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LE RUBRICHE DI ERIDANOSCHOOL - Astrologia e dintorni a cura di Lidia Fassio

RUBRICHE DI ASTROLOGIA

a cura di Rosamaria Lentini 
CHIRONE E L'ARCHETIPO DEL VIANDANTE
 
Chirone e l'archetipo del viandante L’anno scorso quando, a chiusura del Convegno, seppi quale sarebbe stato l’argomento dell’attuale riunione, dinanzi a Chirone istantaneamente mi si affollarono una ridda di pensieri e di immagini che andavano dalla mitologia alla psicologia in un caotico viaggio di andata e ritorno. Era ottobre e lasciai perdere il caos nel quale mi aggiravo, tanto c’era molto tempo dinanzi a me per iniziare a pensare in modo costruttivo alla relazione che avrei scritto. Ma, meraviglia!, quando sul finire della primavera ho iniziato concretamente a riflettere su cosa avrei incentrato il mio intervento, mi sono ritrovata nell’identico caos che avevo lasciato mesi prima. Una serie di spunti si affacciavano alla mia mente e non riuscivo a isolarne uno sul quale soffermarmi.
La nascita di Chirone dalla ninfa Filira e da Saturno, trasformato in cavallo, già avrebbe fornito materia per un lungo discorso.
Le ninfe, infatti, erano divinità della natura. Venerate come geni femminili delle acque, dei boschi e delle montagne erano bellissime ed eternamente giovani e, quindi, rappresentavano quello slancio vitale e immortale che la terra e il mondo vegetale esprimono all’infinito e che hanno permesso e permettono all’uomo di nascere e di vivere inserito nel ciclo dell’eterno ritorno o, per dirla in altro modo, nel ciclo di nascita-morte-rinascita. Saturno, pertanto, nella sua veste di dio -cavallo e la ninfa Filira rendevano Chirone partecipe di due mondi, quello della mortalità dell’animale e quello dell’immortalità della vita, ma la mortalità dell’animale aveva in sé, quale eredità di Saturno, anche la spinta verso il divino.
Il Centauro, come mostra l’icona del Sagittario, è appunto rappresentato per una metà da un uomo il cui arco è teso a scoccare una fraccia verso il cielo e dall’altra metà dalla parte posteriore di un cavallo. L’immagine mi apriva ad un lungo discorso sulla tensione verso il divino e l’infinito che accompagna la storia dell’umanità, alla quale faceva da sponda la grande e insanabile ferita inflitta all’uomo e rappresentata dal Male, da quel male che trova la sua principale concretizzazione nella consapevolezza della finitezza umana, della morte, ossia, e dell’impossibilità a sfuggirle, come accade allo stesso Chirone, che muore per mano di Eracle.
Ma un altro argomento ancora si affacciava alla mia fantasia: Saturno che prende le sembianze di un animale si allaccia a quell’interessante ed allettante mitologema che, per esempio, vede Giove trasformato in toro o in cigno, Nettuno in cavallo….

Un valido contributo alla “mia folla” interiore era, inoltre, costituito dalla simbologia del cavallo, vasta, affascinante, lunare e solare, particolarmente evocativa e così ricca da non potere essere racchiusa in una relazione.

“Il primo linguaggio dell’anima è quello dell’immagine e furono molte quelle che poteva suggerire il cavallo; innanzi tutto ci dovette essere il nutrimento e questo spiega perchè questo animale, così come accadde ai bovidi, fu associato alla terra e alla terra come madre, quindi fu ctonio e lunare, sorgeva dalle viscere della terra o dal mare e con la sua sessualità e la sua fertilità era dispensatore di vita e di morte. Nella sua connessione al nutrimento rappresentava anche lo spirito del grano ed era custode dei cereali di cui si ciba e sempre per il suo legame con la terra era psicopompo, poiché accompagnava le anime nel regno dei morti. Così indissolubilmente associato al ciclo della vita, in altre parole alla Grande Madre, poteva predire il futuro come attesta l’ippomanzia, una forma di divinazione che il cavallo operava tramite il nitrito e un particolare modo di battere gli zoccoli sul terreno.
Ma non erano queste le immagini che poteva suggerire una mandria o un cavallo che attraversava al galoppo distese pianeggianti o s’inerpicava per aspri sentieri di montagna o attraversava a nuoto l’acqua. Lì c’era la velocità, l’agilità, la potenza, l’ardore e l’ardire, l’eleganza, la regalità, c’erano la conquista dello spazio e del tempo, del viaggio e della libertà….. dell’altrove, di un mondo altro, un mondo appartenente all’Aria e al Fuoco, un mondo che aveva oltrepassato le Colonne d’Ercole per andare verso l’ignoto. “
Il lungo pezzo racchiuso fra virgolette appartiene al libro di quasi-.astrologia che ho scritto, lo riporto integralmente perchè mi pare inutile esprimere gli stessi concetti con parole diverse. L’ho definito di “quasi astrologia” perchè alcune librerie lo hanno giustamente collocato nella sezione riservata alla mitologia. Nel testo per ogni Segno dello Zodiaco parlo della storia della sua iconografia che per ben otto volte è costituita da un animale, l’ariete, il toro, il granchio… fino ad arrivare ai pesci.
Non sono animali che si trovano lì casualmente e non lo è neppure il cavallo che dà le sue sembianze al Sagittario.
Ma, ritornando al tema della relazione, dagli animali dello Zodiaco il mio pensiero si spostava a Chirone, il centauro educatore dei più noti eroi della mitologia greca: Teseo, Perseo, Giasone, Eracle, Achille, Asclepio… per citare solo i più noti.
Per raccontare e analizzare ogni mito loro riferito avrei potuto riempire pagine e pagine, cose a me già note e quindi di neppure molto lavoro di ricerca.
Più pensavo e più mi si apriva uno spettro di argomenti in mezzo ai quali mi perdevo, per cui non facevo nulla, se non pensare e pensare di scrivere.

Poi ho avuto un lutto: lo scorso mese di aprile è morto il terapeuta con il quale ho fatto oltre dodici anni di terapia. E’ stato un grande dispiacere, un dolore in verità, perchè a lui, oltre che alla mia tenacia, devo l’ attuale stare bene con me stessa e con la vita in generale, ingredienti indispensabili per potere aspirare ad un reale cammino interiore nel quale l’uomo psichico viene sostituito dall’uomo spirituale.
Ho ripensato tanto al mio buon accompagnatore, al mio maestro, al nostro primo incontro, a momenti salienti di tutto quel lungo periodo e, mentre facevo questo tuffo nel passato, riaffioravano emozioni e ricordi sparsi, a volte inaspettati e ai quali non avevo più pensato, finiti nel dimenticatoio.
Quanta storia io e lui avevano ricostruito! Avevamo compiuto un lavoro indispensabile per farla tornare nel passato, in quell’allora che le spetta di diritto come segnala il mio Chirone posto in VIII Casa e in Cancro. Il segreto era tutto lì: sanare quella ferita per morire, rinascere e riprendere il cammino liberata da inutili e gravosi fardelli.
La mia prima seduta! Era settembre del 1968 e due mesi dopo avrei compiuto 30 anni. Allora l’astrologia non rientrava nella mia sfera d’interessi e non pensai ai fatidici 30 anni, al ritorno di Saturno su se stesso nella mia IV casa e alla morte di mia madre. Non potevo collegare nulla, ma decisi di intraprendere una psicoterapia perchè stavo male e sentivo che la mia vita era ferma, mi sentivo in un pantano, il mio viaggio aveva subito una drastica battuta d’arresto.
Pochi giorni fa, ripensando a questo lontano passato, ho trovato quanto mai pertinente l’associazione del terapeuta con Chirone e alla sua funzione di riattivare nel paziente l’archetipo del viandante, di colui dal quale può nascere il proprio maestro, dunque il proprio terapeuta e infine l’eroe di se stessi,
Scrive Carlò Donà, nel suo prezioso saggio “ Per le vie dell'altro mondo” :

“… come protagonista o come accompagnatore un animale (è) a suo modo sacro. Sarebbe forse più giusto ed appropriato, dunque, immaginare questo territorio dell’universo narrativo popolato da branchi di animali divini, che appaiono eterni e indifferenti al trascorrere del tempo…. sono da sempre i nostri compagni segreti, ma sono compagni che abbiamo dimenticato e tradito, mentre i popoli antichi, più vicini di noi all’origine prima, conobbero forse il loro segreto. Per noi, prigionieri di un tartaro urbano sottratto ad ogni possibilità di condivisione, le bestie sono ormai caricature di esseri umani o perfetti estranei, da guardare nei documentari televisivi o da mangiare senza rimorsi che non siano puramente dietetici. Ma per lunghissime età, senz’altro più fortunate e felici, gli animali furono dei fondamentali compagni di strada, degli amici o degli avversari degni d’onore, dei maestri di vita, e, lo vedremo, delle guide oltre la vita stessa…. Sotto ogni cielo l’eroe è un viandante, che, abbandonata la tranquilla sicurezza della patria per lo splendido rischio dell’avventura, deve faticosamente aprirsi il cammino attraverso solitudini avverse e straniere.”

In questa ricerca l’eroe ha sempre una guida che possono essere, come nelle fiabe, dei segni speciali sul terreno o una luce lì dove non dovrebbe esserci, può essere anche l’angelo o prima ancora Mercurio, può essere un dio che assume le sembianze di un animale e infine, come per lo più accade, è un animale.
Per centinaia di millenni gli animali hanno fatto da battistrada all’uomo che, inseguendoli per cacciarli, si è spinto sempre più lontano, attraversando territori deserti ed inospitali, così il mondo animale ci ha portato a popolare terre nuove e ci ha anche portato alla luce il desiderio di conoscere spazi altri; in linguaggio astrologico è stato l’embrione di quell’impulso nettuniano che è la nostra principale spinta evolutiva.
Nello zodiaco il nostro animale guida è il cavallo, quell’animale che possiamo a buon diritto pensare come il nostro primo mezzo di locomozione, così giustamente associato a quel grande viaggiatore geografico e del pensiero che è il Sagittario; poi c’è il nostro tema natale, lì c’è Chirone e il Segno e la Casa dove risiede indicano quale ferita ci ha inflitto la vita, per cui il nostro viaggio è bloccato o perlomeno intralciato e ci dice contemporaneamente come dobbiamo sanare quella ferita in modo da poter procedere spediti e diventare quel viandante e quell’eroe che dovremmo essere.
Gli astrologi non hanno ancora trovato un accordo definitivo sul domicilio di Chirone, personalmente credo che non abbia alcun domicilio, poiché lui è il Sagittario, come fa fede il IX Segno spesso patria di Maestri o comunque d’insegnanti. Nel tema natale Chirone, perciò, è un segnale che indica in quale settore della nostra vita – Segno e Casa- il Sagittario trova ostacoli a procedere nel suo viaggio e cosa dobbiamo riparare affinché riprenda il suo cammino.
Dalla morte del mio vecchio terapeuta e da queste considerazioni di Carlo Donà è nato l’argomento della mia relazione: fermare l’attenzione sull’archetipo del viandante, su quella spinta interiore che non dovrebbe mai abbandonarci.

Ho viaggiato molto e fra fotografie e diapositive possiedo alcune migliaia di immagini fermate dall’occhio della macchina fotografica.
In questi ultimi mesi sto rimettendo a posto tutto questo materiale dinanzi al quale, spesso, mi trovo con dei vuoti di memoria, perchè sono tanti i posti e le situazioni di cui non mi rammento e le immagini non sempre sono un valido spunto al riemergere di ricordi. Ma forse, anche grazie all’aver tanto dimenticato, avverto con più nettezza il patrimonio di conoscenza che il viaggio può offrire.
Si viaggia in tanti modi: per curiosità, perchè ora si usa, perchè il viaggio è uno stacco netto con il quotidiano, perchè è interessante vedere luoghi nuovi, ma si può viaggiare anche come una delle tante possibilità che la Terra mette a nostra disposizione.
Le gambe, che sono la parte del corpo corrispondente al IX Segno, indicano proprio il movimento e possono essere considerate alla lettera, oppure come metafora.

Nel Sagittario, infatti, esiste il grande viaggiatore, colui che tendenzialmente è sempre pronto a riempire una valigia e partire, soprattutto per terre che un tempo, quando il viaggiare apparteneva ad una minoranza d’individui e quando documentari e televisione ancora non ci avevano mostrato ogni più recondita parte del mondo, erano ignote ed avvolte nel mistero. Il Sagittario è un esploratore e rimane tale, nonostante quanto appena detto, perché lo spirito con il quale intraprende il viaggio rimane quello di colui che con il sacco in spalla va …..è il camminatore desideroso di vedere, incontrare, sapere, conoscere….

Ma il viaggiare non è l’unico modo che abbiamo a disposizione per incontrare, sapere, conoscere, altri e altrettanto affascinanti luoghi risiedono dentro di noi, raggiunti con lo studio, la riflessione, la scoperta di quanto ha da offrirci il mondo perfino quello che dista da noi appena qualche metro. Sono gli occhi della mente quelli che guidano il Sagittario, gli unici che ci permettono il vero viaggio, sia esso verso terre lontane, sia verso il mondo che ha da offrirci un libro, uno studio, una riflessione.

Così scrive Elias Canetti:


“Un vantaggio di viaggiare in regioni nuove è l’irrompere dell’ominoso. I nuovi luoghi non si inseriscono nei vecchi significati. Per un certo tempo ci apriamo realmente. Tutte le storie passate, la nostra vita stracolma, che soffoca di senso, ci restano dietro alle spalle d’improvviso, come se le avessimo lasciate in deposito da qualche parte, e mentre se ne stanno là, accade l’assolutamente inesplicato: il nuovo”.


Quella nuova vita che ci apre la consapevolezza e la cura della ferita evidenziata da Chirone, trova la sua espressione nel Sagittario, nel quale a buon diritto possiamo dire che risiede l’archetipo del viaggiatore Come e dove andremo lontano? La risposta è facile: quella vita che rinasce dalla morte – il lavoro compiuto nello Scorpione- non può essere altro che nuova e molto lontana da quella precedente, è una vita che spontaneamente va verso i suoi valori superiori e che trova la sua realizzazione in forme di conoscenza che oltrepassano i confini del noto. È così il viaggio, in senso geografico o metafisico, diventa l’occasione per conoscere ciò che non appartiene allo spicchio di terra sul quale siamo soliti muovere i nostri passi, e dalla nuova terra potrà irrompere l’ominoso: l’eccezionalità, l’incredibile, lo stupefacente, che il Sagittario è particolarmente sensibile a cogliere.

E’ pressocchè impossibile dividere il mitologema del viandante da quello dell’eroe: è lecito dire che l’eroe nasce dal viandante esattamente come il viandante nasce dall’eroe, sono intimamente collegati, si può perciò dire che siano un tutt’uno.
Sappiamo che Chirone fu educatore di eroi e molti dei grandi miti greci hanno come protagonisti discepoli del Centauro. Erano tutti viandanti, simbolo dell’uomo animato dall’impulso ad andare oltre: oltre al noto, oltre alla coscienza, oltre all’io, oltre ai piaceri di una vita condotta al chiuso di una stanza priva di luce, oltre a scelte volte solamente a soddisfare se stessi.
Nessuno di noi molto probabilmente diventerà famoso come Eracle o come Teseo, ma è possibile che, come loro, potremo dare un contributo al piccolo mondo sul quale ci muoviamo, ma ad un patto: abbandonare le facili sicurezze che il più delle volte finiscono per essere delle catene, che ci stringono in una vita insoddisfacente, monotona, alla quale spesso apportiamo movimento collezionando futilità e illusioni.

La relazione finiva qui ma, dopo averla stampata e dopo averne fatto una lettura più precisa e complessiva di quella effettuata sullo schermo del computer, mi sono resa conto che avevo sempre parlato di me, sia in modo diretto, sia quando mi ero riferita a Chirone e al Sagittario.
Chirone come ferita della vita mi aveva riportato alla mia storia, alla mia ferita, e Chirone come sollecitatore del viandante mi aveva fatto pensare a me come terapeuta. Inoltre il mio ascendente in Sagittario aveva preso il largo a proposito di viaggi, di movimento, di ricerca di mondi altri, sia geografici che mentali.
In effetti Chrirone mi ha preso la mano e da buon Maestro mi ha aiutata a trovare la mia strada e, quindi, la mia relazione.
La vita è davvero straordinaria!
Non ho alcuna remora a definirmi un viandante, più difficile mi riesce sentirmi o parlare di me come un eroe, però, se sfrondo questa parola di tutta l’ampollosità che la colora, come persona che ha cercato e cerca di conseguire un modo dignitoso di vivere, in questa tensione mi riconosco in pieno.




Lentini R.: Le origini dello Zodiaco
Donà C. : Per le vie dell’altro mondo
Canetti E. : La provincia dell’uomo


 
 
 
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