Da alcuni anni, insieme alle dipendenze classiche, da alcool o da stupefacenti, se ne sono aggiunte alcune che non riguardano l’assuefazione a qualche sostanza, ma che originano da “compulsività”, ovvero da pulsioni che spingono a tenere dei comportamenti “coatti” ed imprescindibili, ripetendoli sempre con lo stesso identico schema o rituale.
Tra queste ultime c’è il “sesso compulsivo” che è diventato di attualità allorchè personaggi dello spettacolo quali Kate Moss, Michael Douglas ed altri hanno dichiarato pubblicamente di averne sofferto. La patologia del sesso compulsivo riguarda una sessualità che non trova sazietà; una sorta di bulimia che costringe la persona a fare sesso in maniera incontrollabile in quanto non ha la capacità di “differire” una pulsione ed un bisogno fronteggiando la frustrazione che origina dall’assenza.
In pratica, il sesso compulsivo, astrologicamente parlando, riflette una tematica da casa Va.. quella che riguarda il periodo in cui, superata la fase edipica, il bambino impara proprio a tollerare la frustrazione legata all’impossibilità di poter avere “immediatamente” ciò che desidera ed impara così a procrastinare un impulso.. in modo da poterlo soddisfare in un altro momento o in un altro tempo.
Il superamento di questa fase traghetta il bambino dall’immediatezza e dall’impulsività della casa Va.. ad una reale possibilità di conoscere un limite, di capire che non è onnipotenza e che, le cose, devono essere desiderate e, in seguito conquistate con metodo, disciplina e raffinamento delle proprie potenzialità (casa VIa).
Inoltre, il superamento di questa fase consegna il bambino ad una sessualità serena e gioiosa, vissuta in maniera gratificante ed assoggettata alla volontà dell’IO.
Parlando di sexual addiction non ci riferiamo dunque a quei soggetti che hanno un sano appetito sessuale, ma a coloro che non hanno autocontrollo e che sono in continuazione spinti da una pulsione irrefrenabile ad agire la sessualità ovunque, con chiunque e sempre, al di fuori dalla propria “volontà” cosciente.
C’è in queste persone la componente di “insaziabilità” che produce un bisogno di fare sesso senza però sperimentare una reale gratificazione, tant’è che, una volta agito l’atto in sé, il soggetto cade in una sorta di depressione in cui emergono sofferenza, vergogna e sensi di colpa dovuti all’impotenza che sperimentano di fronte all’impulso.
Chi studia questo tipo di dipendenza sostiene che, pur colpendo entrambi i sessi, la patologia mostra delle differenze se agisce in un uomo o in una donna.
Nel primo caso sembrerebbe che vi siano più tendenze alla perversione e forti spinte aggressive sottostanti, mentre per le donne, i comportamenti volgono più verso la seduzione e il voyeurismo che spingono ad avere rapporti con uomini sconosciuti, in occasioni particolari e spesso “rischiose”.
I soggetti sono di solito tra i 20 e i 40 anni.. quasi sempre hanno una organizzazione di personalità “nevrotica – compulsiva”, sono persone che hanno un buon reddito, quasi sempre colte, con una grande insicurezza di base, una mancanza di autocontrollo ed un profondo vuoto esistenziale che pian piano le fa scivolare in comportamenti sessualmente patologici.
Generalmente ad ingenerare la patologia è una relazione fortemente disturbata con il sesso che, a quel punto, diventa un modo per scaricare lo stress, evitando di affrontare situazioni e sentimenti dolorosi che giungono da relazioni intime che non sanno gestire in alcun modo.
Alcuni di questi soggetti è stato vittima di invischiamenti sessuali fin dall’età infantile età in cui il legittimo bisogno di essere al centro dell’attenzione e di esclusività era spesso contrabbandato ed abusato da adulti che lo scambiavano per una ricerca di attenzioni sessuali.
In questa situazione i bambini oltre a subire vere e proprie violenze.. finiscono anche per farsi carico della colpa dell’adulto e questo potrebbe condurre a strane patologie che interessano la sfera sessuale.
Alcuni psicanalisti sostengono che proprio la mancanza di empatia e di protezione da parte delle figure genitoriali produce nel bambino un profondo senso di disvalore e di perdita di sé che perdura nel tempo; la compulsione sessuale in questo ambito, sembra offrire una temporanea soddisfazione e compensa, anche se in maniera distorta, il riconoscimento di sé mai avuto.
Possiamo dire infine che questi soggetti, proprio come suggeriscono le case Va.. VIIIa nel tema natale – spesso legate da aspetti tra pianeti - hanno anche una difficoltà nel dividere e nel vivere sulla base di una scelta consapevole affettività e/o sessualità; in questo modo si crea in loro una grande confusione tra il bisogno di affetto e di nutrimento emotivo e la pulsione sessuale, immediata e prepotente, nonché tra una sana relazione sessuale che è scambio e dialogo profondo tra due esseri atta ad avvicinarli sempre, più con la frustrazione e la desolazione di un atto meccanico e fisico che lascia più isolati e separati di prima e che nulla ha a che fare con la relazione.
In fondo, la sexual addiction sembra riportarci al mito di Pan.. creatura triste e solitaria, metà uomo e metà capro, costantemente alla ricerca di qualcuno che scaldi il suo cuore e la sua anima, ma totalmente incapace di passare dalla sessualità all’eros, ovvero al principio di “amore – relazione” con l’altro – e quindi, condannato dalla sua metà animalesca a trovare solo sesso, improvviso e brutale che, subito dopo, lo lascia in una condizione di profonda tristezza e solitudine. Infatti, dice il Mito, lui non cresce, non si eleva ad una dimensione umana .. proprio perché è incapace di amare ed incontrare l’altro.. ma si limita al puro utilizzo dei corpi che lo mantengono incatenato alla parte animalesca.
Pan dopo ogni rapporto sessuale cominciava a cantare il suo canto tristissimo che rappresentava la profonda solitudine interiore causata dal non aver “incontrato l’altro” .