E’ stato visto nel cielo per la prima volta il 1° novembre del 1977. E’ subito apparso piccolo e quindi non poteva essere considerato un “pianeta” però si è a lungo battagliato se considerarlo un asteroide, un planetoide o addirittura una cometa.
Gli astronomi lo hanno alfine definito un planetoide e gli astrologi sono favorevoli a prenderlo in considerazione come “pianeta di collegamento” in quanto, la sua orbita è particolare; infatti, nella sezione in cui è più vicino al Sole entra nell’orbita di Saturno mentre, nella sezione in cui è più lontano dal Sole si avvicina all’orbita di Urano e, sembra dunque collegare i due grandi Dei archetipici che legano l’individualità e la collettività.
Noi astrologi, da sempre osservatori del cielo e decodificatori di simboli, possiamo solo cercare di comprendere a che cosa si lega Chirone cercando di valutare i cambiamenti che sono apparsi in concomitanza o meglio “sincronicamente” con la scoperta di Chirone.
Chirone è un corpo celeste che ha un’orbita di 50 anni per cui il suo ritorno è estremamente importante perché giunge in un’età in cui l’uomo è pronto per integrare veramente il principio spirituale.
La prima cosa che si evince è che la scoperta di Chirone è concomitante alla diffusione della filosofia “new age” che ha messo in luce una serie di potenziali dell’uomo , anche se non sono ancora totalmente conosciuti ed utilizzati, ma ha anche portato all’uomo la capacità di riconoscere dentro di sé quel senso spirituale che prima era stato sempre proiettato all’esterno su un Dio o su una religione. Un’altra interessante parte della filosofia new age consiste nell’aver cominciato a considerare l’uomo come un’unità “corpo mente” e non più un essere diviso e frammentato che fatica a trovare il senso della vita.
Come essere indiviso (individuo), l’uomo deve imparare a conoscere anche i suoi lati ombra, quelli che, altrimenti, devono essere imputati e delegati al “fuori”; nel percorso di integrazione di ogni singola parte, sono iniziate per l’umanità anche le tante tecniche finalizzate alla guarigione di tutte le ferite dovute alla frammentazione e alla disarmonia tra mente e corpo, tra maschile e femminile e tra interno ed esterno.
La new age ci ha fatto capire che il dualismo e la polarità sono frutto della mente e che non esistono sul piano assoluto; in pratica ci ha permesso di toccare con mano il velo di Maya.
Proprio in seguito alle nuove possibilità che il nuovo corpo celeste svelava con il suo simbolismo, è iniziato anche il fenomeno delle percezioni extra sensoriali su larga scala; un numero sempre più grande di persone ha iniziato a percepire cose che prima erano assegnate al regno dell’ignoto e dell’occulto e ai pochi veggenti. Così, molte persone hanno cominciato ad avere “visioni”, a percepire segnali che sembravano giungere da altre dimensioni; oppure abbiamo raffinato così tanto la percezione che siamo in grado di cogliere anche energie molto più sottili, prima completamente sconosciute.
La fisica quantistica nello stesso periodo scopriva che l’universo è un grande pensiero in cui vi è comunicazione costante tra tutte le sue parti e che nulla è separato al suo interno; senza questa comunicazione che viaggia attraverso onde energetiche, nulla avrebbe senso. Così, la fisica quantistica ha iniziato a mettere veramente a punto le grandi intuizioni di Einstein; contemporaneamente è nata la filosofia di Gaya portata avanti da Erwin Lazlo e dal Club di Budapest che ha come tema centrale l’idea che la Terra è un pianeta che vive e che, come tale, deve essere un tuttuno con ogni essere vivente.
Contemporaneamente c’è stato un grande cambiamento rispetto alla percezione della malattia: prima la malattia era considerata un qualcosa del tutto indipendente dall’uomo: con la scoperta di Chirone si è cominciato a guardare con sempre più attenzione alle medicine alternative, ma nel contempo si è cominciato a pensare che ognuno di noi deve diventare “responsabile” della propria natura psicosomatica lavorando sui punti difficili che non riescono ad integrarsi e che possono produrre disarmonia.
La conseguenza di tutto ciò è stata la scoperta e la diffusione delle tecniche di autoguarigione. Si è scoperta la possibilità di avere una coscienza spirituale molto più forte che, pur essendo parte di noi, è stata a lungo delegata ad un Dio esterno.
Un’altra cosa interessante per noi astrologi è il nome che viene dato ad un pianeta e il suo simbolismo mitologico.
Chirone era un centauro – un essere metà uomo e metà cavallo – nato da Saturno e dalla ninfa Filira. Il lato maschile di Chirone era rappresentato dalla parte cavallo, quella terrena in quanto Saturno era un Titano, quindi un Dio di Terra, mentre quello femminile era rappresentato dalla sua parte umana ereditata dalla madre, figlia di una Dea marina.
E’ chiaro che in Chirone troviamo molto sottolineato il tema della separazione del corpo dalla mente simbolo del dualismo interno che deve essere superato, nonché della polarità maschile e femminile; istintiva e razionale.
Chirone però era molto diverso dagli altri centauri; infatti, nel tempo, aveva trasformato completamente i suoi comportamenti a differenza dei fratelli che continuavano a stuprare, a saccheggiare e a violentare tutto ciò che incontravano sulla loro strada.
Chirone era diventato un uomo evoluto (simbolo di come è possibile sublimare le energie distruttive rendendole costruttive e “guaritrici”); lui aveva addirittura fondato un tempio dedicato alla guarigione e questo molto tempo prima di Esculapio, considerato il padre della medicina.
In realtà, Chirone, più che guarire sembra “parlare al guaritore interno”, a quella parte che tutti noi abbiamo dentro e che deve però trovare qualcuno in grado di risvegliarla; è da considerarsi dunque un canale in grado di fare da tramite.
Le creature mostruose nel mito simboleggiano le parti più remote del’uomo, quelle che, pur risiedendo nella psiche, sono difficili da contattare perché fanno paura.
Chirone rappresenta sia le parti umane che quelle animali che convivono dentro di noi e che devono trovare un modo per comunicare e rispettarsi; indica una via per la messa a frutto sia dei poteri animali sia di quelli umani e divini, e ci dice che solo se facciamo questa operazione possiamo diventare una potenza.