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LE RUBRICHE DI ERIDANOSCHOOL - Astrologia e dintorni a cura di Lidia Fassio

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a cura di Lidia Fassio 
RITRATTO DI HANS CHIRSTIAN ANDERSEN
 
Ritratto di Hans Chirstian Andersen Hans Christian ANDERSEN

Proprio a seguito del workshop “il laboratorio della fiaba” traccerò il profilo di un celebre scrittore di fiabe che, proprio a seguito delle sue grandi difficoltà nell’infanzia, aveva sviluppato una buonissima capacità di scrivere, di cantare e di recitare.
Si tratta di una vera e propria vocazione che è emersa nonostante le grandi difficoltà che ha dovuto superare essendo nato da una famiglia poverissima, con una madre alcolista ed il padre che morì giovane cosa che lo costrinse ad andare via di casa giovanissimo per cercare un lavoro.
Proprio la Luna in quarta e un gran trigono tra Plutone e Giove possono essere i fattori che gli hanno regalato questa vera e propria vocazione.

Nell’indagine astrologica delle professioni, è interessante comprendere quali sono i tratti che possono fare di una persona uno scrittore,in particolare uno scrittore di favole per bambini.
Ogni uomo ha dentro di sé la capacità di esprimersi, ma non tutti nello stesso identico modo; è innegabile che mentre alcuni riescono appena sufficientemente a parlare di sé stessi, vi sono invece altri che hanno autentici “talenti” che emergono e che “chiamano” ad alta voce dall’interno fino a che non vengono ascoltati. Una sorta di imprescindibilità a prendere una certa direzione: Hillman definisce questo “qualcosa” una sorta di “chiamata” che giunge da dentro; dice a proposito: “qualcosa che chiama a percorrere una strada: pressante e improvviso, una fascinazione, un curioso insieme di circostanze, che colpisce con la forza di un’annunciazione: ecco quello che devo fare, ecco quello che devo avere. Ecco chi sono”.
Hillman sostiene che forse la nostra vita non è così determinata dall’infanzia, ma dal modo in cui l’abbiamo immaginata e registrata nella psiche.
Questa teoria non sembra molto distante dalla realtà, considerando il fatto che vi sono soggetti che, anche se sono nati in luoghi che nulla avrebbero lasciato presagire un certo destino, riescono invece a sognare così intensamente la loro vita futura, a vederla attraverso le immagini della loro mente, da riuscire poi un giorno ad interpretarla, a farla diventare reale.
Sicuramente oggi sappiamo che non è il vissuto ciò che è fondamentale ma il modo in cui lo abbiamo interpretato il che significa che ognuno di noi ha risposte personali a determinati avvenimenti che possono modificare di molto anche un vissuto drammatico facendolo diventare accettabile, così come altri non riescono a superare vissuti lievemente problematici che sembrano essere stati registrati come traumatici.

Così, l’immagine di “cosa faro’ da grande” di alcuni personaggi sembra essere una profezia che non attende altro che il giorno in cui potrà semplicemente avverarsi.
Questo sembra essere più vero che mai nella storia di Hans Christian Andersen, un bambino particolare, nato nei bassifondi di Odense, piccola città danese, da un padre calzolaio e una madre disturbata perchè alcolizzata.. in una famiglia senza alcuna possibilità economica, costantemente alla ricerca di un equilibrio e di soldi per soddisfare la fame. Ciononostante, il piccolo Hans si dimostra subito molto diverso dagli altri fratelli, è sensibile, vuole apprendere e cerca qualcuno che gli insegni a leggere e a cantare; gioca con una sorta di teatrino improvvisato e costruito da lui stesso in cui recita, canta e parla a chi lo ascolta. Indubbiamente diverso anche nel fisico, oltre che negli interessi e nella sensibilità: effeminato, non bello, spesso deriso dai compagni di scuola per la sua introversione e il suo carattere schivo: si sentiva molto emarginato e ne soffriva tantissimo.
La sua Luna è in Toro quadrata a Marte che riflette un’ infanzia sicuramente non facile.. e non certo tranquilla senza le più naturali sicurezze fondamentali per una Luna in quel segno e in quella casa. Infatti, Marte insinua drammi e violenze che sicuramente il piccolo Andersen ha subito.
Forse la madre era semplicemente una donna delusa e instabile emotivamente.. per questo si era data all’alcool in quanto incapace di vivere una vita che lasciava poco spazio alla speranza. Questa Luna lo portò negli anni a sentire in maniera “bruciante” le sue emozioni.. e, soprattutto, le grandi delusioni che visse.. prima di riuscire a trovare al sua strada. C’è molta rabbia in quella Luna e sicuramente un grande bisogno di esprimerla in qualche modo.

Andersen è nato il 2 aprile del 1805.. nell’archivio CIDA è registrato all’una del mattino: è dunque un Ariete con un ascendente Sagittario che riceve aspetti dal Sole e da Mercurio e questo spiegherebbe molto bene questa sua spinta verso la conoscenza, la sua vivacità a livello mentale e la sua sete di movimento e di cultura. La prepotenza di Giove, nel suo segno (Sagittario) e in una sua casa (la XIIa) fa sì che lui “pensasse per immagini” e che fosse così potente a livello intuitivo da riuscire ad applicare una sorta di “pensiero positivo” in grado di far accadere ciò che sognava e desiderava.. complice il trigono dello stesso pianeta a Marte che gli dava intensità e coraggio, ma anche intraprendenza e fiducia nelle sue qualità.
Indubbiamente Marte è in VIIIa casa ed indica una forza a cui lui poteva accedere proprio nelle situazioni più difficili e complesse.. li’ interveniva Giove con la sua fiducia, pura ed autentica ma anche con le sue potenzialità.
La potenza di questa combinazione sembra far passare in secondo piano l’ostica opposizione tra Sole Mercurio e Saturno che, sicuramente si è giocata molto nell’ambito della sua socialità e delle difficoltà con la figura paterna, ma, in un certo senso, non ha inficiato invece non le sue potenzialità e possibilità.
Il piccolo Hans Christian, rimasto orfano di padre, decide di andare via dalla sua città e di andare a cercar fortuna nella capitale, nel mondo del teatro: infatti, proprio qui viene scritturato come cantante e vi resta fino al cambiamento della voce; si tratta del Teatro Reale Danese dove, un bel giorno, ha la fortuna di incontrare il sovrano Federico VI° che restò colpito dal talento di questo ragazzino di 14 anni e decise di iscriverlo a scuola di grammatica e latino, a sue spese.
Come non vedere in azione quel Giove che crede nell’avverarsi delle sue visioni e che, di conseguenza, trova anche sostegni ed appoggi all’esterno.

Le problematiche di comunicazione, ma soprattutto di diversità e di emarginazione continuano e – si scopre tantissimo tempo dopo – che in buona parte erano dovute ad una dislessia; infatti, il suo tema propone una pesante opposizione tra il Sole Mercurio in casa IIIa e Saturno Urano in casa IXa che sottolinea – tra le altre cose - una difficoltà sul piano dell’interazione dei due lobi.. che gli ha creato, soprattutto nella prima parte dell’infanzia, una reale difficoltà sul piano dialettico; certo, molto di questa opposizione è anche legata alle difficoltà iniziali della sua vita, a quel sentirsi “straniero” in casa, in quanto nessuno sembrava dargli retta e comprendere le sue necessità.
Tra le cose difficili il suo tema vede però un grande riscatto attraverso una stupenda posizione di Giove in dodicesima in Sagittario al trigono del Sole, Mercurio e Marte il che esalta e raffina di molto le capacità espressive legate alla scrittura; ne aumenta la fantasia ed anche la facilità a esprimersi ed una nella sfera narrativa, lasciando invece molto più in ombra la parte dialettica e di comunicazione che viene penalizzata dall’opposizione tra Mercurio e Saturno che lo rende insicuro e inadeguato circa queste capacità.
Il suo tema è infatti lacerato da un potente contenuto di energia di fuoco a cui si affianca l’acqua; Hans è spinto ad andare come vuole il suo Urano in IXa casa che non gli permette di accontentarsi sottoponendo la sua mente a continui flash circa un futuro diverso che, pian piano si schiudesse di fronte a sé; è sicuramente con questa spinta interiore arietino sagittariana che si è avventurato fin da piccolissimo alla ricerca di qualcuno che potesse credere in lui ed aiutarlo ad esprimere il suo naturale “talento”.
Come non vedere in lui però questo “diamon” che ha forgiato il suo destino, alimentandone la forza dell’immaginazione e della realizzazione.
Quel Sole arietino e quel Marte leonino sembrano essere li’ ad alimentare la sua unicità e specialità, qualcosa che era già fortemente presente prima ancora che lui arrivasse a viverla.
E’ chiaro che il Se’ interiore di Andersen ha seguito passo passo l’Io illuminandone il cammino, non abbandonandolo mai, ma sostenendolo ed interessandosi a lui.. fino a vederlo con il suo destino individuato e compiuto.

Il grande trigono a stella in segni di Fuoco poggia sulle case IIIa, VIIIa e XIIa, ma si allarga fino a toccare anche Nettuno in XIa.. a dimostrazione della relativa facilità che ha avuto a farsi degli amici, dei veri filantropi che comprendessero ed amassero la sua anima integra, di fanciullo, aiutandolo a mostrare il suo vero talento.

La quadratua di Plutone a Giove suggerisce una potente e particolare creatività che doveva però trovare espressione proprio nella scrittura (il trigono è tra Plutone Pesci e Giove in Sagittario); in caso contrario gli avrebbe dato profonda insoddisfazione e, forse depressione fino all’autodistruzione (anche perché si sarebbe agganciata all’opposizione Sole Mercurio e Saturno).
Infatti, se Andersen non avesse trovato la strada della scrittura.. e in particolare della fiaba (la sua Luna in IVa lo rendeva particolarmente sensibile all’infanzia e ai suoi temi).. probabilmente con i contenuti in gioco nel suo tema, sarebbe diventato un disadattato, alienato e probabilmente depresso..

Certo, a sostenere la sua “vocazione” abbiamo nel suo tema una decima casa che poggia sul segno della Bilancia ed una Venere, signora del segno che è in Pesci, in terza casa al trigono di Nettuno e di Marte. Non c’è che dire, il piccolo Andersen mostrò fin da piccolo una curiosità per la scrittura, i libri, la musica..ma anche una sensibilità estetica ed una padronanza del linguaggio scritto.. attraverso il quale riusciva ad esprimere il suo delicato mondo interno.
E’ indubbio che quella terza casa gli abbia dato anche tanto filo da torcere: probabilmente facendolo sentire spaesato nel suo ambiente.. un vero e proprio E.T. nato in una famiglia che non aveva neppure la sensibilità per accogliere e comprendere un bambino come lui.
Diverso dagli altri.. in particolare a livello sessuale.. egli dichiaro’ fin da piccolo che non avrebbe mai avuto rapporti sessuali con nessuno, né con uomini, né con donne, anche se era noto che si innamorasse di giovani ragazzi.

In ogni caso quello che strabilia è la sua facilità di scrittura, la sua esuberanza e la sua costanza nel tempo: ha scritto più di 150 favole tutte inedite, e non prese dalla tradizione popolare come fecero invece i fratelli Grimm; Andersen fu un vero talento che ispirò autori importanti quali Dickens e Wilde.








 
 
 
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