L’enfasi planetaria nel segno dell’Acquario, con Nettuno sollecitato dai pianeti personali, ha avuto, tra i tanti, anche il merito di sostenere indirettamente Urano in Pesci, per mutua ricezione. Il risultato è che Urano è incoraggiato dagli “alleati” nel suo domicilio, ma frenato da Saturno in opposizione, e questa può essere anche la sensazione che prova chi, nel segno dei Pesci, ha Sole, Luna o altri pianeti personali. Insofferenza e frustrazione, desiderio di rinnovamento ma paura dell’ignoto…
Tuttavia il segno dei Pesci, come ultimo dei segni Mobili, ha anche questa funzione di “transizione”, in cui l’abbandono dei legami ormai troppo stretti, delle abitudini ormai logore, dei valori che non ci appartengono più, genera o meglio manifesta anche la capacità di “abbandonarsi” al flusso del divenire. Non si tratta di forzare, di spingere o tirare da una parte o dall’altra: il glifo stesso del segno ricorda quanto siano collegati il passato e il futuro, l’alto e il basso, il fuori e il dentro… Si tratta di fidarsi della vita ed affidarsi ad essa.
Per favorire questo processo, adesso che il Sole è entrato in Pesci e si è formata la Luna Nuova nel segno, possiamo modificare la miscela aromatica di sostegno. In effetti non è facile associare piante o aromi ai pianeti moderni, perché la tradizione è incompleta come la sperimentazione. Tuttavia, ciò che dobbiamo ricercare non è una miscela standard, ma una sinergia legata alle configurazioni, alle caratteristiche e richieste di questo periodo particolare, in cui si affiancano Urano nel segno di Nettuno e Nettuno nel segno dei Pesci…
Un olio essenziale a mio parere “uraniano” è quello di Verbena. Ha un aroma fresco, che molti paragonano all’aria frizzante del mattino, carica di aspettative, di voglia di nuovo, di senso di rinascita. Per questo può allontanare la stanchezza o la svogliatezza, sia fisica che mentale, favorendo nuove idee e progetti con un forte effetto motivante. E’ capace di stimolare il sistema nervoso calmandone le tensioni maggiori, di risvegliare dall’apatia e quindi di aiutare a reagire da periodi di stagnazione emotiva, di dubbi o indecisione. Può essere utile anche nel lavoro, quando dobbiamo concludere qualcosa di noioso o complesso per poter procedere ad altre attività; oppure nei momenti di cambiamento, quando dobbiamo lasciarci alle spalle il passato.
Questo olio essenziale può essere accostato ad un sottofondo aromatico più in sintonia con il segno dei Pesci, ad esempio l’Angelica. Il nome fu scelto non a caso: è un aroma che aiuta ad aprirsi a dimensioni superiori, spirituali, intuitive, a sentirsi in qualche modo “protetti”. Per questo è usato nelle attività creative, nella preghiera, o semplicemente per favorire le immagini oniriche e le percezioni sottili. E’ una nota di base, un profumo persistente che va usato in piccole dosi e sobriamente: può sembrare strano che venga estratto dalle radici della pianta, ma questo “radicamento” è invece parte integrante dei benefici dell’olio essenziale, perché, pur favorendo pensieri e sentimenti elevati, mantiene il collegamento con il corpo fisico e con la vita materiale e quotidiana. Un buon sostituto dell’o.e. di Angelica è il Sandalo, una resina usata da migliaia di anni nella meditazione, che placa la mente razionale, le paure e lo stress, favorendo una comprensione profonda.
Questa sinergia è particolarmente adatta al diffusore ambientale: 12 gocce in acqua distillata, in uguale proporzione con Verbena e Sandalo, 8+4 con Verbena e Angelica. Una dose doppia può essere diluita nella vasca da bagno, con l’accortezza di veicolarla prima in un cucchiaio di panna o latte; in olio di mandorle dolci (12 gocce in una boccettina da 100 ml.) può essere invece usata direttamente sulla pelle: come minuscole, preziosi, gocce di speranza e verità.