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LE RUBRICHE DI ERIDANOSCHOOL - Astrologia e dintorni a cura di Lidia Fassio

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a cura di Lidia Fassio 
L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI “G” OVVERO GIORGIO GABER.
 
L’importanza di chiamarsi “G” ovvero Giorgio Gaber. Esce in questi giorni un libro dedicato al grande Giorgio Gaber; si tratta di “non fa male credere” di Andrea Pedrinelli, edito da Ancora.

Parlare di Gaber è facile e difficile contemporaneamente; facile perché era uomo di spettacolo piacevole, divertente, arguto e colmo di ironia.. tutti lo conoscevano però per lo più per le sue canzoni più famose; difficile parlare di lui esplorando il lato “intellettuale”, conosciuto da pochi ed invece forte e spesso provocatorio.. nei confronti della morale comune e soprattutto del vivere senza verità.. un tema che ha portato avanti pressochè tutta la vita.

Il libro ovviamente parla soprattutto del pensiero filosofico di Gaber, del suo essere libero pensatore e, in quanto tale, di non essersi mai “collocato politicamente” ma – come soleva dire – di essere stato sempre dalla parte dell’uomo.

Spesso Gaber ha sbeffeggiato la politica definendola un “sistema di principi lontana dalla realtà”.

Gaber è stato un grande musicista, ma anche un attore di teatro; proprio nel cabaret si è distinto criticando molti dei miti e degli idoli del ’68; non solo, Gaber era molto critico nei confronti della scienza e della morale; uno dei suoi ultimi pezzi si intitolava appunto “non insegniamo ai bambini la nostra morale” un brano in cui sosteneva che i bambini sono fantastici in sé e più ci mettiamo mano, più andiamo a fare danni; lui sostiene in questa canzone che i bambini hanno bisogno di amore..e non di morale .. questa, in presenza di amore, non può che venire da sé.

Possiamo sicuramente dire che Gaber è stato un uomo fuori dagli schemi, un uomo che aveva capito perfettamente quanto l’uomo si stesse allontanando da sé stesso inseguendo le mode legate al salutismo, all’immagine e soprattutto alla spersonalizzazione, molto ben descritto nella sua opera teatrale “polli d’allevamento”.

Gaber amava l’uomo in quanto tale e proprio per questo cercava di mettere in luce tutte le sue contraddizioni anche quando queste non erano certo comode; lui è stato definito da Pedrinelli “un martellatore di coscienze” soprattutto quando andava a stanare le idiosincrasie più potenti legate all’immagine che, da qualche decennio, ha sostituito spesso l’essenza.

Vediamo Il suo ritratto astrologico: Giorgio Gaber era nato il 25 gennaio del 1939 a Milano.

E’ dunque un Acquario con un Sole in IVa casa, nella quale si trova anche Giove; il suo Sole è opposto a Plutone che si trova in Xa casa che sottolinea una difficoltà che avuto nell’ambito familiare.. sentendosi spesso diverso e… poco omologabile.

Il segno dell’Acquario rispecchia bene la sua vita libera da intellettuale senza schemi, mosso esclusivamente dai suoi ideali personali - quelli che gli hanno permesso di non omologarsi mai – e che, sono stati sempre discreti senza mai essere urlati o imposti ma tuttavia, ancorati alla realtà; a questo ci ha pensato sicuramente il il suo splendido Mercurio che si trova in Capricorno in casa IVa, e fa un trigono a Nettuno in XIIa e Urano in VIIIa; in questa segnatura possiamo vedere in modo chiaro la sua mente logica, sarcastica in contatto con la realtà nonostante da abbia sempre mantenuto un’apertura al nuovo legandosi però a principi importanti e nobili, ma sempre liberi.

Potremmo dire che i suoi valori sono radicati nella concretezza e nel desiderio di relazione; la Venere è in casa IIIa , che rappresenta la sua capacità di contatto e di comunicazione avvenuta prevalentemente attraverso l’esposizione della sua filosofia di vita e delle cose in cui credeva realmente (Sagittario), fa anche trigono a Saturno in VIIa casa (Ariete) in grado di dar valore a ciò che del passato deve essere salvato pur mantenendosi attento alle novità e ai bisogni delle nuove generazioni.

Il trigono Venere Saturno ci fanno anche pensare alla sua forte affettività.. solida come una roccia, dimostrata nel suo lungo rapporto con Ombretta Colli.

In Gaber sembrano convivere bene due lati solo apparentemente opposti; uno anticonvenzionale, rivoluzionario, profondamente anticonformista ed uno invece legato alla realtà e a ciò che conta veramente nella vita. Del resto, anche il segno dell’ Acquario si confronta con un ascendente Bilancia molto più legato alla forma , segno che dà una grande importanza all’affettività e alla relazione in genere.

Il Sole opposto a Plutone indica una forte e tormentata interiorità e ci fa comprendere quanto lui elaborasse le cose nel suo profondo e quali trasformazioni affrontasse quotidianamente.

Il Sole in casa IVa parla anche di un bisogno di “radicamento” pur nell’assoluta libertà mentale che ha sempre mantenuto ed espresso a tutti i livelli; la sua Luna fa trigono a Marte e Plutone ; significa che possedeva una potente capacità espressiva motivata da emozioni forti e profonde e da uno spirito reazionario che non ha mai perso negli anni e nonostante la sua malattia. Luna Marte (con Luna in Ariete) indica una capacità di lottare per ciò in cui credeva e pensava, senza farsi minimamente intimidire dalle critiche che potevano venire dall’esterno e..soprattutto dal potere. Plutone tocca sia la Luna che il Sole a dimostrazione del suo temperamento scomodo ma anche di una grande acutezza nella valutazione e nella percezione dei bisogni dell’umanità.

Non possiamo non notare la diversità e l’originalità che ha caratterizzato questo uomo e che ha permeato ogni sua opera.

In questo periodo Giulio Casale (autore anche di una sua biografia) sta mettendo in scena a Milano lo spettacolo di Gaber più famoso “polli di allevamento”.

La critica ha detto testuali parole: “Casale ci mette l’anima, pur di schiaffeggiarsi, emozionarci e commuoverci con l’opera di Gaber e Leporini”. Polli d’allevamento può essere considerata un’opera assolutamente all’avanguardia tanto che riproposta oggi non mostra minimamente la sua età.


 
 
 
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