La nostra società ha vissuto trent’anni di difficoltà con l’archetipo paterno e, questa mancanza, non è solo individuale ma collettiva giacchè quello che succede a molti ha un impatto distruttivo anche sul mondo in cui viviamo.
Quando non c’è un padre, si continua a cercarlo ovunque: molte persone sono succubi di figure alternative come guru, insegnanti e professori e, per le donne, uomini più anziani che sembrano apparentemente prendersi cura e sostenere: si tratta di persone nelle quali si cercano struttura e stabilità, ciò che non è arrivato dall’archetipo paterno.
Per tanto tempo si è creduto che la figura del padre fosse “dispensabile” e che bastasse la madre ad allevare un figlio; oggi si comincia a pensare che non sia possibile fare a meno del secondo genitore e del suo ruolo, troppo spesso sottovalutato.
In effetti, la psicologia evolutiva ha parlato in modo estremamente esaustivo e addirittura ossessivo, del rapporto tra la madre e il bambino ed ha analizzato e scritto moltissimo di tutte le dinamiche che possono nascere all’interno di questo rapporto profondo e gigantesco che prende il nome di “diade”; sono state viste le conseguenze evidenti e sotterranee, positive e negative che nascono da un buon rapporto o da un rapporto sbagliato ed ambivalente con la madre. Sono state attribuite anche responsabilità eccessive alla madre: in genere le donne si sentono quasi sempre colpevoli di qualsiasi cosa che non funziona nel loro bambino e questo perché sono abituate a sentirsi molto sole nel lungo e difficile processo educativo soprattutto se questo avviene in assenza di un compagno e di una figura che la aiuti con i figli.
Oggi si sta riconoscendo finalmente l’importanza di questa figura e di questo ruolo nell’infanzia e nella formazione della personalità del bambino e della bambina e, contrariamente a quanto si è sempre pensato, si sa che è indispensabile anche nei primi anni di vita, soprattutto nella fase di uscita dalla simbiosi con la madre. Da qualche tempo, stanno cominciando ad alzarsi voci autorevoli che condannano il vecchio modo di pensare unilaterale sottolineando sempre più quanto il padre sia fondamentale nell’equilibrio psicologico dell’infante e nella formazione dell’identità di ogni singolo individuo.
Già nell’antica Grecia si era cominciato a sostituire la figura dei padri che facevano più che altro la funzione formativa ed educativa, con i filosofi e i pedagoghi; la carenza continua nel medioevo quando tutto passa nelle mani dei maestri che trasmettono la conoscenza; i padri della chiesa hanno fatto a lungo funzione educativa anche in sostituzione dei padri, tuttavia, le figure sono sempre maschili e quindi, in un certo senso anche se con sostituzioni, l’immagine del padre è sempre presente; nell’ultimo secolo invece molti dei principi educativi vengono passati alle madri e alle donne. Negli ultimi anni addirittura sono praticamente scomparsi i maestri elementari maschi.. la percentuale femminile è decisamente elevatissima. La società industriale ha poi definitivamente sottratto i padri alle famiglie: il lavoro fuori per tante ore al giorno ha favorito ancor di più l’assenza di questa figura in famiglia.
Quindi, se tutti a grandi linee sappiamo come si “costruisce l’immagine interiore della madre” , sono invece pochi a sapere come si costruisce la corrispondente immagina paterna, in quale età e in quali circostanze, utilizzando chiaramente l’astrologia che è la nostra guida.
Il padre è molto importante per entrambi i sessi nella fase di separazione dalla simbiosi con la madre (a partire dal sesto mese di vita); sarà proprio l’attrazione che il bambino sperimenta verso il mondo esterno - portato dal padre - a favorire e completare questo passaggio. Significa dunque che quando il bambino sta formando il suo primo nucleo di identità è importante che sia presente anche il padre perchè aiuterà a non fare confusione.
La moderna psicologia sostiene che quanto prima il bambino si rende conto di far parte di un sistema emozionale a tre quanto più ha possibilità di sviluppare una psiche armoniosa e una capacità di relazione in futuro.
I due genitori infatti servono a due funzioni diverse, entrambe fondamentali:
- il genitore dello stesso sesso serve per l’identificazione;
- il genitore di sesso opposto serve per la differenziazione;
in pratica, con il primo si scoprono le somiglianze mentre con il secondo si scoprono tutte le differenze.
Perché questo accada bisogna che la figura del padre sia prima di tutto presente e poi che sia anche premurosa e amorevole ma, soprattutto, che non sia mai un duplicato della madre.
L’importanza della figura paterna è in un certo senso “diversa” - ma non per questo meno importante – in un figlio maschio o in una figlia femmina.
Così, possiamo dire, senza tema di smentita, che l’assenza del padre produrrà una intensa “ferita relazionale” in una figlia, mentre si manifesterà con una profonda “ferita d’identità e di autorealizzazione” in un figlio maschio.
Molti uomini, anche non più giovanissimi, lamentano una ferita profonda legata all’assenza e alla distanza emotiva del padre che ha causato un vuoto grandissimo sul piano dell’identità maschile e di quel “sentirsi uomini” a pieno titolo di cui hanno profondamente bisogno soprattutto oggi che non vi sono più rituali di iniziazione atti a determinare lo stato di “maschio adulto”; se manca il padre resta un grande vuoto difficilmente colmabile, ma anche una fragilità di fondo che si manifesta prima di tutto all’interno ma, in secondo luogo, anche nell’idea di non aver ricevuto quei “talismani e quegli strumenti ” che sono necessari per affrontare la vita e la realtà esterna e diventare indipendenti e “individui” a pieno titolo. In pratica, il padre deve essere un modello di “come si conquista il mondo”.
Per prima cosa il padre nella vita di un figlio maschio propone un modello di “somiglianza” che serve a far prendere coscienza che esistono due tipi diversi di figure, di ruoli e di modalità affettive, e non una sola; è lui designato a mettere in evidenza che esiste un comportamento “maschile” diverso da quello simbiotico e protettivo offerto dalla madre.
Eric Fromm, nel suo testo “l’arte di amare” spiega bene la diversità tra l’amore del padre e quello della madre; infatti, mentre lei è chiamata ad offrire un amore “incondizionato” che deve rassicurare il figlio dandogli la sensazione di essere accolto e di potersi inserire a pieno titolo nella vita stessa, il padre deve invece assicurare un amore “condizionato” che deve fornire al figlio gli strumenti adatti a conquistare ciò che vorrà nel mondo lavorando con costanza e continuità e utilizzando comportamenti efficaci che permettano l’inserimento a pieno titolo nella realtà superando le difficoltà che la vita presenterà.
Infatti è di questo che parliamo quando intendiamo “figura paterna” : qualcuno che sappia offrire prima di tutto gli strumenti per separarsi, differenziarsi, individuarsi e, infine, costruirsi una identità in grado di trovare un suo spazio e di avere potere nel mondo affermando contemporaneamente sé stessa.
Il figlio maschio dovrà poi identificarsi con la figura paterna e, per far questo, avrà bisogno di riconoscere in lui qualità e capacità che lo stimolino ad entrare nel mondo degli uomini abbandonando così il caldo ed accogliente utero materno.
Uni ingrediente importante che deve esserci tra padre e figlio è il “gioco”; è attraverso di esso che il padre contribuisce alla creazione di un rapporto stabile con il figlio; nel gioco vengono stimolate non solo le parti ludiche ma quelle esplorative nonché la capacità di affrontare e risolvere i problemi; questo è possibile offrendo al figlio un modello accettabile e imitabile; successivamente insegnerà a gestire le emozioni e a procrastinare gli impulsi; tutto ciò deve avvenire in un clima di quotidianità attraverso le piccole sfide competitive che il padre propone attraverso il gioco e lo stare insieme. La dotazione più importante che il padre darà al figlio consiste nello “stabilire i limiti e nel dare al figlio un senso di disciplina” all’interno di un sistema di stabilità, affettività e sicurezza.
Proprio il padre può aiutare il bambino ad affrontare le paure che inevitabilmente si affacceranno nella sua psiche nel momento in cui dovrà abbandonare il tenero e sicuro mondo materno per avventurarsi nel mondo; il padre rappresenta una buona mediazione tra le due diverse spinte che il bambino si trova a vivere, quella regressiva e quella progressiva.
Astrologicamente il padre è visto nel SOLE che, proprio per simbologia rappresenta la luce, la coscienza, l’individuazione ma anche e soprattutto la guida.
Grandi problemi nella struttura della personalità maschile nascono allorchè si vivono grandi delusioni o grandi idealizzazioni rispetto alla figura paterna.
Anche quando il padre non offre sufficiente fiducia al figlio e si manifesta invece competitivo e aggressivo e non in grado di dare sostegno ci sono grandi difficoltà; è il caso di Sole Saturno, Sole Marte o Sole Plutone soprattutto se quadrati o opposti che indicano sempre figure difficili e spigolose, spesso non chiare che non permettono alla personalità nascente di strutturarsi per cui il figlio si trova a non sapere come integrare le emozioni violente che sente all’interno e vivere condizioni di profonda impotenza oppure di inadeguatezza.
L’altra difficoltà sta nell’assenza paterna che il figlio tenderà a compensare con una eccessiva idealizzazione: si creerà quindi un modello interiore che non corrisponde e mai corrisponderà alla una figura reale. Tra le altre cose, il padre “assente” crea nel figlio il desiderio struggente della figura. Sole Urano e Sole Nettuno in genere indicano idealizzazioni e successive delusioni e disillusioni e riflettono quasi sempre un padre assente.
Il padre, infine, è il modello fondamentale d’identità sessuale perché fornisce al figlio la rappresentazione del funzionamento dell’energia maschile. Grandi problemi subentrano quando il padre “simbolico” e il padre “reale” sono inconciliabili.
Premesso che il bambino non nasce come lavagna vuota, egli ha delle precise aspettative inconsce rispetto al padre (astrologicamente possiamo vedere questo nell’archetipo solare che si colloca in un determinato segno e casa ; questa immagine è un “archetipo”, qualcosa che è già nella psiche del figlio alla nascita; gli aspetti che poi il Sole va a fare con gli altri pianeti rappresenteranno invece i tratti che si sovrappongono e colorano le immagini simboliche e che, a volte, possono anche contraddirle fortemente.
Il padre concorre in diversi modi anche alla formazione della personalità della figlia; in primo luogo fornendo un’immagine di “differenza” che aiuta il processo di separazione e e differenziazione dalla madre, molto importante per riuscire un giorno a rapportarsi poi con le figure dell’altro sesso.
Per questo, quando ci sono difficoltà nei rapporti tra il padre e la figlia il problema che può derivare è di tipo relazionale in quanto sarà proprio con gli uomini della sua vita che l’immagine interiorizzata del padre interferirà.
Un buono scambio con lui serve a sottolineare e rassicurare la “capacità di conquista” e fornisce la prova della seduttività femminile, importante per il proprio senso di valore e di autostima.
E’ chiaro che perché questo avvenga il padre deve trovare il giusto equilibrio tra distanza e vicinanza nel rapporto con la figlia; durante la fase edipica deve quindi fornire un senso di profondo apprezzamento per la figlia ma non deve concedere troppa intimità in modo da non bloccare la figlia in “fissazioni” sulla sua figura, consentendo così alla libido di orientarsi sul mondo esterno.
Questo passaggio è molto delicato perché a volte ci si trova di fronte a troppa distanza - che produce difficoltà e timore nell’avvicinarsi agli uomini - oppure ad un eccesso di coinvolgimento e di invischiamento che produce poi “ fissazioni” che impediranno di vivere relazioni sane con altri uomini senza confrontarli con l’immagine idealizzata paterna che, nel confronto risulterà costantemente vincente e senza neppure avere all’interno un’immagine negativa che porterà a combattere il maschile dentro e, di conseguenza, anche fuori.
E’ importante - nella fase del triangolo - che sia presente anche la figura materna come modello di riferimento per la figlia onde evitare che la stessa convogli la sua identificazione sul padre troppo amato perché sarebbe una situazione molto difficile da un punto di vista di struttura interna e di capacità relazionale.
La ragazza deve quindi rafforzarsi appoggiandosi a questa figura ma, la differenza tra femminile e maschile, deve restare sempre chiara e per far questo occorrono limiti precisi; se il padre non permette alla figlia di “staccarsi” da lui, minerà la sua autonomia e le future relazioni affettive e sessuali, candidandola all’infelicità amorosa.
Quando non c’è un padre, si continua a cercarlo ovunque: molte persone sono succubi di figure alternative come guru, insegnanti e professori e, per le donne, uomini più anziani che sembrano apparentemente prendersi cura e sostenere: si tratta di persone nelle quali si cercano struttura e stabilità, ciò che non è arrivato dall’archetipo paterno.
Per tanto tempo si è creduto che la figura del padre fosse “dispensabile” e che bastasse la madre ad allevare un figlio; oggi si comincia a pensare che non sia possibile fare a meno del secondo genitore e del suo ruolo, troppo spesso sottovalutato.
In effetti, la psicologia evolutiva ha parlato in modo estremamente esaustivo e addirittura ossessivo, del rapporto tra la madre e il bambino ed ha analizzato e scritto moltissimo di tutte le dinamiche che possono nascere all’interno di questo rapporto profondo e gigantesco che prende il nome di “diade”; sono state viste le conseguenze evidenti e sotterranee, positive e negative che nascono da un buon rapporto o da un rapporto sbagliato ed ambivalente con la madre. Sono state attribuite anche responsabilità eccessive alla madre: in genere le donne si sentono quasi sempre colpevoli di qualsiasi cosa che non funziona nel loro bambino e questo perché sono abituate a sentirsi molto sole nel lungo e difficile processo educativo soprattutto se questo avviene in assenza di un compagno e di una figura che la aiuti con i figli.
Oggi si sta riconoscendo finalmente l’importanza di questa figura e di questo ruolo nell’infanzia e nella formazione della personalità del bambino e della bambina e, contrariamente a quanto si è sempre pensato, si sa che è indispensabile anche nei primi anni di vita, soprattutto nella fase di uscita dalla simbiosi con la madre. Da qualche tempo, stanno cominciando ad alzarsi voci autorevoli che condannano il vecchio modo di pensare unilaterale sottolineando sempre più quanto il padre sia fondamentale nell’equilibrio psicologico dell’infante e nella formazione dell’identità di ogni singolo individuo.
Già nell’antica Grecia si era cominciato a sostituire la figura dei padri che facevano più che altro la funzione formativa ed educativa, con i filosofi e i pedagoghi; la carenza continua nel medioevo quando tutto passa nelle mani dei maestri che trasmettono la conoscenza; i padri della chiesa hanno fatto a lungo funzione educativa anche in sostituzione dei padri, tuttavia, le figure sono sempre maschili e quindi, in un certo senso anche se con sostituzioni, l’immagine del padre è sempre presente; nell’ultimo secolo invece molti dei principi educativi vengono passati alle madri e alle donne. Negli ultimi anni addirittura sono praticamente scomparsi i maestri elementari maschi.. la percentuale femminile è decisamente elevatissima. La società industriale ha poi definitivamente sottratto i padri alle famiglie: il lavoro fuori per tante ore al giorno ha favorito ancor di più l’assenza di questa figura in famiglia.
Quindi, se tutti a grandi linee sappiamo come si “costruisce l’immagine interiore della madre” , sono invece pochi a sapere come si costruisce la corrispondente immagina paterna, in quale età e in quali circostanze, utilizzando chiaramente l’astrologia che è la nostra guida.
Il padre è molto importante per entrambi i sessi nella fase di separazione dalla simbiosi con la madre (a partire dal sesto mese di vita); sarà proprio l’attrazione che il bambino sperimenta verso il mondo esterno - portato dal padre - a favorire e completare questo passaggio. Significa dunque che quando il bambino sta formando il suo primo nucleo di identità è importante che sia presente anche il padre perchè aiuterà a non fare confusione.
La moderna psicologia sostiene che quanto prima il bambino si rende conto di far parte di un sistema emozionale a tre quanto più ha possibilità di sviluppare una psiche armoniosa e una capacità di relazione in futuro.
I due genitori infatti servono a due funzioni diverse, entrambe fondamentali:
- il genitore dello stesso sesso serve per l’identificazione;
- il genitore di sesso opposto serve per la differenziazione;
in pratica, con il primo si scoprono le somiglianze mentre con il secondo si scoprono tutte le differenze.
Perché questo accada bisogna che la figura del padre sia prima di tutto presente e poi che sia anche premurosa e amorevole ma, soprattutto, che non sia mai un duplicato della madre.
L’importanza della figura paterna è in un certo senso “diversa” - ma non per questo meno importante – in un figlio maschio o in una figlia femmina.
Così, possiamo dire, senza tema di smentita, che l’assenza del padre produrrà una intensa “ferita relazionale” in una figlia, mentre si manifesterà con una profonda “ferita d’identità e di autorealizzazione” in un figlio maschio.
Molti uomini, anche non più giovanissimi, lamentano una ferita profonda legata all’assenza e alla distanza emotiva del padre che ha causato un vuoto grandissimo sul piano dell’identità maschile e di quel “sentirsi uomini” a pieno titolo di cui hanno profondamente bisogno soprattutto oggi che non vi sono più rituali di iniziazione atti a determinare lo stato di “maschio adulto”; se manca il padre resta un grande vuoto difficilmente colmabile, ma anche una fragilità di fondo che si manifesta prima di tutto all’interno ma, in secondo luogo, anche nell’idea di non aver ricevuto quei “talismani e quegli strumenti ” che sono necessari per affrontare la vita e la realtà esterna e diventare indipendenti e “individui” a pieno titolo. In pratica, il padre deve essere un modello di “come si conquista il mondo”.
Per prima cosa il padre nella vita di un figlio maschio propone un modello di “somiglianza” che serve a far prendere coscienza che esistono due tipi diversi di figure, di ruoli e di modalità affettive, e non una sola; è lui designato a mettere in evidenza che esiste un comportamento “maschile” diverso da quello simbiotico e protettivo offerto dalla madre.
Eric Fromm, nel suo testo “l’arte di amare” spiega bene la diversità tra l’amore del padre e quello della madre; infatti, mentre lei è chiamata ad offrire un amore “incondizionato” che deve rassicurare il figlio dandogli la sensazione di essere accolto e di potersi inserire a pieno titolo nella vita stessa, il padre deve invece assicurare un amore “condizionato” che deve fornire al figlio gli strumenti adatti a conquistare ciò che vorrà nel mondo lavorando con costanza e continuità e utilizzando comportamenti efficaci che permettano l’inserimento a pieno titolo nella realtà superando le difficoltà che la vita presenterà.
Infatti è di questo che parliamo quando intendiamo “figura paterna” : qualcuno che sappia offrire prima di tutto gli strumenti per separarsi, differenziarsi, individuarsi e, infine, costruirsi una identità in grado di trovare un suo spazio e di avere potere nel mondo affermando contemporaneamente sé stessa.
Il figlio maschio dovrà poi identificarsi con la figura paterna e, per far questo, avrà bisogno di riconoscere in lui qualità e capacità che lo stimolino ad entrare nel mondo degli uomini abbandonando così il caldo ed accogliente utero materno.
Uni ingrediente importante che deve esserci tra padre e figlio è il “gioco”; è attraverso di esso che il padre contribuisce alla creazione di un rapporto stabile con il figlio; nel gioco vengono stimolate non solo le parti ludiche ma quelle esplorative nonché la capacità di affrontare e risolvere i problemi; questo è possibile offrendo al figlio un modello accettabile e imitabile; successivamente insegnerà a gestire le emozioni e a procrastinare gli impulsi; tutto ciò deve avvenire in un clima di quotidianità attraverso le piccole sfide competitive che il padre propone attraverso il gioco e lo stare insieme. La dotazione più importante che il padre darà al figlio consiste nello “stabilire i limiti e nel dare al figlio un senso di disciplina” all’interno di un sistema di stabilità, affettività e sicurezza.
Proprio il padre può aiutare il bambino ad affrontare le paure che inevitabilmente si affacceranno nella sua psiche nel momento in cui dovrà abbandonare il tenero e sicuro mondo materno per avventurarsi nel mondo; il padre rappresenta una buona mediazione tra le due diverse spinte che il bambino si trova a vivere, quella regressiva e quella progressiva.
Astrologicamente il padre è visto nel SOLE che, proprio per simbologia rappresenta la luce, la coscienza, l’individuazione ma anche e soprattutto la guida.
Grandi problemi nella struttura della personalità maschile nascono allorchè si vivono grandi delusioni o grandi idealizzazioni rispetto alla figura paterna.
Anche quando il padre non offre sufficiente fiducia al figlio e si manifesta invece competitivo e aggressivo e non in grado di dare sostegno ci sono grandi difficoltà; è il caso di Sole Saturno, Sole Marte o Sole Plutone soprattutto se quadrati o opposti che indicano sempre figure difficili e spigolose, spesso non chiare che non permettono alla personalità nascente di strutturarsi per cui il figlio si trova a non sapere come integrare le emozioni violente che sente all’interno e vivere condizioni di profonda impotenza oppure di inadeguatezza.
L’altra difficoltà sta nell’assenza paterna che il figlio tenderà a compensare con una eccessiva idealizzazione: si creerà quindi un modello interiore che non corrisponde e mai corrisponderà alla una figura reale. Tra le altre cose, il padre “assente” crea nel figlio il desiderio struggente della figura. Sole Urano e Sole Nettuno in genere indicano idealizzazioni e successive delusioni e disillusioni e riflettono quasi sempre un padre assente.
Il padre, infine, è il modello fondamentale d’identità sessuale perché fornisce al figlio la rappresentazione del funzionamento dell’energia maschile. Grandi problemi subentrano quando il padre “simbolico” e il padre “reale” sono inconciliabili.
Premesso che il bambino non nasce come lavagna vuota, egli ha delle precise aspettative inconsce rispetto al padre (astrologicamente possiamo vedere questo nell’archetipo solare che si colloca in un determinato segno e casa ; questa immagine è un “archetipo”, qualcosa che è già nella psiche del figlio alla nascita; gli aspetti che poi il Sole va a fare con gli altri pianeti rappresenteranno invece i tratti che si sovrappongono e colorano le immagini simboliche e che, a volte, possono anche contraddirle fortemente.
Il padre concorre in diversi modi anche alla formazione della personalità della figlia; in primo luogo fornendo un’immagine di “differenza” che aiuta il processo di separazione e e differenziazione dalla madre, molto importante per riuscire un giorno a rapportarsi poi con le figure dell’altro sesso.
Per questo, quando ci sono difficoltà nei rapporti tra il padre e la figlia il problema che può derivare è di tipo relazionale in quanto sarà proprio con gli uomini della sua vita che l’immagine interiorizzata del padre interferirà.
Un buono scambio con lui serve a sottolineare e rassicurare la “capacità di conquista” e fornisce la prova della seduttività femminile, importante per il proprio senso di valore e di autostima.
E’ chiaro che perché questo avvenga il padre deve trovare il giusto equilibrio tra distanza e vicinanza nel rapporto con la figlia; durante la fase edipica deve quindi fornire un senso di profondo apprezzamento per la figlia ma non deve concedere troppa intimità in modo da non bloccare la figlia in “fissazioni” sulla sua figura, consentendo così alla libido di orientarsi sul mondo esterno.
Questo passaggio è molto delicato perché a volte ci si trova di fronte a troppa distanza - che produce difficoltà e timore nell’avvicinarsi agli uomini - oppure ad un eccesso di coinvolgimento e di invischiamento che produce poi “ fissazioni” che impediranno di vivere relazioni sane con altri uomini senza confrontarli con l’immagine idealizzata paterna che, nel confronto risulterà costantemente vincente e senza neppure avere all’interno un’immagine negativa che porterà a combattere il maschile dentro e, di conseguenza, anche fuori.
E’ importante - nella fase del triangolo - che sia presente anche la figura materna come modello di riferimento per la figlia onde evitare che la stessa convogli la sua identificazione sul padre troppo amato perché sarebbe una situazione molto difficile da un punto di vista di struttura interna e di capacità relazionale.
La ragazza deve quindi rafforzarsi appoggiandosi a questa figura ma, la differenza tra femminile e maschile, deve restare sempre chiara e per far questo occorrono limiti precisi; se il padre non permette alla figlia di “staccarsi” da lui, minerà la sua autonomia e le future relazioni affettive e sessuali, candidandola all’infelicità amorosa.
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