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LE RUBRICHE DI ERIDANOSCHOOL - Astrologia e dintorni a cura di Lidia Fassio

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a cura di Pina Cilli 
STORIA DEI TAROCCHI…. (1ª PARTE)
 
STORIA DEI TAROCCHI…. (1ª parte) “ I tarocchi sono la chiave di tutto l’esoterismo occidentale”
(H.P. Blavatsky)

L’animato simbolismo di questo antico strumento di divinazione, ovvero dei tarocchi è percepibile anche attraverso una ricostruzione dalle origini.
Un po’ di storia senza dubbio offre strumenti per cogliere le sfumature che col passare del tempo hanno modificato le icone e il modo di interpretazione.
L’origine è antichissima e propensa ad attribuire al libro di Toth l’origine primitiva:”libro di Toth e relativo mazzo di carte” che risalgono alla civiltà egiziana delle origini..
Questa riconoscenza alla civiltà egizia come punto di partenza per la diffusione di questo oracolo risale al XVIII sec. quando i Tarocchi vengono considerati dal punto di vista esoterico, e fu Court de Gobelin che, nell’ottavo volume della sua enciclopedia “Mondo primitivo” (1781) prospetta che l’origine dei Tarocchi sia egiziana:e che appunto i Tarocchi sarebbero stati geroglifici appartenenti al libro di Toth.
Il dio Toth era considerato dagli Egizi uno dei primi re e l’inventore del sistema di scrittura .

Il Thoth cui si fa riferimento fu probabilmente un personaggio importante e poi elevato al rango di divinità e successivamente accomunato al dio Hermes della mitologia greca o al Mercurio di quella romana
E’ Legata a Thoth l’idea di aver insegnato all'uomo l'uso della parola oltre che di aver inventato la scrittura come un sistema nel quale figure, lettere e numeri sarebbero stati tutti inseriti in una catena di eventi mistici per cui le pagine del libro assumerebbero i valori ed i contenuti della filosofia mistica egiziana.

Court de Gobelin pubblica anche una copia dei Tarocchi di Marsiglia a cui elimina un’infinità di dettagli, inoltre li modifica aggiungendo uno zero al Matto, aggiungendo una gamba al tavolo del Bagatto (molto discussa), battezzando l’Arcano XIII” senza nome “La Morte”, disegnando l’Appeso in piedi, pretendendo di correggere, così, errori dell’originale .
Si creano sulla falsariga diversi mazzi per uso divinatorio e alle illustrazioni classiche si affiancano simbologie legate al mondo esoterico e ogni nuovo mazzo di Tarocchi che viene creato racchiude la soggettività del suo autore e la sua visione con la conseguente modifica della struttura originale dei tarocchi .

Da allora vengono scritti tantissimi libri in cui diversi autori affermano di avere scoperto la vera origine dei Tarocchi. La parola Tarocco sarebbe egiziana (TAR: cammino - RO, ROS, ROB: reale ebrea - TORA: legge, latina - ORAT: parla sanscrita ) ecc. e questo per rendere ancora più difficile il rintracciare la vera origine.

Dall’Egitto i Tarocchi si sarebbero diffusi in Europa grazie ai Gitani.
In verità l'argomento degli Zingari è ancora più difficile di quello relativo al "Libro di Thoth". Questo gruppo etnico, che sfugge ad ogni tentativo di identificazione, non possiede testi scritti di alcun genere, né documenti di sorta.

Nel 1793 un indovino di moda, il parrucchiere Aliette (Etteilla in arte ) revisiona ulteriormente il mazzo tradizionale aggiungendo carte e alterando arbitrariamente gli Arcani fondamentali, creando un Tarocco fantasioso che mette in relazione con l’astrologia e la Cabala. I tarocchi di Thot affascinanti sono sicuramente diversi dai classici o universali..

Etteilla è una strana figura di cartomante: era professore di matematica, e questo si può notare fra le righe dei suoi libri dove fornisce le regole per giocare ai tarocchi. Anche se ovviamente seguiva solo le sue teorie molte indicazioni fanno comprendere gli sviluppi successivi del gioco. E molti suoi critici, senza saperlo, hanno finito per usare le sue tecniche. Egli riteneva che i diversi significati dipendessero da molteplici fattori concomitanti: dal nome della carta, dal suo eventuale soprannome, dal numero, dalla sequenza cioè, in quest'ultimo caso, dall'interpretazione completa della sequenza delle carte disposte sulla tavola, dal confronto con una nuova sequenza, dall'interpretazione complessiva delle figure, dallo spostamento dì carte, dal'ipotizzare realtà che non esistono. Inoltre, distingueva nella caduta di una carta se questa veniva a trovarsi diritta o rovesciata e per questa casualità fu il primo a porre attenzione . Etteilla ha fornito ai posteri un'ottima codificazione dell'arte dei tarocchi e dopo di lui i tentativi di dimostrare scientificamente l'origine dei tarocchi si moltiplicarono…

Eliphas Levi ritenendo che i tarocchi fossero un alfabeto sacro e occulto, pensò che nel gioco vi fosse la chiave per interpretare la Cabala. Egli notò la corrispondenza dei 22 Arcani maggiori con le 22 lettere dell'alfabeto ebraico e i 22 sentieri dell'Albero della Vita. Combinando tra loro segni, numeri, lettere ebraiche, giunse a una simbiosi di carte e simboli.

Papus, pseudonimo di G. Encausse, perfezionò la tesi di Levi, giungendo a una completa assimilazione tra i 22 Arcani e le corrispondenti lettere ebraiche. Questi autori, pur nei loro lodevoli tentativi, portavano troppo indietro la ricerca sulle origini e naturalmente furono costretti poi a fare i salti mortali per far combaciare le loro ipotesi spostando persino la numerazione degli Arcani per farla rientrare in una determinata costruzione. Levi e Papus, per esempio, collocano il Matto (0) tra le carte 20 e 21 per permettere al MONDO di essere la 22a carta, come l'ultima lettera dell'alfabeto ebraico.

Continua……….

 
 
 
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