All’indomani dalla morte di Gigi Sabani, ci ha lasciato un altro grande artista. E in questo caso “grande” non è solo un modo di dire, ma l’aggettivo più giusto per Big Luciano…
Pavarotti era un Bilancia (12 ottobre 1935) con Luna opposta in Ariete: una Luna “piena” e vitale, che sicuramente lo ha aiutato a superare la pigrizia del segno solare e intraprendere fino all’ultimo tantissime iniziative musicali, anche originali e pionieristiche. La sua Venere congiunta a Nettuno era una connotazione fortissima per il “bel canto”, ma il trigono a Urano (culminante al Medio Cielo) gli ha permesso di non rimanere ancorato alla tradizione più soffocante e imbellettata, proponendo collegamenti con la musica pop, rock e persino quella più “leggera” (ma sempre di qualità), con connubi riuscitissimi e fino a non molto tempo fa impensabili.
Il suo “Pavarotti & friends” ha riassunto mirabilmente anche l’aspetto umanitario di Venere-Nettuno, con iniziative di beneficenza di portata internazionale, mantenendo però il protagonismo del suo Ascendente Leone, fiero ed accentratore quanto il suo Sole poteva essere vanitoso. L’impatto del suo Ascendente era indiscutibile: nel fisico, nella personalità, nella stessa voce, potente più che modulata.
I puristi della lirica non nascondevano perplessità, se non critiche dirette, a questo suo modo di cantare di forza, di impeto, “di petto”, appunto; come la quadratura Venere-Marte sembra confermare. C’è chi preferiva la creatività interpretative di Domingo (Acquario) o il nobile struggimento di Carreras (Sagittario), i suoi colleghi, amici e rivali più vicini, latini e “calienti” quanto lui. Ma questo grande italiano era soprattutto un emiliano: semplice, diretto, gaudente. Ed anche negli spettacoli che hanno condiviso, “i tre tenori” non erano mai veramente tre, bensì uno… più altri due.
Eppure il godimento era palese in tutti, pubblico compreso.
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