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LE RUBRICHE DI ERIDANOSCHOOL - Astrologia e dintorni a cura di Lidia Fassio

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a cura di Clara Tozzi 
RITRATTO DI UN LEONE : ROBERT REDFORD
 
RITRATTO DI UN LEONE : Robert Redford Ho rivisto poche sere fa “La mia Africa”, un film che ho amato moltissimo fin da quando uscì nel 1985, pieno di suggestioni, una grande storia d’amore…e pensavo a come incredibilmente i temi degli attori spesso richiamino in maniera molto precisa le dinamiche dei personaggi principali che hanno interpretato. Il cacciatore Danys (Redford, con il suo Marte in Leone in V casa, congiunto a Plutone) che s’innamora di Karen mentre lei racconta una delle sue avvincenti storie inventate (Venere congiunta a Nettuno e Mercurio), vive con lei l’esaltazione di un rapporto forte, intenso ma fatto anche di piccole cose (nella meravigliosa scena in cui Redford lava i capelli a Meryl Streep pensavo alla sua Luna e Venere in Vergine in VI casa) ma vuole anche sentirsi libero di partire per i suoi safari quando l’inquietudine lo assale ( Venere trigona a Urano e quadrata a Giove in IX casa). Per arrivare all’apoteosi quando Denys muore cadendo col suo aereo (Marte in Leone in V casa, quadrato ad Urano) e viene seppellito su una collina, luogo in cui una coppia di leoni amerà andarsi a riposare, su un punto che consente di dominare con lo sguardo tutto l’altopiano…..

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Robert Redford è nato il 18 agosto 1936 a Santa Monica, in California, alla 20.02 (fonte: Grazia Bordoni): è un Leone, appunto, con l’ascendente nell’ultimo grado dei Pesci. Nettuno, governatore dei Pesci, è importantissimo, in Vergine e nella verginea VI casa, congiunto a Luna, Mercurio e Venere, quasi ovviamente opposto a Saturno che invece è in XII casa. E’ un Leone col Sole in VI casa, che ci può mostrare molto bene come si possa arrivare a tollerare ed a gestire la frustrazione dell’avere dei limiti, con la consapevolezza che non si può avere tutto, senza rinunciare per nulla a successo, realizzazione, crescita a patto di lavorare incessantemente per conoscere questi limiti e per impegnarsi nel tentativo di superarli.
Del Leone Robert Redford ha indubbiamente il carisma, l’aria solare, il sorriso aperto e scanzonato che ha conquistato generazioni di donne, l’energia, l’andatura un po’ felina, la chioma folta ma ancora di più nel tempo è emerso con maggiore chiarezza il coraggio di essere se stesso e di portare avanti quello che lui è, con le sue idee, senza concedere troppo spazio a compromessi.

In gioventù è stato un normale ragazzo, più popolare per i suoi meriti sportivi che per gli studi, ma la morte della madre nel 1955 (con Plutone esattamente sul suo Sole praticamente isolato, a 25° del Leone, e Nettuno in sestile) segnò l’inizio di una grande trasformazione: infatti seguì un periodo turbolento e ribelle, durante il quale si fece cacciare dal college ed incominciò a bere parecchio. Niente aveva più importanza se non la sua ricerca, che in molti momenti aveva i tratti della fuga. Decise di partire per l’Europa, con in tasca pochi soldi ed una grande voglia di vivere la sua vocazione artistica diventando scenografo e pittore (visse anche alcuni mesi a Firenze prendendo lezioni da un pittore locale), ma soprattutto venendo a contatto con idee e filosofie di vita per lui nuove e rivoluzionarie, che lo cambiarono per sempre. Lui definì questi anni la sua ‘rinascita’, in pieno accordo con il transito plutoniano che l’aveva visto passare attraverso la perdita, la disperazione, la trasformazione e poi l’acquisizione della coscienza di un potere personale che sarebbe via via aumentata nel tempo. Tornato negli USA si sposò con quella che sarebbe stata la sua compagna per quasi trent’anni, si iscrisse ad una scuola di recitazione e nel ’59, con Urano in V casa in trigono al suo Giove in IX e con Giove stesso che era tornato nella sua posizione natale, debuttò finalmente a Broadway, dando il via alla sua strepitosa carriera, mentre Urano intanto raggiungeva il Sole.

Il tema di Redford, con 5 pianeti in VI casa, ci suggerisce continuamente un grande lavoro di integrazione che lui era chiamato a fare, mettendo insieme un forte bisogno di brillare, di porsi al centro dell’attenzione del mondo (oltre al Sole in Leone c’è anche una V casa con Marte in Leone legato a Plutone) con un’indole più riservata, un animo sensibile, capace di emozioni potenti e di grande attenzione psicologica verso gli altri, di grande empatia che lo mette in contatto con i problemi del mondo in cui vive (tutta la sue parte nettuniana segnalata dall’ascendente, dalla Luna, da Venere ed anche da Mercurio). E’ forte in lui una grande tensione ideale, che è molto difficile incapsulare nel mondo della realtà: una realtà che diventa velocemente insoddisfacente, se non frustrante o addirittura ‘contro’ di lui. Giove, secondo governatore dell’ascendente, domina la IX casa e governa la X, stimolatissimo vertice della croce a T che sembra costringerlo ad una ricerca incessante, mettendolo nello stesso tempo in condizione di elaborare continue strategie per vivere creativamente la sua vita.

Dopo numerosi film di grande successo (con titoli come Butch Cassidy, Come eravamo, La stangata, I tre giorni del Condor, Brubaker), ad un certo punto della sua carriera di attore cominciò a girare film suoi, sentendo la necessità di esprimere altre cose rispetto a quanto aveva fatto fino ad allora. Certo, come attore era sempre stata evidente la sua attenzione nello scegliere personaggi di spessore, se non addirittura impegnati in qualche settore civile e politico, consapevole del grande potere mediatico del cinema e capace di non sottrarsi alle responsabilità che questo comporta, ma sentiva che poteva mettere qualcosa di più personale nel suo lavoro. Nel 1980 curò la regia del suo primo film, “Gente comune”, che vinse quattro Oscar, uno dei quali proprio per la regia! I transiti erano fantastici: Nettuno si trovava sui 20° del Sagittario, in IX casa, e stava terminando il lunghissimo lavoro proprio sul vertice della croce a T di cui parlavamo prima, mentre Giove e Saturno stavano transitando su Nettuno. E’ evidente che diventare regista ha significato per Redford la possibilità di dare voce (direi finalmente) alla sua vocazione di comunicare quello che pensa al mondo, sanando una vecchia ferita infantile (che peraltro aveva avuto molto a che fare con la brusca interruzione degli studi universitari). Giove tra l’altro nel suo tema forma un bel trigono con Marte in Leone in V casa, aspetto che lo spinge ad accrescere il suo senso di identità proprio attraverso l’espressione anche coraggiosa del suo pensiero. Marte in Leone viene poi colorato di anticonformismo dalla quadratura di Urano in Toro, che in combinazione con Giove in Sagittario descrive la parte che lo lega fortemente alla natura ed agli animali (vive buona parte della sua vita in una grande tenuta nello Utah), ma anche quella che lo vede di tanto in tanto combattere (con qualcosa di eroico che spesso è proprio dei Leoni) per sostenere i movimenti ambientalisti. Negli ultimi anni ha anche curato e finanziato una serie di documentari indipendenti che riguardano proprio tematiche ambientaliste
A conferma dell’importanza di tutto questo nella sua vita nel 1998, con Giove sull’ascendente, Redford è il protagonista ed il regista di “L’uomo che sussurrava ai cavalli”, un film di grande intensità emotiva in cui lui è un vero ‘guaritore dell’anima dei cavalli’, e finirà per accompagnare lungo un percorso di guarigione anche una ragazzina vittima di un grave trauma.

Nel 1990 Robert Redford dà vita ad un altro progetto, di cui diventa simbolicamente il padre, con la generosità che il fuoco sa mettere in atto: fonda il Sundance Institute, a cui segue poco dopo il Sundance Film Festival, nati per finanziare e promuove un cinema indipendente, capace di rappresentare qualcosa di innovativo e coraggioso nel panorama cinematografico. Saturno e Nettuno, che nel tema natale erano opposti e sembravano metterlo sempre in condizione di scegliere tra sogni e realtà (e che certamente hanno detto molto nel farlo operare in un settore in cui il mondo dei sogni entra nella realtà attraverso i film), ora gli offrivano una grandissima occasione, congiungendosi in Capricorno e nella sua X casa: quella di mettere una seme di speranza, un seme con dentro di sé tutti i suoi desideri di portare nel mondo reale qualcosa dei suoi ideali, Dopo aver cercato di esprimere se stesso e le proprie idee col mezzo cinematografico, qualcosa l’ha spinto a favorire l’espressione di altri registi che hanno le idee ma non i mezzi economici, utilizzando le sue capacità di scoprire e di valorizzare i giovani talenti. Il Sundance Film Festival è diventato in pochi anni uno dei più importanti avvenimenti mondiali, che ha scoperto e lanciato numerosi registi indipendenti.

Nel suo ultimo film, “Leoni per agnelli”, di cui è di nuovo regista e produttore, Redford è l’insegnante di scienze politiche che tenta di riportare al coinvolgimento personale e sociale uno studente che – come tantissimi oggi – si sta infilando nella strada dell’apatia e della mancanza di partecipazione alla vita, mentre sullo sfondo va in scena la guerra in Iraq, l’ipocrisia della classe governativa USA e la crisi che stanno attraversando i responsabili dell’informazione, giornalisti e televisioni.

Della sua vita affettiva è sempre stato piuttosto geloso: nel 1985 divorzia dalla moglie Lola (da cui ha avuto quattro figli, il primo dei quali è morto a pochi mesi) e dal 1996 ha una nuova compagna stabile, la pittrice Sibylle Szaggars. Fa sorridere la sua professione, che richiama la vocazione iniziale di Redford e senza possibilità di dubbio i suoi pianeti femminili legati a Nettuno. Da qualche tempo i giornali parlano di un loro prossimo matrimonio, e non è certo da escludersi, con Urano congiunto a Saturno radicale ed opposto alla Luna. D’altra parte non si prospetta un momento facilissimo per lui, con il prossimo transito di Nettuno in opposizione al Sole in VI: la sua vitalità potrebbe essere in forte calo, mentre è facile pensare che debba affrontare qualche delusione, qualche perdita dolorosa, qualcosa che cambierà di nuovo l’ordine delle cose importanti. Eppure il fuoco che è in lui cercherà di portarlo a mettere ancora nuove mete davanti a sé, perché lo spirito dell’esploratore indomito vive dentro di lui.

 
 
 
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