Per comprendere veramente la natura della realtà, dobbiamo guardare attraverso gli occhi dell’anima.
Non c’è vita senza coscienza – coscienza e vita sono una e la stessa. La vita è sinonimo di ciò che chiamiamo spirito, coscienza, consapevolezza ed esistenza. Negli ultimi 300 anni, la gente ha pensato che la coscienza fosse un epifenomeno della materia fisica. Questa visione mondiale “riduzionista” dice che se possiamo capire il comportamento delle molecole, allora comprenderemo anche che emerge la proprietà della coscienza; che una volta che le molecole raggiungono un certo grado di complessità nel comportamento, poi, da quello, in qualche modo, la coscienza emerge.
La visione mondiale riduzionista può essere spiegata in un modo biologico molto semplice: il vostro pancreas produce succo pancreatico, la vostra cistifellea produce bile, il vostro stomaco secerne acido idrocloridrico e il vostro cervello secerne coscienza. Perciò il vostro cervello, in qualche modo, produce coscienza nello stesso modo in cui il vostro stomaco produce acido idrocloridrico o il vostro pancreas produce succo pancreatico. Questo modello riduzionista è usato nella scienza e nella medicina, ma è un modello molto incompleto. È una mappa di realtà frammentata.
Ci sono tre metodi tramite cui possiamo comprendere la realtà. Il primo è attraverso i nostri sensi: udito, tatto, gusto, vista e odorato. Sperimentiamo la realtà attraverso gli strumenti d’osservazione: gli “occhi della carne”. Il secondo modo in cui comprendiamo la realtà è attraverso lo strumento che chiamiamo mente: gli “occhi della mente”, parlando metaforicamente. Se voglio capire la teoria della relatività devo partecipare, almeno fino ad un certo grado, agli esperimenti che si sono verificati nella mente di Einstein. Se voglio capire la fisica quantistica, allora devo avere anche qualche idea dei concetti matematici che si sono verificati nelle menti degli scienziati del secolo scorso. Se osservate la rivoluzione più importante del secolo scorso, la fisica e la meccanica quantistica, e se studiate la storia dell’apparizione di quella scienza, vedrete che questa rivoluzione è realmente avvenuta nella mente della gente. Le osservazioni sono venute molto più tardi.
Con la rivoluzione è arrivata nuova tecnologia. Io ho questo meraviglioso piccolo gadget: è un telefono con e-mail e accesso ad internet. Posso registrare una conferenza, fare foto o video e inviare le informazioni dovunque nel mondo. L’informazione attraverserà muri, attraverserà alberi, rimbalzerà contro un satellite nello spazio, attraverserà ingorghi stradali, attraverserà corpi umani e qualcuno, dovunque nel mondo, in Cina o in India, può ricevere queste informazioni o guardare il video.
Questa tecnologia è basata su una premessa molto fondamentale nella scienza: che la natura essenziale del mondo materiale è che non è materiale. Altrimenti non avremmo questa tecnologia. Siamo capaci di far navigare queste informazioni su internet, perché ciò che chiamiamo mondo reale è, in realtà, non materiale. Questa tecnologia è un risultato di ciò che chiamiamo la rivoluzione quantistica. È il secondo modo di esaminare la realtà.
C’è un terzo modo di esaminare la realtà che va persino più in profondità. Il nostro apparato sensorio ci porta ad un livello molto superficiale: questa è una sedia, quello è un fiore, quello è un essere umano. Il livello quantico ci porta più in profondità dentro la mente della natura, rendendo il mondo più prodigioso. Perciò gli occhi della mente ci portano ad un livello che è più bello rispetto a quello che si vede attraverso gli occhi della carne. Il terzo modo per conoscere la realtà è attraverso gli “occhi dell’anima”, che ci porta molto, molto più in profondità nella natura dell’esistenza.
C’è una bellissima poesia di un poeta visionario Inglese, William Blake:
Siamo portati a credere ad una bugia
Quando vediamo con, e non attraverso gli occhi
Ciò che era nato in una notte per perire in una notte
Quando l’anima dormiva in un raggio di luce.
È bellissima, ma cosa sta dicendo Blake? Perché siamo portati a credere ad una bugia, quando vediamo con gli occhi? Ciò che Blake sta dicendo è quello che qualsiasi studente di percezione vi dirà oggi: non possiamo fare affidamento solo sull’osservazione sensoriale per conoscere la natura essenziale della realtà. Durante gli ultimi 300 anni, l’intera base della scienza ha fatto affidamento sui nostri sensi d’osservazione, ma i nostri sensi sono le prove meno affidabili di ciò che chiamiamo realtà.
I miei sensi mi dicono che il terreno su cui siedo è stazionario, eppure sappiamo che ruota ad una velocità vertiginosa, mentre sfreccia attraverso lo spazio a mille chilometri l’ora. I miei sensi mi dicono che, da dove mi trovo, la Terra è piatta. Nessuno crede più a questo. Persino quando guardo un oggetto come un fiore e percepisco il suo colore o la sua struttura, queste non sono le sue qualità essenziali. Le celle degli occhi di un’ape non percepiscono le stesse lunghezze d’onda della luce che voi ed io percepiamo, perciò un’ape avrà una gamma d’esperienza del fiore completamente diversa, e lo “vedrà” sulla lunghezza d’onda degli ultravioletti. Un pipistrello sperimenterà il fiore come un eco di ultrasuoni. I bulbi oculari di un camaleonte girano su due assi diverse, così che non possiamo neanche lontanamente immaginare come appare un fiore ad un camaleonte!
Perciò, qual è la natura essenziale di questo fiore?
La risposta dipende da chi lo sta guardando. Dipende anche dagli strumenti d’osservazione. I nostri sistemi nervosi sono i nostri principali strumenti d’osservazione e ad un livello semplicistico, i nostri cervelli rispondono all’attività neurale che traduce in un codice binario di cariche elettriche attraverso le membrane cellulari. Perciò, se potessi guardare dentro il vostro cervello e potessi vedere ciò che sta accadendo, vedrei questa carica elettrica vibrante che si sposta dall’esterno all’interno della membrana cellulare. In che modo questo diventi un fiore, nessuno lo sa.
Sir Arthur Eddington, un grande scienziato del secolo scorso, ha detto: “Qualcosa di sconosciuto sta facendo non sappiamo cosa”. Più cominciamo a capire la percezione, più non la comprendiamo. In realtà, questo fiore esiste solo nella coscienza ed esiste in un posto che è al di là dello spazio e del tempo ed esiste “come potenziale” prima che lo osserviate. Non c’è nessun mondo esteriore come tale.
Ogni cosa che chiamiamo universo, alberi, stelle e galassie – ogni cosa che osserviamo come mondo esteriore – è una traslazione di processi corporei in codici binari di fotoni attraverso membrane cellulari in neuroni. Questo è il motivo per cui nella tradizione Ayurvedica diciamo di non essere nel mondo, il mondo è dentro di noi. Non esistiamo nel mondo, il mondo esiste dentro di noi. Non esistiamo nel corpo, il corpo esiste dentro di noi. Non esistiamo nella mente, la mente esiste dentro di noi. Ci ripieghiamo dentro di noi e creiamo la mente, il corpo e il mondo fisico. Lo manifestiamo. Costruiamo tutto: la mente, il corpo e l’universo totale. Non sto parlando filosoficamente o parlando di metafisica Orientale – questa è scienza.
Osserviamo i nostri Sensi:
Innanzi tutto, i miei sensi mi dicono che il mio corpo è fisico, anatomico e statico. Ma in realtà, il corpo ci sembra anatomico attraverso i nostri sensi. Il corpo è come un fiume in constante mutamento che scorre. Il corpo fisico che state usando per stare seduti sopra una sedia e per leggere questo articolo non è lo stesso corpo fisico con cui siete entrati nella stanza poco fa. Quando fate un respiro profondo, inalate 10^22 atomi dall’universo. Cioè 10.000.000.000.000.000.000.000 atomi. È una cifra astronomica di materiale grezzo che entra nel vostro corpo ogni volta che inspirate. Ogni volta che espirate, espirate 10^22 atomi che hanno la loro origine in ogni cellula del vostro corpo. Perciò noi stiamo condividendo intimamente i nostro organi, gli uni con gli altri, tutto il tempo. Io respiro ogni cosa che si trova dentro di voi e voi respirate ogni cosa che si trova dentro di me. Stiamo realmente scambiando sempre atomi.
Oggi è possibile stimare il numero totale di atomi nell’atmosfera del pianeta Terra. È possibile stimare ciò che inalate ed esalate con un respiro. Con qualche calcolo in più, possiamo dimostrare al di là di ogni ombra di dubbio che, proprio in questo momento, voi avete nel vostro corpo almeno un milione di atomi che una volta si trovavano nel corpo di Cristo, o di Buddha, Michelangelo, Leonardo Da Vinci, Saddam Hussein, Osama bin Laden o di George W. Bush. Proprio ora avete nel vostro corpo un milione di atomi che sono stati nel corpo di ogni singolo essere mai esistito sin dagli albori della creazione. Solo nelle ultime tre settimane un quadrilione di atomi (quadrilione significa dieci seguito da quindici zeri) hanno attraversato il vostro corpo ed hanno attraversato il corpo di ogni altra specie vivente su questo pianeta.
Perciò, pensate a qualsiasi cosa nell’ecosistema proprio ora – pensate ad un albero in Africa, pensate ad uno scoiattolo in Siberia, pensate ad un contadino in Cina, pensate ad un tassista a Calcutta, pensate ad un bimbo in Afghanistan – e avete nel vostro corpo materiale grezzo che circolava in quei posti solo tre settimane fa. In meno di un anno sostituite il novantotto per cento di tutti gli atomi nel vostro corpo.
Ad un livello atomico, realizzate un nuovo fegato ogni sei settimane, una nuova pelle una volta ogni cinque giorni; sostituite il vostro scheletro ogni tre mesi e rimpiazzate il materiale grezzo del vostro DNA ogni sei settimane – va e viene come gli uccelli migratori. Il vostro DNA contiene le memorie di milioni di anni di tempo evolutivo. Questo è ciò che il DNA è: il DNA è il metabolismo dell’esperienza. Metabolizziamo la nostra esperienza e la registriamo come DNA. Il DNA ha metabolizzato l’esperienza dei vostri antenati umani, dei vostri antenati animali e dei vostri antenati microbici.
La molecola dell’insulina nel vostro corpo è uguale a quella che si trova non solo nelle mucche e nei maiali, ma nei salmoni e anche nei microrganismi. Che cos’è l’insulina? L’insulina è la conoscenza di come elaborare lo zucchero. Ecco che cos’è nella forma di una molecola, ma in realtà è conoscenza e quella conoscenza arriva attraverso eoni di tempo. Ogni cosa che chiamiamo molecola è realmente un’espressione fisica di esperienza. Perciò metabolizziamo esperienza, la registriamo nei nostri corpi e poi la trasferiamo alla generazione successiva. Perciò, il nostro DNA ricorda le memorie e le esperienze, ciò che in Oriente chiamiamo karma.
Il karma è l’esperienza accumulata dal passato – ci vuole tutto questo karma: il vostro karma, il karma dei vostri antenati, tutto il karma della creazione e questo poi viene passato avanti – ma il vero materiale grezzo del DNA viene e va ogni sei settimane, come gli uccelli migratori. Allo stesso modo anche il carbonio, l’idrogeno, e l’ossigeno sostituiscono loro stessi ogni sei settimane. Se avete rimpiazzato il vostro intero corpo fino all’ultimo atomo in meno di un anno, sicuramente non siete nel vostro corpo. Il mio corpo, che ho portato in Inghilterra con me l’anno scorso se n’è andato: è morto, non esiste più in questa forma, ma è in ogni altro posto. Sta circolando in altre forme di vita. Il mio corpo è riciclato nella terra, nell’acqua, nell’aria e il pianeta ricicla se stesso, incorporando il mio corpo fisico. Perciò ciò che chiamo me stesso, non può possibilmente essere il mio corpo fisico.
In una delle sue opere, Shakespeare dice: “Siamo fatti della stessa stoffa di cui sono fatti i sogni”. Shakespeare era un grande profeta. C’è un’espressione Indiana che dice: “Il corpo è solo il posto che i nostri ricordi ed i nostri sogni chiamano ‘casa’ per sempre”. Sostituiamo continuamente i nostri corpi e sappiamo in che modo lo facciamo. Perciò, se l’espressione fisica non è nient’altro che memoria e sogni, in che modo re-interpretiamo l’esperienza della memoria e del sogno nel corpo fisico? In che modo esorcizziamo il fantasma della malattia, perché la malattia è effettivamente uno stato disturbato di sogno nella coscienza che si manifesta nel nostro corpo?
E se potessimo vedere il corpo come è realmente?
Cosa vedremmo? Innanzi tutto vedremmo che è composto di atomi, gli atomi a loro volta sono composti di particelle subatomiche e queste particelle subatomiche non sono cose materiali, ma fluttuazioni di energia e di informazione che guizzano dentro e fuori di un vuoto infinito alla velocità della luce. Se potessi vedere il mio corpo come è realmente, attraverso strumenti quantici, ciò che vedrei è che il 99% del mio corpo è spazio vuoto e che anche l’1% che sembra essere materiale è spazio vuoto, che tutto quanto il corpo è fatto di niente. Quando vado oltre l’apparenza delle molecole, entro in una nuvola subatomica, vado oltre la nuvola e finisco con una manciata di nulla. Poi la domanda cruciale che oggi gli scienziati fanno è: qual è la natura di questo vuoto da cui siamo venuti tutti? È solo un vuoto o potrebbe essere il grembo della creazione? È possibile che la natura va esattamente nello stesso posto per creare una galassia di stelle, un ammasso di nebulose, un foresta pluviale, un ecosistema, un corpo umano o un pensiero?
Gli alberi, le galassie, i nostri corpi, l’arredamento e questo pensiero, arrivano tutti dallo stesso posto? Perché alla fine, quando andiamo oltre l’ondeggiamento dei fenomeni elettromagnetici, dove i fotoni guizzano dentro e fuori, da cosa guizzano dentro e fuori? C’è un vuoto da cui sembra compaiano, rimangono la frazione di una frazione di una frazione di un secondo e poi scompaiono da dove sono venuti. E sembra che tutto ciò che chiamiamo forma e fenomeni, che chiamiamo osservatore ed osservato, arriva tutto dallo stesso posto, anche i nostri stessi pensieri.
Il mondo è una discontinuità ed ogni esperienza insorge a causa della discontinuità. Perciò, che cosa significa discontinuità? Vi do un esempio. Se vado a vedere un film vedo sullo schermo un disegno continuo, ma quando vado nella sala di proiezione, scopro che ci sono una serie di sequenze ferme con piccoli spazi in mezzo. Se muovo la bobina abbastanza velocemente, non posso vedere l’“off” (spento): posso solo vedere l’“on” (acceso), perciò nella coscienza sperimento una continuità. Ma la realtà è che il film è una discontinuità. Quando vedo un programma televisivo, vedo un’immagine che si muove da una parte all’altra dello schermo, ma in realtà niente si muove. Solo gli elettroni ed i fotoni lampeggiano dentro e fuori in una certa sequenza, e poiché non posso vedere l’off, ma posso solo vedere l’on, allora lo sperimento come una continuità. Gli scienziati credono che la percezione è possibile grazie a questa discontinuità. Tutte le forme ed i fenomeni dell’universo esprimono questo “on” e “off”, e i nostri sensi sono tali da poter percepire l’on e non l’off. Eppure, senza l’off non sperimenteremmo l’on.
Mentre leggete questo, per un secondo, rivolgete la vostra attenzione a chi sta leggendo. In quel secondo diviso di consapevolezza che cambia, ciò che sentite è una presenza, non è vero? Mentre leggete, diventate consapevoli di chi legge. Bene, quella presenza è la vostra anima. Non è la vostra mente che potrebbe dire: “Oh, credo che berrò un caffé”. C’è una presenza, e quella presenza è l’on/off dei vostri pensieri: c’è un pensiero che guizza on e off e in quel off c’è una presenza. In quella presenza i pensieri vanno e vengono. Perciò un pensiero insorge, rimane per una frazione di secondo, letteralmente, e poi se ne va. Poi, certamente, attraverso l’associazione, conduce ad un altro pensiero e quello viene e va. In quella presenza le emozioni vengono e vanno. In quella presenza le percezioni del mondo vengono e vanno. In quella presenza le molecole del vostro corpo vengono e vanno. In quella presenza ogni cosa che accade viene e va.
Rimane soltanto la presenza e nelle tradizioni Orientali noi chiamiamo questa presenza la consapevolezza onnipresente dell’osservatore, o coscienza. Nelle tradizioni Orientali diciamo anche che la finestra a quella presenza è lo spazio fra i vostri pensieri. E quella presenza è una consapevolezza sempre presente in cui tutto viene e va. Perciò quando eravate un bambino il vostro corpo era diverso, le vostre percezioni erano diverse, i vostri pensieri erano diversi, le vostre emozioni erano diverse, ma avvenivano tutte nella presenza che è lì proprio ora ed era lì anche allora. Quando eravate un adolescente, ogni cosa era diversa e quando sarete una persona anziana, ogni cosa sarà diversa, ma la presenza rimane constante.
Questa è la vostra identità a livello d’anima in cui ogni altra cosa si trasforma e cambia la sua forma e fenomeni. Se restate vicini a questa presenza, potrebbe essere il vostro biglietto per la libertà. Questa presenza è l’unica cosa reale riguardo a voi e se andate un po’ più in profondità in questa presenza riconoscerete anche, non in modo intellettuale, forse, ma certamente a livello d’esperienza, che questa presenza è al di là della nascita e della morte. Che anche la nascita e la morte sono l’on e l’off nella presenza.
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Articolo originale in inglese: http://www.resurgence.org/2005/chopra231.htm
AL DI LÀ DELLA PERCEZIONE
Nella prima parte di questo articolo, abbiamo discusso il modo in cui accedere agli “occhi dell’anima” per percepire la vera realtà della Coscienza. Nella Seconda Parte, esploriamo questi concetti ad un livello più profondo ed osserviamo le qualità dell’anima.
Pensate ad un tramonto… Non appena vedete questa immagine c’è un codice binario di fotoni che codifica quell’esperienza nel vostro cervello. Pensate ad una stanza buia con la fiamma di una candela.
Ora, se fossi in grado di guardare dentro il vostro cervello, non ci sarebbe alcuna candela lì – solo un codice binario di fotoni che guizza. La domanda è: dov’era quell’immagine prima che vi chiedessi di pensarla? Ciò che voglio far notare è che quando vi chiedo di immaginare un tramonto o la fiamma di una candela, prima di ricordarla, quell’informazione non è nel cervello. L’informazione si rivela nel cervello non appena avete l’intenzione di ricordare. Perciò, dov’era prima? Esisteva nella coscienza come potenziale, ma non era nel vostro cervello.
I miei ricordi quindi, non sono nel mio cervello. Questo è un punto molto importante, perché il modello riduzionista dice che i nostri ricordi sono nel nostro cervello. Perché dice questo? Perché quando il cervello è danneggiato, la gente ha ricordi danneggiati – sia attraverso la malattia di Alzheimer, uno stato comatoso o attraverso l’ubriachezza.
L’affermazione, però, trae in inganno: è come dire che dal mio apparecchio radiofonico danneggiato non esce musica, perciò la musica è fabbricata dalla mia radio. La radio non fabbrica la musica, riproduce la musica. Il mio televisore non fabbrica tutta quella gente che vedo dentro la scatola, la riproduce solamente, poiché si trova altrove. Perciò, neanche il vostro cervello è la fonte dei vostri pensieri.
Il vostro cervello è uno strumento quantico che provoca il collasso delle funzioni d’onda, che esistono come possibilità prima che le realizziate come eventi spazio-tempo. Perciò il vostro cervello prende le possibilità e le realizza negli eventi spazio-tempo. È uno strumento quantico che converte la possibilità in realtà. Prende in non-manifesto e lo rende manifesto, sia nell’immaginazione sia come esperienza sensoriale.
Che cos’è un evento spazio-tempo? È un momento d’intenzione congelato
Tutta la percezione è il collasso delle funzioni d’onda in un mare di possibilità in costante trasformazione e movimento e la mia percezione congela quella realtà esterna, ma persino nel momento in cui l’ho percepita è andata avanti. È proprio un fenomeno in movimento nel mare delle possibilità.
Che cosa c’è, quindi, in questo mondo di discontinuità?
Tutte le cose esistono come un mare di possibilità infinite e tutto esiste come potenziale puro. Il potenziale non ha né principio né fine. Esiste come potenziale.
La scienza dice: al principio c’è materia, poi c’è energia e poi c’è informazione. Che cos’è l’informazione? L’informazione è un mare di possibilità che aspetta che siano poste le domande. Ecco che cos’è l’informazione. L’universo è a forma-d’onda? L’universo è a forma-di-particelle? Beh, dipende dalla vostra domanda. Se fate un esperimento che è a forma-d’onda, allora è a forma-d’onda. Se fate un esperimento che è a forma-di-particelle, allora è a forma-di-particelle, e non è mai entrambi simultaneamente. Questa è l’essenza del principio di indeterminazione di Heisenberg.
Che sia a forma-di-particella o d’onda dipende dalla domanda. Prima che facciate la domanda – com’è, a particella od onda? – esiste potenzialmente in entrambi i modi.
È la vostra domanda che costringe l’universo a fare una scelta. Prima che la domanda sia stata posta, l’universo non ha fatto una scelta. Non appena voi fate la scelta, l’universo è costretto a rispondere. Perciò, ai livelli più fondamentali della natura, l’universo è un mare di possibilità infinite che sono costrette a fare scelte per eventi di spazio-tempo una volta che avete posto la domanda. L’universo è un enorme punto interrogativo, prima che diventi reale.
Un interessante fenomeno con cui ora gli scienziati si trovano totalmente a loro agio, è un fenomeno chiamato “correlazione non-locale”. La correlazione non-locale era qualcosa che era stata descritta casualmente da Einstein nel suo tentativo d’invalidare realmente la fisica quantistica.
Einstein si trovava molto a disagio con certi aspetti della fisica quantistica. Uno di questi era la correlazione non-locale. Un altro era il principio di indeterminazione di Heisenberg. Infatti, quando Heisenberg si recò a spiegare ad Einstein il principio di indeterminazione, Einstein pronunciò la famosa frase: “Dio non gioca a dadi con l’universo,” perché le nostre leggi meccanicistiche dicono che se ne sappiamo abbastanza dell’universo, saremo in grado di predire ogni cosa.
In poche parole, una correlazione non-locale funziona in questo modo:
se avete due particelle sub-atomiche, A e B, e queste si scontrano, si scambiano un po’ d’energia e di informazioni, quindi A diventa A1 e B diventa B1: esse sono leggermente cambiate, proprio come quando tu ed io ci scontriamo, siamo leggermente cambiati, scambiamo informazioni ed anche energia, perciò tu non sei proprio la stessa persona e io non sono proprio la stessa persona. A livelli più fondamentali, quando particelle sub-atomiche si scontrano, esse scambiano energia ed informazioni. Diciamo poi che A1 comincia a spostarsi verso un’estremità dell’universo e B1 si sposta verso l’altra estremità dell’universo, ma per tutta l’eternità rimangono istantaneamente correlate.
Istantaneamente correlate significa che se io so che cosa sta facendo A1, sarò in grado di dire che cosa sta facendo B1. Se so dov’è A1, sarò in grado di dire dov’è B1. Sapendo, cioè, una qualità di comportamento di A1, sarò in grado di dire una qualità di comportamento di B1.
Ora, dove Einstein si differenzia è che aveva detto che è solo una correlazione matematica e in questa non c’è nessun mistero. Inoltre, la correlazione non è mediata, che significa che non c’è mediazione d’energia da qui a qui che mi dice che conoscendone uno, posso sapere che cosa sta facendo l’altro. Perciò, non è mediata e non è attenuata – non attenuata significa che non c’è diminuzione della robustezza della correlazione – con la distanza nello spazio.
Normalmente, quando si adoperano segnali energetici o segnali elettromagnetici, entra in gioco la Legge delle Proporzioni Inverse – perciò più sono lontani due oggetti che sono correlati uno all’altro (come la gravità, per esempio), più debole diventa il segnale e diventa più debole con proporzione inversa alla radice quadrata della distanza. Ma non attenuata significa che non c’è una diminuzione nella robustezza della correlazione. Rimane uguale, non importa quanto ci si allontani.
La Distanza nello Spazio è anche la Distanza nel Tempo
Quando guardo il cielo notturno, posso vedere una stella che è distante quindici milioni di anni luce, che significa che sto guardando qualcosa che esisteva quindici milioni di anni fa. Se fosse esplosa cinque milioni di anni fa, non lo saprei per altri cinque milioni di anni, perché quando guardo il cielo notturno, guardo il passato. La distanza nello spazio è anche la distanza nel tempo; non-attenuato però, significa che la robustezza della correlazione si muove al di fuori dei confini di spazio-tempo: è istantaneo. Perciò la terza proprietà della correlazione è che è istantanea.
Einstein credeva che questo fosse solamente un concetto matematico, ma poi arrivò John Bell e lo provò oltre ogni dubbio. È ora un fatto stabilito che ci sia in natura un livello fondamentale in cui ogni cosa è istantaneamente correlata a ogni altra cosa. Questo ci dà una prova matematica e sperimentale di ciò che possiamo chiamare onniscienza, onnipresenza o onnipotenza – dove ogni cosa è correlata, ogni cosa è organizzata, ogni cosa è connessa istantaneamente con ogni altra cosa.
Vi dirò perché Einstein si sentiva a disagio con questo: perché pensava dal punto di vista di tutti i fenomeni esistenti nello spazio-tempo, ma ciò che questo descrive è un dominio che si trova oltre lo spazio-tempo e la causalità, fuori dai domini di spazio-tempo. Ora gli scienziati riconoscono totalmente che non potete spiegare la biologia senza invocare la correlazione non-locale. Come fa il corpo umano ad avere pensieri, a suonare un pianoforte, ad uccidere germi, a rimuovere le tossine e ad aspettare un bambino, tutto nello stesso tempo? E mentre fa tutto questo, correla ogni attività con ogni altra attività, tutto istantaneamente senza mediare l’attività delle cellule del fegato con le cellule dei reni, con la “fabbricazione” del nuovo bimbo.
Non solo, ma il vostro corpo sta inseguendo il movimento delle stelle mentre fa questo, perché i ritmi biologici che chiamate il vostro corpo sono veramente i ritmi dell’ecosistema e dell’universo. Ogni cosa è correlata con ogni altra cosa e non solo è correlata con ogni altra cosa: è correlata istantaneamente. Non c’è tempo, non c’è energia implicata, perché l’energia è nello spazio-tempo.
Non utilizza segnali di tempo o segnali di energia: è istantanea. È la base di ciò che chiamiamo sincronicità. Le correlazioni non-locali sono gli aspetti più impressionanti e più dominanti dell’attività della natura. E’ conosciuto matematicamente, è conosciuto dal punto di vista della fisica quantistica – è totalmente conosciuto sperimentalmente.
Un’altra proprietà della discontinuità è la proliferazione dell’indeterminazione. Più in profondità si va nella discontinuità, più indeterminata questa diventa. Osserviamo il principio di indeterminazione di Heisenberg: tutti i fenomeni sono simultaneamente a forma-d’onda e a forma-di-particella fino a che si esegue l’esperimento, e poi sono una o l’altra cosa. Se ne misurate uno, vi precludete allora la conoscenza di ciò che è l’altro.
Perciò se misuro la posizione, allora mi precludo la conoscenza del momento. Se lo conosco come particella, allora non lo posso conoscere come onda nello stesso momento. Non ha niente a che fare con le limitazioni delle nostre metodologie sperimentali, ha a che fare con le leggi della natura. Non si comporta come particella od onda fino a che non faccio la domanda.
Inoltre, quando comincio a fare calcoli a questo livello di natura, devo usare numeri irrazionali. Un numero irrazionale è un numero che non può essere concettualizzato. Perciò l’infinito è un numero irrazionale: non si può concettualizzare. Il Pi greco è un numero irrazionale, perché ha infiniti numeri decimali. La radice quadrata di -31 è un numero irrazionale. Non posso immaginare quale sarebbe, ma posso fare calcoli. Per calcolare i comportamenti fondamentali dell’universo, devo usare numeri irrazionali che non posso concettualizzare.
E anche se il margine d’errore è molto piccolo, il margine dell’errore si moltiplica quando estrapolo da livelli fondamentali di comportamento a livelli macroscopici di comportamento. Perciò, di fatto, più esamino i livelli d’esistenza ai livelli più fondamentali, questi diventano sempre più indeterminati. È come se Dio mi dicesse: “A questo punto nel tempo, ho intenzione di rivelarti i miei segreti. Ti permetterò di arrivare fino a qui, ma d’ora in poi dovrai avere fiducia in me, non ti dirò nulla più”.
L’indeterminazione è veramente la ragione della creatività a questo livello, che è la quarta proprietà del dominio quantico. È creativo. Ed è creativo a causa della proliferazione dell’indeterminazione. Se siete sicuri di tutto, dov’è lo spazio per la creatività? La creatività comincia con l’indeterminazione. Se conosco ogni cosa, allora quella è la fine della storia, ma se non la conosco, allora c’è spazio per la creatività e più non so, più spazio c’è per la creatività. A questo livello, quindi, la creatività della natura è basata sulla proliferazione dell’indeterminazione. Questa creatività, nel carattere, è quantica.
Che cosa significa? Ha qualcosa a che fare con la guarigione, perché tutta la guarigione è creatività biologica. Tutto il risanamento è creatività biologica. La natura sta creando costantemente.
Ma Guardate Fuori: Tutta questa Creazione Avviene Proprio Adesso!
Non è successo tanto tempo fa, succede in questo momento. A livello quantico i fotoni collassano, le funzioni d’onda precipitano come eventi spazio-tempo e i nostri cervelli sono strumenti quantici che traducono il collasso delle funzioni d’onda in… un albero. Ma quell’albero sta realmente nascendo e sta morendo alla velocità della luce proprio ora. Dio lo sta creando. Se non credete in Dio allora un campo correlato meccanico quantico non-locale causale lo sta creando!
Un mistero la sta creando e lo sta facendo proprio ora. Tutta la creazione sta avvenendo proprio ora. Non solo sta avvenendo proprio ora, ma qualche proprietà inaspettata, che è totalmente imprevedibile, emergerà mentre quella creatività continua, perché la creatività ripete se stessa, gli schemi del collasso sono ripetuti e poi, all’improvviso, ci sono salti quantici e quei salti quantici sono chiamati proprietà inaspettate. Questo significa che non esistevano prima e voi non sapevate che cosa sarebbero stati prima di esistere.
Osserviamo l’Evoluzione Biologica
Vediamo che è punteggiata da queste discontinuità. Nella fisica quantistica le discontinuità ci sono quando una particella sub-atomica si sposta da un posto ad un altro senza attraversare lo spazio in mezzo. Perciò ora è qui e poi è là e non è passata né qui né là. Inoltre è istantaneo: non appena scompare qui, riappare là senza alcuno scarto temporale.
Se qualche volta avete visto il telefilm Americano intitolato Star Trek, sapete che quando il Capitano Kirk dice: “Teletrasportami, Scottie”, Scott preme un bottone e Kirk scompare da qui e riappare in un’altra galassia – e non c’è nessuno scarto temporale. In fisica questo è chiamato salto quantico. Avviene sempre.
All’inizio di questo articolo, vi ho fatto creare salti quantici nell’immaginazione. Vi ho chiesto di pensare ad un tramonto, ad una candela in una stanza buia – quelli erano salti quantici nella vostra immaginazione. Schemi di fotoni che si comportavano in un certo modo, si sono spostati per comportarsi in altri modi senza scarto temporale. In questo modo, la natura “immagina” attraverso salti quantici. Perciò la transizione da anfibi ad uccelli è un salto quantico nell’immaginazione della natura.
L’evoluzione Darwiniana Classica direbbe che un anfibio ha acquisito piume, perché voleva scappare dai predatori volando – sopravvivenza del più adatto – ma in realtà, acquisire piume è uno svantaggio biologico. Rendono le creature più ingombranti. Deve, inoltre, acquisire un nuovo metabolismo, poiché il metabolismo di una creatura volante è completamente diverso dal metabolismo di un anfibio.
Richiede un nuovo sistema muscolo-scheletrico; richiede, certamente, ali; richiede abilità nella navigazione. Ogni cosa di un anfibio è diversa da quella di un uccello. Perciò quella transizione deve essere simultanea; il metabolismo, le piume, il sistema muscolo-scheletrico: tutta questa transizione deve essere simultanea. Ognuna di queste deve essere correlata non-localmente con l’altra e deve essere improvvisa, altrimenti l’uccello sarà vittima del predatore. Richiede la simultaneità degli eventi correlati non-locali. Altrimenti non c’è nessun uccello nell’evoluzione.
In modo analogo, la transizione dai primati agli esseri umani: noi siamo qui come esseri umani e là fuori ci sono scimpanzè che condividono il 99,999% dello stesso DNA. Ma per quanto se sappiamo, gli scimpanzè non si chiedono chi è Dio e se hanno un’anima, o qual è la natura dell’esistenza. Per questo si è reso necessario un salto quantico. La creatività della natura è quantica.
Il Punto Finale è l’Effetto dell’Osservatore
Effetto dell’Osservatore significa che a meno che non si osservi e fino al momento dell’osservazione l’universo esiste sono come possibilità. Fino a che lo osservi, in altre parole senza un cosciente essere senziente, l’universo non esiste. Questo è il contributo di John Wheeler.
Wheeler era uno studente di Einstein, ora ha 93 anni. E’ uno dei giganti della fisica del secolo scorso. Egli dice che l’universo rimane ambiguo, un brodo quantico che fluisce incessantemente, fino a che un essere cosciente lo osserva. L’essere cosciente potrebbe essere un’ape o un camaleonte, o potreste essere voi. Senza una coscienza l’universo non costruisce se stesso in una forma fisica.
I punti che ho discusso sopra, sono le qualità della vostra anima. Perché? Perché la vostra anima non è una cosa, è un campo di possibilità infinite. La vostra anima è onnisciente, la vostra anima prolifera ed abbraccia l’indeterminazione per creare e la vostra anima co-crea con Dio. Dio rimane non-manifesto a meno che voi non partecipate.
Qual è la definizione di un’anima? L’anima è l’osservatore che interpreta e compie scelte. Se volete espanderla un po’, dite che interpreta attraverso la memoria e compie scelte attraverso il desiderio. I cinque attributi dell’anima sono:
- Campo di possibilità infinite.
- Onnisciente (o correlata non-localmente)
- Abbraccia l’indeterminazione.
- Fonte infinita di creatività.
- Co-crea con Dio e co-crea con il mistero.
Ognuno ha un osservatore, ognuno osserva basandosi sulla memoria e sull’interpretazione e compie scelte basandosi sul desiderio ed ognuno ha un campo comune che sono le infinite possibilità, le correlazioni non-locali, l’indeterminazione, la procreazione e la creatività. Ecco che cos’è l’anima.
Qual è la Differenza fra l’Anima e la Mente?
La mente è il processo d’osservazione. L’anima è l’osservatore. Qual è la realtà fisica che include quella del corpo? È l’oggetto dell’osservazione. Voi osservate attraverso la vostra mente ed osservate il corpo ed osservate altri corpi. Ma ricordate che gli altri corpi e ogni altra cosa che osservate sono una conversione di processi corporei nel vostro stesso sé per mezzo del vostro sistema nervoso.
Perciò quando ti osservo là, in realtà sto osservando processi corporei nella mia mente che interpreto come te. Quindi ogni cosa accade nel nostro corpo, mente ed anima. L’osservatore è l’anima, il processo è la mente e il corpo fisico è l’oggetto.