Da quando studio astrologia con Lidia mi capita di commentare un film appena visto in chiave astrologica. Proverò quindi a farlo qui, quando potrò risalire a dati certi o nel caso in cui senta il bisogno-piacere di farlo, sperando di fare cosa gradita anche a voi.
Partiamo con INTO THE WILD per varie ragioni ma basterà dire che è l’ultimo che ho visto e che mi offre un bel vantaggio (quello del principiante) in quanto, trattandosi di una storia vera, abbiamo a disposizione la data di nascita del protagonista. L’Ascendente è una mia personale interpretazione.
Premetto che il film mi ha riportato alla memoria un film francese degli anni ’80 che qualcuno ricorderà, “Senza tetto né legge”: la scelta della libertà da tutto e tutti come ribellione estrema. Quella era una fiction girata a mo’ di documentario, coi suoi limiti narrativi ma con un’idea forte che all’epoca fece scalpore (almeno in Europa), mentre questo è un film basato su una storia vera, figlia degli ideali on the road propugnati dalla controcultura americana - decisamente uraniana ed esplosa infatti sulle note di The Age of Aquarius - che solo in un Paese come gli Stati Uniti può trovare i suoi grandi protagonisti e i suoi grandi narratori. Il film è, secondo me, scritto e diretto in modo magistrale. Chi deve andare a vederlo però è bene che si fermi qui!
Christopher McCandless si è appena laureato brillantemente in sociologia e antropologia ma invece di lanciarsi nella carriera, come ci si aspetterebbe da un ragazzo dotato come lui e come auspicato dal severo padre, decide di abbandonare i falsi valori della vita moderna e di partire into the wild, nella natura selvaggia che, solo lei, darà senso alla vita. Brucia la carta di credito, dona tutti i suoi soldi a un’associazione non profit, cancella insomma ogni traccia di sé nel mondo ‘civilizzato’ e inizia il suo viaggio. Destinazione Alaska.
Il ragazzo, autoribattezzatosi Alexander Supertramp (supervagabondo), è un Acquario con Ascendente Pesci. Già dalle prime scene del film abbiamo un quadro completo della sua personalità: bravo ragazzo, intelligente, originale, idealista, disinteressato al mondo materiale e inquieto. Il suo pensiero si può condensare in una frase di uno dei suoi autori preferiti da lui spesso citati, Thoreau (anche lui si ritirò dal mondo civilizzato): “non datemi amore, denaro, fede, successo, giustizia… datemi la verità”.
Il suo Sole in Acquario e in Casa XII e il suo Ascendente Pesci, con Marte e Saturno per poco non congiunti in prima Casa lo rendono sicuramente un po’ “diverso”, alla ricerca di qualcosa di superiore, con piglio deciso (Marte) e sguardo disincantato (Saturno). Non gli basta entrare dritto nel cuore delle persone in cui si imbatte lungo il suo tragitto, anche loro in fuga da qualcosa. Mostrerà il meglio di sé al prossimo ma il suo sogno di “distacco totale” non vacillerà neanche per un secondo (Grande Trigono Luna-Nettuno-Marte, Luna sestile Urano). Nettuno in Scorpione e in Casa VIII accentua la sua, direi, quasi ossessiva sublimazione di ogni umana pulsione, anche quella basilare di semplice contatto umano, eppure la sua gentilezza ed empatia verso le persone (Asc Pesci, Luna trigono Nettuno) e perfino il suo zaino carico di libri dei suoi “maestri” tradiscono un desiderio e un bisogno di relazione che lui nega a se stesso come se questa sporcasse un autentico contatto con la natura (Giove e Plutone in Vergine e in Casa VI) e in ultimo con l’essenza di sé.
La spinta primaria a partire, non rivelata immediatamente, è una famiglia ipocrita e conformista che nasconde segreti per lui insopportabili, da cui si sente oppresso e che non riconosce come ‘sua’ (specie il padre, Sole in XII quadrato a Nettuno e opposto a Giove), mentre con la sorella, peraltro voce narrante nel film, ha un rapporto di totale complicità (Casa III in Gemelli).
La sua ostinazione e temerarietà (Marte opposto a Urano e Plutone) lo condurranno all’isolamento totale in cui non riuscirà a dar sollievo alla sua anima in pena perché la ricerca di senso cederà presto il posto a una ricerca sempre più urgente e vana, quella di cibo. Solo poco prima di morire troverà l’agognata verità, contenuta nell’ultima frase che le poche forze rimaste gli consentono ancora di scrivere: “la felicità non è reale se non è condivisa”.
NicLa