diminuiscono di molto le occasioni per farsi delle sane risate.
Ci sono anche studi sulla personalità che si basano sul modo di ridere e su ciò che induce una persona al riso: in pratica una sorta di “dimmi come ridi e ti dirò chi sei”; una prima divisione sembra essere tra gli estroversi e gli introversi: i primi amano battute semplici, un po’ grossolane, magari a sfondo sessuale oppure goliardiche; tra l’altro amano fare e ricevere scherzi ma sono poco inclini all’autoironia; i secondi invece sono più sofisticati e quindi si servono di un umorismo più complesso; sono sarcastici, riflessivi colgono le incongruenze a livello cognitivo e sono interessati al grottesco e all’assurdo a volte diventano troppo realisti.
Sembrerebbe però che oltre a questa divisione vi sia anche quella tra gli estroversi e gli introversi a loro volta stabili o instabili emotivamente, per cui gli estroversi stabili godono con facilità del riso rispetto a quelli instabili; mentre gli introversi instabili sembrerebbero essere quelli più difficili da contagiare con le risate perché sono anche i più inclini a chiudersi in sé stessi.
Se non si conosce bene una persona, sapere cosa smuoverà la sua risata può fornire buone indicazioni sul tipo a cui appartiene.
Un altro fattore importante riguarda l’intelligenza; se non c’è una buona intelligenza c’è un minor senso dell’umorismo, proprio perché è più difficile cogliere le sfide cognitive per cui vengono di molto ridotte le occasioni di stimoli comici.
C’è chi sostiene che dal tipo di umorismo si può addirittura dedurre se una persona è conservatrice oppure molto aperta al nuovo.
Insomma, il riso è qualcosa di estremamente interessante sia dal punto di vista della salute, sia dal punto di vista dell’identità e dunque, sarebbe meglio abbandonarsi ad esso, almeno di tanto in tanto.
Una ricerca di Paul Ekman del dipartimento di Psichiatria dell’università di San Francisco pubblicata su Scienze conferma che le emozioni positive si traducono effettivamente in un cambiamento di stato del corpo e della mente, poiché vengono liberati ormoni, endorfine, neuropeptidi e trasmettitori che informano tutto lo psicosoma.
La ricerca sottolinea anche che gli stessi identici risultati si verificano anche in caso di simulazione; in un certo senso, il cervello può essere “ingannato” anche da raffigurazioni simboliche di emozioni e pensieri positive e prodursi negli stessi cambiamenti.
A livello astrologico, i segni più facilmente legati al tipo estroverso sono quelli gioviali (Toro e Sagittario) che sono per natura ottimisti, amano sperare nel futuro e non si arrovellano troppo la mente e la vita per cui, se hanno una occasione di farsi due sane risate, non disdegnano e amano particolarmente le gogliardie e l’umorismo un po’ grossolano.
I segni che invece hanno un senso dell’umorismo molto più raffinato e sofisticato, sono sicuramente Scorpione e Capricorno che possono annoverarsi tra quelli più sarcastici, pungenti ed anche dissacranti e realisti.
Sicuramente lo Scorpione può essere anche grottesco con uno sfondoni humor “noir”, mentre il Capricorno è fin troppo realista: entrambi sono inclini all’autoironia.
Per i Gemelli vale un discorso diverso: hanno un vero e proprio gusto per il divertimento e l’ironia, sono pungenti, perspicaci, critici ed estremamente intelligenti quindi colgono sull’attimo incongruenze e sono facilitati nel vedere negli altri le défajances per poi farne oggetto di scherzo; anche la Vergine, altro segno mercuriale, può avvalersi di un buon senso dell’umorismo; è anch’essa autoironica e in genere preferisce prendersi in giro da sola quasi per anticipare ed evitare l’ironia altrui; in ogni caso, la Vergine resta uno dei segni più facilmente pronti a cogliere con estremo senso critico errori ed imperfezioni, sia dentro di sé che negli altri.