La psicologia riconosce il sentimento materno come espressione di “amore vero incondizionato, teso all’altro, a nutrilo, farlo crescere e divenire ciò che dovrà divenire”; tuttavia, quando l’amore materno si presenta esagerato, allora qualcosa deve metterci in allarme perché, tutte le esasperazioni nascondono un complesso ed un problema, o nel caso, un meccanismo di difesa chiamato “conversione”.
Tra le forme più nobili di amore c’è quello materno che si manifesta principalmente nel nutrire, nel prendersi cura e nel proteggere allo scopo di far crescere e, al tempo stesso, di filtrare il mondo esterno in modo che passi al bambino in una forma per lui “digeribile”. Indubbiamente nei valori Cancro c’è molto di tutto questo e la madre molto tenera, avvolgente e sensibile ai bisogni del suo bambino, è il ritratto di quanto di più elevato possa esprimere l’archetipo femminile.
Tra i vari modi di proteggere il figlio vi è anche quello di cercare di prevenire e presentire (qualità tipicamente lunare) ciò che potrebbe danneggiare o far male al bambino; in questo, le antenne lunari diventano abilissime nel “sentire in anticipo” situazioni che sarebbero dannose; la madre fa naturalmente tutto ciò , proprio perché tra le dotazioni che la maternità porta con sé vi è anche quella di “sintonizzarsi” in anticipo e di sviluppare una sorta di “coscienza diffusa” che permette di cogliere tra le tante sfumature, quelle che servono a preservare il proprio cucciolo.
Ci sono però madri che vanno ben al di la’ di tutto questo perché sviluppano ansia ed apprensività eccessive tali da bloccare le possibilità del bambino, a maggior ragione quando si appresta ad esplorare il mondo, toccando e sperimentando tutto ciò che gli capita a tiro.
Certo è che questa donna sviluppa delle antenne abnormi che, anziché segnalare pericoli reali, finiscono per segnalare quelli inesistenti che però hanno uno straordinario peso ai suoi occhi.
In questo modo la madre finisce per proiettare sul figlio paure ed apprensioni che sono sue e, in questo strano gioco, non resta all’interno dei suoi confini ma si confonde pienamente con il figlio, mandandogli messaggi contorti che lo bloccano nel fare le esperienze che invece gli sono necessarie per crescere.
Ma che cosa è che questa donna proietta sul suo bambino? Di solito la fragilità, la vulnerabilità e il senso di impotenza che le fa credere che lui non sia sufficientemente strumentato per affrontare la vita, e, contemporaneamente le consente anche di pensare che lei invece sia onnipotente e forte al punto da salvaguardarlo da qualunque difficoltà della vita.
Queste donne spesso fanno anche funzioni che invece dovrebbero fare i figli: infatti, nel percepirli costantemente troppo gracili ed incapaci di crescere, queste madri si sostituiscono ai figli anche in quei piccoli doveri quotidiani che potrebbero favorire lo sviluppo del senso di responsabilità necessario per l’autonomia.
In questo modo, anziché considerarlo una persona separata da lei che gradualmente sta affrontando la vita in base alle sue capacità, lo blocca e lo imprigiona in una condizione da “eterno infante” che avrà conseguenze tragiche nell’adolescenza e nella maturità.
Infatti, questa modalità di pensare va ad imprimersi drammaticamente sulla psiche del figlio che si vede rimandare costantemente una immagine di impossibilità, di fragilità e di impotenza che intaccheranno la sua personalità crescente invitandolo alla passività dovuta alla sensazione di incapacità: una mina profonda alla futura autostima.
Dietro a questi comportamenti ci sono ovviamente anche componenti aggressive della madre che andrebbero esplorate: infatti, chi vede male e paura ovunque, proietta la propria aggressività all’esterno che, nel caso, può essere letta come una “paura personale di far del male al bambino”.
In molti casi queste donne non possono permettersi di lasciar affiorare i loro contenuti inconsci perché sono considerati inaccettabili; quando nei confronti del figlio sono presenti forti ambivalenze con componenti di amore ma anche di odio e di aggressività, ecco che allora possono intervenire meccanismi di difesa che “convertono” la parte negativa in positiva, ad es. “lo odio”, diventa “lo amo tantissimo”. In effetti l’amore troppo pressante, sembra quasi un “soffocamento” , un impedimento del bambino a crescere.
In questo modo, la psiche ritorna tranquilla perché non consente più a certe contraddizioni interne di affiorare e di dare scacco.
E’ importante dunque che ogni donna che deve crescere un figlio si renda conto e affronti consciamente la sua aggressività e i suoi sentimenti negativi - che sono presenti ed inevitabili - in modo da poter permettere alla sua creatura lo sviluppo dell’ autonomia e l’esercizio della volontà che altrimenti vengono frustrate e schiacciate.
La madri che hanno forti valori acqua, Pesci o Cancro o Luna in questi segni con altrettante sollecitazioni negative devono occuparsi di questa parte della loro natura: infatti, essendo state abituate a non esprimere la loro aggressività, devono interessarsene e cercare di conoscerla facendo attenzione proprio a cosa accade nella relazione tra lei e il bambino.
Infatti, proprio attraverso l’amore che nutrono per i figli possono superare le paure e le apprensioni personali; in questo modo possono gradualmente risolvere i problemi di aggressività latenti in modo da usarla consciamente per costruire il proprio processo di indipendenza e di autonomia che favorirà automaticamente la libertà e la volontà di cui il figlio ha bisogno per diventare grande.
I valori Cancro si oppongono ai valori Capricorno e questo significa che chi li possiede ha bisogno di integrare la propria fragilità e sensibilità (Luna e Venere) con la forza e l’indipendenza (Marte e Saturno) in modo da poter essere in grado di padroneggiare anche quelle parti che, altrimenti, sembrano materializzarsi all’esterno.