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LE RUBRICHE DI ERIDANOSCHOOL - Astrologia e dintorni a cura di Lidia Fassio

RUBRICHE DI ASTROLOGIA

a cura di Patrizia Dossi  
IL MODELLO PSICOSINTETICO
 
IL MODELLO PSICOSINTETICO Roberto Assagioli nel suo libro “Principi e metodi della psicosintesi terapeutica” del 1965, esplora sinteticamente il vastissimo panorama della psicologia occidentale e dei vari approcci olistici orientali, per dimostrare quanto siano numerose e diverse le vie seguite nell’indagine del mistero dell’animo umano.
Continua quindi affermando la necessità di arrivare ad una sintesi dei vari approcci e ad una concezione “pluridimensionale” della personalità dell’uomo.
A tale scopo ritiene utile servirsi di uno schema grafico e afferma:
“riconosco come esso sia troppo semplice e approssimativo e come possa dar soltanto una prima idea dell’aspetto strutturale, statico, direi quasi anatomico della psiche e non ne mostri l’aspetto dinamico che è il più importante ed essenziale. Ma ritengo che…nello studio di una realtà sì plastica, complessa e sfuggente, qual è la vita psichica, sia particolarmente opportuno..non perdere mai di vista le grandi linee e le distinzioni fondamentali; altrimenti la molteplicità non dominata può produrre confusione, la ricchezza di particolari nascondere l’insieme del quadro e impedire di scorgere le connessioni delle diverse parti e il loro significato..”

Per iniziare il nostro viaggio interiore, che è un’avventura in territori sconosciuti e pieni di difficoltà e pericoli, è molto utile, anzi necessario, avere a disposizione una mappa, che ci aiuta a vedere dove ci troviamo, in relazione sia al punto di partenza (il passato) sia a quello di arrivo (il futuro). Simbolicamente ci aiuta a vedere chi siamo, ci colloca nel momento che stiamo vivendo, sia dal punto di vista spaziale che da quello temporale.
Per poter leggere una mappa è necessaria una chiave per accedere ai suoi simboli; inoltre è molto importante ricordare che una mappa non è mai il territorio, perché è sempre la versione statica di una realtà in continuo movimento. Non è la verità, ma la rappresentazione della realtà. E’ un utile strumento per l’esplorazione di territori sconosciuti.
Ricordiamoci comunque che non possiamo fermarci a studiare la mappa, ma dobbiamo esplorare il territorio reale, facendoci coinvolgere dall’esperienza che stiamo vivendo. E’ quindi giusto trascorrere un po’ di tempo a studiare la mappa, per poterla usare nel momento in cui dovremo scalare una montagna psichica, nuotare nel fiume delle emozioni, scendere negli abissi marini o osservare un vulcano in eruzione.
Esistono molteplici mappe della coscienza, tra le quali la mappa astrologica è certamente tra le più importanti.

La psicosintesi usa il DIAGRAMMA dell’UOVO o OVOIDE della Psiche.
L’ovoide è il simbolo della nostra psiche nella sua totalità.


Le due divisioni orizzontali suddividono l’uovo in tre fasce, che rappresentano il passato, il presente e il futuro. Esse sono sempre attive dentro di noi, anche se in modi diversi. Il problema non si pone per quanto riguarda il presente, la cui percezione è immediata. All’interno di questo momento presente, in questo “qui ed ora” ci portiamo dietro anche il passato in forma di ricordi. In un certo senso è il passato a renderci tali e quali siamo nel presente. In un altro senso, forse più esoterico (come dimostra anche l’astrologia), ma non per questo meno reale, noi portiamo con noi anche il nostro futuro, sotto forma di potenzialità, come un seme che contiene già “in nuce” ciò che diventerà, se gli daremo l’attenzione e le cure necessarie per poter germogliare e svilupparsi. Anche nel caso in cui questo potenziale non venga minimamente espresso, resta comunque, anche se soffocato, dentro di noi.

1 - INCONSCIO INFERIORE

E’ rappresentato nella parte più bassa del diagramma.
Quando si parla di inferiore, medio e superiore non si vuole dare indicazioni di gerarchia o valutazioni morali. Il senso in cui Assagioli usa questi termini è quello relativo agli stadi evolutivi. Ciò che si trova nell’inconscio inferiore è più primitivo, più arcaico, più denso, null’altro. Quindi è inferiore perché sta a fondamento della struttura psichica, rappresenta ed è il primo, ma indispensabile stadio dell’evoluzione umana. A questo proposito Assagioli disse che mentre la psicanalisi si occupa dei basamenti della psiche, la psicosintesi si occupa dell’intero edificio, perché sale dalle cantine al primo piano per arrivare fino all’attico da dove è possibile vedere le stelle.

Fanno parte o in esso hanno origine:

a. le attività psichiche elementari che presiedono alla vita organica;
b. la coordinazione intelligente delle funzioni fisiologiche;
c. le tendenze e gli impulsi meno differenziati, caratteristici della specie;
d. I complessi psichici a forte tonalità emotiva, fobie, ossessioni;
e. Sogni ed attività immaginative di tipo elementare.

L’inconscio inferiore è la parte di noi che è più primitiva e bambina. Spesso ci influenza, ci domina. “Non so perché l’ho fatto”…”non capisco cosa mi è preso”…”non ci ho più visto…ero fuori di me!”. Sono esempi di come il nostro inconscio inferiore possa prendere il controllo di noi e possa farci fare qualcosa che in altri momenti disapproveremmo.
Il nostro compito, nell’esplorazione di questo inconscio, consiste nell’acquisire un certo grado di conoscenza e padronanza di questa parte di noi stessi: entrare in contatto con questo mondo, sviluppare familiarità con le sue energie, diventare capaci di dirigerle ed incanalarle.
L’inconscio inferiore corrisponde all’inconscio freudiano. Essendo inconscio non entra nel nostro campo di coscienza, perché in realtà, come vedremo, irrompe nella nostra vita cosciente, finchè non ne diventiamo consapevoli.
La psicanalisi viene considerata anche nella psicosintesi il metodo di esplorazione dell’inconscio e costituisce il primo fondamentale momento di ogni processo terapeutico. Assagioli dice infatti “Bisogna innanzitutto avventurarsi nei bassifondi ed abissi dell’inconscio per scoprirvi le forze oscure che ci minacciano e dominano subdolamente: i fantasmi, le immagini ossessive, le paure paralizzanti ed i conflitti logoranti…”.

Il lavoro di esplorazione dell’inconscio inferiore può essere fatto con:

1. lo studio dei sogni;
2. le associazioni libere
3. le parole stimolo
4. il disegno libero
5. lo studio di lapsus e dimenticanze.

2 – INCONSCIO MEDIO

L’inconscio medio, qualcosa di molto simile al preconscio della psicanalisi, rappresenta tutto ciò di cui non siamo coscienti in un determinato momento, ma con cui possiamo entrare in contatto facilmente. Per esempio, se ci viene chiesto il nostro indirizzo, anche se stiamo pensando a tutt'altro, lo ricordiamo perché è a nostra disposizione, come se fosse in un archivio.
L’inconscio medio è formato infatti da elementi psichici simili a quelli della coscienza di veglia e a questa facilmente accessibili. I contenuti di quest’area non sono rimossi, ma semplicemente accantonati; infatti per un’economia di funzionamento psichico non possono ingombrare il campo della coscienza mentre noi siamo consapevolmente occupati in altro.
In esso avvengono anche:
a. l’elaborazione delle esperienze fatte,
b. la preparazione delle future attività
c. gran parte del lavorio mentale e immaginativo. In esso si svolge una specie di “gestazione psichica”, che precede l’affioramento nel campo della coscienza.

Per riassumere le funzioni dell’inconscio medio sono quelle di archivio della memoria a cui possiamo accedere con relativa facilità (per esempio “far mente locale” è proprio spaziare un po’ in quest’area) e di laboratorio dove avviene l’elaborazione delle esperienze e viene trovata la soluzione o la risposta a tanti dubbi o incertezze.




3.- CAMPO DELLA COSCIENZA

Al centro dell’inconscio medio c’è l’area della coscienza, che comprende tutto ciò di cui siamo consapevoli in ogni momento, un flusso continuo di percezioni, stati d’animo, pensieri, immagini, progetti ecc. Ma chi ha tutte queste idee, emozioni, stati d’animo e sensazioni? Che cos’è l’io?
Tutte le grandi scuole di psicologia hanno tentato di rispondere a questa domanda.

4.- IO

Al centro del campo di coscienza c’è l’io. Nella psicosintesi l’io è diverso da quello freudiano, che si sviluppa nel tempo ed è una struttura organizzata che media tra le spinte dell’ES ed il principio di realtà da una parte, e le proibizione del Super-io dall’altra.
L’Io psicosintetico invece è innato ed è un centro di pura autocoscienza.
Afferma Assagioli:

“L’io viene spesso confuso con la personalità cosciente, ma in realtà è diverso da questa…Altro sono i mutevoli contenuti della coscienza (i pensieri, i sentimenti ecc), altro è l’io, il centro di coscienza che li contiene, per così dire, e che li percepisce”.
Generalmente noi non siamo consapevoli dell’io e pensiamo di essere ciò con cui ci identifichiamo, che sono invece i contenuti del campo di coscienza.
Se c’è depressione…io sono depresso, se c’è ansia…io sono ansioso, se c’è allegria…io sono allegro. Però possiamo disidentificarci da questo flusso di contenuti e ritrovare il nostro io, ciò che noi siamo, il nostro centro di coscienza. Si tratta di un’esperienza fondamentale nel processo di maturazione psicologica di una persona. Trovare il proprio io vuol dire infatti non essere più controllati dalle proprie idee ed emozioni, ma attuare una specie di distanza psichica. Dice Assagioli:

“Noi siamo dominati da tutto ciò con cui ci identifichiamo, ma possiamo padroneggiare e dirigere tutto ciò da cui ci disidentifichiamo”.
E’ come se l’io, finchè non vi si porta attenzione e (possiamo dirlo!) non si scopre di averlo, venisse bypassato e noi passassimo da un contenuto all’altro. Quando però lo scopriamo viene attivato uno dei due centri di coscienza presenti nell’uovo. La coscienza è l’entità che dà all’uomo il senso di permanenza di identità, di essere sempre se stesso nella mutevolezza di ciò che si muove dentro ed intorno a lui.
L’ Io rappresenta anche il culmine dell’individualità, una conquista da non disprezzare, visto che ci siamo arrivati con un’evoluzione di milioni di anni.

5 – INCONSCIO SUPERIORE
E’ questo il livello più elevato dell’inconscio, l’origine di tutti i nostri stati più felici. Quando abbiamo un’idea brillante o un’esperienza estetica, quando proviamo un sentimento profondo di pace o di amore, o ancora quando il tempo sembra fermarsi, o siamo in uno stato di grazia, vuol dire che elementi del superconscio sono entrati nell’area della coscienza.
L’inconscio superiore è il potenziale dell’umanità, la sorgente della creatività artistica, dell’illuminazione, dell’estasi, degli slanci altruistici e di tutto ciò che ha ispirato i grandi geni, i grandi artisti e i grandi mistici. Contiene anche i talenti, le potenzialità, gli imperativi etici. E’ la regione delle qualità irradiate dal Sé e quindi delle qualità del nostro io più profondo.
Il suo contenuto può affluire alla coscienza attraverso le intuizioni, i lampi di ispirazione e gli insights.
Come l’inconscio inferiore, anche il superconscio è fondamentalmente diverso dal nostro solito modo di sentire e di pensare, e quindi non può essere direttamente assimilato all’area della coscienza. Meccanismi di difesa lo filtrano e lo censurano escludendolo dalla coscienza. Questo accade perché i contenuti del superconscio, talmente più vasti, più intensi e luminosi della coscienza ordinaria, affiorando in maniera troppo veloce e abbondante potrebbero sconvolgere la personalità. Può sembrare strano, ma è vero: non soltanto noi non vogliamo percepire gli aspetti più primitivi o penosi di noi stessi, come l’aggressività o i traumi infantili, ma ci difendiamo anche dal sublime (repressione del sublime), cercando disperatamente di mantenere l’assetto esistente della nostra psiche, per quanto limitato e sofferente possa essere.


6 – SE’ TRANSPERSONALE

Afferma Assagioli:
“L’io cosciente, non soltanto è quasi sempre confuso con l’incessante fluire dei contenuti psichici, ma spesso sembra spegnersi e sparire (ad es. durante il sonno, gli svenimenti, l’ipnosi), per poi ritrovarsi e riconoscersi ad un tratto senza sapere in qual modo. Questo fatto induce ad ammettere che “dietro” o “sopra” l’io cosciente vi debba essere un Centro permanente, il vero Io o Sé”.
All’apice dell’inconscio superiore vediamo nel diagramma una stella: è quello che la psicosintesi chiama il Se’, l’essenza più vera del nostro essere. A quel livello non ci sono più successi o fallimenti, euforia o disperazione, non c’è più dualismo e senso di separazione. Diventare coscienti del Sé è un’esperienza straordinaria, in cui ci si sente se stessi e, nello stesso tempo uniti a tutti e all’Universo. Il Sé è chi noi siamo veramente, la nostra identità più profonda, il nostro progetto esistenziale. Qualcuno si chiederà a questo punto se ci sono due Sé.
In realtà non c’è dualismo: il sé personale ed il Sé Transpersonale sono entrambi aspetti di una stessa realtà, la pura coscienza di essere senza contenuti. Ma questa coscienza può essere più o meno intensa, più o meno pura. L’io o sé personale è quanto noi riusciamo in un dato momento a percepire del Sé transpersonale. L’io è un raggio del Sole, è una proiezione del Sé nella personalità cosciente. Non ha una propria autonomia, né una propria luce. Riceve la luce dal Sé transpersonale, che è unico, immutabile, irripetibile, individuale e universale insieme.
Il Sé rappresenta la confluenza dell’Universale nell’uomo e l’espansione del soggetto nell’Universale. Nell’universo noi siamo una specifica nota con una specifica tonalità necessaria, come tutte, alla sinfonia della vita. L’allontanamento da questa tonalità, che è la nostra, crea il disagio esistenziale e la perdita di senso della nostra vita.
Molti individui nel corso della storia dell’umanità hanno avuto l’esperienza del Sé Transpersonale, e alcuni di loro hanno lasciato testimonianze scritte. Il Sé è stato chiamato con vari nomi presso varie tradizioni: la “coscienza di diamante”, il “gioiello nel loto”, la “scintilla nell’anima”, ecc.

7 – INCONSCIO COLLETTIVO

Intorno all’uovo della psiche vi è, separato dalla linea tratteggiata, l’inconscio collettivo, costituito dalla vita psichica dell’umanità, così come si è sviluppata nel corso dei secoli. Di questa vita, più o meno consciamente, siamo tutti partecipi. Tutti noi siamo immersi in un oceano di pensieri e di emozioni che non appartengono soltanto a noi, ma a tutta l’umanità.

Assagioli così lo descrive:

“Gli esseri umani non sono isolati, non sono monadi senza finestre, come riteneva Leibniz. Essi possono talvolta sentirsi psicologicamente soli, separati, ma la concezione esistenzialistica estrema della invalicabile solitudine dell’individuo non è vera né psicologicamente né spiritualmente.
Nel diagramma la linea esterna dell’ovale, è punteggiata per indicare che essa delimita, ma non separa completamente. Essa dovrebbe essere considerata simile alla membrana semi-permeabile che circonda una cellula e permette un continuo ed attivo scambio di fluidi con l’ambiente biologico costituito dal corpo di cui fa parte. In modo analogo si svolgono continui processi di osmosi psichica, sia tra i vari esseri umani, sia tra ciascuno di questi e l’ambiente psichico generale. Questo è ciò che Jung ha chiamato inconscio collettivo…”.

 
 
 
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