“La vita è una rete di casi fortuiti, di casualità che si intrecciano con la razionalità dell’esistenza e spesso ci sorprende? < No..no..no.>!!! Questa rete è in realtà solo apparentemente casuale: esiste una sincronicità che orchestra gli avvenimenti apparentemente casuale come in una danza meravigliosa “:la danza della realtà” …
.. Io sono nata il giorno 9 e sentivo l’intima risonanza col vecchio saggio e da quel suo chiedere ho cominciato a scrutare la bellezza nascosta in quell’icona e nei suoi simboli.. certa che sarebbe emerso un legame tra gli arcani e gli archetipi junghiani, memoria dell’umanità che permane nell’inconscio..
Mi era chiaro ..…Il Tarocco è compartecipe di questa sincronicità e se ne avvale ed è uno dei mezzi più efficaci per avvicinarsi all’inconscio collettivo perché rappresenta una forma aperta simbolica .. L’arcano funge da catalizzatore per fotografare il presente in piena chiarezza, per evidenziare lo stato attuale della situazione di una persona nei suoi più intimi e segreti meandri personali di vita.
Non divina il futuro, se ne tiene anzi molto alla larga: basandosi su un’essenza archetipica, l’arcano rivela ciò che è latente, vale a dire che ci fa rendere conto da dove proviene la nostra situazione e verso dove è indirizzata; per questo rappresenta in primo luogo uno strumento estremamente utile di comprensione e di elevazione di coscienza, di evoluzione e di indagine..
Ero soddisfatta di come all’eremita mi ero avvicinata ..con il mio bisogno di indagine ..e di amore per la tarologia…e sulle riflessioni che dalla sua domanda erano poi arrivate fulminee in me come certezze sopite di sempre…. Alcuni voli nella soffitta di casa dove mi isolavo per divorare versi e mele e avevo 16 anni..era il mio raccordo col passato ..nel meditare con l’arcano 9.
In me latente il bisogno di isolamento, di ricerca e di solitudine: flash di immagini depositate nella mia memoria……e voglia di raccontare ciò che l’eremita ha da dire …a tutti..
L’EREMITA e’ rappresentato da un uomo molto anziano con capelli e barba bianchi.
Nella mano destra sorregge all’altezza del suo volto una lanterna (sapere); è coperto da un mantello (discrezione) che fuori è scuro (isolamento e austerità) e dentro azzurro (elevazione).
Sul suo cammino ha trovato il serpente degli istinti che non uccide ma che obbliga ad avvolgersi, innocuo, attorno ad un bastone (audacia) fatto di sette nodi corrispondenti a sette livelli dinamici di crescita (chakra).
In alcuni mazzi l’Eremita porta in mano una clessidra, simbolo del Tempo.
L’eremita altro non è che Crono-Saturno il Signore del tempo, l’antico figlio di Urano (cielostellato); esso richiama il suo opposto: l’arcano n. 14 (la Temperanza ) e Gea( la madre terra). L’eremita è l’immagine simbolica del cammino iniziatico, della ricerca interiore, dell’introspezione e della meditazione. Per percorrere questo cammino occorrono fede, conoscenza, prudenza e riservatezza. La lanterna che egli tiene in mano rappresenta la luce divina che si trova in ogni uomo, la spiritualità che ogni essere umano deve imparare a sentire in sé per poi lasciarsi guidare.
Essa serve a purificare ogni essere umano ma è anche la stella che ci guida, il MAESTRO interiore che ci accompagna nella ricerca spirituale.
L’olio che permette alla lanterna di illuminarci è il nutrimento che ci sostiene nella ricerca, nella meditazione, nello studio e nella preghiera..
L’eremita fonda l’avvenire della conoscenza sul passato e si appoggia al bastone dal quale capta le energie istintive dell’uomo e di tutto l’universo che devono essere controllate affinchè non siano pericolose e distruttive.
Il mantello scuro che avvolge l’eremita simboleggia la dignità del saggio ed è una protezione magica che nasconde o dissimula la realtà sottostante; ed è anche segno di invulnerabilità e indica che questo personaggio vive una dimensione tutta sua, in un certo senso, lontana dall’umanità con la quale, tuttavia, vorrebbe ricongiungersi..
Il serpente è simbolo della guarigione (Asclepio –Caduceo) ma è anche del richiamo dei sensi che è comunque parte della natura umana anche quando viene trascesa.
Questa figura ricorda il filosofo Diogene che vagava per il mondo con una lanterna alla ricerca dell’uomo nonché il saggio cieco Tiresia.
L’Eremita è il numero 9. Nove e’ il numero del triangolo ternario: la perfezione della perfezione simbolo della VERITA’ moltiplicato per se stesso o sommato ai numeri che lo precedono da sempre.
La prova del nove e’ l’operazione che ci consente di verificare l’esattezza del calcolo.
Il nove come ultimo numero della serie di nove cifre ci comunica la fine di un ciclo, il compimento di un percorso che chiude il cerchio. Nove mesi e’ il tempo della gestazione e nove sono le muse che rappresentano tutte le scienze e le arti conosciute dall’uomo.
Ricorda Gibran: ”chi sa ascoltare la verità non è da meno di colui che la sa esprimere” non bisogna andare molto lontano per cercare la verità, il più delle volte è sotto i nostri piedi."