Siamo nell’epoca delle famiglie “traballanti”; sono infatti poche le famiglie stabili in cui genitori restano insieme amandosi, unica condizione per regalare ai figli una realtà piacevole e naturale, assolutamente rassicurante sotto tutti i punti di vista.
Questo significa che una buona parte delle famiglie italiane oggi subisce lo stress della separazione dei due genitori, con tutto ciò che questa scelta comporta per i figli.
Una cosa è bene ricordare: “per i figli, la separazione è sempre un trauma: indica che il loro mondo interiore va a pezzi, si divide in due” con un grande senso di frustrazione e di perdita; le modalità di reazione a questo evento “luttuoso” saranno molto diverse da un caso all’altro e dipenderanno da come sarà comunicata, agita e portata avanti la separazione; bisognerà in ogni caso tenere in conto che la separazione aprirà una dolorosa ferita emotiva che richiederà tempo, amore e comprensione per essere superata. E’ un evento da casa ottava e, come tale, richiede una lunga fase per poter essere assorbita e superata e per poter rinascere dopo di essa.
Indubbiamente, qualsiasi decisione di separazione deriva da una serie di difficoltà con cui la coppia si è confrontata, incomprensioni, ferite, impossibilità di gestire le differenze all’interno della coppia e quindi, porta con sé una serie infinita di delusioni, recriminazioni, risentimenti e spesso grandi rabbie non sempre espresse.
Questo per quanto riguarda i due adulti, ma anche i figli provano una gamma infinita di emozioni contraddittorie e ambivalenti che li agitano all’interno perché per loro si apre una strada di incertezza e di paure che li mette in ansia non solo sulla loro vita materiale ma soprattutto sui loro sentimenti. I cambiamenti sono tantissimi e i figli, a priori, non sanno che destino avranno loro; non sanno se, nell’ambito dei grandi movimenti genitoriali che vedono giorno dopo giorno, la strada sarà più o meno semplice o irta di difficoltà tali da portarli alla perdita di fiducia nel mondo e negli adulti.
Noi che conosciamo l’astrologia sappiamo perfettamente che i genitori sono rappresentati nel tema natale da Luna e Sole che tuttavia, sono due archetipi fondamentali che agiscono all’interno della psiche del bambino e che costruiscono, nel tempo, le due parti del suo Io e della sua identità.
Sappiamo bene che la Luna del bambino viene interamente proiettata sulla figura materna che verrà investita di aspettative fortissime che coloreranno l’intero mondo emotivo infantile. Dalla modalità di interazione con la Luna madre il bambino imparerà a nutrire i suoi bisogni, apprenderà cosa significa stare “dentro ad una relazione intima”, comprenderà che vi sono emozioni e movimenti interni che devono essere compresi e contenuti e formerà il suo delicato mondo intimo. Se tutto questo funzionerà allora, quando sarà adulto utilizzerà l’archetipo del femminile e della Luna per entrare in relazione con gli altri e soprattutto con l’altro, non temerà l’intimità e neppure la relazione con il suo corpo e con la fisicità; saprà contenersi e contenere e saprà prendersi cura in modo appropriato di sé stesso e degli altri. Svilupperà la sua sensibilità e quello che noi chiamiamo la capacità di “pre-sentire” qualità validissima che “informa” sul tipo di atmosfere che circolano intorno a noi e dentro di noi. Svilupperemo anche, attraverso questo archetipo, il desiderio di unità e di dare vita.
Il Sole, nella primissima infanzia sarà invece interamente proiettato sulla figura paterna che, ovviamente, fornirà al bambino il primo prototipo di energia maschile e di tutto ciò che per lui sarà il mondo esterno, con tutte le meraviglie da scoprire e da conquistare. E’ dall’interesse verso il padre che il bambino impara che è possibile “separarsi dalla simbiosi materna” per avviarsi verso un mondo di conoscenza che lo porterà pian piano all’autonomia e all’indipendenza, cosa sicuramente difficile, ma in grado di fornire quel senso di solidità personale che gli permetterà di discriminare, scegliere, valutare ed agire in maniera consona nel mondo, fino ad ottenere un posto e un ruolo nella società.
Avere un buon rapporto con il proprio padre significa sentirsi forti, motivati, in grado di formulare progetti, sentendosi sicuri di poterli realizzare e diventare, a pieno titolo, un individuo in grado di agire e di avere un impatto nel mondo, lasciando anche qualcosa di sé a chi verrà dopo.
Entrambi i luminari, andranno quindi a formare interiormente l’intera struttura dell’identità e dell’Io che, come sappiamo, funziona bene quando è in grado di esprimere sia la natura ricettiva che quella attiva, perché, nel caso, si sentirà completo.
Possiamo partire da questo punto per comprendere il dramma della separazione che rappresenta per il bambino uno stop nella crescita armoniosa di questi due archetipi che, sono anche responsabili del “senso della vita” e del “rapporto con il mondo”.
I genitori per il bambino rappresentano l’intierezza e, nel momento in cui non sono più uniti, il mondo si scinde e va in frantumi e, con esso, anche il senso della vita e la fiducia nelle relazioni e negli altri.
Indubbiamente l’Io non si forma in maniera astratta ma si struttura sulla storia personale e, se questa è positiva e ha fornito delle sicurezze, allora il bambino, diventato adulto, avrà delle risorse personali da cui saprà trarre tutto ciò che gli occorre e saprà, in qualunque momento e in qualunque situazione, decidere come orientarsi nella vita.
Se la storia è costellata di difficoltà, di paure, di ansie e di perdite, mancherà nel bambino la capacità di sostenersi dall’interno, proprio perché non saprà né individuare né appropriarsi delle sue risorse personali e si sentirà impotente e in balia degli eventi; così non saprà darsi valore e, nelle difficoltà, tenderà ad essere sopraffatto dalle emozioni che lo indurranno a regredire per far fronte al senso di impotenza totale.
Quando i due genitori si separano c’è qualcosa che va perduto all’interno; l’unità stessa è perduta e bisognerà in qualche modo ricucire questo strappo per risanare il senso di valore e di identità personale del figlio.
Spesso, nella fasi immediatamente dopo la separazione dei genitori i figli sono allo sbando in quanto i genitori sono intenti nei loro problemi e la società non è in grado di fornire non risorse e supporti esterni che possono tamponare questo momento di grave fragilità per tutta la famiglia. La scuola il più delle volte è quasi indifferente ai drammi familiari e, se il bambino non mostra particolare aggressività, tutto finisce nell’indifferenza e nell’oblio; la separazione in fondo viene considerato un fatto assolutamente privato.
E’ così che il bambino può bloccarsi del tutto emotivamente in quanto, non avendo interlocutori in grado di aiutarlo ad elaborare il vissuto difficile, finisce per dover rimuovere tutto ciò che prova e che, sul momento, gli impedisce di vivere.
Siccome neppure gli adulti possono separarsi senza vivere delusioni, risentimenti, emozioni negative e fallimento di obiettivi comuni un tempo delineati, ecco che diventa impossibile affrontarla senza gravi ferite e, per i bambini, questo diventa ancora più problematico.
Un suggerimento importante per i genitori è dunque quello di “parlare” con i bambini; non tendere a tenere tutto e poi a comunicare un giorno ciò che è già un dato di fatto. Bisognerà inoltre dare delle certezze e, per questo, è necessario che vi sia una perfetta coerenza tra ciò che si comunica e i comportamenti che si tengono. I bambini avvertono tutti i tentennamenti come possibili speranze che porteranno poi a nuove delusioni.
E’ chiaro che non sarà tanto il fatto in sé a colpire in profondità quanto lo stato psicologico con cui i genitori affrontano la separazione. I bambini temono ciò che “sentono” e che si muove tra le righe piuttosto che il fatto di trovarsi poi materialmente con due case e con due realtà diverse.
Una separazione può anche essere perfetta da un punto di vista di gestione tra le due case, i giorni da passare con uno o con l’altro, ma sarà drammatica che il bambino sentirà che i due genitori si odiano e non sanno contenere le loro emozioni: questo li farà stare malissimo perché non sapranno cosa succederà e quindi, temeranno il peggio. Una delle cose importanti durante la separazione degli adulti è ricordarsi dell’ etica che dovrebbe accompagnare l’adulto e ricordare che non si deve distruggere la figura dell’altro che, anche se non più compagno, resta comunque padre o madre dei propri figli.
Comunicare ai figli ciò che accade non significa soltanto parlare con loro; si comunica ancora di più con i pensieri, con i sentimenti e con i gesti: i figli osservano tutti i comportamenti dei loro genitori e se questi non sono in linea con ciò che viene loro detto, ecco che si aprirà la porta dell’incomprensione e del timore.
Quando una coppia si separa, dal giorno dopo l’avvenuto trasferimento di residenza i due possono ritenersi liberi; non sarà così per i figli che dovranno continuare a rispondere ad entrambi e che, quindi, dovranno vedere che prima o poi questi due si “riconciliano” nei comportamenti e nell’amore per i piccoli. Sarà fondamentale, non tanto che siano uniti, quanto che i figli vedano che c’è dentro di loro una forma di unione che garantisce l’educazione e la crescita dei loro bambini. I figli devono sentire che rimane un filo conduttore poiché da questo si risanerà la ferita interiore.
Quanto più la separazione sarà traumatica, quanto più i figli entreranno in stati d’animo di paura o di sconforto, fino ad arrivare alla depressione o al senso di totale smarrimento; non solo, ma il desiderio di ritrovare una qualche forma di sicurezza emotiva fa sì che spesso, in queste circostanze, si pongono loro come “genitori” che provano a consolare il padre o la madre.
Indubbiamente sarà importante valutare la sensibilità dei figli: i Nettuniani tenderanno a cercare di risolvere le difficoltà diventando piccoli adulti apparentemente in grado di farsi carico delle difficoltà emotive dei genitori. In questo modo, inizialmente sembreranno trovare conforto e stabilità; tuttavia è una situazione pericolosa che sposta il baricentro sempre verso il supporto agli altri, in modo da non occuparsi mai della fragilità interna che, a lungo, continuerà a fare paura.
I figli Plutoniani sono i più problematici in quanto incassano enormi ferite senza apparentemente dar segno di difficoltà. Imparano prestissimo a far buon viso a cattivo gioco e a falsare il proprio Io per offrire ai genitori la parte che “sentono” che questi desiderano e che è più accettabile. In genere questi bambini, intelligentissimi e sensibilissimi, nascondono nella loro psiche più profonda la rabbia e il risentimento che provano per ciò che non riescono a capire e ad accettare ma diventano piccoli seduttori in grado di ottenere ciò che desiderano dando l’impressione che niente li abbia veramente turbati. Impareranno ad utilizzare il trattenimento emotivo come strada per non soffrire e, dall’altra parte falseranno sé stessi fino ad arrivare a non conoscersi più. Sono sensibili alla manipolazione e, pertanto, sono quelli che possono percepire meglio le ambivalenze degli adulti. Da adulti possono diventare trasgressivi e mostrare così il tradimento subito.
I figli uraniani e fortemente marziani, saranno quelli più ribelli; sembreranno non aver incassato il colpo ma, cambieranno i loro comportamenti nell’arco di un po’ di tempo. Magari sarà proprio l’asilo o la scuola a segnalare improvvise rabbie, irritabilità, e difficoltà nel processo di socializzazione. Questi bambini tenderanno infatti a diventare intolleranti e a scaricare fuori le loro ansie e paure con improvvise perdite di controllo che possono anche diventare vere e proprie aggressioni agli altri. Sarà questo il modo con cui mostreranno il loro gravissimo senso di impotenza e di sprofondamento interiore.
In ogni caso, sarà bene comprendere che la separazione è un fatto molto doloroso per i bambini e i ragazzi e quindi occorrerà cercare di muoversi come piume a livello emotivo. Gli adulti sono responsabili del mondo interno dei figli proprio mentre si sta formando: sarà quindi fondamentale cercare di mantenere ferme anche alcune delle sicurezze basilari: l’ambiente, la scuola, le frequentazioni, le visite dai nonni o dagli amichetti. Se improvvisamente, oltre al loro mondo interno sparisce anche il mondo esterno, allora per loro sarà una vera calamità.