L’amore a volte non funziona semplicemente perché non riusciamo a comprendere le difficoltà che ci portiamo dietro nella lenta costruzione della nostra “affettività”.
In effetti, ogni individuo nel suo “centro” presenta delle ferite profonde che cercherà di sanare attraverso l’altro, quell’altro che l’ inconscio riconoscerà tra una selva di immagini interiori e che servirà ad evocare qualcosa del nostro passato che deve essere “rimesso in scena” per poi poterci traghettare verso il futuro.
L'amore è la cosa che tutti desiderano di più al mondo, tutti lo anelano, sperano di trovare l'anima gemella e fantasticano su come potrebbe essere una vita vissuta in uno stato di innamoramento perenne; i più' hanno dell'amore una visione da fiaba che termina con le parole “…e vissero insieme felici e contenti". Purtroppo pero', le favole finiscono proprio nel momento in cui inizia il rapporto, dopo di che più' nulla si sa dei due protagonisti.
Se facciamo un'indagine un po' più' approfondita su ciò che pensano le persone dell'Amore, scopriamo alcune cose interessanti che possono aiutarci a comprendere.
Buona parte di esse è convinta che l'amore sia un qualcosa che si acquisisce automaticamente con l'innamoramento; altri sono convìnti che “amore sia essere amati";
un'altra grossa fetta di umanità pensa che l'amore sia dipendente dall’ incontro con la persona giusta e che, se non la troviamo, saremo destinati a situazioni di ripiego;
altri ancora hanno la sensazione che l'amore sia una condizione passiva, un qualcosa che "capita nella vita", che in un certo senso dipenda dalla “fortuna”, senza minimamente pensare che invece l'Amore è un'azione, quindi qualcosa che possiamo o non possiamo far accadere.
Un numero veramente esiguo di persone sa che una relazione vera, matura e gratificante, basata sull'amore reciproco, può' esistere solo allorché' siano state esaminate e affrontate le problematiche che sono intercorse nella prima relazione della vita, quella con nostra madre e quando siano stati superati tutti i "bisogni" che erano sacrosanti in quella parte della vita, ma che, se non sono stati gratificati allora, continueranno ad esistere e a far sentire la loro voce nelle relazioni che si metteranno in piedi da adulti.
Nella mente di moltissime persone regna inoltre una grande confusione tra amore e bisogno.
In termini astrologici, troppo spesso si pensa che basti guardare la posizione di Venere nel tema natale per sapere cosa cerchiamo in una relazione e che tipo di persona desideriamo. Questo può' anche essere vero, ma è molto riduttivo perche' il pianeta non indica solo il tipo di persona che ci attrarrà, ma ha significati molto più' profondi che sono strettamente connessi alla formazione e allo sviluppo della nostra identità, a cui sicuramente contribuiscono sia l'amore che la relazione.
Nella mìa esperienza dì lavoro sulle coppie posso dire, senza timore di essere smentita, che sono pochissime le relazioni basate sull'amore - quelle che astrologicamente possiamo definire da casa settima, mentre moltissime sono quelle che hanno altre finalità e che sono pertanto fondate su "bisogni" per così dire lunari.
Venere, come signora della casa 7a - Bilancia - rappresenta la possibilità per la persona di incontrare attraverso la relazione, la parte più' sconosciuta di se' mettendo in atto il sofisticato meccanismo della proiezione, ovvero agganciando ai partners qualità personali sia positive che negative, per lo piu' sconosciute al soggetto.
Il suo domicilio primario nella prima casa sopra l'orizzonte presuppone il superamento di alcune tematiche infantili ed emotive che sono caratteristiche della non perfetta chiusura con le figure genitoriali.
L'Io adulto può'instaurare delle relazioni psicologiche vere solo quando sia riuscito ad emergere dalla massa indifferenziata dell'Io familiare che crea risposte automatiche e non permette una vera e propria separazione.
I soggetti che non hanno risolto questi problemi tendono sempre a "triangolare"
familiari o altre persone nella loro relazione con lo scopo di creare una complicità che permetta di mantenere intatte le dinamiche originarie.
Un altro punto importante da comprendere è dovuto al fatto che mentre l'Ascendente è il segno che sorge al momento della nostra nascita e rappresenta tutto ciò' che è facilmente visibile ed identificabile di noi, il segno su cui poggia il Discendente, è quello che nello stesso momento sta scendendo nell'oscurità e, in termini psicologici, si cela nell'inconscio.
Tutto quello che noi incontriamo tra le mura della 7a casa, sarà qualcosa che ci appartiene ma che scopriremo attraverso l'altro, il "diverso" da noi.
Venere rappresenta sia la possibilità di incontrare e avvicinare l'altro, sia l'occasione, unica ed irripetibile di scoprire quella parte di noi che è inconscia.
Venere è legata all'archetipo della scoperta di se' e il mito infatti la vuole in grado dì autogenerarsi attraverso la relazione al fine di completarsi e autogratificarsi, darsi un maggior valore; in poche parole rappresenta la possibilità di conoscersi.
Afrodite nel mito, rappresenta sia il rapporto amoroso che quello intellettivo e creativo poiché', se l'unione e vera ed è di cuore e di spirito, avviene una sorta di alchimia che porta ad una crescita psicologica, emotiva e spirituale.
Quando è Venere ad influenzare un rapporto amoroso questo non sarà mai circoscritto puramente alla pura sfera romantica o sessuale perche' per lei l'unione è a livello di anima-psiche il che comporta sempre una crescita, un cambiamento di valori e un arricchimento personale.
Il suo modo di procedere inizia con l'attrazione (la Dea è munita di cinto magico irresistibile ) dopo di che conquista (fa intervenire Eros che scocca la freccia); pero' la sua ricerca non consiste solo nell'amore, ma in ciò' che l'amore può'
portare a livello di energia interna; è qualcosa che si mette in movimento e che spinge alla scoperta di se' passsando attraverso la comunione e lo scambio con l'altro.
Dall'unione Venere cerca un rafforzamento e un allargamento del proprio senso di identità; infatti è uno dei pianeti personali che servono l'Io nel suo processo di individuazione, insieme a Mercurio e Marte.
Con Venere tutto deve entrare in comunicazione e questo è ben diverso dalla simbiosi emotiva che vuole la Luna che invece cerca una fusione con l'altro per perdere e mischiare la sua identità nel tentativo di ricreare quella sicurezza e
quella sensazione paradisiaca che garantisce appartenenza, protezione e radici.
Venere ha il suo domicilio primario in un segno di Aria e rappresenta un entrare in comunicazione senza perdersi e senza fondersi, ma cercando di scoprire parti di se' che dall'altro vengono riflesse. L'amore maturo è unione a condizione di preservare l'integrità di entrambi ed è un'energia che riesce a far crollare le barriere che ci separano dai nostri simili, qualcosa che permette di superare il senso di isolamento e di solitudine, ma che al tempo stesso consente all'individuo di rimanere se'stesso e di conservare la sua unicità ed individualità. Tutto questo è possibile solo se c'è separazione emotiva e se c'è libertà.
Con venere due persone hanno la possibilità di avvicinarsi, di confrontarsi e di scoprirsi senza che vi sia ancora quella trascendenza che porterà alla rigenerazione, poiché' questo avverrà dopo, attraverso la diabolica seduzione-passione della casa ottava.
Jung dispone il sentimento tra le due funzioni razionali; quello che si prova invece con l'innamoramento è istinto, pulsione ed emozione — un qualcosa che ci guida e che spesso ci domina e che è assolutamente irrazionale, provocato dai sensi e non dalla ragione.
Il mito di Afrodite ci ricorda che era lei sola ad operare la "scelta", ma il fatto che dovesse poi far intervenire Eros ci consente di comprendere che l'amore ha bisogno di distanza, di prospettiva e di riflessione, qualità che ci fornisce la ragione