Ho sempre pensato che nulla accadesse per caso e che quelle che definiamo coincidenze altro non sono che un’occasione per scoprirci e per riconoscere un segnale che ci conduca verso la nostra individuazione.
E’ come se gli eventi costituissero una spinta inconsapevole finalizzata a ritrovare un dialogo interiore con noi stessi.
Astri, pianeti, stelle, le loro forme e caratteristiche diverse, la loro distanza rispetto al Sole e alla Terra hanno sempre destato la mia attenzione e suscitato curiosità e interesse.
Il recente approccio all’astrologia evolutiva mi permette, giorno dopo giorno, di acquisire la consapevolezza che questi pianeti, quali archetipi planetari, muovano forti e, sovente, contrastanti energie all’interno di ogni essere umano.
Tutto questo inizia dal momento in cui questi decide di incarnarsi per compiere il viaggio che egli stesso ha scelto di intraprendere e che lo riporti all’unità dalla quale è giunto e alla quale anela.
Questa importante presa di coscienza sta suscitando enormi cambiamenti nel mio modo di percepire il divenire delle cose e con essa si fa sempre più fervido il desiderio di sciogliere e districare quel groviglio di conflitti che influenzano, limitano e collidono con il mio più vero sentire fino a turbare e confondere l’identità.
Quale strumento migliore e straordinario quello dell’astrologia umanistica per conoscersi realmente e in profondità e per giungere a quel discernimento indispensabile onde poter approdare al progetto solare che il nostro Sé, come lo chiamava Jung, vuole mostrarci.
E’ sorprendente come i condizionamenti ambientali, nonché famigliari influenzino in modo incisivo, e sovente determinante, la nostra vita e ci portino, in certe circostanze, alla limitazione delle nostre potenzialità, al conformarci alla volontà di un’autorità o, ancor peggio, a reprimere le nostre emozioni.
Ancor più singolare è che ogni essere umano, indistintamente, attraversa conflitti derivanti dalla discordanza tra ciò che è e ciò che deve apparire, soprattutto nella primissima fase di vita, per poter sopravvivere e per essere accettato.
L’importanza di un ambiente adeguato, capace di infondere calore, nutrimento, apprezzamento, benevolenza e fiducia sono le basi affinché talenti e potenzialità creative si elevino e manifestino nell’individuo.
Dopo aver rivolto l’attenzione al mio tema natale, innumerevoli considerazioni hanno permesso di fare luce su alcune dinamiche che, puntualmente, si ripresentano nella mia vita e che sono, frequentemente, frutto di schemi cristallizzati, derivanti dall’impressione ricevuta quel lontano 27 agosto 1970 quando emisi il primo respiro e via via durante le fasi di crescita.
E’ sorprendente come blocchi e difese adottati nell’infanzia spesso impediscano al nostro Sé di esprimersi anche in età adulta.
Per tale ragione, attraverso l’analisi di alcuni aspetti del mio tema natale, desidererei che si smantellassero barriere, difese , confini inutili alla mia evoluzione e fuorvianti rispetto al mio progetto.
Due sono gli archetipi personali che sento fortemente bloccati e che nel contempo sono espressione di due grandi energie che affermano la vita, che simboleggiano il maschile e il femminile, rappresentano il nostro senso personale di gioia, appagamento, forza e potenza, qualità indispensabili per vivere una vita piena e in armonia.
Due parti presenti in ogni individuo, opposte e complementari, che devono trovare il giusto equilibrio affinché si esprimano al meglio: Venere e Marte.
L’argomento che più mi sta a cuore e che racchiude un po’ il senso del mio percorso è il VALORE DI SE’, essenziale e vitale per fare scelte consapevoli, per fissare obiettivi precisi e poi per affermarsi e dar loro una precisa collocazione.
Il mio progetto solare, costituito da un Sole Vergine in casa seconda (casa del Toro), racchiude fortemente questo significato di valore che non deve limitarsi ad un valore prettamente materiale ma deve rappresentare un valore interno: ciò che siamo indipendentemente da ciò che possediamo.
Il Sole in seconda casa rappresenta un grande bisogno di sicurezze, sia sul piano materiale che su quello interiore.
Sebbene vi sia un aspetto di sestile al grado di SOLE/GIOVE, tra la seconda e la quarta casa, dal quale si può leggere la presenza di risorse che arrivano anche dalle origini paterne, c’è la necessità di riconoscere e fare propri questi valori.
Lo scopo è proprio quello di darsi un valore personale e quale archetipo più indicato di Venere per comprendere questo, per ritrovare l’autostima e dare un senso a Marte per poi raggiungere il Sole.
Credere nel proprio valore e sentirsi intimamente sicuri, aiuta a rispondere adeguatamente a sfide e opportunità.
Se ci si stima nasce il bisogno di esprimere la ricchezza interiore e di confrontarsi con gli altri, diversamente quando ci si sottovaluta diviene più difficile portare avanti le proprie idee e prefiggersi obiettivi.
Un significativo aforisma dello psicoterapeuta americano Nathaniel Branden, noto autore di diversi libri sulla stima di sé, enuncia: “L'autostima non sostituisce un tetto sulla testa o una pancia piena, ma aumenta la possibilità che l'individuo trovi il modo di soddisfare queste necessità”.
Apparentemente può sembrare un’ affermazione scontata, sentita e letta numerose volte, ma in che misura si riesce davvero ad arricchire l’esistenza attraverso l’attuazione di certi principi?
Quanto le difese, non portate allo stato di coscienza, rendono impossibile il vivere questi fondamenti?
Questa frase racchiude davvero il nocciolo del mio progetto solare, ossia è utile e necessario disporre di ricchezze materiali ma è il valore autentico, racchiuso nel mio animo, a portare a soddisfare qualunque necessità allorché eventi improvvisi creino smarrimento e tolgano certezze acquisite a livello tangibile.
La riflessione che possa aiutarmi a ricontattare questi valori personali parte dall’archetipo di Venere, da cosa rappresenta e come si è manifestata nel corso della mia esistenza.
Chi era Venere? Cosa esprime come archetipo?
Venere per i greci era Afrodite, dea della bellezza perfetta, della seduzione, conferita anche dal suo cinto magico.
Il suo sguardo armonizzava rendendo bello tutto ciò che era grezzo e brutto.
Afrodite nacque dall’evirazione di Urano da parte di Saturno. Quest’ultimo gettò i testicoli del padre nel mare dove si formò una grande schiuma dalla quale uscì la bella dèa dell’amore.
Il suo glifo ricorda uno specchio e attraverso Venere scopriamo noi stessi riflessi nell’altro.
Tutto ciò che arriva dall’esterno può accrescere il nostro valore personale e farci riconoscere le nostre facoltà, così come può mostrarci i nostri limiti e debolezze.
La prima immagine che vediamo riflessa è quella di nostra madre la quale, attraverso le sue cure amorevoli, il suo affetto, il senso di accettazione, il suo valorizzarci contribuisce fortemente alla formazione del nostro valore personale.
Un rispecchiamento con la figura contenitiva privo di amore, l’aver avvertito sensazioni di non piacere e di freddezza, di distacco e non accettazione concorrono profondamente a creare un’immagine di sé inadeguata e non degna di essere amata.
Venere esprime, oltre l’amore e la bellezza, quel senso di armonia, benessere che ci fa star bene con noi stessi a prescindere da ciò che gli altri pensano o dalle circostanze esterne, non è solo bellezza esteriore ma anche interiore che ci rende autentici.
La bellezza di Venere la si può cogliere dalla natura, la musica, la poesia e dall’arte e comunque ogni qualvolta veniamo catturati da armonia, amore e benessere.
Venere è capacità di amare, è il rapporto con il Tu e quindi scambio di amore. Rappresenta infatti la relazione basata su una grande condivisione con l’altro nonostante le innumerevoli diversità che ognuno presenta.
Venere descrive i nostri gusti, valori e talenti e ciò che è bello e ha valore per noi.
Venere è ciò che piace, che conferisce gratificazione e che ci fa innamorare.
Inoltre, quale dèa della seduzione, è la capacità di attirare e condurre a sé.
Venere incarna il desiderio, oltre il piacere, che rappresentano la spinta a ricercare dentro e fuori di sé quello che conferisce benessere e appagamento.
Venere rappresenta soprattutto la scelta e scegliere significa rispettarsi, infatti la scelta deve derivare da ciò che si ritiene giusto per il nostro benessere fisico ed emotivo evitando di fare cose che non siano in linea con il nostro sentire più profondo, con il nostro corpo, e con i nostri valori e principi e, particolarmente, è legata al principio di autostima.
Quando non si ha un buona stima di sé ci si ritrova a fare cose contro la propria volontà perché incapaci a dire di no o per compiacere altri, intimoriti dall’eventuale giudizio negativo che il rifiuto potrebbe provocare.
Così facendo, non solo si dimostra di non volersi bene e di non rispettare i propri desideri, ma si impedisce alla propria personalità di palesarsi per quello che realmente è e sente, fino al totale annullamento.
L’importanza del proprio valore, insieme alla capacità di esprimere i propri desideri sono la scintilla capace di accendere entusiasmo, senza il quale non si potrebbe accedere a dimensioni che consentono di indirizzare al meglio le nostre energie.
E’ chiaro che le opinioni degli altri funzionano come uno specchio nel quale ci vediamo riflessi e spesso ci si giudica in base a ciò che gli altri pensavano di noi.
Tutto questo sottolinea evidentemente il non credere in se stessi e nelle proprie capacità.
Ripercorrendo la mia vita mi rendo conto di come abbia trascorso gran parte di essa rinnegando ciò che mi piaceva e mi faceva stare bene in quanto limitata da un’autorità, percepita come inibitoria, che ha fortemente compresso la mia personalità e di conseguenza non ha consentito quel libero fluire di emozioni, di desideri, di benessere e appagamento necessari per il mio sviluppo psicofisico.
Il mio grande conflitto deriva certamente dalla sensazione di non essere mai all’altezza, di dover sempre dimostrare quel senso di perfezionismo e compostezza nonché un perbenismo etico e conforme alla volontà esterna.
Sia Venere, quale senso di valore, benessere e stima di sé, che Marte, quale simbolo di affermazione, volontà e assertività, sono stati in ombra.
Le diverse malattie psicosomatiche accusate nel corso degli anni, sono l’evidente dimostrazione di quanto la contrapposizione sia stata potente.
Sarebbe, a mio avviso, una bellissima Venere se consideriamo che si trova nel suo domicilio, ossia in Bilancia, grande espressione di femminilità, di raffinatezza e bellezza leggiadra che mi porta spesso a visualizzarla come una dèa di grande eleganza, finezza, signorilità e classe, dalla graziosa e conturbante sensualità, proprio come si palesa, inconsciamente, all’esterno quando è libera da sguardi minacciosi, da indici accusatori o pensieri inibitori.
Questa è la Venere che si muove dentro di me, bisognosa di viversi pienamente, con gaio entusiasmo e sensualità straordinariamente dolce e al contempo accattivante, un meraviglioso contrasto di eleganza e trasgressività senza mai rasentare la volgarità.
Ma questo archetipo è decisamente difeso poiché leso da quel senso di inadeguatezza e disistima di cui le mie cellule sono fortemente intrise e il quinconce con Saturno mostra questo conflitto.
Una Venere in ombra la mia che spesso non riesce a trovare appagamento e di conseguenza non vive la vita, ma sopravvive, finendo con il non portare le informazioni corrette e necessarie a Marte affinché si manifesti la volontà del mio IO che si ritrova a percorrere il viaggio sprecando enormi energie in un incessante fluttuare di tensioni.
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Una Venere sempre più bisognosa di chiarezza, capace di anteporre ciò che crea benessere e armonia e bramosa di relazioni equilibrate e paritarie è quella che spinge dal mio inconscio e, tuttora, in certe circostanze, incapace di fare la scelta più giusta per sé.
Tutto ciò perché è latente quel giusto senso di autostima che è invece ineluttabile affinché si palesino i miei talenti e possa raggiungere il progetto del mio Sole.
La fatica ad abbandonarsi, a lasciar fluire libere le sensazioni è costantemente presente ogni qualvolta mi approccio all’altro.
E’ ricorrente quel senso di rigidità e la paura del giudizio, tipico anche di un Sole Vergine.
Queste insicurezze sono l’evidente dimostrazione dello scarso valore che mi attribuisco che mi ha portata, per molto tempo, ad apparire fragile e facilmente feribile.
Così facendo lentamente, vi è un tradimento della mia dimensione interiore, un rinnegare i miei desideri, le sensazioni, la bellezza e questa repressione, come scrive Aldo Carotenuto non solo crea e la si paga con il malessere dell’anima, ma comporta un impoverimento del desiderio e quindi dell’istinto e si finisce nel vivere di assenza o idealizzazione.
Il mio aspetto di Venere/Saturno è come se evidenziasse una chiusura, un’inflessibilità e l’incapacità di lasciarsi andare alle relazioni profonde, come se fosse mancato l’appagamento di bisogni e desideri, quell’affetto necessario per l’acquisizione di un valore e stima e per creare sane relazioni.
E’ come se Saturno non avesse permesso un contatto fisico stabile con la figura di contenimento e questa instabilità avesse impedito un buon rapporto con il mio corpo fino a creare quel senso di insoddisfazione e inadeguatezza che frena e razionalizza la relazione con l’altro.
C’è una grande paura del rifiuto e questo irrigidisce spesso il mio corpo già colpito per lunghi anni da forti e dolorose contratture.
(Il sintomo è la voce del rimosso come sosteneva Freud).
La mia Venere in Bilancia in terza casa è indubbiamente desiderosa di scambio, di comunicazione, di relazione e contatto soprattutto con le persone più prossime, ha voglia di socializzare, di spaziare, di movimento, ma Saturno, dall’alto della decima casa, è come se limitasse questa bramosia di leggerezza e socialità e chiedesse rigore e tempo affinché si consolidino autonomia emotiva e maturazione che mi portino ad attrarre relazioni paritarie e soddisfacenti.
Sebbene non abbia ancora una mera conoscenza dell’archetipo di Saturno, le poche cose apprese durante le lezioni mi hanno fatto cogliere l’influenza che questo pianeta ha e ha avuto nella mia vita.
Come asserivo all’inizio, la percezione di un’autorità inibitoria è stata potente e destabilizzante .
Ciò che resta da trasformare sono i meccanismi di difesa innalzati quale rifugio e protezione da potenziali pericoli.
Saturno ha tracciato margini che hanno portato sovente alla negazione della realtà percepita come incoerente.
Venere e Marte in aspetto con Saturno rappresentano affetti e volontà negati ed è assolutamente necessario e indispensabile ricontattarli per trasformare la fragilità in forza e giungere in questo modo ad una mera soddisfazione e gratificazione.
Saturno in casa decima nel segno del Toro è come se da un lato voglia conferirmi gli strumenti necessari affinché una struttura solida e una indipendenza emotiva si consolidino ma, il quinconce con Venere in terza casa e la quadratura con Marte in prima è come se impedissero al piacere, al desiderio da una parte e alla volontà e all’individualità dall’altra di farsi strada.
Con Saturno assimiliamo il senso del dovere, delle regole che plasmano la nostra struttura, ma se questo senso del limite e le regole toccano il piacere, il benessere e l’equilibrio di Venere con proibizioni totalizzanti, è inevitabile che si crei una enorme divisione tra il piacere e una morale fortemente inibitoria e inflessibile e di conseguenza si consolida uno scarso valore di sé stessi.
La presenza costante di quel monito severo e perentorio ha minato, fino a bloccare, l’autoaffermazione creando un enorme conflitto tra la volontà e l’adeguamento esterno.
Marte in prima casa, nel segno del Leone, ha spesso ruggito con veemenza, desideroso di esprimere la propria volontà, ma Saturno è apparso sempre come un castigatore frenante che ha impedito all’energia di fluire liberamente provocando un vero e proprio sovraccarico che è spesso imploso internamente e si è palesato attraverso forti infiammazioni del colon e altre manifestazioni psicosomatiche lungo la colonna come menzionato precedentemente.
Molto spesso la paura di perdere affetti o sicurezze, per la sensazione radicata di non essere in grado di sostenere da sola alcunché, ha acuito maggiormente quel senso di frustrazione e castrazione di cui Saturno in aspetto dinamico con Marte è portatore.
Un senso di vergogna, di eccessiva timidezza e insicurezza hanno condotto ad eccessivo controllo e di conseguenza una ad una rigidità anche sulla sfera affettiva e sulle relazioni.
Ecco il grande collegamento dei due archetipi che si fronteggiano sull’asse 1/7 e che rappresentano l’IO e il TU, maschile e femminile, individualità e relazione, bisogno di amore e affermazione che colludono con un Saturno esageratamente inflessibile.
Da questa analisi originano il discernimento e la consapevolezza che fino a quando non verrà riconosciuto il vero valore interno non si potranno sciogliere paure, vergogne, senso di inadeguatezza e non sarà possibile esprimere la volontà e, senza quest’ultima, non vi può essere una vera padronanza della propria vita.
Sento fortemente un’energia interiore che incalza e freme per raggiungere quell’equilibrio indispensabile a ritrovare il senso di me stessa e attribuirmi quel giusto e importante valore capace di innalzarmi, rendermi visibile e atto ad apportare slanci nelle relazioni e contributi preziosi nel sociale.
Lo studio degli archetipi personali mi traghetta verso un nuovo stato di coscienza che mi permette di cogliere, oltre i limiti derivanti dai blocchi, anche i grandi potenziali che albergano da sempre nella mia persona.
Questa diviene giorno dopo giorno una certezza importante che mi consente, finalmente, di comprendere e accettare le mie difese e poterle trasformare, affrancandomi da certe convinzioni, fino a valorizzare quanto di prezioso è racchiuso nel mio scrigno.
Fino a qualche tempo fa incolpavo, erroneamente, i miei genitori per avermi impedito di esprimermi, per aver soffocato le mie pulsioni, il mio sentire, la mia creatività e per non avermi permesso di intraprendere percorsi che ritenevo utili e appaganti e , quale ribellione al conformismo e alla mentalità famigliari, ho spesso preso decisioni impulsive, dettate a volte dalla rabbia altre volte dal forte desiderio di libertà.
Oggi, alla luce di quanto sto apprendendo in questo cammino di scoperta di me, posso affermare che la mia famiglia ha agito con gli strumenti e le possibilità a loro disposizione e con l’intento che tutto portasse al mio bene e non fosse certo finalizzato a volermi nuocere in alcun modo e ho, altresì, compreso come la trasmissione di certi imprinting derivi e sia una conseguenza di ciò che è rimasto bloccato anche in loro rispetto a quanto hanno ricevuto e percepito nella loro infanzia.
Indubbiamente diviene ora necessario e doveroso lavorare sugli schemi che si sono cristallizzati per rompere con il passato e con le percezioni che hanno creato barriere che ora abbisognano di essere abbattute.
Sebbene ci sia voluto diverso tempo, il coraggio, la forza e la determinazione per sciogliere certi legami di dipendenza si sono fatti strada fino a portarmi, in certe circostanze, a tagliare con condizionamenti emotivi fortemente radicati.
Finalmente, in questi ultimi anni, relazioni e rapporti con altre persone mi hanno permesso di vedere anche le parti più in ombra della mia personalità e, di conseguenza, di rivivere determinate situazioni che mi hanno condotta a fare delle scelte mature e consapevoli. Scelte che mi hanno consentito di contattare quelle risorse profonde di cui spesso non ne avvertivo la presenza e grazie alle quali ho scoperto come sono realmente e soprattutto come posso, attraverso di esse, stabilire obiettivi precisi per la mia autorealizzazione.
Imparare a fare delle scelte mature, essere capace di affrontare la vita e percepirmi come persona unica e speciale e degna di essere amata, sono caratteristiche che rappresentano indubbiamente un valido e importante contributo per il perseguimento di un obiettivo e per giungere a esprimere la mia volontà che mi permetterà di raggiungere il progetto per cui sono qui.
Tuttavia il viaggio è ancora molto lungo e non privo di strade tortuose e scalate impegnative ma, per godere di quella vista panoramica che ci riconnetta con l’Universo, è ineludibile il percorso in salita.
I transiti planetari attuali e futuri sono e saranno una chiamata importante e significativa per la mia vita, indicatori di nuove opportunità di crescita, maturazione e discernimento.
La saggezza dello zodiaco è straordinaria e la sua lettura mi fornisce notevoli possibilità di evoluzione su tutti i fronti.
E’ come se ora avvertissi una sorta di ebbrezza che si è impadronita di me e che si infrange essa stessa sempre più contro quelle che per molto tempo hanno rappresentato una costrizione, un limite e una coercizione.
Questo viaggio di consapevolezza si potrebbe concludere tra molte vite ma l’essere in cammino è un primo e importante passo che dimostra di aver finalmente fatto una scelta precisa e personale (Venere), di aver uno scopo che si sta portando avanti con determinazione, costanza e tenacia (Marte) in un nuovo stato di coscienza che vede ora Saturno più come il protettore di un IO che, fino a qualche tempo fa, era ancora immaturo per avventurarsi solitario verso un percorso così arduo e di grande impatto emotivo.
Ringrazio in primis la mia famiglia per questa grande opportunità, l’acquisizione di certi valori che mi hanno trasmesso ha infuso la possibilità di affrancarmi da ciò che non serve per divenire un individuo autonomo e indipendente.
Un ringraziamento speciale a mio figlio per il contributo prezioso che, inconsapevolmente, conferisce attraverso la sua presenza. L’avermi scelta come madre per il suo percorso di vita è un dono inestimabile che accresce il senso e il mio valore personale.
Grazie ai miei insegnanti, abilissimi nel trasmettere questa materia così meravigliosa e ricca di potenti e interessanti contenuti che racchiudono il senso di tante vite.
La loro maestria, la passione e l’entusiasmo con il quale descrivono il magico e strabiliante simbolismo che ogni archetipo racchiude è davvero notevole, suscita grande stupore ed è spunto di riflessioni profonde capaci di muovere potenti emozioni.
Bibliografia:
Lidia Fassio, I nostri simboli interiori
Aldo Carotenuto, Integrazione della personalità