La rabbia è il sentimento più comune insieme all’amore.. infatti, proprio il rapporto tra Marte e Venere (asse prima settima) ci parla di due sentimenti che sono fondamentali per la sopravvivenza e, pertanto, li incontriamo entrambi fin dalle primissime fasi della nostra vita; se è vero che tutti sperimentiamo rabbia è altrettanto vero che non tutti sappiamo come agirla e come gestirla per cui vi sono notevoli diversità che, astrologicamente parlando, possono trovare indicazioni nel segno in cui si trova Marte e negli aspetti che esso fa.
Ovviamente, Marte si trova a suo agio nei segni di Fuoco.. in cui può esprimersi facilmente e lavorare per difendere o affermare l’identità e la volontà della persona. Può però essere esagerata soprattutto quando viene iper stimolata da pianeti che infiammano e che tendono a farla esplodere ( tipo Sole, Luna e Giove).
L’elemento Aria è quello meno adatto a convogliare Marte (che infatti non ha nessuna sede in questo elemento). L’aria infatti non ama la rabbia e ancor meno la “re-azione”; ha bisogno di gestire e di dirigere tutto con la mente e con la dialettica ragion per cui Marte può essere troppo razionalizzato e, di tanto in tanto, schizzare quasi istericamente, soprattutto sotto forma di violenza verbale.
Terra e Acqua sono poco avvezze ad usare Marte.. e, spesso, lo trattengono troppo all’interno. In particolare la Terra incamera la rabbia e cerca di farla diventare resistenza anch’essa pericolosa per gli esuberi. Anche l’acqua accumula ma tende a rimestare nel torbido e a produrre risentimenti e rivendicazioni che stagnano in attesa di soddisfazione.
La rabbia quando esplode sembra colpire improvvisamente obbligandoci a “reagire” ed è proprio in questa fase che scopriamo di comportarci in modo non sempre aderente ai nostri ideali e all’immagine che coltiviamo di noi stessi. Per cercare di comprendere meglio queste dinamiche, è interessante capire e valutare bene che cosa è la rabbia.
Nelle descrizioni del sentimento di rabbia troviamo gradazioni diverse di sensazioni: irritazione, collera, alterazione fino ad arrivare alla rabbia vera che richiede una reazione di scarico della fortissima tensione che si è accumulata all’interno.
La rabbia è fortemente visibile anche sul piano fisico: infatti, il nostro corpo si muove sotto la pressione della rabbia; il viso si arrossa, gli occhi sembrano iniettarsi di sangue, i muscoli si tendono e sembrano spingere in fuori ciò che è trattenuto all’interno. Marte è infatti un pianeta che tende a proiettarsi fuori e richiama una reazione di affermazione di sé stessi, della propria volontà e forza; Marte vuole provocare un effetto sull’altro e, in questo modo prova la sua forza di impatto sul mondo.
Indubbiamente, non è il fatto in sé che produce la reazione.. ma bensì una velocissima valutazione che dà una tonalità precisa alla nostra rabbia, evocando una reazione che può essere diversissima da una persona all’altra.
In effetti, la rabbia è quasi sempre collegata a fatti remoti.. non necessariamente è riferita strettamente a cosa sta accadendo in quel determinato momento. Gli scoppi ci collera difficili da contenere vanno ad attivare un fuoco perenne che giace sotto il livello della nostra coscienza che però è molto reattivo a “situazioni che abbiano la stessa colorazione emotiva; in pratica, ci sono delle particolari situazioni che ognuno ritiene particolarmente “provocatorie” e queste sono assolutamente personali e si riferiscono a memorie della nostra storia personale.
La rabbia in sé ha uno scopo prevalentemente difensivo; infatti è un meccanismo di difesa che serve a farci capire quando dobbiamo salvaguardarci o addirittura salvarci e, pertanto, si attiva nel momento in cui qualcosa ci blocca o impedisce alla nostra volontà di agire in modo efficace.
Sostanzialmente ci informa che la nostra personalità non può uscire allo scoperto e che qualcosa o qualcuno ci sta schiacciando e ci sta bloccando impedendoci di agire e di farci valere.
La rabbia agisce con una sequenza precisa:
- un avvenimento, situazione o persona
- innesca una provocazione che ci fa irritare
- a quel punto la mente comincia a forgiare incessanti pensieri di collera che generano
- uno stato emotivo che spinge il corpo all’azione
- la tensione diventa fortissima e via via meno gestibile
- i pensieri distruttivi fanno scattare azioni distruttive (insulti, aggressioni o violenza).
E’ chiaro che ciò che innesca la rabbia sono i nostri processi mentali che macinano a velocità turbinosa. La prima cosa da comprendere per poter avere una chance di controllo su di essa è vedere che tutto dipende da noi e non dall’altro. Continuare a sostenere che è l’altro ad averci provocato vuol dire non creare minimamente le condizioni per poter avere padronanza sulla rabbia.
Capire che siamo noi che reagiamo a “qualcosa di nostro” è l’inizio del processo di cambiamento e rappresenta la prima presa di coscienza del fatto che ABBIAMO DELLE EMOZIONI, DEGLI ISTINTI E DEI PENSIERI di cui dobbiamo essere responsabili.
I grandi maestri orientali dicono che bisogna distinguere l’ESSERE dall’AVERE in quanto l’ESSERE è precedente ed è quello che crea l’AVERE.
Solo chi esiste ed e’ può pensare di avere e non il contrario.
In questo modo possiamo capire che ABBIAMO sentimenti, istinti ed emozioni ma che non SIAMO quegli istinti, sentimenti ed emozioni.
Dire “sono arrabbiato” non è corretto perché stabilisce una identificazione totale con il sentimento; dire invece “quella situazione ha fatto scattare la mia rabbia” vuol dire che potremo creare le condizioni affinchè, nella stessa situazione, possiamo avere possibilità diverse di re-agire a ciò che abbiamo sentito.
Fine Ia parte.